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Autore: KeepSmiling    15/07/2013    8 recensioni
«Okay, lo so che mi odi e non posso negare che anche io provo un odio profondo verso di te e verso tutta questa situazione, ma dobbiamo conviverci e quindi, per il bene di tutti, non provare a sfiorarmi neanche un capello, anzi no, meglio, limitati a buongiorno e buonasera.» ringhiò Jessica, serissima.
Louis restò scioccato con la bocca semiaperta, forse per la troppa vicinanza a quello sguardo di un verde così intenso e a quelle labbra rosee così delicate;
ma dopo una manciata di secondi, scacciò quegli strani pensieri che gli frullavano in testa, abbozzò una risata e con la mano destra catturò il mento della ragazza, lasciando tra i loro volti uno spazio di tre centimetri scarsi.
«Non ti darò mai tregua, Styles» disse con un sorriso malizioso.
**
Si può odiare a tal punto un fratellastro tanto da innamorarsene?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aloha everyone!

Prima della lettura di questo capitolo, per chi fosse interessato,
ho pubblicato il missing moment tra Jessie e Louis.
Devo avvertirvi, è a raiting rosso, quindi se non amate
il genere, vi consiglio di non aprirlo.
E' la mia prima OneShot a raiting rosso,
quindi se non si può leggere per l'orrore,
chiedo infinitamente perdono çwç
In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura! 

_________________________________________

                                               
                                                       

12.
I primi raggi del mattino s’intrufolarono nelle fessure della veneziana color verde smeraldo, illuminando leggermente la stanza dalle pareti scure.
Louis, infastidito, si mosse impercettibilmente cercando di stiracchiarsi, ma subito si accorse di un corpo caldo avvinghiato al suo. Con la mano libera si strofinò gli occhi e, abituatosi alla penombra, guardò di lato e notò Jessie profondamente addormentata al suo fianco. Sorrise spontaneamente osservando la sua sorellastra con la bocca schiusa, le ciglia che le solleticavano le guance candide e il petto che, con movimenti lenti e regolari, si alzava e si abbassava. Appoggiò il gomito sul cuscino sorreggendosi  la testa con la mano e le scostò un paio di ciuffetti dalle tempie, contemplando quella che sembrava una bambina indifesa, e non poté far altro che pensare a quanto fosse bella e a quanto avesse dovuto fare di tutto per non lasciarsela sfuggire.
Jessie si mosse leggermente emettendo un gemito quando sentì la sua fronte essere sfiorata da qualcosa di umido e piacevolmente caldo. Le sue ciglia svolazzarono per qualche secondo –giusto il tempo di abituarsi- per poi rendersi conto di essere osservata dal suo fratellastro, che sorridente, le aveva lasciato un dolce bacio sulla fronte mentre le accarezzava i capelli.
«Buongiorno Bella Addormentata»sussurrò Louis sorridendo, a pochi centimetri dalle sue labbra.
«Buongiorno rispose appagata Jessie», sorridendogli di rimando e stiracchiandosi.
«Sei carinissima mentre dormi.. e mentre ti stiracchi»sorrise, sfiorandole il collo con la punta del naso.
Lei si coprì il viso con le mani, sprofondando nel suo petto con le guance rosse per l’imbarazzo. «Da quant’è che mi stai guardando?»
«Giusto il tempo per affermare che sei bellissima quando dormi»disse lui serio.
Jessie finse il suo miglior broncio e «Mi stai dicendo che quando sono sveglia sono brutta?!»pronunciò con una voce fintamente scioccata.
«No, solo fastidiosa»ribatté lui con una scrollata di spalle, beccandosi un colpo scherzoso sulla spalla.
«Scherzavo..»rise Louis mentre le baciava il collo «..o forse no»concluse, con un ghigno.
«Ah sì?» Jessie si sfilò il cuscino da sotto la testa e colpì il ragazzo, il quale riemerse dal suo collo e boccheggiò stupito.
«Cosa hai fatto?»la intimò provocatorio, con un sorriso malizioso a fior di labbra.
«Ops!» fece spallucce lei.
Senza lasciarle modo di pensare, le sfilò il cuscino dalle mani e iniziò a colpirla giocosamente, facendole emettere degli urlettini. Si stoppò improvvisamente, e una volta sovrastata «Sssh, ci scopriranno!» sibilò tra le risate, prima di baciarla appassionatamente.
«Buon compleanno Louis»sussurrò Jessie –tornando seria- sulle labbra del ragazzo, che ancora la sovrastava, accarezzandole i fianchi.
Louis sorrise.
«Penso che tu sia stata il miglior regalo di compleanno di sempre!»pronunciò poi, posizionandosi su di un lato e accarezzandole la guancia.
«Più della tua amata Porsche?» gli sorrise maliziosa guardandolo di sottecchi.
«Bhe.. questa è una domanda difficile» ribatté lui, fingendo una smorfia pensierosa.
«Attento a come rispondi» lo minacciò scherzosamente, puntandogli un dito contro.
«Okay sì, più della mia amata Porsche» rispose sorridente, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Anche perché, diciamoci la verità, per quanto possa essere super accessoriata, con la mia Porsche non posso fare questo» detto ciò, la baciò dolcemente accarezzandole una guancia.
«Oh, ne dubito!” rispose lei, al termine del bacio, non riuscendo a smettere di sorridere.
«Come sapevi del mio compleanno?” incalzò Louis, curioso.
Jessie scrollò le spalle «Jay e Lottie non fanno altro che parlarne da settimane!” abbozzò un sorriso che si spense subito appena vide la porta spalancarsi.
«Ehy frat.. Ma che diavolo succede qui?!” esclamò scandalizzato Harry immobile sull’uscio della porta.
Louis in preda al panico si voltò verso di lui.
«Non si usa più bussare?!» gli sbraitò contro aggiungendo «Entra e chiudi quella porta!»
«Oh sai com’è, non pensavo di trovare mia sorella e il mio fratellastro dopo una notte di fuoco!» controbatté Harry a denti stretti, sbattendo la porta alle sue spalle.
«Harry abbassa la voce!» sibilò Jessie in preda all’agitazione.
«Ma che diavolo vi è saltato in mente?!» continuò Harry, sussurrando «Sapete che succederà quando Jay e papà lo verranno a sapere? Una catastrofe!»
Jessie si alzò velocemente dal letto coprendosi con il lenzuolo e lasciando Louis coperto dal piumone, raccolse i suoi vestiti sparsi per la camera con le guance rossissime e «Harry ti prego non dirlo a nessuno» bisbigliò imbarazzatissima prima di sgattaiolare in camera sua.
Non era così che si aspettava che andasse. Ora che non erano i soli a sapere del loro piccolo segreto si sentiva agitata: non voleva per nulla al mondo che Jay e suo padre scoprissero la loro storia, chissà come avrebbero reagito e quali sarebbero state le conseguenze, e sinceramente in quel momento l’unica cosa che voleva era perdere Louis.
Entrò velocemente nella sua camera e annuiva mentalmente a se stessa pensando di dover mettere le cose in chiaro con Harry, magari se avesse saputo dei loro sentimenti avrebbe taciuto.
Un’orribile sensazione di vuoto allo stomaco fece capolino all’improvviso, avvolgendola, tanto che dovette sedersi sul letto per evitare di perdere l’equilibrio e finire a terra. Durò solo pochi secondi, era il segno di come quella situazione fosse più grande di lei, ma in qualche modo avrebbe dovuto gestirla.
Velocemente corse in bagno e lasciò al getto caldo della doccia il compito di farle scivolare via tutti quei pensieri, almeno per qualche minuto.
Una volta vestita, raggiunse la famiglia riunita in cucina, e vi ritrovò Jay intenta a stritolare il figlio e tra le lacrime sbiascicare parole appena comprensibili del tipo “Non ci credo che hai già diciannove anni, ricordo come se fosse  ieri che zampettavi per casa con indosso un pannolino più grande di te. Ooh il mio Boobear!”.
Non poté far altro che soffocare una risata.
Boobear, sul serio? Perché nessuno mi aveva mai detto di quel soprannome? Avrei potuto prenderlo in giro a vita! Pensò tra sé e sé, con una mano appoggiata sulla bocca, tentando di rimandare indietro le risate.
«Jessie smettila! Piuttosto, hai fatto gli auguri a tuo fratello?» la canzonò il padre con una voce severa e le braccia incrociate.
Louis riuscì a svincolarsi dalle braccia della madre e si voltò verso di lei rivolgendole un sorriso malizioso a cui la ragazza non rispose: era rimasta impietrita alle ultime parole pronunciate poco prima dal padre, tuo fratello.
Le vorticavano nella mente come un violento tornado che rade al suo intere cittadine.
Per infiniti minuti le sembrò di essere in una stanza vuota, oppressa dal silenzio.
Perché mi sembra così giusta una cosa che in realtà è completamente sbagliata?Si ritrovò a domandarsi con gli occhi sbarrati e le gambe che minacciavano di cedere.
Indietreggiò velocemente cercando con il palmo della mano il muro più vicino su cui sorreggersi.
«Hey hey Jessie, è tutto apposto?» Louis, avvicinandosi rapidamente e sorreggendola, diede voce alla preoccupazione di tutti i membri della famiglia che, con il viso sconvolto, osservavano la scena.
«Sì, è tutto okay, è solo un leggero mal di testa, è già tutto passato.» mentì, sforzandosi di sorridere e appoggiando la mano –prima posizionata contro muro- sulla spalla del fratellastro, -che la teneva per i fianchi- per ritrovare un po’ di stabilità.
«Buon compleanno, Boobear» disse poi, pizzicando giocosamente la guancia di Louis, che quasi faceva fatica a starle così vicino senza poterla baciare.
«Okay, falso allarme gente, è sempre la solita Jessie» pronunciò ironicamente lui, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi così intensi e lasciando, con molta riluttanza, la presa intorno ai suoi fianchi.
«Vieni tesoro, siediti, ti preparo del the» disse Jay con dolcezza, prendendola delicatamente per un braccio e aiutandola a sedersi.
«Ma no, sto bene, sul serio! Ho solo dormito male, tutto qui» mentì sorridendo, sotto lo sguardo vacuo di Harry e quello preoccupato di Louis.
 
Seduta sul suo letto Jessie stava leggendo un libro, o almeno ci provava visto che ogni frase doveva rileggerla almeno due volte prima di riuscire a capirla: era distratta, la sua mente era da tutt’altra parte. Il suo pensiero fisso era che aveva bisogno a tutti i costi di parlare con Harry, doveva spiegargli assolutamente come stavano le cose.
Scaraventò il libro sul suo letto e velocemente raggiunse la stanza del fratello, bussò un paio di volte e appena sentì un “avanti” ovattato, vi si precipitò all’interno richiudendosi la porta alle spalle. Harry era steso sul suo letto sfogliando una rivista e ascoltando musica dal suo Ipod, non le rivolse neanche uno sguardo. Gli si andò a sedere accanto e lo fissò finché «Cosa vuoi, Jessie?» esordì il riccio, con ancora lo sguardo puntato distrattamente sulle pagine della rivista.
«Ascolta Harry, quello che hai visto stamattina, bhe..»
«Senti Jessie» si sfilò le cuffiette dalle orecchie e le rivolse uno sguardo freddo come il ghiaccio, tanto che lei si sentì quasi sprofondare. «Io non accetto questa cosa, okay? Sei pur sempre mia sorella, e non mi va a genio che Louis si prenda gioco di te come fa con tutte.»
L’ultima parte della frase, Harry la pronunciò addolcendo lo sguardo e la voce, ma nonostante questo, lei non si sentì rassicurata, nuovi pensieri le invasero la mente già sovraffollata.
E se avesse ragione? E se davvero per Louis era solo un passatempo? Ma poi rinsavì e si ricordò di tutti i momenti che le aveva dimostrato il contrario: il voler sempre estrapolare in qualche modo gli sviluppi della storia con Dave, la dolcezza e quel pizzico di gelosia mostrate il giorno della prima di Grease, il concerto, il modo indescrivibilmente meraviglioso in cui l’aveva trattata quella notte.
Scosse la testa un paio di volte.
«Questa volta ti sbagli, Harry.» affermò sicura «Io sono certa che Louis provi per me esattamente quello che provo io, e io penso di essermi innamorata di lui.» concluse, emozionata di poter condividere quel sentimento con qualcuno, di poterne finalmente parlare.
In un primo momento i lineamenti del ragazzo si addolcirono, ma poi scosse i suoi ricci sorridendo amaramente.
«Lo spero davvero, ma in caso contrario sappi che Louis passerà dei brutti momenti, sorellina.»
«Oh ma smettila, lo sai che ti metterebbe KO con un solo dito!» lo beffeggiò lei, spintonandolo giocosamente con una spalla.
«Donna di poca fede!» si finse imbronciato e la spintonò più forte.
«Ma tu guarda! Cosa ci posso fare io se tu sei un pappamolle?» lo punzecchiò ancora fingendo un’aria innocente.
«Ah e vabbè ma allora te la cerchi!» detto questo, si scaraventò su di lei e iniziò a farle il solletico sapendo che fin da piccola era stato il suo punto debole.
Entrambi risero a crepapelle finché «Basta, basta! Mi arrendo!» sbiascicò Jessie tra le risate.
«Chiedimi perdono e io ti lascio andare» le ordinò giocosamente tra le risate.
«Okay perdono, ti chiedo perdono!»
«Perdono e poi..?» la esortò ulteriormente.
«Harry fai sul serio?» sbiascicò stremata.
«Mai stato così serio!»
«Aaah Okay! Perdonami oh grande Harold, tu sei e sarai sempre il più forte!» disse infine a mo’ di cantilena, tra le risate.
Per Jessie questo fu come un deja vu: sempre da piccoli finivano con Harry che le solleticava i fianchi fino a che non gli avesse chiesto scusa, ma poi il loro umore mutò notevolmente dopo la perdita della mamma: erano più compatti che mai, sì, ma con meno voglia di scherzare.
«Perdonata!» le sorrise a cinquanta denti, lasciandola andare dalla sua presa e appoggiando la schiena alla testiera del letto.
«Ah, sia ringraziato il cielo!» pronunciò stremata Jessie, e non poté fare a meno di trattenere un sorriso trovando nel fratello lo stesso sguardo soddisfatto di quando erano piccoli.
«Che hai da sorridere?» le domandò sorridendo a sua volta e osservandola mentre gli si posizionava accanto.
«E’ che non ridavamo così da..» gli occhi le brillavano ancora ma il sorriso le morì sulle labbra.
«Da quando è morta la mamma.» Harry finì la frase per lei.
«Esatto. E’ stato un periodo così cupo, quasi non ci riconoscevo.» gli confessò, guardando quegli occhi tanto simili ai suoi con un velo di tristezza.
Harry le circondò le spalle con un braccio «Sì, ma l’abbiamo superato. Siamo stati molto forti, e ora abbiamo ritrovato la felicità.» disse poi, baciandole delicatamente i capelli.
«Harry, ti sei mai sentito in colpa per tutto questo?» gli domandò, giocando con l’orlo della sua maglietta.
«Per cosa Jessie, per esserci ricostruiti una vita? E perché mai? Sono sicuro che la mamma avrebbe voluto così» la rassicurò, accarezzandole il braccio con le dita affusolate.
«Forse hai ragione. Ti manca?» incalzò lei, facendo incontrare i loro sguardi molto simili.
«Tantissimo, non passa giorno che non la pensi. Ma mi sono convinto che dov’è ora è felice, e che vegli incessantemente di noi.»
Jessie gli sorrise riconoscente, le servivano queste chiacchierate intime con il fratello, ogni tanto.
«Mi sei mancato, Harry.» gli confessò, abbracciandolo e sprofondando nel suo petto che profumava di colonia e di ammorbidente.
«Mi sei mancata tanto anche tu, Jessie.» rispose sincero lui, lasciandosi andare all’abbraccio e accarezzandole i morbidi capelli, lasciandoci di tanto in tanto dei teneri baci.
 
Jessie si affacciò leggermente dalla grande porta-finestra situata in cucina e vi ritrovò Louis, immerso nei suoi pensieri, seduto su di una sedia in veranda mentre fumava una sigaretta.
Lo osservò ammaliata. I muscoli del braccio che si contraevano ogni qualvolta si portava la sigaretta alla bocca, la mandibola che s’irrigidiva, il modo in cui chiudeva gli occhi appagato quando aspirava, e le labbra che si socchiudevano per permettere al fumo di fuoriuscire, lento.
Dopo un paio di tiri si accorse di lei. Agitandosi sulla sedia, spense la sigaretta –sapendo quanto la infastidisse l’odore di nicotina- e «Hey» pronunciò nel contempo dolce e sorpreso, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
L’imbarazzo tra i due era palpabile.
«Da quant’è che sei lì?» le domandò, sorridendo appena.
«Da un po’» fece spallucce lei, avvicinandosi. «A che cosa pensavi?» continuò poi, curiosa.
Louis la osservò serio, e non poté fare a meno di pensare che fosse bellissima anche senza trucco, in un pigiama di pile tre volte la sua taglia e sotto il pallore della luna.
«Vieni con me, ti porto in un posto.»
Detto questo, si alzò dalla sedia e la prese per mano, trascinandola su per le scale fino alla mansarda dove –un po’ rialzato- c’era una specie di balconcino che dava sul tetto; ne aprì la vetrata e ci saltò su.
Jessie, senza protestare, salì a sua volta aiutata dal fratellastro che la sorreggeva, scavalcarono cautamente la ringhiera e si ritrovarono sul tetto.
Per fortuna quella sera non faceva troppo freddo e non soffiava il vento, anche se qua e là c’erano dei residui di neve.
«Benvenuta nel mio posto segreto!» esordì entusiasta Louis sedendosi e portando una gamba al petto. «Da piccolo venivo a nascondermi qui quando mia mamma e mio padre litigavano.» confessò, con il naso all’insù osservando le stelle luminose che facevano capolino nell’immenso buio della notte.
Jessie si limitava a contemplarlo seduta a gambe incrociate, chiedendosi cosa fossero loro due in quel momento.
Louis abbassò lo sguardo su di lei, incatenando i loro occhi.
«Cosa c’è?» le domandò sorridente, le mani che gli formicolavano dalla voglia di toccarla, cosa che poteva finalmente fare, ma qualcosa lo tratteneva.
Jessie non voleva rovinare il momento con i suoi arrovellamenti mentali, quindi si limitò ad una scrollata di spalle e «Non hai risposto alla mia domanda di prima.» gli rispose accennando un sorriso di sbieco.
«Mh, vuoi sapere a cosa penso?» le domandò di rimando, lei annuì impercettibilmente.
«Penso che tu sia bellissima illuminata dalla luna, e che muoio dalla voglia di baciarti e di intrecciare le mie dita con le tue.» le confessò sincero.
Jessie schiuse leggermente le labbra per lo stupore e «Cosa ti trattiene?» sussurrò con il cuore a mille.
Louis distolse lo sguardo, non poteva reggere quel volto dai lineamenti perfetti contratto in un’espressione di stupore.
«A dire il vero non lo so. Forse l’abitudine. Mi ero quasi abituato a starti vicino e a reprimere l’istinto di stringerti tra le mie braccia.»
La ragazza era più confusa che mai, che ci stesse già ripensando sulla loro “storia segreta”?
E mentre questo pensiero la affliggeva, si sentì contornare le guance da due mani fredde e la bocca da due labbra calde, il contrasto le provocò un brivido che non riuscì a reprimere.
«Hai freddo?» si premurò subito di chiederle il fratellastro, che le strofinava le mani sulle braccia tentando di riscaldarla. Lei scosse la testa, facendo oscillare il suo sguardo dagli occhi, che sotto la luce fioca della luna parevano scuri come un mare in tempesta, alle labbra sottili e rosse, del colore delle ciliegie. Come Louis pochi istanti prima, anche lei si lasciò andare, e portando le mani dietro la nuca del fratellastro, iniziò a baciarlo con trasporto, con passione. Lui fece scivolare il palmo delle mani sulle sue braccia tese per poi raggiungerle le mani, e intrecciare le loro dita come bramava da quella mattina.
Non gli pareva vero, ora poteva toccarla e baciarla ogni volta che voleva, o quasi.
Jessie sembrò quasi leggerlo nel pensiero, ed entrambi sorrisero finalmente appagati, una sulle labbra dell’altro.

KeepSmiling.
Ri-aloha!
Come state? Spero che la vostra estate
stia procedendo alla grande! :3
Finalmente ce l'ho fatta a pubblicare, yaay!
Pensavo di non farcela,
ogni volta che mi mettevo al computer
la voglia di scrivere svaniva,
ma in fin dei conti devo ammettere
di essere abbastanza fiera di questo capitolo!
La situazione ormai è di pieno fluff,
e finalmente questi due testardoni
hanno capito i loro sentimenti!
Ma quanto potrà durare il loro "little secret"?
Stay tune e lo scoprirete!
Non è fluffissimo Harry!Jealousbrother? *^*
Ok, vaaaaado! Spero che il capitolo vi piaccia,
fatemelo sapere con una recensione, se vi va!
Lots of Love,
Ila.xx

   
 
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