Al supermercato

Quinn non sa spiegarsi perché la sua ragazza debba essere così insopportabilmente irascibile. Se lo chiede da lì a tre anni e non è ancora riuscita a darsi una risposta. Ovunque vadano, attirano sempre  l’attenzione altrui. Non positivamente, purtroppo. Santana non è il tipo di persona tranquilla, serena o pacata. Oh, assolutamente no. Lei è un individuo particolare, molto particolare. Diciamo che da una scala da 1 a 10, le volte in cui si ritrova a doverla rimproverare, sono 11. La sgrida per miliardi di motivazioni, ma la più gettonata è sempre la solita: il dialogo. Termine che, chiaramente, non rientra nel lessico di Santana. Non è capace di introdurre un discorso con un estraneo, senza riempirlo di insulti, chiaramente. Perché se lei ti sta parlando e tu non la conosci, vuol dire che hai fatto qualcosa che ha urtato la sua sensibilità: tradotto, significa che sei prossimo a ritrovarti senza testa. Certo, ha un modo tutto suo di rapportarsi con la gente, aggressivo e diretto ma col tempo ci fai l’abitudine, così come impari a chiedere scusa a ogni singolo malcapitato che finisce tra le sue grinfie. Questa volta tocca alla cassiera. E Quinn, che sperava che quelle urla non riguardassero lei, sospira frustata, portando gli occhi al cielo e aumentando il passo, ansiosa di raggiungere Santana e liberare la sua giovane vittima. Sapeva che non avrebbe dovuto lasciarla sola alla cassa. Nemmeno quando si è accorta di aver saltato un alimento sulla lista della spesa e si è rimmersa velocemente tra gli scaffali, sperando non scoppiasse alcuna rissa in sua assenza. Chiariamoci: Santana Lopez è micidiale. Santana Lopez con le mestruazioni è come un leone con una bistecca davanti al muso. Pronta a scattare. Quinn la raggiunge prima che riesca a picchiare la ragazza con il flacone di detersivo per i piatti, sfilandoglielo dalle mani poco gentilmente e linciandola con un’ occhiataccia.

“Qual è il problema??”
“Qual è il problema, Quinn??il problema è che questa tizia”
“Santana!!”
L’ispanica le lancia un lungo sguardo, soppesato dal micidiale sopracciglio Fabray, che minaccia di alzarsi da un momento all’altro. Sbuffa sonoramente facendo appello a tutto il suo autocontrollo, abbassando le braccia e incrociandole sotto il seno, nell’assetto tipico del “mi hai sedata, ma posso svegliarmi da un momento all’altro.”
“Allora??spiegami perché stavi urlando a questa povera disgraziata.”
“Non riesce a far passare niente su quello stupido coso.”
Quinn osserva la cassiera interrogativamente, che con occhi quasi velati dalle lacrime si è fatta piccola piccola sulla sua sedia.
“Io ho solo detto che doveva prendere un’ altra confezione di gelati perché non avevano il codice a barre.”
La bionda annuì consapevole passandosi una mano tra i capelli corti. Lentamente punta le sue iridi verdi, serpeggianti di fiamme, su Santana.
“San. Scusati. ORA”
“Ma non è riuscita a far passare neanche il flacone di detersivo!!ero già andata a riprendere il gelato!!”
“Il banco freezer è a sei metri dalla cassa!!”
“Ma quello dei detersivi no!
“…..”
“…..”
Inaspettatamente Quinn si avvicina di colpo all’altra, che sorpresa, si ritrova il viso furente di rabbia della sua ragazza a due centimetri dal naso.
“Ringrazia che siamo al supermercato, che non sia ancora intervenuta la sicurezza e che non possa riempirti di pugni davanti a dei bambini, ma quando siamo a  casa io e te facciamo i conti.”
Santana deglutisce abbassando lo sguardo, prende il flacone dalle mani della bionda, gira i tacchi e si avvia a testa bassa a cambiarlo. Quinn la osserva camminare svelta e sparire dietro uno scaffale mentre gioisce mentalmente, soddisfatta per l’opera di convincimento ben riuscita. Si volta notando il gruppetto di curiosi carichi di buste e borsoni che la guardano indiscreti e li liquida con un “Beh??” che li fa volatilizzare in meno di trenta secondi. Rivolge poi uno sguardo di scuse alla cassiera che la fissa spaventata e cerca di riparare al danno commesso.
“Deve scusare la mia ragazza, è abbastanza irascibile, purtroppo”
Quella annuisce poco convinta e afferra una confezione di birre. Quinn prende una busta e inizia a metterci la spesa, scuotendo la testa quando nota quella già riempita da Santana che sembra sia stata fatta da una scimmia con evidenti problemi di schizofrenia.
“Scusi”
Alza lo sguardo verso la cassiera, notando una chioma corvina avvicinarsi.
“Ecco…dovrebbe cambiare le birre, non me le prende.”
Alza un sopracciglio contrariata. Santana, appena giunta, si blocca col detersivo in mano. Prende un respiro.
“Allora facciamo così. Io adesso aspetto qui finche lei non ha finito di controllare la mia spesa. Dopo di che mi occuperò personalmente di cambiare tutti i prodotti senza quel fottutissimo codice a barre”
Quinn si lascia sfuggire un sorrisetto, sapendo quanto sia stato difficile per Santana mantenere il controllo. Fregandosene della ragazza che è sbiancata leggermente, lascia una bacio sulla guancia dell’ispanica sussurrandole un “Bravissima” appena udibile. L’altra l’afferra per un fianco, impedendole di allontanarsi.
“La prossima volta che mi chiedi di accompagnarti a far la spesa e io mi oppongo, ti prego, non insistere.”
Quinn si allontana sorridendo e strizzando l’occhio quando lo sguardo della latina incrocia il suo. Santana scuote il capo, senza riuscire però, a nascondere il velo di un sorriso.

Angolo del pesce.
Allora, premettendo il fatto che questa shot avrebbe dovuto essere una fabrevans, non capisco neanche io com’è che poi abbia partorito questa cosa totalmente diversa. Ma la quinntana è una coppia assolutamente esilerante e mi è piaciuto scrivere su di loro. Comunque, fabrevans in arrivo per i prossimi giorni. Spero vi sia piaciuta, perdonatemi ripetizioni o eventuali errori, grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono ecc.ecc. ;)alla prossima