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Autore: Backwards    15/07/2013    0 recensioni
Qualche volta, mentre guardava una delle riviste che aveva nascosto in una scatola sotto al letto o si masturbava pensando a un corpo che poteva essere quello di un atleta greco, con gli addominali e i pettorali ben scolpiti, gli ritornavano in mente le frasi di sua mamma a proposito dell' omosessualità, di chi compieva atti impuri e peccaminosi, trovandosi sbarrate le porte del paradiso e costretto ad andare all' inferno... e si sentiva morire.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Passò una mano sull' album, poi lo aprì: dentro ci saranno state all' incirca 1000 fotografie; insomma, la storia riassunta di una vita. Guardò le foto di quando era piccolo e pensò che la vita è un cambiamento continuo. Non si riconosceva in quel viso pieno e paffutello, in quel corpo da bambolotto con quei piedini e quelle manine così piccoli. Quei capelli castani e ricci ora erano più chiari e lisci, con un ciuffo che, ostinatamente e con presunzione, gli copriva l'occhio sinistro e, quel corpicino grassottello, insomma, quel corpicino che avrebbe avuto qualsiasi altro bambino della sua età ( 3 anni, forse ? ), era molto più asciutto e slanciato, con le costole che si intravedevano quando era in piedi e risaltavano su tutto il resto del corpo quando era disteso. Solo gli occhi erano rimasti uguali. Grandi e profondi come una voragine, o forse come l'oceano, di un verde scuro scintillante. Si toccò sotto il petto, all' altezza delle costole. Sì, forse aveva ragione sua mamma quando gli diceva che avrebbe dovuto mettere su qualche chilo in più, perchè le ragazze non stanno dietro ai tipi pelle e ossa , ma a quelli con la tartaruga e i muscoli da macho.

Peccato che a lui, delle ragazze, non importasse niente.

Aveva delle amiche, aveva anche una migliore amica, ma le ragazze potevano piacergli solo da un punto di vista caratteriale. Non avrebbe mai provato e non sarebbe mai successo – ne era convinto – di provare attrazione verso una donna in senso fisico, e di conseguenza sessuale.

A lui piacevano i ragazzi. Gli sarebbe piaciuto poterlo dire a sua mamma quando se ne usciva con quei discorsi sulle fidanzate,sui modi per fare colpo su una ragazza e su come suo padre l'avesse conquistata, ma non poteva farlo. Ci aveva rinunciato definitivamente quando una sera, a tavola, dopo un servizio del tg, sua madre aveva detto che gli omosessuali sono una vergogna per l'umanità, sono per la maggior parte maniaci e pedofili, andrebbero soppressi. In quel momento aveva sentito una fitta allo stomaco e , per un momento, gli era parso di aver voglia di vomitare. Suo padre ovviamente, da bravo uomo di casa nonché capo della famiglia, aveva annuito con aria severa, scoccando a Shaine un' occhiata altrettanto inflessibile. Lui aveva fatto finta di niente e aveva continuato a spostare il cibo nel piatto con la forchetta, mentre gli occhi gli si bagnavano di lacrime amare. Ad un certo punto si era alzato in piedi dicendo di non avere più fame e di essere molto stanco, aveva salito le scale e si era chiuso in camera a piangere.

Il ricordo di quella sera gli rimaneva persistente nella testa e non riusciva a farlo andar via. Qualche volta, mentre guardava una delle riviste che aveva nascosto in una scatola sotto al letto o si masturbava pensando a un corpo che poteva essere quello di un atleta greco, con gli addominali e i pettorali ben scolpiti, gli ritornavano in mente le frasi di sua mamma a proposito dell' omosessualità, di chi compieva atti impuri e peccaminosi, trovandosi sbarrate le porte del paradiso e costretto ad andare all' inferno... e si sentiva morire. Lui non poteva farci niente, non sarebbe mai riuscito a far cambiare idea ai suoi genitori, imprigionati nell'ottica di una fede cristiana sbagliata e compromettente. A dire il vero, tutti i suoi parenti erano così.

Aveva solo amiche femmine perchè tendenzialmente, i maschi, cercavano di evitarlo. Lo chiamavano frocio, aspirapolvere ( il perchè gli fu chiaro dopo ) , e gli affibbiavano nomignoli stupidi che non facevano ridere, ma che sembravano divertire tanto chi, per unirsi a loro, cominciava, a sua volta, ad offenderlo. Shaine non si era mai dichiarato gay, ma quando era fuori di casa cercava di esprimere quello che era il suo vero io. Non si sentiva affatto donna, ma a volte gli piaceva mettersi lo smalto o qualche maglietta rosa che si faceva portare a scuola dalle amiche più fidate. Quando si metteva lo smalto, generalmente era Caterina a portarlo a scuola, insieme all'acetone che avrebbe usato prima di tornare a casa, ed era sempre lei a metterglielo,dato che lui non lo sapeva fare e non aveva modo, se non quando andava a casa di Caterina, di fare pratica.

In quelle cinque ore poteva essere se stesso. Non gli importava di essere offeso e umiliato, a quello ci aveva fatto l' abitudine, gli importava solo di sentirsi ben econ quella che era la sua persona. A casa si sentiva soffocare, con una mamma troppo oppressiva e.. e.. non sapeva neanche come definirla da quanto gli stava sul cazzo.

Aveva sempre saputo di essere gay, o meglio, aveva scoperto che esisteva una sorta di aggettivo per quelli come lui verso gli otto anni, quando alle elementari un ciccione in classe sua lo aveva chiamato così e Shaine era andato a dirlo alla maestra, la quale lo aveva guardato con aria preoccupata e affettuosa e aveva messo in punizione il ciccione. Non sapeva se lo aveva messo in punizione per il fatto che lo avesse offeso chiamandolo 'gay', o perchè aveva usato la parola 'gay' in modo offensivo, e quindi inappropriato. A volte gli tornava in mente la scena e se lo chiedeva.

La prima esperienza con una ragazza la fece a 12 anni, quando baciò proprio la ragazza che ora era la sua migliore amica, ovvero Caterina. Lei era cotta di lui da quando avevano 7 anni, così Shaine, per provare come potesse essere baciare e stare insieme ad una ragazza , accettò di mettercisi insieme. Dopo 2 settimane capì che la cosa non poteva funzionare e disse a Caterina di essere gay. Lei si limitò a dire che lo sapeva già e che, con i baci, non ci sapeva fare per niente.

Ed eccoli lì, dopo 4 anni, uniti e felici come non lo erano mai stati prima.

Non aveva mai baciato un ragazzo, anche se lo avrebbe voluto più di qualsiasi altra cosa. E avrebbe voluto baciarne uno in particolare.

Oh, Axel.

  
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