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Autore: _Jaawaad    15/07/2013    4 recensioni
*tratto dal primo capitolo*
Come potevo affidarmi ad un ragazzo che avevo conosciuto poche ore prima? Era impossibile. Eppure era così. Con Louis sentivo di potermi lasciare andare,di essere me stesso,di confidargli le mie paure.
Con Louis Tomlinson vedevo la speranza di continuare a vivere come un ragazzo normale,di potermi lasciare andare,ma di certo non gli avrei fatto capire nulla,non gli avrei mostrato le mie debolezze,lui avrebbe visto solo la parte più dura e visibile di me.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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‘UN ANGELO’

Un taglio per me.
Uno per mia mamma.
Uno per quel bastardo di mio padre che ci ha abbandonati.
Uno per il dolore che mia mamma mi ha lasciato chiudendo gli occhi per sempre.
Uno per Gemma l’unica mia fonte di forza.

Cominciai  a vedere il sangue scorrere dal mio braccio fino a giungere alla falangetta e poi mi accasciai sentendo il rumore della mia testa sbattere forte contro il pavimento freddo del bagno,dopo il buio.
Mi risvegliai non so quanto tempo dopo su una lettiga di ospedale. Io odiavo gli ospedali,odiavo i dottori,così cominciai a gridare tentando di liberarmi di quel peso che mi opprimeva: la mancanza di Gemma. Era sempre al mio fianco,era lei che aveva sabotato tutti i miei tentati suicidi,era lei che mi dava la forza di alzarmi da quel letto per affrontare la dura giornata che mi aspettava,lei era la mia unica fonte di vita.
‘Ehi,ehi,va tutto bene’ un dottore spalancò le porte della mia stanza per entrare.
‘Gemma,dov’è Gemma?’ urlai spaventato,ignorando anche la mano del dottore che mi massaggiava la testa,mettendo di lato i ricci sudati che mi coprivano la fronte.
‘Per ora non può entrare Harry,in questa stanza hanno accesso solo i dottori in alcuni casi’ sbottò fissandomi con occhi penetranti. Tentati di liberarmi dei fili che mi tenevano bloccato. Avevo il braccio sinistro fasciato,e due aghi conficcati nel braccio destro che erano collegati ad una boccetta,tenuta in alto da un asta,che conteneva un liquido trasparente.
‘No,Harry,questa medicina ti serve,stai fermo.’ Mi mise una mano sul punto dove si trovavano gli aghi,impedendomi così di riuscire nella mia ardua impresa. Riprese a scrutarmi con i suoi occhi azzurrissimi che trasmettevano tranquillità. Era proprio così che mi sentì non appena il dottore mi fermo il braccio e mi fissò:tranquillo.
Mi misi a fissare ogni movimento che fece per sedersi nella sedia che si trovava accanto alla mia lettiga,così lo osservai. Era alto,moro con gli occhi azzurri,ma non un azzurro che potevi trovare negli occhi di chiunque,un azzurro che pensavo appartenesse solo a lui,un azzurro nel quale ti puoi perdere nella sua immensità,un azzurro di una persona che era lì per aiutarti,anche se io ero sicuro che non avrei accettato il suo aiuto,non ne avevo bisogno,avevo Gemma e avendo lei avevo tutto.
‘Chiamatemi Gemma,ho solo bisogno di lei.’ Ero in una stanza di ospedale,da solo con uno sconosciuto,incastrato nei fili e avevo solo bisogno di mia sorella.
‘Tua sorella è fuori,ma per ora non hai bisogno di lei,hai bisogno di me.’ Mi irrigidì,in tutta la mia vita l’unica persona che poteva prendere il posto di mia sorella era mia madre,ma lei non c’era più e di certo un dottore,per giunta sconosciuto,non poteva dirmi che non avevo bisogno di lei così ‘Senta,io non so chi è lei e..’ stavo per cominciare a parlare quando ‘Louis,io sono Louis Tomlinson’ mi bloccò così chiusi gli occhi,tossì e ricominciai a parlare ‘stavo per dirle che nemmeno mi interessava,ma comunque lei non può venirmi a dire di cosa ho bisogno e di cosa no,lei non sa niente di me,lei non è nessuno,quindi ora mi faccia il piacere di uscire e far entrare mia sorella’ sbottai fissando i suoi occhi che sembravano penetrarmi.
‘Harry,intanto dammi del ‘tu’ e poi io di te so più cose di quanto tu possa immaginare,ho parlato con Gemma e mi ha detto che devo fare di tutto per aiutare suo fratello,quindi è volere di Gemma che io stia qui,capisci adesso?’ Beh,se era volere di mia sorella io avrei fatto di tutto perché ogni qual volta mi affidavo a lei andava sempre bene,qualunque fosse la situazione.
‘Bene Louis,devi sapere che io di voi dottori non mi fido affatto,due anni fa due incompetenti che si facevano chiamare ‘dottori’ uccisero mia madre,non l’hanno per niente aiutata,lei aveva bisogno di loro e non hanno fatto niente per salvarla,quindi pensi che io adesso mi farò aiutare da te? No,ora toglietemi questi fili,devo tornare a casa.’
Di una cosa ero certo,questo Louis Tomlinson di me non aveva capito niente. Che dovevo fare? Vedere in lui la luce dopo una vita di buio? Affidarmi a lui come se fosse Dio venuto sulla Terra? No,sapevo cavarmela io,come ho sempre fatto senza di lui. Da quando mio padre ci aveva abbandonati non mi ero mai affidato a nessuno oltre Gemma e mia mamma e di certo non avrei iniziato adesso.
‘Devi farti aiutare Harry,non puoi continuare così’ Indicò il mio braccio fasciato. La garza aveva delle macchie rosse,segno che il sangue continuava ad uscire.
Ce l’ho fatta fino ad adesso e posso continuare,ma ora lasciami in pace,io devo tornare a casa mia’ Non capivo il motivo per il quale perdesse così tanto tempo con me,sicuro c’erano tanti altri pazienti,ma giusto a me doveva venire a rompere con la scusa di salvarmi dall’oblio in cui mi ero cacciato.
‘Ah si? Ce l’hai fatta affondando la lama nel tuo braccio? Non mi sembra un ottimo modo Harry..’ affermò stanco ‘..quindi facciamo un patto,se tu mi prometti che ogni giorno vieni a fare due chiacchiere con lo psicologo dell’ospedale io ti dimetto anche ora’ L’idea di  andare a parlare con uno strizza cervelli che mi avrebbe fatto riflettere sul senso della vita,rompendomi le palle chiedendomi di raccontargli tutta la mia di vita non mi faceva impazzire,ma pur di liberarmi di lui e andare via da quel posto l’avrei fatto.
‘Per quanto tempo?’ Chiesi,ma lui non sembrò capirmi ‘intendo,per quanto tempo dovrò venire ogni giorno a parlare con lo psicologo?’
‘Finche sarà necessario Harry’ Oh no,a una settimana ci sarei anche arrivato,ma oltre no,sarei impazzito davvero e poi non avevo modo di raggiungere l’ospedale perché era lontano da casa e non avevo nessun mezzo oltre la metropolitana,ma non la prendevo mai,odiavo la vita frenetica che c’era nei sottopassaggi.
Non posso.’ Sentenziai. ‘Cosa?’ mi chiese nervoso.
‘Non posso venire in ospedale Louis,è troppo lontano da casa e io e mia sorella non abbiamo mezzi,mi dispiace,ma sarai costretto a dimettermi senza nessun patto.
‘Non se ne parla,ti vengo a prendere io ogni giorno,non ho problemi’ Cominciai a pensare che anche lui avesse bisogno di uno psicologo,come poteva venire ogni giorno a casa mia,portarmi dallo strizza cervelli e riportarmi a casa? Così ‘stai scherzando?’ chiesi con un sorriso nervoso sul viso. ‘Ti sembro uno che scherza?’ la sua aria da dottore che cerca di capire il paziente lasciò spazio a un sarcasmo gratuito.
‘Va bene Tomlinson,affare fatto,ora mi liberi da queste catene?’Sorrise mettendo in mostra la sua dentatura perfettamente dritta e bianca,mi tolse gli aghi conficcati nella mia carne,mi rimedicò le ferite e finalmente potei uscire da quell’inferno incontrando mia sorella in corridoio che camminava avanti e indietro rovinandosi con i denti le unghia.
‘Oh ti prego Gemma,non rovinartele di nuovo che poi cominci a gridare perchè ohh’ non ebbi nemmeno il tempo di parlare che mi si fiondò tra le mie braccia scoppiando a piangere.
‘Harry scusami,scusami se pur sapendolo te l’h lasciato fare senza fermarti,ma non credevo che saremmo arrivati a questo.’  Davvero credeva che se lei avesse provato a fermarmi io non l’avrei più fatto? Si illudeva troppo. Vedere il sangue scorrere nel mio braccio mi tranquillizzava. Mi faceva sentire in pace col mondo. Nel sangue che mi fuoriusciva dalle ferite vedevo tutto ciò che c’era sbagliato in me sentendomi libero,ripulito da tutte le schifezze.
‘Non avresti potuto farlo Gemma,avrei continuato lo stesso,tu non hai colpa’ la strinsi forte a me sentendo delle lacrime salate rigarmi il viso.
‘Signorina Styles,sappia che io e suo fratello abbiamo un patto’ si intromise Louis sbucando dal nulla con un foglio in mano e sperai con tutto me stesso che fossero le mie dimissioni.
‘Ah si? Che patto?’ Chiese curiosa asciugandosi le lacrime,così anch’io feci lo stesso.
Louis spiegò a mia sorella di che patto si trattava e lei ne sembrò entusiasta. Quasi cominciai a pensare che il loro fosse un complotto contro di me.
‘Va bene Harry,qui ci sono le tue dimissioni,devi solo firmare’feci come mi disse,presi il foglio e poggiandomi alle mura bianche dell’ospedale firmai. Quella mi sembrò la firma da cui dipendeva la mia vita. Ero stato un solo giorno in quel lurido posto e non vedevo l’ora di tornare a casa.
Ok,ho firmato,ora posso andare?’
‘No aspetta,devo darti la ricetta perché ogni giorno devi medicare il tuo braccio’ Uscì un foglio dalla tasca del suo camice,me lo porse e lo afferrai come fa un cane affamato con il suo osso.
‘D’accordo,adesso posso andare?’ Chiesi nervoso rigirandomi il foglio tra le mani.
‘Certo,lasciami il tuo numero qui,così ti avviso prima di venirti  a prendere.’ Mi porse un post-it dove dovevo lasciare il mio numero che gli lasciai subito e feci per salutarlo,quando ‘ma ora come tornate a casa?’ ci chiese quasi preoccupato.
‘Prenderemo un taxi,ciao Louis’ cercai di congedarmi,ma lui non sembrò esserne molto convinto.
‘Sentite,io ho quasi finito il mio turno,posso accompagnarvi io,così imparo la strada’ questo ragazzo aveva intenzione di perseguitarmi.
‘Mh,mi sembra una buona idea,che ne pensi riccio?’ Questa volta mia sorella si rivolse a me entusiasta.
‘Non c’è bisogno Gemma,andiamo.’ Non avevo intenzione di stare ancora con quel dottore,sapeva già troppe cose di me per il mio gusto e non intendevo trascorrere del tempo con lui più del dovuto.
‘Harry,dai è tardi e aspetterete un sacco prima che passi un taxi,quindi mi cambio in un attimo e vi accompagno io’ Disse fissandomi negli occhi e prendendo la mia mano per stringerla nella sua e così come per azione programmata anni fa dal mio cervello annuì. Ma che mi stava succedendo? Che  controllo avevano i suoi occhi su di me? Nessuno. Perché Louis Tomlinson alla fine non era nessuno per me. Solo un dottore incontrato per una sventura che tentava di salvarmi,ma ero sicuro che non avevo bisogno di nessuno psicologo per uscire dall’oblio. Probabilmente avevo solo bisogno di qualcuno che prendesse in mano la situazione,che mi facesse sentire protetto,che mi trasmettesse sicurezza semplicemente con gli occhi,che mi facesse sentire amato. Probabilmente avevo bisogno di ..lui.
‘O accidenti Harry,ma cosa vai a pensare? L’hai appena conosciuto non puoi pensare di aver bisogno di lui. Pensi davvero di affidarti a uno sconosciuto? Bella teoria Harry Styles.’ Ed ecco la vocina fare capolino nella mia testa,ma questa volta aveva ragione. Come potevo affidarmi ad un ragazzo che avevo conosciuto poche ore prima? Era impossibile. Eppure era così. Con Louis sentivo di potermi lasciare andare,di essere me stesso,di confidargli le mie paure.
Con Louis Tomlinson vedevo la speranza di continuare a vivere come un ragazzo normale,di potermi lasciare andare,ma di certo non gli avrei fatto capire nulla,non gli avrei mostrato le mie debolezze,lui avrebbe visto solo la parte più dura e visibile di me.
‘Andiamo?’ Sbucò come un angelo dalla porta di fronte a noi. Come un angelo perché era proprio quello che rappresentava per me,un angelo che veniva a salvarmi.
‘Si.’ Sbottai freddo e deciso.
Il tragitto in macchina è stato esattamente come me l’aspettavo: una terribile e infinita Odissea. Mia sorella era davanti accanto a Louis,parlavano del più e del meno oppure gli indicava la strada,mentre io ero dietro a guardare il palazzi scorrermi davanti senza tregua e quando venivo interpellato mi limitavo ad annuire.
‘Fratelli Styles,siamo arrivati’ Esclamò felice.
‘Ok,ciao’ sbottai io freddo scendendo dalla macchina e avviandomi verso il vialetto che mi avrebbe portato davanti la porta di casa.
‘Ciao Louis,grazie tante!’ Salutò mia sorella e lui le annuì sorridendo. Gemma finalmente si incamminò verso me estraendo le chiavi dalla borsa. Stavo per entrare quando ‘Ehi Harry..’ mi richiamò colui che ci aveva portati a casa ‘A domani!’ mi salutò sorridendo.
‘A domani.’ Sbottai sconsolato.

 
Eccomi qui con un'altra fanfiction! Posso dire che questo capitolo è stato davvero un parto! Ogni cosa che scrivevo mi sembrava sbagliata :
Insomma,spero vi sia piaciuta,ho bisogno di recensioni,vi prego! <3 aahha
In ogni caso qui c'è il mio qui quello Twitter: https://twitter.com/Edwardshug_
Seguitemi o aggiungetemi che ricambio tutte! Baci! <3
  
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