Film > Una ragazza e il suo sogno
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Autore: marta_cr_cullen92    16/07/2013    0 recensioni
Questa è la mia prima FF e l'ho scritta tipo 10 anni fa quando facevo ancora le medie... ho un po' paura a pubblicarla... spero possa piacervi!
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Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era il primo dicembre, il giorno del suo 17esimo compleanno, e come sempre espresse l’unico desiderio nel quale valeva la pena di credere; quando dal niente cadde qualcosa e atterrò sul mio tappeto con un tonfo sordo: era una vecchia chiave, molto arrugginita e pesante.
< Strano > disse < Deve sicuramente aprire un portone molto antico >.

Daphne Reynolds Dashwood era una ragazza slanciata, aveva un visino sottile e il naso alla francesina e i suoi capelli rossi e dritti cadevano su luccicanti occhi castani.

Da un nastro rosso legato al collo ciondolavano due lettere di legno intrecciate: “DL”, “L” indicava Libbye, la madre morta dodici anni fa. Ai lobi delle orecchie vi erano due orecchini a forma d’anello: al destro Daphne aveva appeso un piccolo Scarabeo d’oro in segno di porta fortuna.

La chiave stava lì, sul pavimento della sua camera; Daphne la raccolse e, senza sapere il perché, la infilò nella serratura della sua porta chiusa, la girò due volte in senso orario e due volte in senso antiorario, aprì la porta e…..

Quella non era di certo la sua camera: l’armadio, il letto e il PC a cui era tanto affezionata erano spariti; al loro posto c’era un luogo pieno di dolci e leccornie, cestini in vimini che traboccavano di cioccolatini, ordinati Lecca-Lecca erano appoggiati contro la parete, alla loro destra e a sinistra pendevano due lunghe corde di zucchero filato rosa che terminavano con due enormi fiocchi bianchi. Tutto riluceva e luccicava come uno specchio e gli unici suoni provenivano da un ragazzo, che sedeva su di un muretto di glassa rossa, dandole le spalle.

Egli era parecchio lontano ma Daphne non resistette alla tentazione, gli si avvicinò e gli sorrise,

< Chi sei ? Cosa vuoi da me ? Come ci sei arrivata fin qui ? Cosa… Ma tu sei reale o sei un angelo che finalmente è venuto ad annunciarmi che sono morto, almeno le mie sofferenze avrebbero una fine. Allora! Chi sei ? > le disse il ragazzo

< Calmati, non sei morto, io sono Daphne Reynolds Dashwood… >.

Daphne lo calmò e gli raccontò della chiave.

< Ma adesso parlami di te, io mi sono presentata e ho risposto alle tue domande, ora tocca a te!>

< Piacere Daphne, io mi chiamo Ian Wallace, ho 17 anni come te, ma io sono stato portato qua qualche anno fa da mia madre che stava per morire e non voleva lasciarmi da solo senza un soldo.> Daphne ascoltò molto attentamente la sua storia, ma qualcosa non la convinceva.

< Se tua madre stava per morire, tuo padre non poteva tenerti? Mio padre dice sempre che mia madre prima di morire gli aveva fatto giurare che mi avrebbe tenuta, curata e protetta fino al giorno in cui mi fossi sposata e anche dopo. Mia madre è morta quando avevo cinque anni, tu ti ricordi di tua madre?>.

A Daphne questo ragazzo faceva uno strano effetto, con lui si sentiva libera di dire tutto come se si conoscessero da sempre.

< Io sono orfano adesso che mia madre è morta, mio padre non l’ho mai conosciuto e lei mi aveva detto che era morto poco prima della mia nascita. Cambiando discorso, sei appena arrivata in questo posto? Io lo conosco come le mie tasche, se vuoi ti porto un po’ in giro e ti faccio vedere dove vivo.>.

Il tempo con lui passava velocemente e senza rendersene conto arrivò sera e tutto intorno a loro si dipinse di blu.

Daphne guardò l’orologio < Le 11:30 !!! Devo tornare subito a casa, ti verrò a trovare qualche volta, ma… dov’è l’uscita? >

< Che bravo, non l’avevo capito! Adesso che mi hai illuminata sono a posto!!! > lo interruppe Daphne, < stavo dicendo “Si entra dall’entrata e si esce dall’uscita”, ma qui non c’è nessun’uscita, quindi mi sa proprio che passerai qui la notte e molto altro tempo ancora. >.

Daphne era molto preoccupata per un motivo ben preciso: avere 17 anni e avere anche paura del buio non era da far saper in giro.

La casa di Ian era molto accogliente e comoda, aveva quattro stanze spaziose disposte su due piani -pianoterra e primo piano- e un meraviglioso giardino di panna montata.

< Per te! > disse Ian indicando una bellissima camera da letto, < Io dormirò sul divano. >.

Daphne, un po’ vergognandosi, gli chiese, < Ti andrebbe di dormire sul pavimento della camera? >

< Perché ? Non avrai mica paura dei fantasmi che ci abitano sotto; vero?!?! > disse Ian scherzando, < Ian, non prendermi in giro! Io non ho paura dei fantasmi, ma di qualcos’altro. Allora, dove dormi? > Daphne, con le dita incrociate, pregava che scegliesse l’opzione consigliatagli, ma Ian la sorprese…

< Mi dispiace ma… ehm… russo! > nel momento in cui disse quella parola una smorfia gli comparve sul volto e lo tradì.

< Russi ?! Chi se ne frega! Io ho paura del buio > confessò Daphne tutto d’un fiato.

< Hai 17 anni Daphne, non sei un pò grande per queste cose? Ehm… vabè…Però russo! >

Daphne lo abbracciò, poi lo guardò e lo ringraziò.

   
 
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