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Autore: angiechan 92    28/01/2008    3 recensioni
Ryan si accorgerà di tenere sempre di più ad una persona, un angelo che ha cambiato la sua vita... sarà amore? una RyanXLory!! la mia prima ff... please leggete e commentate! ^__^ ni-hao
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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finalmente ho aggiornato!! buona lettura e scusate il ritardo!!

CAPITOLO VI: PROMESSA

La pioggia cadeva impetuosa e non dava segno di voler cessare; in mezzo a questa tempesta una ragazzina infreddolita e bagnata, si aggirava, priva di forze, con sguardo triste e malinconico, per le vie più buie della città di Tokio, non sapendo dove stava andando, non sapendo perché stava facendo tutto ciò, infondo, la colpa era solo sua, era stata lei ad illudersi di contare qualcosa, di essere sua amica, mentre la verità era che lui non la poteva nemmeno sopportare, la odiava, era inutile, non serviva a niente, per Ryan non era null’altro che un peso…

Lory: come ho potuto… come ho potuto essere così stupida? Sono… sono solo una sciocca, una povera sciocca che si è illusa di un amore impossibile…

La piccola Lory non faceva altro che tentare di asciugare le lacrime, ma più le toglieva dal suo viso, più queste tornavano a ripercorrerle le guance, inesorabilmente. Ma questo non le impedì di continuare a camminare, non accorgendosi di addentrarsi sempre di più nel buio…

Intanto, Ryan correva da un capo all’altro della città, senza darsi pace, era pronto a tutto pur di ritrovarla, ma i suoi sforzi non avevano dato nessun risultato, per il momento…

Ryan: Lory! Lory, rispondimi, ti prego! Dove sei? Rispondi!

Ma la pioggia cadeva sempre più fitta e le sue grida erano vane, sembrava che tutto volesse ostacolare il suo tentativo di tornare da lei, ma il giovane ragazzo non si sarebbe mai arreso, non ora che aveva capito che teneva a lei più di ogni altra cosa…

Nel frattempo la giovane Mew stava ancora camminando, pur se a fatica, lungo una via buia, ma la ragazza non faceva più caso a dove stava andando, non aveva più importanza, ora aveva solo freddo, tanto freddo, le gambe tremavano, stremate dalla fatica e dal dolore e la situazione non cambiava per le braccia che la ragazza stringeva al petto, infreddolita.

Lory: n-non ce la faccio più…. M-ma… dove sono? Mi fanno male le gambe…

Ragazzo: guarda guarda… che ci fa una così bella e distinta signorina da queste parti?

Lory si accorse solo in quel momento che nella via che stava percorrendo si era raggruppato un gruppo di ragazzi dall’aria poco amichevole che la seguiva e che si avvicinava a lei e preferì non rispondere alle loro affermazioni…

Ragazzo2: che fai ci ignori?

Lory: s-scusate… io… vado di fretta…

Ragazzo: ma davvero?

Ragazzo2: fermati qui con noi…

Ragazzo3: eh, si… ha ragione, sei bagnata fradicia… ti beccherai un malanno… devi coprirti bene…

Dicendo questo, il ragazzo posò le mani sulle spalle di Lory che sussultò spaventata, per poi scostarsi e correre leggermente in avanti, capendo che quei ragazzi non promettevano nulla di buono e che non era il caso di star ancora lì con loro…

Lory: vi ringrazio… ma devo proprio andare…

Ragazzo: aspetta… dai, che ti costa stare qui con noi a farci un po’ di compagnia?

Lory: ve l’ho già detto… devo andare…

Ragazzo2: eh, no! Tu non vai da nessuna parte!

Lory: ah!

Ryan: “dannazione… ho un brutto presentimento… dove sei, Lory?” Lory! Rispondimi, dove sei? Ti prego, rispondi!!

Il biondo cominciò istintivamente a correre verso il punto dove si trovava Lory, non sapendo, però, quello che la ragazza stava passando…

Uno dei tre ragazzi aveva preso la piccola Lory per il polso e glielo stringeva forte per non lasciarla andare…

Lory: l-lasciami… ti prego… mi fai male!

Ragazzo2: mi dispiace, ma non possiamo proprio…

Ragazzo3: eh, già… non vorrai andartene proprio adesso che incomincia il divertimento…

Lory aveva paura, una paura come non l’aveva mai provata prima; nemmeno contro gli alieni provava un senso di vuoto e disperazione simile, perché in quelle situazioni poteva combattere, poteva difendersi, poteva fare qualcosa… mentre ora, ora era impotente, si sentiva prigioniera di quella stretta intorno al polso e sapeva che non poteva liberarsene, qualunque cosa avesse fatto non avrebbe potuto trasformarsi e senza i suoi poteri lei non era niente, niente. Lei non era nessuno senza i suoi poteri da Mew Mew e senza il ragazzo che glieli aveva donati… ecco, ancora una volta aveva pensato a lui, lui che questa volta l’aveva abbandonata, l’aveva lasciata sola, lui che questa volta non era lì a proteggerla, lui che non l’avrebbe più rivista… per sempre.

Ragazzo: allora, che ne dici di darmi un bacino, eh?

La paura del momento era tanta… il dolore accecante… per Lory era troppo. Istintivamente la ragazza fece ciò che non avrebbe mai pensato di fare: cercando di liberarsi dalla morsa che la teneva prigioniera, cercando di reagire, per una volta, senza l’aiuto di nessuno, neanche di Ryan, questa volta avrebbe dovuto trovare il coraggio e la forza di farcela da sola. E così, con la mano libera, colpì in faccia il ragazzo che le si avvicinava minacciosamente con uno schiaffo. Incredulo quanto lei, il giovane, dopo un primo attimo di smarrimento, si adirò per quel gesto e spinse con violenza Lory contro il muro, liberandola dalla stretta del compagno ma procurandole un dolore ben più forte. La ragazza si sentiva ancora più abbattuta… no, non ce l’avrebbe mai fatta da sola nella sua vita, non senza le persone che le volevano bene, non senza il ragazzo che amava! L’indifesa mew Neofocena giaceva seduta per terra, contro il muro, abbattuta e afflitta come non mai: questa volta, aveva perso, ma non aveva perso una semplice battaglia come poteva accadere con il suo ruolo da paladina della giustizia, aveva perso una battaglia con sé stessa, con il mondo… aveva perso il ragazzo che amava, e questo era i colpo più duro di tutti, talmente forte e doloroso che la ragazza non trovava più nemmeno la forza di reagire.

Ragazzo: stupida ragazzina… ma chi ti credi di essere? Ora ti insegno io a portarmi rispetto…

Il ragazzo che Lory credeva aver perduto era però più vicino di quanto credeva, Ryan infatti correva a più non posso sotto la pioggia per trovare la sua piccola Mew e non si sarebbe fermato finchè non l’avrebbe trovata, determinato a scusarsi con lei e a cancellare quel dolore dai suoi occhi per sempre. Ryan girò l’angolo, senza saperne il motivo, seguendo il suo cuore, finchè…

Ryan: Lory! Dove sei lory! Rispondimi, Lor… ma che cosa?

Il giovane restò sconvolto da quello che aveva davanti ai suoi occhi: la sua Lory piangeva, piangeva spaventata e sofferente, mentre un ragazzo sui 18 anni circa la teneva ferma contro il muro tenendola per un braccio. La ragazza lo supplicava di lasciarla stare, che le stava facendo male, ma questi non voleva sentire ragioni e si avvicinava sempre di più a lei, a Lory, la sua Lory! Nessuno poteva toccarla, nessuno doveva permettersi di farle del male, di farla soffrire, piangere… Ryan corse con tutta la forza che gli rimaneva in corpo verso la sua piccola e indifesa amica, non avrebbe permesso che le fosse fatto del male, l’avrebbe protetta… per sempre!

Ragazzo: bene bene, ora non fai più la gradassa eh?

Lory: lasciami… ti prego…

Ryan: non ti azzardare a toccarla!!

Lory: ma… Ryan!

Ragazzo: ma cosa?

Non fece in tempo a dire altro, perché Ryan era arrivato a lui e, con tutta la forza e la rabbia che gli esplodeva in corpo, si lanciò contro quest’ultimo colpendolo con un pugno in pieno viso. Il ragazzo cadde a terra, intontito, mentre Ryan si piazzò davanti a Lory, ancora ansimante e stremato dalla fatica, ma pronto a tutto pur di proteggerla…

Lory: R-ryan… tu sei…

Ryan: stai tranquilla, ora ci sono qui io…

Lory: m-ma…

Ragazzo: al diavolo!! E tu chi dovresti essere?!

Ryan: sono quello che ti ridurrà molto male se solo provi ancora ad avvicinarti a lei, chiaro? Quindi adesso vattene se non vuoi un altro livido sul tuo bel faccino!

Ragazzo: ma dico, l’avete sentito? Eh, ragazzi?

Ragazzo2: eh, già… si crede il principe azzurro questo qua…

Ragazzo3: evidentemente non ha ancora capito con chi ha a che fare…

I tre estrassero dalle tasche tre coltelli e con aria minacciosa si avvicinavano a Ryan; Lory era terrorizzata e non riusciva a spiccare una parola. Il ragazzo si lanciò contro Ryan con il coltello puntato verso di lui e non accennava a fermarsi…

Ragazzo: vediamo se ora te ne starai zitto zitto al tuo posto!! Prendi!!

Lory: no, Ryan!!

Ma il biondo, sotto gli occhi increduli di tutti i presenti, con l’agilità di un felino non solo schivò il colpo, ma con un balzo si parò alle spalle dell’individuo che aveva cercato di aggredirlo e gli sferrò un altro pugno nel bel mezzo dello stomaco, facendolo ansimare e facendolo andare sul punto di perdere i sensi…

Ragazzi: °____° oh, mamma…

Ryan: allora, adesso è chiaro? O devo spiegarlo meglio anche a voi?

Ragazzi: n-no noi… ecco noi… ce ne andiamo…

Ragazzo: i..di..oti… as..pettatemi!

I tre si dileguarono sotto la pioggia ancora battente che scivolava via insieme alle lacrime della piccola Lory e che si tingeva di rosso mischiandosi al sangue che usciva lentamente dal braccio del ragazzo che evidentemente non aveva schivato la lama del coltello come credeva. Il silenzio era spezzato solo dal rumore delle gocce di pioggia che si infrangevano con violenza al suolo…

Ad un certo punto il giovane, che fino a quel momento era stato in piedi, con lo sguardo abbassato, dando le spalle alla ragazza dietro di lui, si voltò, lentamente, posando il suo sguardo ghiacciato, puro come la neve, su colei che lo aveva portato fino a lì, sul motivo di tanta preoccupazione da parte del biondo che ora la fissava con uno sguardo diverso da quello che aveva avuto pochi minuti prima nei suoi confronti; non era più duro e tagliente come il ghiaccio, quel ghiaccio non c’era più, s’era sciolto, lasciando il posto ad un limpido cielo azzurro, un cielo che aveva finalmente ritrovato il suo sole…

Ryan: Lory… stai bene?

La ragazza lo guardò, timidamente, non aveva ancora trovato il coraggio e la forza di affrontarlo dopo quello che era successo, ma dopo quello che Ryan aveva appena fatto per lei, forse un barlume di speranza c’era ancora. Dopotutto l’aveva salvata, come solo lui sapeva fare: era apparso dal nulla, in mezzo alla pioggia, con i suoi capelli dorati che splendevano nonostante il buio della sera e i suoi bellissimi occhi azzurri che si riflettevano alla fioca luce dei lampioni; ignorando il pericolo, pronto a tutto, coraggioso come sempre, l’aveva protetta, salvandola da tutta quella paura che ormai l’aveva circondata, quasi sopraffatta. Ed ora era lì, era lì per lei, soltanto per lei…

Ryan: Lory… dimmi qualcosa, ti prego…

Il ragazzo dalle iridi azzurre si avvicinò cautamente alla ragazza e si inginocchiò davanti a lei per poterla finalmente guardare in viso…

Ryan: ti hanno fatto del male?

Lory: n-No… io… sto bene….

Ryan: sei sicura? Ma il tuo braccio…

Non appena Ryan sfiorò il braccio della piccola Lory, questa si scostò, quasi spaventata; una reazione che di certo il giovane non si aspettava ma che avrebbe dovuto prevedere dopo quello che era successo…

Ryan: scusami, io…

Lory alzò lo sguardo, lo guardava con i suoi bellissimi occhi blu, ancora segnati dal pianto: sperava con tutta sé stessa che tra lei e Ryan sarebbe tornato il rapporto che c’era prima, ma non credeva che questo potesse davvero accadere. Eppure, contro ogni sua aspettativa, era proprio quello che stava succedendo, c’era qualcosa di diverso in Ryan, qualcosa di dolce nei suoi gesti, nel suo sguardo…

Ryan: mi dispiace Lory…

Lory: come?

Ryan: quello che ti è successo è stato solo a causa mia, se io non ti avessi lasciata da sola tutto questo non sarebbe successo, è mia la colpa, mia e di nessun altro, e di questo mi vergogno tantissimo…

Lory: Ryan, io…

Ryan le sorrise e, dopo quello che era successo tra loro, quel sorriso sembrava ancora più bello e ancora più sincero, talmente bello che Lory stentava a credere che stesse sorridendo proprio a lei…

Ryan: tu non devi dirmi niente… sono io che devo scusarmi, anche se non so se tu sarai disposta a perdonarmi dopo quello che ti ho fatto…

Lory era stupita da quelle parole, non pensava che le avrebbe mai più sentite pronunciate da lui, in tono così dolce…

Ryan: io… non volevo… non era mia intenzione farti soffrire in questo modo, credimi. Non so nemmeno io cosa mi sia preso, vedi, in questi giorni, ripensando ai miei genitori, mi sono reso conto di avere paura, una paura enorme di soffrire di nuovo, di perdere ancora una volta tutte le persone alle quali volevo bene…

Lory: io non…

Ryan: e così ho pensato bene di allontanarvi tutti, tu e le ragazze. Pensavo, scioccamente, che se vi avessi tenute lontane e che se non fossi più stato legato a voi, probabilmente non avrei più sofferto… e invece ho finito per far soffrire io voi, ho solo rischiato di perdervi per sempre… ho rischiato di perderti per sempre…

Lory: perdere… me?

Ryan: proprio così… l’unica persona che mi sia stata davvero vicina… l’unica amica sincera che abbia mai avuto…

Lory: “Lui… ha avuto paura… Di perdere… me?”

Ryan: mi dispiace… credimi. Io non avrei mai voluto… ma… Lory!

La piccola Neofocena stava piangendo, ma questa volta era un pianto diverso, un pianto, anche se sembra strano, di gioia, gioia per aver ritrovato un amico, un amore, tutta la sua vita…

Ryan: che cos’hai?

Lory: io… pensavo che mi odiassi…

Ryan: ma No… che dici?

Lory: le tue parole… quello che hai detto… io…

Ryan: non avrei mai voluto dirti quelle parole Lory… mai…

La piccola mew però piangeva ancora ininterrottamente… era troppo felice per fermare il suo pianto, troppo innamorata per tenere per sé le sue emozioni…

Lory: ho avuto tanta paura…

Solo in quel momento Ryan si rese conto di quanto sensibile fosse la sua amica, di quanto avesse sofferto per quello che lui le aveva fatto…

“Quando i nostri sentimenti sono sinceri… non servono parole… basta uno sguardo… basta un gesto”

Kyle aveva ragione: non serviva dire altro, bastava un semplice sguardo, un semplice gesto…

Ryan non ci pensò nemmeno un attimo, da tempo desiderava farlo, da tempo voleva abbracciarla e stringerla a sé, e forse quello era il momento adatto. Il giovane infatti, lentamente, strinse a sé la piccola Lory che era tanto stupita quanto felice per quel semplice gesto, che per lei contava più di tutto…

Lory: “non ci posso credere… eppure… sento il suo abbracio… il suo profumo… la sua stretta forte intorno a me… oh, Ryan…”

Ryan: d’ora in poi non permetterò mai più che tu soffra, non permetterò mai più che tu pianga e che ti sia fatto del male… io sarò sempre qui, pronto a proteggerti… questa è una promessa!

Una promessa, sì… che sarebbe durata in eterno. I due ragazzi non lo sapevano, ma quella sera primaverile, segnata dalla pioggia, sarebbe stato il segno di un nuovo meraviglioso inizio.

a presto...
   
 
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