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Autore: Pi_esse    17/07/2013    2 recensioni
“Ecco fatto! Che ne dici adesso?” concluse lei a lavoro terminato. Dopo aver piegato più volte il braccio per valutarne lo stato, Edward disse: “Mi stupisco ogni volta sempre di più, grazie mille è come prima” al che la ragazza assunse un’aria soddisfatta.
“Che ne dici adesso di provare la forza?” chiese lui sorridendo maleficamente. Prima ancora di rispondere la ragazza aveva già compreso che il suo, era stato un ottimo lavoro.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction che ho scritto qualche anno fa... Infatti la scena di intimità fra i personaggi non l'ho descritta: ho voluto lasciare la storia così com'era e pubblicarla senza aggiugere niente! Spero vi piaccia, siate gentili (:


Cos’era questo rumore? Chiese Jade dopo l’abbraccio amichevole fra lei ed Edward, sembrava proprio provenire dal suo auto mail.
“Oh, non è niente di che, è solo il mio braccio che ha bisogno di un controllo. Sai, sono appena tornato da un viaggetto” spiegò lui.
“Vuoi che ti accompagni da Nen?” propose allora l’amica. Nen era un meccanico molto noto da quelle parti.
“E’ un ottima idea!” rispose lui che alla sola melodia del suo nome pronunciato pensava al suo sorriso dolce come il miele.
Poco dopo i due ragazzi stavano proprio davanti a casa di Nen: si presentava dipinta di crema. Delle bellissime orchidee si affacciavano dal davanzale delle finestre; uno scacciapensieri vicino alla porta d’ingresso cullato dal vento, diffondeva un dolce suono che stuzzicava i pensieri di Edward; un ciliegio si stanziava al centro del piccolo giardino a fianco della casa. Col passare del tempo si stava spogliando del suo manto di fiori, spargendo e ricoprendo il giardino di un tappeto di petali. Si poteva scorgere dalla finestra  degli scintillii che, come piccoli fuochi d‘artificio, danzavano nell’aria per poi scomparire.
Suonarono il campanello e poco dopo la porta si aprì.
“Ciao ragazzi!” sorrise Nen, poggiandosi alla porta: alle mani portava dei guanti e sulla guancia si estendeva una macchia nera che ricalcava il suo lavoro di tutti i giorni.
“Ehi Nen!” ricambiò il saluto Jade, mentre Edward si limitò a sorridere. L’amica lì invitò ad entrare per un bicchiere d’acqua e qualche chiacchera.
“Allora com’è andato il colloquio con Roy Mustang?” chiese il meccanico a Jade; erano amiche d'infanzia e quest'ultima quel giorno avrebbe incontrato il nuovo comandante supremo per arruolarsi nell'esercito.
“E’ stato un incontro interessante, molto interessante…” a tali parole Nen capì subito ogni cosa e un sorriso malizioso le distese le labbra: “Davvero?”. Una risata soffocata provenne dalla bocca di Edward.
“Tu invece che ci fai qui?”
“Ho bisogno di un controllo al braccio destro, ultimamente emana degli strani rumori..” rispose il ragazzo. Nen a quel punto si mise a dare un occhiata all’auto mail, poi si voltò verso l’amica.
“Sarà meglio che me ne vada, ti lascio al tuo lavoro. Ci vediamo domani” si sbrigò a dire Jade, poi se ne andò.

“Perché non ti fai pagare?” Chiese il giovane, mentre le mani di Nen si muovevano con destrezza intorno al suo braccio.
“Pagare?” ripeté la ragazza sorpresa.
“Si, come un lavoro” precisò lui.
“Non ci avevo mai pensato…” confessò.
“Sei bravissima e faresti tanti soldi”
Lei ci rifletté  un attimo “Sai per me le macchine come gli auto mail, sono un passatempo. Se prendessi tutto questo come un lavoro, alla fine diverrebbe stressante e mi porterebbe ad odiarlo, non credi?” e detto questo sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori. I suoi occhi si confondevano con il cielo limpido e sereno. Tale bellezza lo fece arrossire.
“Ecco fatto! Che ne dici adesso?” concluse lei a lavoro terminato. Dopo aver piegato più volte il braccio per valutarne lo stato, Edward disse: “Mi stupisco ogni volta sempre di più, grazie mille è come prima” al che la ragazza assunse un’aria soddisfatta.
“Vediamo di verificare se tutto funziona” si alzò poi lui.
“Dubiti di me? Chiese Nen fingendosi offesa.
Il ragazzo senza rispondere si avvicinò a lei, poi disse quasi sottovoce “Delicatezza” per poi scostare i capelli della ragazza, per pulire la macchia nera sulla guancia con il pollice. Lei rimase immobile.
“Piegamento” continuò lui e si chinò per accarezzarla e per toglierle la maglia sporca.
“Edward…!” esitò lei, ma fu fermata e le sue labbra furono sigillate dalle sue in un bacio colmo di passione. Dopo averla presa in braccio la poggiò sul tavolo, per poi farle scorrere il braccio metallico sulla pelle, sotto la maglietta: il calore del corpo era in contrasto con l’auto mail,
freddo e pungente. La ragazza cercò la sua treccia di capelli, la sciolse e una cascata di capelli biondi precipitò lungo la sua schiena. Da lì Nen venne sollevata di nuovo e portata al piano di sopra, in camera da letto. Dopo averla gettata sul letto, Edward la sovrastò, reggendosi a cavalcioni con le braccia.
“Che ne dici adesso di provare la forza?” chiese lui sorridendo maleficamente. Prima ancora di rispondere la ragazza aveva già compreso che il suo, era stato un ottimo lavoro.
_ . _ . _ . _
“E’ bellissimo…” brillavano gli occhi a Nen osservando l’orologio di Edward, con su scritto “Non dimenticare 3 ottobre 1911”. “Vuoi che dia un’occhiata pure a questo?”.

“Non importa, è tutto a posto” rispose Edward, rimettendosi la maglietta nera. Poi voltandosi per cercare il suo mantello rosso, si accorse che la ragazza lo stava usando per coprirsi. “ Non te lo ridò questo…” fece una smorfia lei. Lui allora si avvicinò per baciarle delicatamente la fronte “Ora non serve”.
  
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