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Autore: BurningIce    17/07/2013    8 recensioni
Sono Rose Weasley.
Popolare, direte voi. Essere la figlia di Ron Weasley e di Hermione Granger dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare. Ma, nel mio caso, non è stato così. Sono anonima, tremendamente anonima, ed odio le feste e la gente superficiale che puoi trovarci. Passo giornate intere con i miei amati libri e …
Non ditemi che ci siete cascati, adesso.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.

 

Genitori e figli - Urla, brividi e occhiate fulminanti

 

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Lo studio della McGrannitt, oggi, è più oppressivo del solito. Ci sono stata migliaia di volte – a pensarci bene, potrei trasferirmi qui: eviterei di essere convocata di continuo in presidenza per i miei misfatti. Ma non credo che la McGrannitt sarebbe tanto felice di avere il peggiore ostacolo alla quiete pubblica del castello come coinquilina. Quindi, ho deciso di tenermi la mia camera nei sotterranei, che – disordine a parte – non è poi così male. Nonostante sia abituata a questo luogo e ai mille quadri che di tanto in tanto si svegliano dal loro letargo e mi salutano, riconoscendomi ormai come un’amica di vecchia data, oggi ho una paura folle. 
Perché, vi chiederete voi. 
Perché Minerva McGrannitt ha ben pensato di convocare al castello i miei genitori. E con i miei genitori intendo Hermione Granger, la donna più patita dell’ordine e delle regole che io abbia mai conosciuto. Sapere che ho infranto almeno una cinquantina di queste porterà inevitabilmente a due cose: quando avrò finito di scontare la mia punizione al castello, sarò in punizione anche per il resto delle vacanze estive. Mi mette i brividi sapere che a scegliere la punizione sarà proprio mia madre. Potrei essere costretta a leggere l’intera raccolta dei suoi libri sull’Aritmanzia. O rimanere confinata a casa per l’eternità.
Ma quel che è peggio è la seconda cosa: Hermione Granger, quando perde la fiducia in qualcuno, difficilmente la riconquista. Sarò costretta a sopportare la sua freddezza e a sentirmi in colpa – anche io ho dei reconditi sensi di colpa, ogni tanto – per tre, lunghissimi mesi. L’unica, remota speranza sarebbe mio padre, se non fosse per un piccolissimo dettaglio: è completamente, incondizionatamente terrorizzato da mia madre, specialmente quando si arrabbia. E questo è uno di quei casi. Dopo il festino illegale di ieri notte, la Preside ha deciso di indire una piccola riunione con le famiglie dei responsabili (o forse dovrei dire irresponsabili, come ha precisato più di una volta). 
Io, Amethyst, Liam, Scorpius e Dixon siamo seduti davanti alla scrivania della McGrannitt da circa mezz’ora, in attesa del momento che decreterà la nostra fine. Amethyst e Liam sono i più rilassati; evidentemente non hanno molto da temere, o forse non fanno trasparire la tensione. Scorpius è più pallido del Barone Sanguinario e non fa altro che guardare nervosamente il camino da cui arriveranno i nostri aguzzini. Dixon sta sonnecchiando da un pezzo, con la testa che ogni tanto dà segni di cedimento. In effetti siamo tutti molto stanchi: perfino Amethyst è scarmigliata e in stato di semincoscienza, con due profonde occhiaie a solcarle il viso. La notte insonne di ieri ci ha distrutti. Scruto distrattamente il mio riflesso in uno degli strani oggettini di metallo sulla scrivania e noto che io non sono messa tanto meglio. Indosso ancora i vestiti di ieri sera: la mia permanenza nel castello è a rischio, dormire è stato l’ultimo dei miei pensieri. Non è difficile intuire dal mio aspetto che non dormo da più di ventiquattro ore. Noto Dixon stiracchiarsi dopo la pennichella sotto lo sguardo oltraggiato della preside e spalancare gli occhi di botto: si è reso conto di quello che sta per succedere.
Tutti e cinque tratteniamo il respiro quando il camino si illumina di una luce verdastra e, subito dopo, quattro di noi tirano un sospiro di sollievo. Scorpius, invece, impallidisce ancora di più – se possibile – e azzarda un debole "ciao" in direzione di sua madre. 
Astoria Greengrass fa un rigido cenno del capo, scuotendo la cenere dal mantello nero d’alta fattura, con una smorfia infastidita. È una donna molto dolce, quando nessuno la fa arrabbiare. Beh, in tal caso è meglio tenersi a distanza di sicurezza: non oso pensare cosa succederà quando lei e mia madre dovranno dare di matto nella stessa stanza.
Astoria prende posto sulla spoglia sedia in legno prontamente evocata dalla McGrannitt, vicina a suo figlio quel tanto che basta per prenderlo a schiaffi quando si presenterà l’occasione propizia. Tende la mano alla preside, che la invita cortesemente a servirsi dalla teiera. La donna rifiuta con un gesto secco ed educato, poi rivolge a tutti noi un’occhiata inquisitrice e sospira pesantemente. Scorpius tenta di allontanarsi di qualche centimetro con la sedia, guardandosi intorno come a chiedere aiuto, ma un’occhiataccia di sua madre lo fa desistere da ogni tentativo di salvezza.
E così questa dovrebbe essere mia suocera. Chissà se si arrabbierà allo stesso modo quando le arriverà la notizia del nostro fidanzament… oh, no. Impallidisco anche io. La MgGrannitt sa, quindi potrebbe sfuggirle involontariamente – o no? – qualcosa sulla nostra recente storia. In tal caso sarei davvero morta – no, sul serio, non vi preoccupate per la mia sepoltura. Mi va bene qui, nel parco di Hogwarts.  
Quando anche Draco entra dal camino, cala un silenzio innaturale nel piccolo studio circolare. Amethyst distoglie lo sguardo piuttosto imbarazzata, dato che lei è stata sempre considerata la brava ragazza della famiglia, almeno a casa. Organizzare un festino illegale sotto il naso dei professori non rientra esattamente nella definizione di brava ragazza.
Draco sistema i pochi capelli biondi che gli sono rimasti con immensa cura e, con un sorrisetto camuffato, saluta la preside che invece è di una serietà spaventosa.
Poi, l’Apocalisse giunge. È un attimo: Draco si volta distrattamente verso il camino, Ron Weasley appare circondato dall'aura verde e balza fuori, trovandosi faccia a faccia con il suo più acerrimo nemico. So quello che sta per succedere; e non è niente di buono.
«Tu!» Ringhia mio padre, il volto lentigginoso digrignato in una smorfia di puro disgusto. «Hai idea di quel che ha fatto tuo figlio?» Continua, puntandogli un dito contro il petto, mentre Draco Malfoy alza le sopracciglia fino all’inverosimile, un po’ come fa Scorpius quando vuole mostrarsi superbamente scettico, e domanda, con voce melliflua:
«Cosa ha fatto mio figlio, Weasley? Ha aiutato tua figlia ad acquisire un po’ di sana classe Malfoy?»
Astoria scatta in piedi, pronta a intervenire, mentre Ron Weasley accentua incredibilmente la sua somiglianza con la teiera fischiante della McGrannitt: è rosso e tremante, mentre il naso lungo freme per la rabbia repressa.
Ancora con il dito puntato contro il signor Malfoy, sbraita sotto gli occhi sgranati della preside:
«TUO FIGLIO L’HA TRAVIATA, RAZZA DI FURETTO IMBECILLE!» Gli afferra il colletto e sono abbastanza sicura che tra poco gli tirerà un pugno. «Non c’è alcuna spiegazione» Commenta, più rivolto a se stesso che allo scandalizzato uomo di fronte a lui. «La dolce, innocente, piccola Rosie…»
Quasi mi strozzo con la mia saliva. Io, dolce e piccola? E, peggio ancora, innocente
Non posso accettare un simile affronto, così cerco di intervenire nella conversazione, ma vengo interrotta da una voce imperiosa.

«Ronald Weasley, per l’amor del cielo!» 
Per Merlino, Morgana e tutti i maghi illustri della storia.
È mia madre. Lei, con la sua terribile crocchia delle occasioni speciali. Lei, con il suo tauller grigio da maniaca dell’ordine. Lei, che non manca di fulminarmi con lo sguardo. Ed è furiosa, decisa a torturarmi e ad uccidermi lentamente e dolorosamente. 

«Si può sapere perché urli in questo modo?»
Mio padre boccheggia, ancora vicinissimo a Malfoy; guarda prima me, poi mia madre, poi nuovamente l'oggetto della sua ira e rimane privo di parole.

«Che c’è, Weasley, il gatto ti ha mangiato la lingua?» Chiede Malfoy, divertito. «O forse dovrei dire il castoro?» Aggiunge, con un cenno in direzione di mia madre.
Questa frase ha il potere di scatenare un nuovo putiferio. Mi vedo costretta a intervenire, sia perché le parole su mia madre mi hanno realmente offesa, sia perché se dimostrerò un po’ di coraggiosa cavalleria Grifondoro – che non ho – magari si addolciranno. Mi ritrovo a sbraitare anche io contro Draco, dando man forte a mio padre anche nelle sue battute più disperatamente patetiche (colgo qualcosa come “meglio un castoro che un furetto” e mi chiedo per l’ennesima volta cos’abbiano coi furetti.)  
«Non osare parlare in questo modo di mia moglie, brutto stempiat…» Mio padre non ha il tempo di finire, che Malfoy gli si avventa contro, ignorando le proteste di una sconvolta Astoria Greengrass. Quando si parla di capelli, i Malfoy sono un tantino suscettibili. Scorpius arriva prontamente a separarli, ma si becca un pugno dritto sul mento da uno dei due contendenti, che adesso stanno praticamente lottando alla babbana col rischio di finire nel camino. Mia madre ha già estratto la bacchetta, ma per una volta non è necessario giungere a estremi rimedi.

«Weasley e Malfoy!» Urla la preside, indignata. I miei timpani non sopravviveranno alla giornata. Dalla sua espressione, posso chiaramente capire che è stanca di ripetere i nostri cognomi, ma quando io, Scorpius, Draco e mio padre rispondiamo all’unisono “sì?” capisco che non è semplicemente stanca: è prossima al suicidio.
«Non voi due» Sospira, sfilandosi gli occhiali per poi passarsi una mano sul viso. «Intendevo gli adulti, per quanto i vostri genitori possano essere definiti tali.» Dal modo in cui entrambi abbassano gli occhi, ancora con i pugni in aria pronti a colpire, capisco che la McGrannitt li ha davvero umiliati. Almeno l’attenzione non sarà dedicata tutta a noi e ai nostri piccoli espedienti per rallegrare le notti di Hogwarts.
«Adesso, datevi la mano» Continua la preside, cauta, con un tono che non ammette repliche. I due idioti – a qualcuno dovevamo pur assomigliare – invece, replicano eccome, in un miscuglio di lamenti indefiniti presto stroncati dalle occhiate in stile Avada Kedavra delle mogli e dall’ennesimo sospiro della povera preside.
Mio padre e Draco Malfoy continuano a fronteggiarsi con sguardo fiero, ma alla fine obbediscono e si stringono la mano, anche se la loro stretta sembra più simile a un braccio di ferro. Lasciano la presa dopo qualche secondo, premurandosi di assestare qualche spallata al nemico quando la preside e le mogli distolgono lo sguardo per puntarlo su di noi.
Questo teatrino va avanti per un po’, fino a quando la McGrannitt evoca due sedie anche per loro, diametralmente opposte nello studio circolare. I genitori di Dixon, Amethyst e Liam non sembrano decidersi ad arrivare, così la preside congiunge le mani e ci squadra da sotto le lenti quadrate.

«Ieri notte» Comincia, severa. «Ieri notte, quando la maggior parte degli studenti per bene nel nostro castello stava dormendo» Faccio per rispondere che veramente metà della popolazione studentesca di Hogwarts si trovava nella nostra Sala Comune, ma la McGrannitt sembra leggermi nella mente. «Non ora, signorina Weasley… dicevo, ieri notte mi giunge voce da due studenti ligi al dovere come invece non sono i vostri figli...» E qui Astoria si lascia scappare un colpetto di tosse imbarazzato, mentre mio padre ridacchia un po’. Inutile dire che anche questa volta riceve un’occhiataccia firmata Granger.
«...mi giunge voce che si sta svolgendo una festa nella Sala Comune di Serpeverde. Allora io penso che no, nessuno studente sarebbe così stupido e spregiudicato da improvvisare una sorta di biscoteca* babbana nei miei sotterranei, ma ancora una volta le mie supposizioni si rivelano errate.» Calca parecchio sugli aggettivi "stupido" e "spregiudicato", giusto per farci sentire degli inutili vermi. Un quadro svegliatosi dal suo letargo scuote la testa pomposamente, come a dire che ai suoi tempi non succedeva niente del genere.
Mia madre mormora qualcosa tra i denti; sicuramente ripassa qualche fattura non troppo letale da rifilarmi non appena questa angosciante riunione sarà finita.
«Quindi esco dalla mia stanza e attraverso ben sette piani per verificare quell'assurda voce» Un altro sospiro. «Quando non sento nessun rumore, sto per rimproverare la ragazza che mi ha portato fin lì per le sue insinuazioni dettate esclusivamente dalla competizione tra le Case, ma voglio andare fino in fondo.»
Dixon sussurra “infame” – starà anche lui arrovellandosi sull’identità della spia. Azzarderei Crecy Canon, se non fossi sicura che anche lei era presente alla mia festa.
«Così, apro la porta e mi ritrovo investita, sì, investita, da un putiferio infernale e da un inconfondibile odore di alcool e di altre sostanze che non mi va di nominare. Ora, cortesemente, qualcuno mi spieghi come ha fatto a procurarsi tutto ciò e nessuno si farà male.»Toglie nuovamente gli occhiali e ci guarda ad uno ad uno, decisa a ottenere una spiegazione.
«Ah»Conclude, con una nota d’orgoglio malcelata sotto tutta la rabbia. «Complimenti per l’Incanto Insonorizzante, chi è l’artefice?»
Dopo qualche secondo di silenzio tombale, Liam alza timidamente una mano. Poi, si decide a parlare – ci credo, lui non ha due condanne di morte che rispondono al nome di genitori lì presenti.
«Non è stato difficile.- Inizia, titubante. «Abbiamo sfruttato un vecchio passaggio fino alla testa di Porco, beh, a dire il vero qui entra in gioco Dix…-» Si interrompe, perché Dixon ha appena imprecato a denti stretti. Hanno bussato alla porta dell’ufficio. La porta si apre ad un cenno della bacchetta della McGrannitt, rivelando un ometto piuttosto spaurito che, dallo sguardo perso e dall’abbigliamento, risulta essere indiscutibilmente un Babbano.
«Entri pure, signor Dixon» La McGrannitt lo accoglie gentilmente, quasi come si farebbe con un bambino. Tutti ci giriamo verso Aaron: allora la sua famiglia è Babbana. Leggo lo stupore negli occhi degli altri e l’imbarazzo di Dixon è palese. Abbassa lo sguardo e rivolge a suo padre solo un rapido saluto. L’uomo si toglie il cappello, rivelando una matassa di capelli neri simili a quelli del figlio – posso giurare di aver visto Draco riservare a quella chioma uno sguardo di pura bramosia – e avanza lentamente fino al posto riservatogli. La McGrannitt non si scompone davanti alla nostra sorpresa, anzi continua la sua invettiva.
«Stavamo giusto parlando di come suo figlio ha fatto entrare litri e litri di alcool nella nostra scuola.» Il signor Dixon deglutisce e scuote la testa, come se se lo aspettasse già.
Guardo Dixon e mi rendo conto che si vergogna profondamente di suo padre. Però, adesso si spiega come si procurava tutte quelle carte babbane. Mi accorgo che anche mia madre sta guardando Dixon e sembra quasi… dolce. Sa cosa sta passando il ragazzo e per un attimo abbandona la facciata da genitore indignato, spezzando il silenzio in modo provvidenziale.
«Bene, abbiamo appurato che i nostri figli sono degli irresponsabili.» Il suo sguardo mi fa venire voglia di sotterrarmi. «La domanda che tutti ci poniamo è: come e quando verranno puniti? Perché io, se posso, ho in mente due idee…»
Lei e le sue idee.

«La solita insopportabile so-tutto-io» Commenta Draco, ben attento a non farsi sentire dalla preside.
«Almeno io so educare i miei figli, Malfoy»Lo riprende mia madre, piccata.
«Già, Malfoy, scommetto che le nostre punizioni sono mille volte meglio delle vostre» Questo è l’intervento più fuori luogo che mio padre potesse inventarsi.
Perfetto, ci mancava solo la gara di punizioni.

La preside scuote la testa e alza gli occhi al cielo. 
«So perfettamente come punire i miei studenti, signora Weasley. Penso che due mesi del prossimo anno con le loro scope sotto chiave basteranno.»
Oh, fantastico, non ci hanno espuls… un momento. Niente scope, niente quidditch.

Un urlo disumano rimbomba per lo studio, per il parco e per l’intera Scozia. Mi rendo conto che è il mio – e forse anche di Scorpius e Liam.
«Sta scherzando, spero» Sibilo, con una vocina impaurita.
«Le sembra la faccia di una che sta scherzando, questa?»Mi rimbecca la McGrannitt. E devo ammettere che ha spaventosamente ragione quando dice di esser seria. Perché il suo sguardo assassino non promette nulla di buono.

 

 

*



Quando mi allontano dai gargoyle in compagnia di mio padre tiro un sospiro di sollievo. La preside sta ancora parlando con Dixon e con un ritardatario e seccatissimo signor Zabini, ma ha preferito congedarci per la salute mentale di tutti noi – in particolare la sua.
Guardo di sottecchi il labbro gonfio che gli ha procurato Malfoy e mi chiedo se non sia il caso di accompagnarlo in Infermeria. Mia madre ha chiesto alla preside il permesso di parlare in privato con Dixon: scommetto che gli starà propinando un discorso sull’essere fieri delle proprie origini. Devo ammettere che mi trovo d’accordo con lei, ripensando all’espressione mortificata del padre di Aaron.
La voce di mio padre interrompe i miei pensieri.

«Ma almeno»Chiede, senza riuscire a trattenere la curiosità. «Il Whisky Incendiario c’era?»
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi, sapendo che se Hermione Granger fosse qui ci ucciderebbe senza rimorsi e esitazioni. Quando gli rispondo che ne avevamo prenotato ben dieci casse, la sua espressione si fa leggermente allarmata, poi però non si trattiene dal dire che sono proprio figlia sua.
Annuisco, pensando ancora alla lite tra mio padre e Draco Malfoy. Rabbrividisco al solo pensiero di dirgli la verità, perché sono sicura che verrei diseredata e cacciata di casa in men che non si dica.

«Rosie»
«Papà?»
«Ma non avrai mica bevuto tanto, vero?» Eccolo, il suo lato iperprotettivo. «Perché quel Malfoy ti guarda in modo strano, non vorrei che…» Lascia cadere il discorso e mi ritrovo a impallidire di botto per la seconda volta della giornata. Ridacchio stupidamente e faccio un gesto con la mano come a scacciare il pensiero.
«Oh, papà, io e Scorpius?» Sì, sono abbastanza convincente. O almeno spero. «Sai che è più probabile che Al si fidanzi, non so, con Crecy Canon.» Mi rendo conto di aver detto una grande idiozia quando le immagini di Crecy e Albus alla festa mi piombano in testa come spuntate dal nulla.
E, soprattutto, quando giriamo l’angolo e ci troviamo davanti Al e la Canon che pomiciano appassionatamente contro l’arazzo di Barnaba il Babbeo.
Mio padre strabuzza gli occhi, constatando amaramente che anche i suoi nipoti sono cresciuti. Forse è quasi l’ora della crisi di mezza età.

«Per tutte le mutande bucate di Merlino!»

 

 *
 

Mai come in questo momento avrei bisogno di una bella Burrobirra a consolarmi, ma mi sono accorta di aver finito ogni singola bottiglia nascosta in fondo al baule. Scorpius è ancora sconvolto per l’attentato per niente casuale ai danni della nostra squadra di Quidditch – la vecchia è furba, è riuscita a punirci e contemporaneamente a consegnare la coppa del Quidditch del prossimo anno ai suoi adorati Grifondoro.
È in una sorta di stato di trance da circa un’ora e continua a ripetere tra sé e sé che lui e la sua scopa non possono lasciarsi per nessuna ragione al mondo. Non sbaglio se dico che la ama più di me – anche perché non me l’ha mai detto. E, ora che ci penso, non abbiamo nemmeno una foto insieme. Da coppia, intendo.
Osservo la parete della stanza di Scorpius e noto che è tappezzata di foto con la sua Firebolt. Scorpius e la Firebolt a Natale, Scorpius che bacia appassionatamente la Firebolt con sullo sfondo un tramonto infuocato, Scorpius in divisa che la stringe fiero – quella foto l’ho scattata io, ai tempi del nostro lontano quarto anno…
Oh, andiamo, non posso essere gelosa di una scopa.

«A che pensi?» Mi chiede Scorpius, con un tono di voce che sembra provenire direttamente dall’Oltretomba.
«Alla piacevole chiacchierata tra amici nello studio della McGrannitt?» Replico, ovvia e piuttosto seccata.
D’accordo, sono gelosa pure della Firebolt e ho bisogno di prendermela con qualcuno. Non dimentichiamo poi la lite furiosa tra il padre di Scorpius e il mio… e noi che volevamo dire tutto già al ritorno da scuola! 
Mi si presenta davanti una scena agghiacciante in cui mio padre tenta di strozzare contemporaneamente Scorpius e Draco, con mia madre che commenta “Ronald, per carità, sei un mago, usa la bacchetta!” e il suddetto Ronald che blatera qualcosa sulla mia perduta virtù. Che, se ci pensiamo bene, non è affatto perduta.
«Voglio dire» Continuo, cercando di non andare in escandescenze come avevo previsto. «Li hai visti, oggi? Come minimo ci disconosceranno se, insomma, se gli diciamo che…»
Stavo per concludere che ci amiamo, ma non mi sembra il caso. Lo strano calore che sento alle orecchie mi informa gentilmente che devo essere arrossita parecchio.
Scorpius scoppia a ridere e mi chiedo se non sia davvero il caso di affatturarlo, oggi. In una situazione critica come questa pensa bene di divertirsi, il furetto – qualsiasi cosa significhi. Assottiglio gli occhi prima di ricordarmi che è il suo gesto tipico e che non dovrei farmi influenzare così tanto, quindi incrocio le braccia in una muta richiesta di spiegazioni.
«E tu ci pensi adesso?» Chiede, smettendo di gironzolare per la stanza come un’anima in pena e sedendosi sul letto accanto a me. «Voglio dire, non stiamo mica per sposarci.»
Certo, quindi per lui non è niente di serio, visto che non stiamo per sposarci. Fortunatamente per la sua incolumità e per i suoi amati capelli biondi che rischiano di sparire abilmente tagliati con qualche sapiente incantesimo, capisce subito di aver detto una grandissima stronzata e rimedia come meglio può.
«Cioè, no, Rosie» Mi tocca sorvolare sul soprannome. «Non volevo dire questo, intendevo… per ora dovremmo goderci il momento, sai…»Si avvicina un altro po’ e il controllo-emergenze del mio cervello accende una luce rossa lampeggiante con su scritto “Letto, Scorpius, Vicino, Pericolo”.
«C-cosa intendi con goderci il momento?»Chiedo, accorgendomi di star sussurrando come una di quelle donne scarlatte dei film babbani a luci – tanto per restare in tema – rosse.
Non ricevo una risposta, ma in compenso Scorpius poggia le labbra sulle mie e mi spinge delicatamente sul letto, mentre i segnali di allerta immaginari si moltiplicano a dismisura. Gli passo goffamente una mano intorno alle spalle, cauta, e ricambio il suo bacio cercando di non fargli capire quanto in realtà io sia nervosa. La sua mano vaga abilmente dalla mia coscia, ai fianchi, poi sempre più su fino a…

«Ehm, sai, Scorpius, mi sono ricordata che…» Ansimo, risultando decisamente poco credibile. Scorpius alza le sopracciglia e si sposta sul mio collo, per baciarmi accuratamente anche lì. Scosta i capelli con una lentezza snervante e sta ben attento a non farmi scappare dalla sua stretta. 
Oh, e chi vorrebbe scappare.
Chiudo gli occhi, ignorando la sua bocca che scende pericolosamente di qualche centimetro e stringendogli le spalle; starei anche per implorarlo di continuare, quando Scorpius si allontana dal mio collo senza alcun preavviso. Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo davanti al suo miglior ghigno soddisfatto.

«Rose» Mormora, dannatamente vicino al mio orecchio. «Stai tremando?»

 

 

*

Un applauso a me che ho aggiornato relativamente presto!
No, dai, l'applauso va a voi che siete arrivati qui giù a leggere i miei vaneggiamenti. 
Non vi interessa, lo so, ma devo dirvelo. Ho. Finito. La. Maturità. 
Adieu, mio caro Liceo! 
Quanti di voi sono recentemente Maturati? Io, per quanto mi riguarda, sono più che matura, sono marcia. 
Oh, ma parliamo del capitolo, su, che non è nemmeno lontanamente decente quanto lo era nella mia testa. E dell'ultima parte che, come vi ho avvertito, non mi convince un granchè, perché io e le lemon non abbiamo tanta confidenza, ecco. Vi prego, ditemi che ne pensate della scena incriminata che ho provveduto a tagliare - la solita crudeltà - nel momento clou, potete anche dirmi che fa schifo. 
No, scherzo, siate clementi con una povera scrittrice in erba - non quell'erba - che elemosina le Vostre attenzioni.
Dixon Babbano di nascita. Ve lo aspettavate? No, dite la verità. 
Sapete che forse questo è tipo il terzultimo capitolo? o.o non posso crederci. 
I vostri voi interiori staranno esultando tipo "finalmente ce la leviamo dalle scatole", mentre la piccola Aniva dentro di me piange.
Bene, quindi passiamo a...

The thanksgiving corner - liberamente ispirato al giorno del ringraziamento 
Sono monotona se ringrazio le seguite, le preferite, le ricordate e le meravigliose, cinque persone che hanno recensito? 
Questo capitolo è per voi, 
dubhe01Saeko_sanJeistheblondesalad,
ma soprattutto colei che è sempre presente, in ogni capitolo, grazie, mia adorata Chibidaphne87, sei un tesoro!
E come dimenticare la mia collega, 
Flaqui ? <3
Angolo CONTATTI:
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(Per spoiler e tanto altro ancora! Il mio vero profilo non posso darlo qui, per ovvie ragioni, ma se qualcuno volesse stringere amicizia... beh, sono disponibile!)
Un bacio,
-Iv.

  
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