Poteva sembrare per lui un giorno come gli altri. Sveglia presto, colazione, sorella rompiscatole e subito a scuola. Senza neanche il tempo di fermarsi e sorridere, anche solo al primo passante. Salito sul solito autobus e infilate le cuffiette, si lasciò guidare dai suoi pensieri e dalle sue fantasie, senza pensare che quella giornata avrebbe cambiato la sua vita. Poco dopo arrivò a scuola, e il turbinio di pensieri che lo circondavano cessò bruscamente. Scese dall’autobus ed entrò in classe, la classe in cui aveva non molti amici, in cui forse si sentiva un po’ intralcio. ‘Logan Lerman?’ urlò la professoressa, lui alzò la mano per far capire che era presente e la sua insegnante annotò bisbigliando tra se e se quelle due cose sul registro che da nessun alunno sono mai state identificate. Indossava quel giorno, una maglietta a righe bianca e nera, dei jeans e le sue solite converse nere, con i lacci sfilacciati, di quelle che anche se sono vecchie cambiarle rattristerebbe chiunque. A lui piaceva la solitudine, piaceva pensare senza troppe persone che lo distraevano dalla sua immaginazione e dal mondo che si era creato, come tutti gli adolescenti. Andò sulle scalinate del campo da football, come in genere faceva per mangiare. No, lui non usava la mensa, preferiva respirare aria pulita, chiudersi in lui e scrivere. Scrivere quello che aveva in mente, leggere, sognare dare sfogo a tutto ciò che si tiene dentro. Stranamente vide dall’altro lato del campo una figura. Pensava di essere solo e fermatosi bruscamente dopo aver camminato un po’ avanti indietro cercò di identificare quella figura. Era una ragazza. Si mise gli occhiali, la guardò meglio. Pensò tra se e se ‘ho davvero fatto la figura dello scemo fin’ora camminando qui davanti e indietro?’. Poco dopo si accorse che la ragazza non lo aveva notato. Andò verso il campo, per guardarla meglio. Ad un tratto lei si alzò e si mise a camminare avanti e indietro, come aveva fatto lui. Lei poggiò un libro sulle scalinate, lo stesso libro che stava leggendo Logan. Lui lo vide, e gli spunto un inaspettato ed insolito sorriso sul viso. Poi guardò lei, rimase affascinato. Aveva indosso una maglietta a maniche corte, nera. Dei jeans e anche lei delle converse, più vecchie di quelle di Logan, con i lacchi sfilacciati e capelli distrattamente raccolti in una cipolla. Loro due non sapevano che quel giorno, dentro quelle due converse sarebbe cambiata la loro vita. Poi lei lo vide, notò il libro, come era vestito e abbassò subito lo sguardo. Lui andò al centro del campo e si fermò li, lei lo guardò spuntò anche a lei un sorriso, un sorriso dolce che Logan incominciava ad amare. Si avvicinò a lui e con voce dolce sussurrò ‘piacere Beth’. Logan la guardò da vicino, era sorpreso. Sorpreso che per la prima volta non fu lui a dover fare il primo passo per conoscere qualcuno, era sorpreso dalla bellezza di quella ragazza. Le prese la mano e la strinse. Si erano incontrati, si erano innamorati dentro. I loro cuori erano fatti per completarsi, ma avevano tempo per capire tutto questo. Logan si sedette sul prato, prese il libro della ragazza e vide dove era arrivata, notò che segnava con un’orecchia il punto del libro in cui aveva smesso di leggere, come lui. Erano arrivati alla stessa pagina, prese a leggere e Beth si sedette vicino a lui, ascoltava con attenzione e nel frattempo lo guardava con curiosità. Notò ogni particolare che per lei rendeva così speciale Logan. Sussurrò per farsi sentire appena, una frase che nel libro che stavano leggendo l’aveva colpita ‘and in that moment, I swear we were infinite’ e loro lo pensavo davvero,  loro voleva che quello fosse solo l’inizio.