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Autore: chemical_kira    28/01/2008    5 recensioni
Ma non è Bert che ride, potrei sopportarlo se fosse lui, no è il corpo intrecciato a lui che ride. È quella figura fragile e irrequieta, sexy e bambinesca a ridere mentre lui gli sussurra qualcosa nelle orecchie. È Gerard Way a ridere. È la perfezione ad essere abbracciata a lui, un essere contro cui non esiste alcuna possibilità di vittoria. Ci sono delle volte in cui non puoi vincere, semplicemente. Ci sono delle volte in cui devi cedere il passo, e anche se ci provi, anche se lo desideri con tutto te stesso alla fine non conta, perchè devi perdere. ( La storia è una Quinn/Bert/Gee..incasinata lo so..inoltre dal terzo capitolo diventa un quadrato, arriva Frankk!)
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: My Chemical Romance, The Used
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Demolition Lovers'
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“ Ehy Quinny”

Quinny. Un patetico soprannome, nient'altro. Sei lettere poste a condanna del mio destino, quello di un semplice amico.

Sorrido leggermente aspettando che tutto passi. Jepha si siede di fianco a me fregandomi l' accendino dalle mani, la mia unica distrazione dal rumore del mio cuore che si spezza.

Già perchè sono destinato al fallimento, questa volta Cupido ha miseramente fallito la sua opera. La mia anima è disperatamente innamorata di un utopia, senza possibilità di essere ricambiata.

Accumulo i miei insani pensieri nell'angolo buio della mia testa mentre imburro una tartina. Spalmare quella crema sul pane mi crea un alibi, un impegno fittizio con cui posso fingere che le mie attenzioni siano rivolte tutte a lei, alla fetta di pane.

E invece no.

Le mie attenzioni sono tutte concentrate sul mio oggetto dei desideri, il mio cantante e migliore amico Bert McCracken.

I miei neuroni sono tutti impegnati nel fornirmi un minimo di autocontrollo, indispensabile autocontrollo.

Una risatina sconvolge il mio mondo, arriva dal divano su cui è seduto Bert.

Ma non è Bert che ride, potrei sopportarlo se fosse lui, no è il corpo intrecciato a lui che ride. È quella figura fragile e irrequieta, sexy e bambinesca a ridere mentre lui gli sussurra qualcosa nelle orecchie. È Gerard Way a ridere. È la perfezione ad essere abbracciata a lui, un essere contro cui non esiste alcuna possibilità di vittoria.

Ci sono delle volte in cui non puoi vincere, semplicemente.

Ci sono delle volte in cui devi cedere il passo, e anche se ci provi, anche se lo desideri con tutto te stesso alla fine non conta, perchè devi perdere.

“ Ragazzi prendetevi una camera d'albergo!”

tuona Jeph al mio fianco, il suo tono è ironico, ma la sua dichiarazione è semplice. Non vuole assistere a certi spettacoli.

Io invece si.

Non prendetemi per un maniaco, non lo sono.

Sono solo malato, ossessionato forse.

Schiavo di un desiderio imperante che mi spinge ad avere sempre la sua immagine sulla retina, una sorta di studio mentale con cui imparare a memoria i particolari del suo essere e cucirli addosso al fantoccio virtuale che popola i miei sogni.

Un unica differenza, lui mi ama.

Il mio Bert virtuale stringe me con lo stesso amore con cui stringe lui, il mio Bert virtuale sussurra a me con lo stesso ardore con cui ora parla a lui.

Il mio Bert virtuale è mio.

Il mio Bert virtuale non esiste.

“ Sei solo invidioso Jepha perchè ne vorresti un pò anche tu! Ma Gee è solo mio! Vero amore?”

alzo lo sguardo e incontro quello infantile del frontman dei My Chemical Romance che gli squittisce tra le braccia.

Dovrei odiarlo, mi sarebbe concesso.

Ma non ce la faccio.

La bellezza non merita odio, l' innocenza non merita di essere disprezzata, la purezza non può essere deturpata dall' invidia.

La sagoma di un cuscino attraversa la stanza e arriva a colpire le due figure sistemate sul divano.

Mi sento uno spettatore, inutile come una comparsa, patetico come una ragazzina che va al cinema per vedere il suo idolo sullo schermo, per nutrirsi di un immagine con cui riempire i sogni.

Ma io non sono sempre stato così, malato intendo.

Ho avuto anche una vita felice, un tempo.

Dio, sono ridicolo.

Fottutamente ridicolo.

Ancora quella risata, è come un pugnale nello stomaco.

Ma è una cosa di cui non riesco a fare a meno, perchè è una cosa di cui lui non riesce a fare a meno.

È il dolore con cui tempesto la mia anima per il lusso di pensarmi vivo.

Quando sai che non riuscirai mai ad avere una cosa, ha senso continuare a desiderarla?

Una persona normale risponderebbe che non ne vale la pena.

Un sognatore invece non smette di farlo.

E io sono un idiota.


**


Ehm...purtroppo non c'è una sezione dedicata ai The Used per cui posto qui, tra l' altro ha anche un senso perchè oltre a Gee ci saranno anche gli altri più avanti. Questa storia dovrebbe essere ambientata più o meno quando hanno fatto il tour insieme, quindi 2005.

Con “ Incantevole” nelle orecchie ho dato sfogo a un pò di malinconia, non so perchè ho pensato a Quinn ma mi è venuta così, nell'ispirazione del momento..

Spero che vi piaccia...

Non so neanche se portarla avanti in realtà, quindi fatemi sapere che ne pensate!!

  
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