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Autore: Mami93    17/07/2013    1 recensioni
[...]lei mi apparteneva, non aveva nessun diritto di lasciarmi. Così ho sparato, per convincerla, ma lei è caduta a terra. Devo aver sbagliato mira, ero distrutto dal dolore, ma avevo capito cosa avevo fatto, e non potevo rimanere lì. Mi avrebbero accusato del suo omicidio, e io non posso averla uccisa, non intenzionalmente, perché l’amavo.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Non so se mi infastidisce di più il fatto che abbiano interrotto il mio sogno o che il telefono squilli alle quattro del mattino. Appoggio la cornetta all’orecchio, e i rumori di sottofondo mi suggeriscono già il motivo della chiamata. “Buongiorno capo, mi spiace averla disturbata. Avremmo un indirizzo da comunicarle, se è abbastanza lucida” sospiro lievemente, tirandomi a sedere “Curtazzi, pensavo che ormai sapesse che quando il lavoro chiama io sono sempre lucida” lo ammonisco, con il solito tono che incute timore ai miei sottoposti “certo capo, ma non si può mai sapere. Io non sono a conoscenza di cosa fa lei prima di andare a dormire, perciò potrebbe…” “Curtazzi, l’indirizzo!” blocco subito i suoi sproloqui infilandomi, nel frattempo, i jeans con una mano sola e saltellando sul posto per non cadere.

Non appena ricevo l’indirizzo e il numero civico attacco senza troppe smancerie. Impiego meno tempo del previsto a raggiungere il luogo prefissato, e già da lontano vedo le luci lampeggianti della polizia che rischiarano il cielo ancora scuro.

Parcheggio l’auto e scendo proprio mentre Curtazzi e Genisti mi raggiungono a passo svelto “Cosa abbiamo?” domando, afferrando il caffè che la secondo mi porge “Lo vedrà fra poco” glissa misteriosa. La coda che le lega i capelli biondi è scomposta, e ciuffi sparsi qua e là mi suggeriscono che non sono stata l’unica ad essere svegliata questa mattina. La casa è completamente illuminata, e blocchi di polizia negano l’accesso ai curiosi in pigiama appostati davanti. Un agente alza il nastro per far passare noi tre, per poi lasciarlo ricadere al nostro passaggio.

Già dall’entrata riesco a farmi un quadro di ciò che troverò nell’altra stanza: chiazze di sangue rosso su pavimento e tappeto mi fanno da guida. In salotto gli schizzi sembrano virare al nero, tanto il colore è scuro, e le foto incorniciate che non si sono frantumante cadendo a terra raffigurano una ragazza molto bella che sorride ad ogni obbiettivo, e quella stessa ragazza giace stesa a terra, in una posizione scomposta; una macchia di sangue ingente tutt’attorno. Già ad una prima occhiata è chiaro che la causa della morte è la ferita causata dal foro di pistola in prossimità della clavicola sinistra; l’arma è a qualche metro di distanza, una Glock 30. Guardo Curtazzi in attesa di aggiornamenti.

L’uomo, sulla cinquantina, ormai completamente stempiato, mi si avvicina “Mary Jane, venticinque anni. Viveva da sola. Alcuni vicini ci hanno chiamato quando hanno sentito degli spari provenire dall’abitazione. Nessuno ha visto chi ha sparato, e tutte le strade del quartiere sono bloccate da posti di blocco. Sembra che una renoult si sia allontanata da qui all’ora della sparatoria. I ragazzi al distretto stanno controllando. Stiamo aspettando Handy, ma si presuppone che il colpo fatale sia stato questo” indica il foro sulla schiena, apparentemente senza avere altro da aggiungere.

Ancora accucciato accanto alla donna, appoggia un braccio al ginocchio e mi guarda, in attesa di qualcosa “Si sa chi è stato?” domando, accontentandolo. Curtazzi nega con la testa, ma a parlare è Genisti “i familiari sono stati avvisati, ma non riusciamo a rintracciare il fidanzato” conclude, facendomi capire più di quanto non abbia detto.

Iniziamo subito le indagini, e il coroner riesce a dirmi solo ciò che già sapevo. La balistica conferma, senza troppi colpi di scena, che l’arma che ha sparato il colpo è quella rinvenuta sulla scena del crimine. Cinque agenti vengono subito mandati ad ispezionare la casa della ragazza, ma per l’ennesima volta non abbiamo nulla su cui lavorare.

Genisi si è proposta per parlare con i familiari della vittima, pensando che una donna possa avere più delicatezza in certe questioni. Da dietro il vetro ascolto ciò che hanno da dire, e davanti mi scorrono i visi del padre, della madre, della sorella maggiore e del cognato.

Nessuno sa cosa pensare dell’accaduto, ma quando viene nominato il fidanzato della vittima, Erik, tutti quanti sembrano arrivare alla stessa conclusione. Solo la sorella lo nomina prima di darne la possibilità a noi: “Forse non dovrei dirlo” tentenna “mi sembra di fare la spia. Forse non centra, però…” la voce della donna si affievolisce, e altre lacrime le rigano il volto.

La mia agente la incita a continuare “il suo ragazzo, Erik. Ultimamente litigavano spesso, e lui faceva cose strane” riesce solo a dire, prima di tornare ad avere lo sguardo vuoto con il quale ha risposto fino a poco fa.

“Lei sa per cosa litigavano?” chiede seguendo il protocollo l’agente Genisi, e come poco fa ecco la sorella che riprende possesso di se “no, non me ne parlava, però so che era stressata e non ce la faceva più. Così mi ha detto”

“Perché ha detto che Erik faceva cose strane?” questa volta il terrore negli occhi della sorella mi fa suonare un campanello d’allarme nella testa “So poco di questo, perché Jane se ne vergognava e non ne parlava con nessuno, però pochi giorni fa, dopo che avevano litigato di nuovo, Erik si è presentato a casa di mia sorella. Lo so perché ero lì con lei.

Ha cominciato a suonare al campanello, ma Jane gli ha detto, attraverso la porta, che non voleva parlargli, che c’ero io in casa e preferiva affrontare l’argomento il giorno dopo. È stato allora che Erik ha cominciato a prendere a pugni la porta, intimandola di aprire.

L’ha minacciata, dicendole che sarebbe entrando sfondando la finestra o cose del genere. Alla fine se ne è andato sgommando, ma prima ha urlato contro la casa come un pazzo. Non l’avevo mai visto comportarsi così” conclude l’ultima frase con un moto di puro terrore sul viso, già provato per la perdita della sorella.

Ormai è chiaro come tutti gli indizi portino al suo fidanzato, come confermano le impronte digitali sull’arma e il porto d’armi con cui è stata comprata. Il problema maggiore è, adesso, trovarlo.

Le televisioni locali invadono il parcheggio del distretto già da questa mattina, e adesso cominciano ad arrivare anche le televisioni più importanti. Il sindaco mi ha imposto il silenzio stampa per il solo fatto che vuole essere il primo a lasciare una dichiarazione; infatti non è certo un mistero ciò che è successo.

La foto dell’assassino è su tutti i giornali e in tutte le stazioni di polizia, compresa la più minuscola e dispersa. Non passerà molto tempo prima che riusciremo a prenderlo.

Anche se in effetti Erik ci toglie molta fatica, presentandosi in una stazione a un centinaio di chilometri dalla nostra. Non appena riceviamo la comunicazione ci prepariamo allo scontro con i suoi avvocati, ma anche questo problema non persiste: rinuncia a farsi difendere da qualsiasi avvocato, compreso quello d’ufficio.

Non che faccia una grande differenza, è ovvio, ma sarebbe riuscito a strappare una pena meno severa, forse. Decidiamo di interrogarlo subito, e io resto, come al solito, dietro al vetro ad osservarlo. Questa volta però, di fronte ad Erik c’è Curtazzi.

“Non volevo ucciderla” sono le sue prime parole. “eravamo in crisi ultimamente, e sembrava che non sarebbe durata ancora a lungo la nostra storia” il suo stato d’animo si ripercuote sulla figura sudata, il viso contratto, mentre che si passa una mano fra i capelli

“Io non riuscivo ad accettare la cosa. Quella sera avevamo litigato, e per sfogarmi ero andato al bar, a bere con gli amici” gli occhi persi in quei ricordi “Sono tornato a casa tardi, e forse avevo bevuto troppo. In segreteria c’era un messaggio suo”

Erik scoppia a piangere, singhiozzando sul tavolo lucido nella stanza degli interrogatori. “Jane diceva che non ce la faceva più e che mi stava lasciando. Capisce, per telefono?” Se la situazione non fosse quella che è, proverei un po’ di pena per quell’uomo. Se.

“Forse è stato l’alcool, forse la disperazione all’idea di perderla, so solo che ero in macchina, e più mi avvicinavo a casa sua, più sentivo la rabbia crescere” Il cambiamento d’umore dell’uomo fa insospettire Curtazzi, che mi fa un gesto con la mano. Avverto alcuni agenti di stare pronti davanti alla porta in caso la situazione prenda una brutta piega.

“Lei non poteva lasciarmi così. Avrebbe dovuto dirmelo in faccia, che non voleva più vedermi” le sue parole sono accompagnate con un pungo sferrato sul tavolo. “signore, si calmi o dovrò ammanettarla” lo avverte il mio uomo. Le parole sembrano fare effetto, in parte.

“Avevo una chiave di riserva nel mio mazzo, e ho aperto la porta. Forse ho fatto troppo casino, perché lei stava accendendo le luci in casa. Quando mi ha visto mi ha detto che me ne dovevo andare o avrebbe chiamato la polizia, ma io volevo solo parlarle” la voce di nuovo dolce, al pensiero della sua ragazza.

Le registrazioni saranno un problema, in aula: il suo avvocato, se se lo saprà giocare, lo farà interdire. Non in grado di intendere e di volere, ecco come lo giudicheranno. Forse ha un problema di scatti d’ira, forse soffre di personalità doppia o quella roba lì, o forse è un bravo attore che sa a cosa sta andando incontro, fatto sta che potrebbe passare in carcere meno tempo del dovuto.

“Le ho spiegato che l’amavo, e che volevo sentirle dire il contrario, ma Jane ha insistito col dire che mi avrebbe denunciato e tutte quelle balle lì. Sapevo che non ne era capace, così le ho dato una spinta ad aprire gli occhi, mostrandole la pistola” anche Curtazzi rimane interdetto

“Come voleva aprirle gli occhi?”. La spiegazione, talmente semplice da dare i brividi, fa calare il silenzio nella stanza interrogatori: “quando si ha paura, tutto ti è più chiaro. Se Jane avesse visto la pistola, avrebbe capito che l’unica cosa che importava ero io” il sorriso innocente viene rimpiazzato, nuovamente, da una smorfia di odio

“Ma lei no! Ha detto che ero pazzo se credevo che l’avrei convinta. Ma lei mi apparteneva, non aveva nessun diritto di lasciarmi. Così ho sparato, per convincerla, ma lei è caduta a terra. Devo aver sbagliato mira, ero distrutto dal dolore, ma avevo capito cosa avevo fatto, e non potevo rimanere lì. Mi avrebbero accusato del suo omicidio, e io non posso averla uccisa, non intenzionalmente, perché l’amavo”

La frase sconnessa mi penetra nella testa, squarciandola in mille pezzi. Poco prima di disattivare l’audio dalla sala interrogatori, però, sento la sua ultima frase: “Lei era l’unica donna che ho amato veramente, in tutta la mia vita”. Premo il pulsante e distolgo lo sguardo dalla stanzetta, nauseata.

Se ami davvero una persona la lasci andare

 

Note dell’autrice:

Se ami davvero una persona la lasci andare. Credo che sia la frase più significativa. Non credo che ciò che ho scritto sia molto diverso dalla realtà, e questo mi fa pensare. Come ragazza vorrei davvero che tutto questo finisse, e non parlo solo per me, ma anche per tutte le mamme, per tutti i padri, per tutti quelli che hanno paura di sentire ancora la stessa storia, per chi ha paura che la vittima sia qualcuno che conosce. Non è molto quello che ho fatto, non è nulla, anzi, però è un grido che andrebbe ascoltato, e vorrei che altre persone lo seguissero. Volevo solo che tutte queste donne, ragazze, bambine morte per quello che viene definito amore abbiano giustizia, e che finalmente venga fatto qualcosa per loro. Ogni fatto, luogo o nome di persona nel mio scritto è di pura fantasia, e qualsiasi collegamento a fatti o persone realmente esistenti è puramente casuale, però ci sono nomi che non sono frutto della mia fantasia. Nel 2012 centotre donne sono state uccise, nel 2013, attualmente, ne sono state uccise trentadue(scusate se i dati non sono aggiornati) solo in Italia. Io vorrei che questa lista la leggeste tutta, completamente, senza saltare neppure un nome, guardate gli anni di ognuna. Vi ringrazio per avere letto, chiedo scusa se ho ferito la sensibilità di qualche lettore, e vi lascio all’immensa lista di persone, qui sotto.

Mami

2012

Lenuta Lazar, 31 anni

Yuezhu Chen, 20 anni

Antonella Riotino, 21 anni

Antonia Azzolini, 66 anni

Fabiola Speranza, 45 anni

Nunzia Rindinella, 78 anni Stefania Mighali, 39 anni Daniela, 8 anni

Rosetta Trovato, 38 anni

Grazyna Tarkowska, 46 anni

Enzina Cappuccio, 34 anni

Sharna Gafur, 18 anni

Maura Carta, 58 anni

Leda Corbelli, 65 anni

Cristina Marian, 23 anni

Domenica Menna, 24 anni

Elda Tiberio, 93 anni

Loveth Eward, 22 anni

Ave Ferraguti, 72 anni

Rosanna Siciliano, 37 anni

Immigrata africana, 25 anni

Antonia Bianco, 43 anni

Nike Adekunle, 20 anni

Edyta Kozakiewicz, 39 anni

Tommasina Ugolotti, 77 anni

Wally Urbini, 88 anni

Fernanda Frati, 70 anni

Elisabeth Sacchiano, 73 anni

Qiaoli Hu, 39 anni

Brunella Cock, 30 anni

Patrizia Klear, 31 anni

Gabriella Lanza, 49 anni

Gabriella Falzoni, 51 anni

Francesca Alleruzzo, 45 anni Chiara Matalone, 19 anni

Anna Cappilli, 81 anni

Esmeralda Encalada, 49 anni

Maria Diviccaro, 62 anni Maria Strafile, 65 anni

Rita Pullara, 64 anni

Concetta Milone, 77 anni

Annamaria Pinto, 50 anni

Hane Gjelaj, 46 anni

Carmela Iamundi, 52 anni

Alfina Grande, 44 anni

Camilla Auciello, 35 anni

Gianna Toni, 50 anni

Giacomina Zanchetta, 67 anni

Tiziana Olivieri, 40 anni

Rosa Genovese, 26 anni

Vanessa Scialfa, 20 anni

Antonietta Giarrusso, 65 anni

Pierina Baudino, 82 anni

Matilde Passa, 63 anni Carmela Russi, 36 anni

Rosa Amoroso, 80 anni

Mariana Marku, 30 anni

Giovanna Sfoglietta, 82 anni

Julissa Feliciano, 26 anni

Alessandra Cubeddo, 36 anni

Donna dominicana, 31 anni

Maria Enza Anicito, 42 anni

Kaur Balwinde, 27 anni

Sabrina Blotti, 44 anni Claudia Benca, 23 anni

Rosina Lavrencic, 60 anni

Marika Sjakste, 29 anni

Alena Tyutyunikova, 12 giugno 2012

Franca Lo Iacono, 61 anni

Erna Pirpamer, 32 anni

Jasvyr, 32 anni Jaspreet, 7 anni

Raachida Lakhdimi, 37 anni

Stefania Cancelliere, 39 anni

Anna Gombia, 75 anni

Alessandra Sorrentino, 26 anni

Antonina Nieli, 26 anni

Donna 80enne

Maria Anastasi, 39 anni

Lyzbeth Zambrano, 30 anni

Clara Comellini, 88 anni

Mariangela Panarotto, 61 anni Francesca Scarano, 41 anni

Samantha Comelli, 30 anni

Sandra Lunardini, 47 anni

Anna Iozzino, età imprecisata

Lisetta Bardini, 74 anni

Iolanda di Natale, 73 anni

Loredana Vanoi, 60 anni

Bruna Giannotti, 80 anni

Mariola Hoxha, 32 anni

Laila Mastari, 24 anni

Sebastiana Corpora, 68 anni

Pasquina di Mascio, 65 anni

Svetla Fileva, 30 anni

Maria Teresa Campora, 40 anni

Alessia Francesca Simonetta, 25 anni

Carmela Popolato, 79 anni

Erica Ferrazza, 29 anni

Donna nigeriana, 30 anni

Vincenzina Scorzo, 56 anni

Carmela Petrucci, 17 anni

Cindy Vanessa Candela Arroyo, 25 anni

Antonietta Paparo, 36 anni

2013

24 gennaio 2013, Vercelli  Domika Xhafa 47 anni

18 gennaio 2013, Bernareggio (Monza e Brianza) Antonia Stanghellini 47 anni

17 gennaio 2013, L’Aquila Boshti Hrjeta 36 anni

 27 febbraio 2013, Rieti Katharina Diepenbruck 38 anni

24 febbraio 2013, Budrio (Bologna) Jamila Assafa 31 anni

11 febbraio 2013, Napoli  Giuseppina Di Fraia 52 anni

3 febbraio 2013, Dolianova, (Cagliari) Giuseppina Boi 87 anni

3 febbraio 2013, Casal di Principe (Caserta) Olayemi Favour 24 anni

27 marzo 2013, Porto Recanati (Macerata) Anna Maria Gandolfi 57 anni

2 marzo 2013, Attimis (Udine) Denise Fernella Graham 43 anni

18 aprile 2013, Acilia (Roma) Michela Fioretti 41 anni

16 aprile 2013, Montebelluna (Treviso) Denise Morello 22 anni

7 aprile 2013, Marcelli di Numana (Ancona) Adriana Mihaela Simion 26 anni

6 aprile 2013, Cisterna (Latina) Francesca Di Grazia Martina Incocciati 56 e 19 anni

1 aprile 2013, Ravenna Adela Simona Andro 35 anni

27 maggio, Porto Recanati Anna Maria Gandolfi, 57 anni 

24 maggio 2013, Corigliano Calabro (Cosenza)   Fabiana Luzzi 15 anni

24 maggio 2013, Guardamiglio (Lodi)  Angelica Timis 35 anni

22 maggio 2013, Cadoneghe (Padova)  Silvana Cassol 50 anni

15 maggio 2013, Palermo Erika Piechulska e Micaela Gauril entrambe 34 anni 

11 maggio 2013, Poggiomrino (Napoli) Erika 23 anni

4 maggo 2013,Reggio Calabria Immacolata Rumi, 53 anni

3 maggio 2013, Acilia (Roma Chiara Di Vita 28 anni

2 maggio 2013, Roma Alessandra Iacullo 30 anni 

2 maggio 2013, Castagneto Carducci (Livorno) Ilaria Leone 19 anni

25 giugno 2013, Ravanusa ( Agrigento) Giovanna Longo, 60 anni

21 giugno 2013, Benevento Raffaella Ranauro, 41 anni

18 giugno 2013, Foligno ( Perugia) Sandita Monteanu, 38 anni

13 Giugno 2013, Conselve ( Padova) Chiara Bernardi, 25 anni

8 giugno 2013, Bologna Silvia Caramazza, 39 anni

9 luglio, Landriano, nel Pavese Tiziana Rizzi, 36 anni 

 10 luglio, Palermo Rosi Bonanno, 26 anni

  
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