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Autore: MandyCri    17/07/2013    22 recensioni
Ellen Mayer è la regina del liceo, l’idolo di tutte le ragazze della scuola.
Bionda con gli occhi azzurri e un fisico da pin up.
Tom Gore è invece il nerd della scuola.
Moro con gli occhi neri.
Grasso, brufoloso, occhialuto e con un vistoso apparecchio ai denti.
È ovviamente il bersaglio preferito della splendida, ma crudele Ellen.
Ma si sa, la vita riserva molte sorprese.
Cosa succederà quando i due si incontreranno, dopo sette lunghi anni dalla fine del liceo, per un colloquio di lavoro?
Scopritelo insieme a Ellen e a Tom, ma ricordatevi: non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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grazie a PinkyCCh per il meraviglioso banner

e il bellissimoTRAILER

Ciao,
oggi avevo deciso di appendere la penna al chiodo e invece mi è venuta in mente questa storia!
Spero vi possa piacere.

____________


CAPITOLO 1
 
Ultimo anno del liceo – Il ballo di fine anno.
 
Tom si guardò nuovamente allo specchio.
Stava bene con quel completo blu scuro, la camicia bianca e la cravatta giallina.
Per l’occasione era anche andato dall’estetista a farsi la pulizia del viso, per cercare di rimediare agli ultimi rimasugli dell’acne che l’aveva colpito qualche anno prima.
Non poteva certo nascondere i suoi, almeno trenta, chili in eccesso, ma quel vestito lo smagriva.
Si era pettinato con cura i capelli ribelli e aveva indossato anche gli occhiali della festa, quelli che sua madre gli consentiva di usare solo ed esclusivamente la domenica per andare a messa e per il pranzo con i parenti.
I suoi erano molto devoti e sua madre, in particolare, era una bigotta di prima categoria, ma alla fine era una brava donna.
Gli aveva insegnato il rispetto per gli altri e, soprattutto, a seguire le regole, tutto con una devozione tipica di chi si affida tenacemente alla religione.
Aprì la bocca e osservò i suoi denti.
Mancava poco più di un mese e finalmente avrebbe tolto quell’odioso apparecchio.
Si vedeva già comunque, dietro quei ferretti che gli avevano fatto compagnia per due anni abbondanti, che la sua dentatura era già perfetta. Tra l’altro poteva vantare un sorriso bianchissimo.
Dono di natura quello! Almeno un lato positivo del suo aspetto.
Stava proprio bene.
Ok! Non era certo Apollo, però non era nemmeno brutto.
Se avesse saputo che la pulizia del viso dava certi risultati, ci sarebbe andato ogni settimana dall’estetista!
Invece si era subito per cinque anni le offese e le prese in giro di quasi tutto il liceo.
A parte i suoi amici e i nerds come lui, il resto dei giovani dell’istituto non gli aveva risparmiato nulla.
Soprattutto Ellen Mayer, la più bella ragazza di tutta la scuola.
La biondissima e stupenda Ellen, con gli occhi più azzurri del cielo e il corpo più bello di quello di una modella.
Ellen che lo ridicolizzava sempre, che gli faceva portare i suoi libri, che lo chiamava ciccione, boom (riferendosi allo scoppio di un vulcano per via della sua acne), che gli rovesciava sempre il cappuccino in testa (per colorargli il viso a mo’ di fondotinta, così diceva lei), che gli aveva fatto quasi credere di voler star con lui in quel senso e che invece quando si era calato i pantaloni era stato fotografato e, ovviamente, il giorno dopo aveva trovato i volantini del suo coso attaccati ovunque.
Quello forse era stato lo scherzo peggiore di tutti.
Era stato malissimo, nonostante sui foglietti che tappezzavano tutte le pareti del liceo ci fosse la foto solo del coso in piena erezione e non della sua faccia e nessuno sapeva che era lui.
Tuttavia era stata una crudeltà gratuita che aveva fatto un po’ oscillare l’amore per la ragazza bionda, per qualche giorno.
Insomma Ellen gli aveva fatto di tutto e di più, ma lui, alla fine, l’aveva continuata ad amare lo stesso alla follia.
Lei probabilmente non sapeva nemmeno come si chiamasse, ma non gliene importava.
Gli bastava essere al centro della sua attenzione anche se era solo per quegli stupidi scherzi.
Aveva deciso di andare al ballo solo per vederla un’ultima volta.
Sapeva che avrebbe fatto da tappezzeria tutto il tempo, ma avrebbe dedicato quelle ore a spiarla di nascosto, come aveva fatto negli ultimi cinque anni.
Poi sarebbe partito per il college e, sicuramente, non avrebbe più avuto occasione di vederla per anni.
Avrebbe dovuto aspettare che qualcuno organizzasse, a distanza di anni, uno di quei ritrovi tristissimi, proprio come facevano vedere nei film, dove uno sfigato come lui restava sempre il brutto anatroccolo, ma faceva carriera e un sacco di soldi, mentre il bello e la bella della scuola, diventavano, chissà come mai, dei falliti allucinanti. Il primo il più delle volte finiva per essere un alcolizzato e la seconda che si sposava con il primo, finito il liceo, diventava una grassa, brutta e frustrata madre di famiglia.
In un certo senso a Tom, quel futuro, stava bene
Insomma fare carriera e soldi non gli sarebbe dispiaciuto, però avrebbe voluto essere anche un figo allucinante.
Uno di quelli che quando passava, le ragazze si voltavano per guardarlo.
Si rimirò nuovamente allo specchio, tirando la pancia indietro.
Doveva assolutamente mettersi a dieta.
 

***

 
Ai giorni nostri.
 
Tom girò il foglio tra le mani, poi lo depositò sulla scrivania.
Non era possibile!
Riprese il curriculum nuovamente e rilesse il nome.
Ellen Mayer.
Magari si trattava solo di omonimia. Non era possibile fosse lei.
La immaginava in qualche serie tv, oppure come valletta in qualche trasmissione televisiva, oppure sposata felicemente con l’uomo più ricco del mondo.
Perché la sua Ellen Mayer avrebbe dovuto rispondere al misero annuncio che aveva messo sul giornale, nel quale cercava una segretaria?
Tom scosse la testa.
Era stato ben chiaro. Voleva una persona anche senza esperienza che però avesse buoni doti organizzative.
Le mansioni erano piuttosto semplici. Rispondere al telefono, portare il caffè agli impiegati, smistare la posta.
Gli sembrava un lavoro sprecato per una come Ellen Mayer, sempre se si trattava proprio di lei.
Rilesse per la milionesima volta il curriculum, ma tutto coincideva.
Nome, cognome, liceo frequentato, nubile, anno del diploma, e da quello che gli risultava, non c’era nessun’altra Ellen Mayer nella scuola a quel tempo.
Lui lo sapeva bene, le aveva sbavato dietro per cinque anni di fila!
Ellen non aveva messo una foto.
Sorrise tra sé e sé. La ragazza che conosceva lui era la più vanitosa ed egocentrica persona sulla faccia della terra. Possibile che fosse cambiata così tanto e in meglio?
Probabilmente era maturata o forse si sentiva così tanto sicura di sé da quel punto di vista che non ci aveva nemmeno pensato.
Nell’annuncio non aveva specificato “bella presenza”, ma la cosa era sottointesa.
In fin dei conti chiunque entrasse negli uffici, clienti, fornitori, corrieri la prima persona che avrebbero visto sarebbe stata proprio la nuova assunta, che a dirla tutta sarebbe stata l’immagine d’impatto dell’azienda e visto di cosa trattava, era a dir poco fondamentale!
Già, la sua adorata agenzia pubblicitaria che gli stava dando enormi soddisfazioni.
Finito il college aveva investito così, la somma ricevuta in eredità dalla nonna.
Aveva aperto un’agenzia pubblicitaria facendo enormi sacrifici.
Nel giro di due anni era arrivato il successo.
Aveva assunto cinque grafici, aveva due impiegate in contabilità e altrettante che seguivano il settore commerciale.
E aveva una stupenda ragazza che faceva da segretaria tutto fare a lui e ai suoi dipendenti.
Sfortunatamente per lui quest’ultima era rimasta incinta e aveva deciso di sposarsi con il cretino che, oltre ad inseminarla rovinandole la vita, l’aveva pure costretta a lasciare il lavoro per trasferirsi in un altro stato, perché lui aveva finalmente trovato un lavoro.
Insomma senza Ariel, questo era il nome della sua ex segretaria, tutti i componenti della ditta erano entrati in crisi e le impiegate minacciavano di licenziarsi ogni tre per due se non avesse posto subito rimedio, visto che il lavoro di segreteria era, ovviamente, andato a sommarsi al loro.
Non poteva certo rischiare il fallimento, perché erano senza una persona che rispondesse al telefono!
Riguardò il curriculum e prese in mano il telefono.
Aveva già fatto molti colloqui, ma non aveva ancora deciso.
C’era una bella morettina che lo ispirava particolarmente, ma non perché gli aveva fatto una buona impressione lavorativa.
A dirla tutta non era riuscito a togliere gli occhi dal decolté della tizia, per non parlare poi di quando lei aveva accavallato le gambe!
Santi numi! C’era molto da guardare in quel contesto, ma doveva fare gli interessi dell’azienda e non quelli della sua prolunga naturale che, ogni tanto, in occasioni non consone si faceva sentire.
Tra l’altro, le donne nel suo letto non mancavano, perché cazzo doveva svegliarsi mentre era a lavoro?
Erano finiti i tempi del nerd sfigato.
L’acne se ne era andata completamente al primo anno di college. Era cresciuto parecchio in altezza, anche se il suo sviluppo tardivo gli aveva rovinato completamente gli anni del liceo, aveva sostituito gli occhiali con le lenti a contatto, che a detta di sua madre era peccato di vanità, aveva tolto l’apparecchio ai denti e cosa più importante, non vivendo più a stretto contatto con i suoi genitori, era dimagrito tantissimo.
Insomma in poche parole era diventato un bel fustacchione.
Gli sarebbe piaciuto rivedere Ellen, lei probabilmente non l’avrebbe mai riconosciuto, ma a lui poco importava.
Era stato il suo primo amore.
Adesso sorrideva pensando al suo vecchio se stesso. La cotta ovviamente era completamente svanita nel nulla.
Era bastato entrare tra le gambe calde della prima Ellen di turno che gli era capitata, per capire che alla fine era stato solo un amore infantile il suo.
Però… sì bè! Non sarebbe stato male coronare finalmente il suo sogno e danzare nelle lenzuola con colei che gli aveva rubato il cuore per cinque anni.
Insomma una piccola rivincita per il suo ego.
Digitò il numero con il sorriso tra le labbra.
- Pronto.
- Buona sera, parlo con Ellen Mayer? Sono Tom Gore titolare della Gore Spot & Publicity. Ho esaminato il suo curriculum e mi chiedevo se era ancora interessata per un colloquio.
Non ricevette nessuna risposta.
Sentì come un lamento soffocato – Ellen? C’è ancora? – chiese perplesso.
- Sì, sì. Cioè sì, ci sono e sì, sono interessata. Mi dica dove e quando.
Tom non riuscì a trattenere una risata.
La Ellen che aveva conosciuto lui non sarebbe mai stata così impulsiva.
Solo da quelle quattro parole aveva capito che la ragazza aveva assoluto bisogno di lavorare.
Magari si stava sbagliando, ma il suo intuito non falliva quasi mai.
Concordarono per il giorno dopo e si salutarono.
Era eccitato.
Avrebbe rivisto la sua cotta adolescenziale, non poteva che essere lei, troppe coincidenze e chissà, forse, sarebbe riuscito a coronare anche il suo sogno.
In fin dei conti Ellen era stata famosa a suo tempo per una toccata e via.
Si era fatta tutti i membri (non solo nel senso lato del termine, ma anche quello metaforico) della squadra di football alla faccia del suo fidanzato ufficiale, l’arrogante e super cornuto capitano della squadra.
Voleva una piccola rivincita, ma solo se ne avesse avuto l’occasione.
In fin dei conti, il lavoro l’avrebbe dato alla più meritevole, non ragionava mica con la terza gamba lui!
 

   
 
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