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Autore: GingeRed    17/07/2013    14 recensioni
Avevo letto quella fanfiction come si legge il tuo libro preferito, l’avevo totalmente divorata, dalla prima parola sino all’ultima, ero rimasto colpito, meravigliato, scioccato da quello che stavo leggendo.
Lei, quella ragazza, ha visto in me il buono e il normale, ha visto la parte semplice di Niall James Horan, e l’ha amata come se fosse l’unica cosa che potesse fare in vita sua, e l’ha fatto nel modo più bello e più dolce che una persona possa fare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Five.



“se prendi la mia mano e vieni via con me, possiamo scoprire il mondo, insieme.”




 

Era lì, a meno di due metri da me e mi stava fissando, di nuovo.
Era in piedi alle mie spalle, e se non fosse stato per la sua esilarante suoneria neppure mi sarei accorta della sua presenza, non mi sarei resa conto che ce l’avevo lì ad un passo, a respirare la mia stessa aria.
Mille domane viaggiavano come saette nella mia mente; perché era lì? come faceva a sapere dov’ero? E cosa voleva da me?
Domande domande e ancora domande. Risposte: nessuna.
 
Quando l’avevo rivisto, al bancone, avevo pensato che quella fosse la mia punizione divina per il mio essere troppo lunatica, permalosa, silenziosa, paurosa, sognatrice, strana, per il mio essere troppo me. Avevo pensato che quello era solamente un altro dei miei sogni/incubi dove lui era a due passi da me, ma pur sempre troppo lontano perché io potessi raggiungerlo.
Invece, mi ero ritrovata a fare i conti con la realtà, che se ne stava per l’appunto in piedi a due metri di distanza. Era come se mi stesse gridando ‘guarda in faccia la realtà, guarda bene ciò che non avrai mai’, pur stando in silenzio.
 
Perché amare doveva fare così tanto male?
 
E mentre io facevo un monologo interiore, lui era lì, ancora, e continua a fissarmi con uno sguardo che non gli avevo mai visto. Sembrava spaventato da qualcosa, sembrava che avesse paura di spezzare quel silenzio inquietante che faceva da padrone, sembrava che avesse paura di me.
 
Il mio cuore, nel frattempo, si era fermato, poi aveva ripreso a battere all’impazzata e poi si era fermato nuovamente. Era come se il mondo si fosse fermato in quel preciso istante in cui il suo sguardo era caduto su di me. Era come quando sei a cena con la tua famiglia e tu dici qualcosa di davvero tanto inappropriato, e tutti si fermano a fissarti. Era come quando l’unico giorno dell’anno in cui non hai studiato il professore chiama proprio te, e tutti ti guardano mentre vai con le tue gambe verso l’inferno. Era come quando mi mettevo davanti al mio laptop a scrivere, il mondo si fermava, ed era esattamente così, il mondo si era fermato.
 
Ma, credo, che non fosse lui a fissare me, probabilmente ero io a fissare lui con uno sguardo inquietante, e posso giurarlo, non riuscivo a non farlo, avrei voluto guardare quegli occhi per il resto dei miei giorni, avrei potuto viverci così, fissando il blu dei suoi occhi. 
 
«Posso sedermi?»
Mi aveva chiesto.
Si era rivolto a me.
Lui mi aveva chiesto se poteva sedersi.
Vuoi stare seduto vicino a me finchè il per sempre non finirà?
Non aveva aspettato una mia risposta, si era seduto e basta, e quando si era messo vicino a me sul cornicione, accidentalmente aveva sfiorato la mia mano, e tutti i miei pensieri erano svaniti. Avevo sentito i brividi attraversarmi tutta la spina dorsale, e questo, solo per un tocco accidentale.
Ero davvero tanto patetica.


 




Niall.
 
Eravamo rimasti a fissarci senza dire nulla per istanti che erano sembrati secoli, fino a quando, finalmente direbbe Liam, mi ero deciso a sedermi vicino a lei. Avevo cercato un contatto, avevo cercato di toccarle la mano facendolo sembrare solo un tocco accidentale, ma l’avevo fatto per tutt’altro motivo. Volevo toccarla e sentire il mio cuore che esplodeva perché le emozioni erano troppe, volevo stringerla e non lasciarla andare via mai più, volevo che si sentisse speciale, perché lei lo era, anche se non lo sapeva. Sapevo che non eravamo felici, e sapevo anche noi eravamo la soluzione a tutti i nostri problemi, sapevo che potevamo essere felici, insieme.
In quei secondi, mentre cercavo il modo giusto per tirare fuori tutto, avevo notato le sue mani: erano piccole e delicate, portava un anellino d’oro bianco all’anulare destro e aveva le dita laccate di lilla, colore che da quel momento in poi, sarebbe diventato il mio colore preferito. Avrei voluto toccarle i capelli, che sembravano tremendamente morbidi, intrecciati in una treccia che le ricadeva morbida sulla spalla, ed avevo respirato il suo profumo così a fondo, che già lo avevo imparato a memoria.
 
“è ora di prendere in mano la tua vita amico” le parole di Liam mi erano improvvisamente tornate in mente, così, avevo fatto un respirone profondo, le avevo preso la mano, e, spezzando l’imbarazzo e il silenzio, avevo iniziato a dar sfogo al mio fiume di parole.
 
«Emma. Emma aka Frickles, è un nome buffo, lo sai? Mi fa sorridere. A dire il vero, Emma Frickles non conosco il tuo cognome, tu fai spuntare il sorriso sulla mia faccia. Lo sai che il Niall che descrivi nelle tue storie è esattamente la persona che sono, ma che non posso mostrare alle telecamere? E lo sai che ho passato gli ultimi mesi ad arrovellarmi il cervello, cercando di capire come sia possibile amare così tanto qualcuno senza neppure conoscerlo? Già, buffo no? Come faccio ad essere qui è? Sono un lettore attento. Ma la vuoi sapere la cosa più divertente di tutta questa storia, Emma? La cosa più comica in tutta questa storia, è che prima di aprire per sbaglio le tue storie su di me, ero convinto che nessuno mi avrebbe mai amato perché sono Niall, e non perché sono una star planetaria, credevo che prima o poi sarei stato costretto a mettermi insieme a qualche modella, solo per mostrare al mondo che non ero solo, già, proprio così. E devi credermi, la solitudine è la peggiore malattia che possa esserci. Hai presente quando nella tua vita passano miliardi di persone, e nessuna ti rimane impressa nella mente per più di quattro minuti? Ecco, per me era sempre così.
Non avevo nessuno da ricordare, nessuno di cui parlare, nessuno a cui pensare, nessuno da voler amare.
Poi, un bel giorno apro la tua pagina personale con le tue storie e boom. Il mio cuore inizia a fare degli strani movimenti all’interno del mio corpo. Lo sento contorcersi su se stesso, e allora decido di andare a fondo in questa storia. E qualche settimana dopo mi presento nel posto dove lavori, e tu mi guardi con quegli occhi spaventati, quasi fossi un mostro, e poi scappi via, senza neanche darmi la possibilità che so, di fare la figura dell’idiota e presentarmi. Poi, quella sera pubblichi una storia con l’esatto accaduto, e dici che ti perseguito, che sono ovunque, che sono un mostro. Allora io, essendo un mostro cattivo, decido di lasciare stare tutto, e per i ventisette giorni seguenti mi sento una merda e sto di merda. Uno perché quando ti avevo vista lì, dietro al bancone, il mio cuore aveva fatto i fuochi d’artificio, due perché mi ero sentito male all’idea di averti causato così tanto dolore, tre perché mi ero lasciato scappare dalle mani il mio pezzo di felicità, la fetta di torta che spetterebbe a tutti quanti su questo pianeta e, quattro, perché non avevo mai visto occhi più belli di quelli che avevo incrociato quel giorno.
Però, sull’ultimo punto adesso mi devo ricredere. Perché gli occhi che sto guardando adesso sono davvero più belli di quelli che ho visto l’ultima volta, magari mi sbaglio, ma dentro ci vedo un pizzico di incredulità e felicità in più, sbaglio?
Emma, non sono qui per farti ancora più male, questo non è un incubo e tanto meno non me ne andrei mai a ridere in giro di te. Questa è la realtà, io sono qui e tu sei qui, seduta di fianco a me che mi guardi e sicuramente non sai che dire. Siamo solo un ragazzo ed una ragazza, seduti sul cornicione di un palazzo, ed il ragazzo in questione sta parlando e facendo la figura di merda più clamorosa della sua vita. Ed, inoltre, il suddetto ragazzo, non è mai stato emozionato come in questo momento in tutta la sua vita, nemmeno quando ha dovuto cantare per ottantamila persone al Madison Square Garden. Insomma, parliamo di una sola persona, una sola persona può fare questo effetto? Oh certo che può farlo. E tu, Emma non conosco il tuo cognome, ma lo saprò presto, fai questo effetto a me. »
 
Ce l’avevo quasi fatta, ormai avevo sputato tutto quello che sentivo senza riflettere, e ne ero davvero tanto soddisfatto.
Poi, l’avevo guardata di nuovo, e stavolta, stava sorridendo, stava sorridendo guardando me, guardando la persona che sono sempre stato, e che solo lei è riuscita a scovare.
 
«Quindi, Emma. Eccomi qui. A fare la figura dell’idiota davanti al paio d’occhi più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita, e a chiederti un’ occasione, una sola occasione di dimostrarti che posso essere alla tua altezza, una sola occasione per dimostrarti che sei entrata in quella parte del cuore da dove poi è difficile uscire, una sola occasione per dimostrarti che insieme potremmo essere qualcosa, una sola occasione per dimostrarti che la felicità magari non esiste, ma qualcosa che ci si avvicina parecchio c’è. »
 
L’avevo guardata ancora, ed ancora, e lei era arrossita in un modo così dolce che sarebbe venuta voglia a chiunque di prenderla tra le proprie braccia e non lasciarla andare mai più.
Poi, mi aveva guardato negli occhi e finalmente avevo capito cosa provano le persone innamorate. Mi aveva guardato e mi aveva mostrato il sorriso più bello e luminoso che avessi mai ricevuto. Talmente luminoso che avrebbe potuto fare da luce alla terra nel caso in cui il sole si sarebbe spento, lei, sarebbe potuta senza dubbio essere uno spettacolo della natura, una sorta di piccolo miracolo che rendeva felici le persone anche solo guardandole.
Lei, era decisamente il mio miracolo.
 
Poi, aveva fatto quel gesto che credo neppure lei si aspettasse, probabilmente guidata da chissà quale coraggio. Mi aveva guardato, sorriso e preso la mano. L’aveva stretta più forte che poteva e si era alzata in piedi sul cornicione del palazzo, costringendomi ad alzare.
Eravamo mano nella mano, occhi negli occhi, ad alta quota, ed era la sensazione più meravigliosa che avessi mai provato in vent’anni di vita, era come essere in paradiso.
 
«Emma, Emma O’Connor.»
 
Ed in quel momento, avevo anche capito, che il suono della suo voce sarebbe diventato il mio suono preferito. 







 

***
Alex's Corner.

 

Ehm ehm ehm.
Ebbene, dopo più di un mese di ritardo, eccomi qua.
Si lo so, è corto, ma pazienza.
Volevo dirvi solo una cosa divertente: Avevo pensato di far finire la storia con Emma che diceva
"Emma, Emma Styles", e farne un sequel dove Harry subentra e non vuole che la sorella stia con lui,
ma sarebbe stato ambiguo il fatto che Niall non conosca la sorella del suo compagno di band, insomma.
E poi odio i sequel.

Per il resto che dire, 
qua la vita va avanti, tra persone che da un giorno all'altro non te parlano più,
altre che riappaiono dopo anni, innamoramenti costanti su metro, bus, al parco, al lavoro, nei negozi, sere in cui vorrei solo piangere, ed altre in cui invece non vorrei andare mai a dormire, tutto va bene, più o meno. 

Quindi, un grazie a tutte coloro che hanno aperto questa pagina anche solo per sbaglio, un
grazie a chi c'è sempre stato e soprattutto un grazie di cuore va a tutte quelle persone che non credevano che io potessi farcela.
CIAO STRONZI, xoxo.


Ps, non so se e quando, ma tornerò. c:


Alex <3.

  
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