Era sveglio, con la schiena appoggiata alla spalliera del letto e il lenzuolo sul ventre, da almeno una mezzora, fissando seccato la finestra spalancata che dava sui grattacieli di Rupepoli.
 
“Lascia la finestra aperta! Mi piace vedere il sole che sorge!”
 
Sbuffò, pensando  a quelle patetiche parole, e al fatto che a svegliarlo non era neanche stato il bagliore dell’alba, ma la luce della luna, che ormai stava per tramontare in quel cielo così limpido come poche volte lo aveva visto.
A dire il vero non aveva mai pensato ad alzare gli occhi al cielo stellato, dopotutto perché avrebbe dovuto?
Aveva cose più importanti da fare piuttosto che perdere tempo con una cosa tanto infantile.
Eppure da quando lui se ne era andato lo faceva sempre più spesso, fissava l’infinito per qualche secondo posando lo sguardo da una stella all’altra. E ogni volta che riabbassava lo sguardo, dopo che le sue labbra si increspavano in un sorriso amaro, scuoteva la testa, come se fosse tornato in sé, come se sentisse il vecchio se stesso giudicarlo dall’alto con disprezzo.
Eppure lo sapeva,  era un pensiero che teneva segregato nell’angolo più remoto della sua coscienza e con cui doveva fare i conti tutti i giorni, lo capiva dal modo in cui si comportava, dai piccoli gesti di tutti i giorni, ma che prima di allora non aveva mai fatto, lo capiva dal modo in cui trattava i suoi Pokemon, che mutava di poco ogni giorno.
Lui lo aveva cambiato.
Con quella determinazione negli occhi,  il suo sorriso perennemente presente e carico di allegria, con quella voglia incontenibile di sconfiggerlo a tutti i costi per dimostrargli il suo valore.
Un mezzo sorriso gli comparve sul viso ripensando a tutte le volte che ci aveva provato, e alla fine ci era riuscito.
Subito le immagini del loro primo incontro gli si affollarono nella mente, rivide se stesso più basso di qualche centimetro, con lo sguardo strafottente e un sorriso di scherno rivolti al ragazzino davanti a lui, un poco più basso e con gli occhi carichi di una rabbia sempre crescente.
Quel mezzo sorriso si completò ricordando quanto si divertisse a fargli saltare i nervi e a farlo andare su tutte le furie.
Un sospiro più profondo dei precedenti  proveniente dalla sua destra lo riscosse.
Si voltò verso di lui, era disteso su un fianco dandogli le spalle in una posizione quasi fetale, con alcune ciocche degli arruffati capelli corvini che coprivano gli occhi chiusi, e un sorrisino beato stampato in faccia.
Chissà che stava sognando…
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo esasperato. Sicuramente stava sognando di correre insieme a dei Pokemon leggendari, oppure più probabilmente stava sognando di sbattergli il titolo di Pokemon Master in faccia.
Per certe aspetti non sarebbe mai cambiato, quel ragazzino…
Riabbassò lo sguardo verso di lui e un po’ esitante posò la mano sui suoi capelli spettinati, giocherellò con qualche morbida ciocca per poi scendere in una lenta carezza fino alla guancia liscia, e ritirò la mano.
Dopo qualche secondo il corvino biascicò qualcosa e si girò verso di lui con gli occhi ancora chiusi, rannicchiandoglisi vicino.
Le guance di Paul si imporporarono appena,  cercò in tutti i modi di non sorridere
-…Pateticamente adorabile…-
 





ebbene sì, non sono sparita da efp, ci sono ancora!
lo so, lo so che dovrei essere a completare altre 3 fiction, chiedo venia (?)
a presto !!