Anime & Manga > Toradora
Segui la storia  |       
Autore: maeg    18/07/2013    2 recensioni
Sono fan di TORADORA! (il mio manga preferito) così ho pensato di scrivere come immagino il futuro della coppia drago(Riuji)&tigre(Taiga). La storia inizia al termine della cerimonia per il diploma, quando dopo essersi rincontrati, si ritrovano a casa Takasu dove Yacchan ha una notizia sconvolgente per i due piccioncini, che cambierà le loro vite.
Non vi anticipo nulla, spero la leggerete.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Info: Vi chiedo di perdonarmi per il tempo tascorso dalla pubblicazione dell'introduzione, ma dal momento che ero in pieno periodo esami, non ho davvero trovato un momento libero per poter pubblicare. Ciò non vuol dire che non abbia scritto, infatti ho raccolto abbastanza materiale per dirvi che ci saranno da leggere altre 30 giornate. Ho deciso infatti che ogni capitolo riguarderà gli avvenimenti particolari di una giornata, cioè momenti della loro vita insieme che a mio parere sono interessanti. Quindi, non tutta la giornata ma uno spezzone della stessa.
Inoltre ho deciso di non cambiare più il pallino in lineetta all'inizio di ogni discorso, ci impiego un sacco di tempo per farlo dal momento che sono poco pratica.

Vi lascio alla storia vera e propria. Buona lettura XoXo




Come ogni mattina, Riuji aveva aperto gli occhi molto presto, quando il sole non era ancora alto nel cielo.

Di solito non perdeva un secondo a crogiolarsi fra le coperte ancora calde della notte. Doveva preparare la colazione, cucinare il bento e prepararsi per la scuola.
Ed anche quel mattino stava per alzarsi e si era quasi intristito nel pensare che a scuola non avrebbe trovato Taiga che aspettava impaziente il suo pranzo.

Poi il suo sguardo si posò, come sempre, sulla finestra dell'appartamento di Taiga, quella che dava direttamente nella sua stanza e dalla quale lei spesso entrava in casa sua, evitando accuratamente di perdere tempo per entrare come le persone normali dalla porta.

Quel giorno la finestra, però, era aperta e le tende violetto creavano piccole onde, gonfiate dal vento leggero. Taiga era a casa. Gli tornarono subito in mente gli avvenimenti del giorno prima. La cerimonia di diploma, il ritrovare la tigre palmare e confessarle il suo amore, la notizia del trasferimento ed il bacio di Taiga.

Il cuore gli si scaldò in un attimo.

Si rese conto, solo guardando quella finestra, che da quel giorno la sua vita sarebbe completamente cambiata.

Lo sconforto e l'impazienza presero presto il controllo su di lui.

Avrebbe lasciato quella casa.

Si sforzò di pensare ad altri luoghi in cui aveva vissuto, ma non gliene veniva in mente nessuno. Si rese conto che era lì che probabilmente era iniziata la sua vita. Si guardò intorno, cercando di memorizzare ogni minimo particolare della sua stanza, la scrivania, la libreria. Non avrebbe portato con se nessun mobilio, i mobili non gli appartenevano. Ma i ricordi si. E ne aveva tanti.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, ma si sforzò di non farle scendere lungo le tempie.

In fondo, stava andando a vivere con la ragazza che amava.

Si mise a sedere, senza distogliere gli occhi dalla finestra di Taiga.

Le lacrime lasciarono il posto ad un dolce sorriso.

La immaginò nel letto. Il grande letto a baldacchino che poteva contenere almeno altre 5 ragazze della sua grandezza. La rivide come la prima volta che entrò in casa sua. Una bambola di porcellana in una casa creata apposta per lei.

  • Riuji sei ancora a letto?- Yacchan aprì la porta della sua camera da letto e venne sorpreso dal fatto che la madre fosse già pronta. Aveva il pantalone di una tuta grigio ed una canotta bianca, che metteva in risalto le sue già generose forme. Era pronta per dare inizio al trasloco. - Riuji io ho fame. Non è che potresti preparare la colazione?

  • Si mamma, mi alzo subito.

Andò in cucina e, dopo aver indossato il suo grembiule, iniziò a preparare la colazione con le ultime pentole lasciate ancora fuori dagli scatoloni. Dopo le avrebbe pulite e portate con se.

  • Non sei emozionato?- Yacchan guardava il figlio cucinare, pensando che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero condiviso quel momento. Era facile alle lacrime, ma quel giorno doveva essere forte.

  • Per cosa?

  • Ma come?! Vai a vivere con Taiga!- “E non sarai più con me” pensò fra sé e sé.

  • Già.

  • Sembra quasi che tu non sia contento.- “Io non lo sono, ma devo lasciarti andare. Ho da recuperare qualcosa che mi sono lasciata alle spalle per troppo tempo e tu hai bisogno di pensare a te stesso, senza i miei casini.”

  • Non avevo mai immaginato di andare a vivere con lei o con una ragazza in generale. Non credevo che avrei mai vissuto lontano da te- Riuji si rese conto di non aver davvero mai immaginato di vivere senza la madre, neanche con Minori gli era mai venuto in mente di lasciare casa sua. E per Minori aveva speso un sacco di sogni.

  • Sarai un buon uomo. Sei stato un figlio perfetto.- “Mi mancherai” poggiò la testa sulla schiena del figlio e lo abbracciò stretto per minuti che sembrarono ore. Quando la colazione fu pronta, il retro della maglia di Riuji aveva delle macchie scure di lacrime salate.

Prima dell'ora di pranzo era arrivato il nonno e poco dopo aver fatto uno spuntino, lui aveva già caricato tutti i bagagli e gli scatoloni della figlia sul camioncino preso a noleggio. Aveva aiutato Riuji a portare le sue cose nel salotto di Taiga, cosa che erano riusciti a fare senza che la ragazza si fosse svegliata.

Ad ogni scatolone portato fuori, la casa sembrava sempre più vuota di cose, ma sempre più piena di ricordi.

“Guarda! Qui è dove ti sei alzato ed hai iniziato a camminare da solo”, “Mamma, ho trovato un tuo reggiseno!”, “Prendi il pappagallo, a casa dei nonni starà meglio”, “Riuji devi dare alla nonna la ricetta dei tuoi onigiri, sono favolosi ed i suoi fanno venire da vomitare”.

Ogni singolo angolo della casa, anche quello irraggiungibile con gli occhi, era carico di risate, di pianti, di cadute e di vittorie.

La cosa più dolorosa fu il rendersi conto, da parte di entrambi, che nulla di quello avrebbe lasciato una traccia, se non nel loro cuore. Tutto sarebbe andato distrutto.

“Rimarrà vivo in noi, Riuji, piccolo mio, il ricordo di quello che abbiamo vissuto qui! E non morirà mai, finché lo ricorderemo e sorrideremo nel ricordarlo” aveva detto Yacchan, vedendo Riuji intento a fissare il mobilio della cucina. Forse quella era la stanza alla quale era più legato. Lì creava cibi che rendevano felice Yacchan.. e Taiga.

Era arrivato il momento dei saluti.

  • Appena mi sistemo vengo a trovarti.- Riuji non riusciva a guardare la madre negli occhi. Era triste.

Da quando aveva sentito la madre singhiozzare poggiata alla sua schiena, neanche il pensare alla vita che da quel momento avrebbe condiviso con Taiga lo aveva rasserenato. Non avrebbe più visto tutti i giorni il viso della madre, non avrebbe più ascoltato i complimenti che gli faceva per la sua abilità nel cucinare. Non avrebbe più tentanto di stare immobile quando la madre, tornata tardi da lavoro, gli dava un bacio sulla guancia il più piano possibile, credendo che il ragazzo dormisse.

Anche se la sua vita sarebbe cambiata, lei però rimaneva sempre la sua super mamma.

  • Perché non venite domenica?- intervenne il nonno – è fra tre giorni. Credo che avrai tutto il tempo per organizzarti.

  • Si Riuji, ti prego, vieni domenica! Ricordo che tua nonna fa dei pranzi squisiti la domenica!- Yacchan si attaccò al collo del figlio e lo guardava con occhi speranzosi.

  • Credo.. credo che non ci siano problemi. Verrò sicuramente.

  • Porta anche Taiga, ovviamente! Mi piace proprio quella ragazza. Adesso dobbiamo andare.. è tardi- il nonno diede un forte abbraccio al nipote e si avviò verso il posto di guida del camioncino.

  • Vi ho preparato qualcosa da mangiare, nel caso vi venisse fame durante il viaggio.- Riuji allungò alla madre un fagotto, che lei sapeva essere pieno di prelibatezze. Lo sguardo basso ed il cuore a pezzi.

  • Sei il miglior figlio che potessi desiderare. Ciao Riuji.- Yacchan aveva il cuore pieno del figlio. La tristezza negli occhi e sulle labbra il suo solito sorriso rassicurante.

  • Ciao mamma.-

Madre e figlio si strinsero in un abbraccio che valeva più di mille parole, più delle parole che si sarebbero potuti dire.

Probabilmente non ce ne erano neanche di parole da potersi dire in quella circostanza.

Riuji si rese conto, mentre vedeva il camioncino allontanarsi, che avrebbe dovuto ringraziare la madre per tutti i sacrifici che aveva fatto per lui, dalla sua nascita, per tutto l'amore che gli aveva donato incondizionatamente e per la forza che aveva avuto nel lasciarlo andare. Sapeva che non era stata una scelta facile per Yacchan.

Ma non lo aveva fatto.

Adesso potrai finalmente fare la figlia”.

Prima di salire in casa di Taiga ed iniziare a sistemare le sue cose, Riuji volle ritornare per pochi minuti in casa sua.

Non sembrava neanche casa sua. Forse perché non erano le loro cose a fare di quelle mura la loro casa, ma loro stessi.

Era ovviamente consapevole che la sua famiglia, lui la madre ed il pappagallo complessato, non si era realmente divisa, ma non poteva fare a meno di essere triste.

Avrebbe rivisto la mamma di lì a pochi giorni, pensò a cosa cucinarle di buono mentre entrava nella camera di Yacchan che ancora aveva l'odore dei suoi innumerevoli profumi.

Gli vennero in mente le parole che la madre gli aveva detto qualche ora prima “Da oggi sei un uomo, Riuji. Avrai responsabilità. Responsabilità verso di te e verso lei. Ed affrontale. Affrontale come hai sempre fatto, con la forza e determinazione che ti caratterizzano. Non ti sei mai tirato indietro di fronte ai tanti problemi che ci sono venuti addosso. Non hai mai indietreggiato di fronte a nulla. Hai le carte in regola per fare grandi cose! Non sarà facile, Riuji, ma niente lo è. Hai persone intorno che ti vogliono bene e ti sostengono. Hai una super mamma, è il momento di diventare un super uomo”.

Non aveva mai sentito Yacchan discorsi del genere.

Forse non ce ne era mai stato bisogno dal momento che lei si era sempre presa cura di lui, aveva da sola affrontato molte difficoltà. Quelle che Yacchan gli aveva detto, erano le parole che lui avrebbe dovuto dirle perché la madre era la persona più forte che lui conoscesse. Aveva fatto di tutto per far vivere al meglio il figlio e non per sentirsi ringraziare, ma per vederlo sorridere. Solo per questo.

Adesso era diverso. Riuji avrebbe dovuto andare avanti con le sue forze.

Girando per casa, cominciò a fare mente locale sulle cose che avrebbe dovuto fare. Cercare un lavoro che gli permettesse di non pesare troppo su Taiga, sui genitori di lei che si sarebbero occupati del vitto e dell'alloggio, fino a che non fossero riusciti a cavarsela da soli. Avrebbe dovuto scegliere cosa fare della sua vita. E doveva farlo seriamente, aveva delle responsabilità, ora.

Uscendo si fermò a guardare la parete sulla quale Taiga aveva appiccicato un foglietto di carta per riparare al buco che aveva fatto, la sera in cui anni prima si erano conosciuti, con la sua spada di legno.

Quel piccolo pezzetto di carta rosa aveva la forma di un piccolo petalo di fiore di ciliegio.

Quello era l'ultimo segno della loro vita lì. L'ultima cosa tangibile che lo legava a quella casa. Tutto il resto erano ricordi. E non voleva lasciarlo lì, non voleva che fosse distrutto. Lo staccò dalla parete stando attento a non romperlo e lo infilò nel suo portafoglio.

Uscì dopo pochi minuti, chiudendo per l'ultima volta la porta della casa alle sue spalle.

Taiga dormiva ancora e non gli fu difficile capire il perché. La ragazza aveva trascorso la notte a pulire.

Era passato parecchio tempo da quando qualcuno aveva vissuto il quella casa. Anni in cui nessuno vi era entrato, permettendo alla polvere di accumularsi sempre di più diventando sempre più spessa. Riuji, aveva pensato più volte di andare a pulire, a causa della sua mania per la pulizia, ma non ne aveva trovato il coraggio.

Perché pulire se non c'era Taiga che avrebbe potuto mettere tutto in disordine di nuovo. Era inutile e triste.

Per questo aveva lasciato la casa a se stessa, pensando che quando sarebbe tornata, avrebbe dovuto chiudersi in quell'appartamento per giornate intere per disinfestarlo dalla sporcizia, centimetro per centimetro.

Invece, una volta entrato, lo accolse un profumo di pulito e di buono. Taiga si era davvero data da fare durante le ore notturne. La casa era pulitissima e risplendeva alla luce calda del primo pomeriggio. Le pareti chiare sembravano aver acquisito un nuovo colore, la casa aveva ripreso vita.

Non sapeva ancora dove avrebbe sistemato la sua roba.
Si rese conto che, effettivamente, non conosceva nulla di quella casa, così decise di fare un giro nell'appartamento per prendere confidenza con la sua abitazione.

Curiosare in giro lo fece sentire come un visitatore. Quasi come un intruso. In fondo non era stato lui a decidere di andare a vivere lì, ma era come se fosse stato messo davanti al fatto compiuto.

Come se Yacchan e Taiga si fossero messe d'accordo.

Cercò di pensare al fatto che da quel momento quella sarebbe stata casa sua, insomma, avrebbe vissuto lì, quindi era inutile sentirsi un ospite. Che prima o poi gli sarebbe venuto naturale girare fra quelle stanze senza preoccuparsi di dare fastidio o di essere invadente.

“Taiga non si è fatta mai un problema del genere nei miei confronti” gli scappò una risata.

Ma era così diverso quando c'era anche lei.. tutto sembrava più luminoso e colorato in sua presenza. Con lei accanto, quella sarebbe diventata anche casa sua.

Ma per ora era difficile immaginarla tale, soprattutto perché era tanto diversa da quella in cui aveva sempre vissuto. L'arredamento era semplice e ricercato, senza eccessi o mobili inutili. C'era come una sorta di equilibrio fra quelle mura. Tutto era proprio nel posto in cui doveva essere. I mobili moderni dai colori tenui, perfetto incontro di legno e vetro, ed i divani chiari di tessuto davano un senso di calore, anche se evidentemente chi si era occupato dell'arredo della casa aveva optato per uno stile minimalista. Solo il necessario, ma un necessario di buon gusto.

Dopo aver fatto il giro della casa, l'ultima camera da vedere era proprio quella della ragazza.

Girando fra le stanze aveva notato degli scatoloni poggiati in quello che doveva essere un ripostiglio e la curiosità lo portò ad aprirli. Vi scoprì tante cianfrusaglie di vario genere. Evidentemente Taiga aveva fatto spazio per le sue cose, aveva messo via molti oggetti che non le servivano più per far sistemare al meglio il ragazzo.

Cercando di non fare rumore, entrò in punta di piedi in camera di Taiga.

La luce che entrava dalla finestra aveva raggiunto il suo letto, al centro della stanza riflettendo il colore rosato delle lenzuola di ottima fattura.

Rispetto a quanto ricordava, però, nella stanza era stato aggiunto altro mobilio. Vi era un altro armadio, identico a quello che già c'era e posto proprio accanto al primo.

Un'altra accortenza per fare spazio a Riuji.

Ma poichè non vi erano in giro tracce di scatoloni o di attrezzi che avrebbero fatto pensare ad un'improbabile costruzione del mobile durante la notte, Riuji si convinse sempre di più che la notizia dell'abbattimento della casa non era fresca di qualche giorno e che sua madre e la sua fidanzata avevano preventivamente preso accordi, mettendo Riuji di fronte al fatto compiuto.

Pensava che quel pensiero gli avrebbe dato più fastidio, ma in realtà la cosa non lo colpì più di tanto, soprattutto perché adesso aveva altro a cui pensare.

Il ragazzo aveva un dubbio, al quale doveva assolutamente trovare risposta. Anche se questo voleva dire svegliare Taiga.

  • Taiga. Taiga svegliati!- la scosse dolcemente, per farla svegliare- Su Taiga! Alzati che è tardi, è pomeriggio inoltrato!

  • Mhhh mhhh..

  • Forza Taiga, svegliati!!- alzò di poco la voce, ma la ragazza proprio non ne voleva sapere.

  • Taiga alzati per favore ho da chiederti una cosa importante!

  • Bastardino, ma lasciar dormire la tua padrona in santa pace, no vero?!- finalmente aprì gli occhi, stizzita da quell'insistenza.

  • Taiga, senti.. ho notato una cosa.

  • Che ho pulito? Si, lo so, è strano. Ma vedi anche la polvere non ce la faceva più a stare ferma al suo posto, per questo appena sono entrata mi ha pregata di toglierla di mezzo. Era veramente troppo sporca questa casa, neanche io riuscivo a starci.

  • Si ho visto e ti ringrazio. Ma c'è un altra cosa che devo chiederti.

Taiga puntò i grandi occhi ancora addormentati sul volto di Riuji e notò che, come al solito quando era imbarazzato, gli si erano colorate di rosso acceso le gote e che aveva gli occhi bassi sul pavimento.

Riuji si mise a sedere sul letto, senza dire una parola, poggiò i gomiti sulle ginocchia ed intrecciò le dita. Gli occhi fissi a terra e le parole non sapevano come uscire dalla bocca. Era visibilmente imbarazzato ed in tensione. Taiga si alzò a sedere sul letto, iniziò a preoccuparsi perché davvero sembrava che Riuji stesse combattendo contro se stesso per dire ciò che aveva da dire.

  • Riuji, qualcosa non va? C'è qualche problema?- Nessuna risposta.

  • Riuji per favore puoi parlare?!

  • T-t-taiga.. ho notato una cosa.

  • E questo l'ho capito, ma cosa?.

  • Ho fatto un giro per la casa. Ho notato che hai pulito tutto da cima a fondo.

  • Si ma non pensare che lo abbia fatto per te. Temevo per la mia salute e per paura che potevo morire attaccata dagli acari.

  • Grazie lo stesso ma vedi.. Ho notato.. che.. c-che..

  • Oddio smetti di fare così e parla chiaro, cavolo!

  • Ho notato che..

  • Ti avverto, ho sotto mano la mia spada e sai che non ho paura ad usarla.

Riuji fece appello a tutta la forza che aveva in corpo per dirle quale era il problema.

  • Taiga c'è un solo letto in questa casa.

  • Si, lo so- rispose lei senza scomporsi, sbadigliando vistosamente e stropicciandosi gli occhi ancora assonnati.

  • Ed io dove dormo?

  • Nell'unico letto che c'è in questa casa.

  • Qui? Con te?

  • Con me, ovvio!

    E come se nulla fosse successo, Taiga si ridistese sul letto, si alzò le coperte fin sopra la testa e nel giro di pochi minuti riprese a dormire rumorosamente.



     

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Toradora / Vai alla pagina dell'autore: maeg