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Autore: King_Peter    19/07/2013    4 recensioni
Percy è scomparso dal Campo Mezzosangue e non si riescie più a ritrovarlo, dove sarà finito?
A cercarlo è la sua ragazza, Annabeth, che tenta di sperare con tutto il cuore di poterlo riabbracciare, ma saranno solo le Tre Parche ha decidere il destino.
|| Sono vuota, adesso. Incompleta, sarebbe la parola giusta per descrivermi veramente-
Sono persa in un labirinto senza uscite, freddo, buio, stretto.
Sono diventata l’ombra di me stessa, destinata a scomparire al sorgere del sole.
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Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Rick Riordan e di chi ne detiene i diritti, quindi questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
*Writer's Angle*

Cari amanti e appasionati di Percabeth, grazie per esservi fermati a leggere la mia Flash-Fic incentrata sui sentimenti di Annabeth quando Percy è scomparso. Vi siete mai chiesti che cosa abbia provato la nostra intelligente Figlia della Saggezza quando il piano di Era/Giunone si è messo in atto?
Ebbene, io me lo sono chiesto, e l'ho scritto.
Buona lettura.

 

King_Peter

 

Lacrime
|362 parole|

 
Sono vuota, adesso. Incompleta, sarebbe la parola giusta per descrivermi veramente-
Sono persa in un labirinto senza uscite, freddo, buio, stretto.
Sono diventata l’ombra di me stessa, destinata a scomparire al sorgere del sole.
La verità è che l’ho cercato dappertutto e l’ho perso. L’amara verità è tagliente come lame, sincronizzate ad attaccare la mia carne, ad entrare in essa con l’intento di provocare dolore, quello che fa più male, quello che ne deriva dall’amore.
Sono mesi che cerco di rintracciarlo, invano, inutilmente.
Ho versato lacrime amare sul viale dei ricordi che mi assalgono, tornando vividi dal profondo della memoria: fanno male.
Il mondo mi sembra diverso, adesso. Banale, sciatto, privo della sua fantasia.
Ovunque vada lo vedo: posso scorgere i suoi capelli neri, disordinati, i suoi occhi verdi che mi fissano, senza staccarsi da me. Rimango lì, impotente, senza poter fare nulla, a piangermi addosso.
Non ci sono notizie, sembra scomparso nel nulla, volatilizzato, reso invisibile al mio occhio vigile che corre di qua e di là per avvistarlo.
Chirone fa di tutto per alleviare questa sofferenza, profonda, deteriorante. Mi dice che andrà bene, mi dice che ritroveremo Percy, mi dice di avere speranza, ma posso percepire la preoccupazione e la tristezza, di quelle che si riservano per i figli, nei suoi gesti, nella sua voce, nei suoi occhi millenari, incapaci di mentire, soprattutto a me.
Anche Grover, per messaggi Iride, cerca di tirarmi su, di rassicurarmi, ma è affranto tanto quanto me.
L’unico che non si è perso veramente d’animo è Tyson, partito da qualche giorno con Mrs O’Leary per andare a ritrovarlo, eppure, anche se cerco di sperare, Elpis mi viene sempre meno, abbandonandomi al mio dolore perpetuo.
Percy non c’è.
Mi fa male: pugnale affilato infisso in una ferita ancora aperta.
I messaggi Iridi non hanno risposta, gli dei si rifiutano di ascoltarmi. Non c’è da stupirsi, dietro questi fatti c’è sicuramente il loro zampino, la loro mano immortale.
Pesto un piede per terra. Mi sento inutile, affranta, vulnerabile.
Chiudo gli occhi. Un brivido freddo percorre la schiena in tutta la sua estensione, un brivido freddo, calcolatore.
Non posso arrendermi, non ora.
Non posso non continuare a sperare di ritrovarlo, si, a tutti i costi.
Non posso vivere senza di lui, linfa vitale del mio corpo.
Riapro gli occhi, lucidi, impregnati di lacrime, bagnati di disperazione.

 
  
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