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Autore: Neera Sharim    19/07/2013    29 recensioni
-Partenza tra dieci... nove... otto...
- Allora, credete di potercela fare?
La domanda divertita di Yury, intento a controllare allo specchio la sua perfetta persona - narcisista com'era - fece ghignare Kisch, tremare agitato Tart e indurire lo sguardo di un concentrato Pie. Mentre la navetta spaziale partiva in direzione Terra, le risposte furono medesime... i pensieri diversi.
-Assolutamente.

In questa fic leggerete di intrighi, combattimenti, amori, litigi violenti e sensualità, di desideri brucianti, sentimenti incomprensibili, tenere prime volte e selvaggi rancori. Vedrete come incontri nati da pregiudizi possano tramutarsi in amore e... come anni passati a lottare possano diventare sentimenti inarrestabili e sinceri. Ricordi che fanno male e sensazioni nuove che germoglieranno. Incontri dolorosi... e primi sguardi.
Un Kisch tornato ad essere perfido e sensuale, un Pie più freddo e spietato del solito, un Tart che non ha mai dimenticato e che ha tutta l'intenzione di non farlo... e un nuovo personaggio, che spero faccia perdere la testa a voi come a me!
E poi... ci sono loro... le nostre Tokyo Mew-Mew!
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Verità svelata

I giochi riprendono - cap. VI
di Neera Sharim





    Attraversare la membrana verdastra che li separava dai quattro alieni che avevano di fronte non fu certo una tra le esperienze più piacevoli della sua vita. Strawberry fu colta da un conato improvviso quando la poltiglia vischiosa e gelatinosa le si chiuse intorno e fu solo perchè attraversarla fu questione di istanti che non si lasciò andare allo stordimento che le scosse tutto il corpo. Appena sbucò dall'altra parte trasse un profondo respiro, lasciando che l'aria rada le incendiasse i polmoni.
    Se non altro quella strana sostanza non sembrava esserle rimasta addosso in nessuna rivoltante maniera, pensò; era asciutta e relativamente pulita, ma non fece in tempo a controllarsi più attentamente perchè Kish le comparve al fianco in un secondo e prima ancora che il suo corpo uscisse completamente dalla melma verde che l'aveva circondato, le sue dita forti si erano chiuse sul suo braccio e lui con uno strattone deciso l'aveva spinta in avanti, raggiungendola subito dopo. Dietro di loro spuntarono Mina e Yury ma lei quasi non li vide, troppo intenta a fulminare il ragazzo con il suo sguardo di fuoco.
    Per tutta risposta, lui si limitò ad un sorriso cattivo e sensuale, per niente preoccupato.
    Strawberry si morse il labbro, cercando di ignorare l'irritazione; impotente e sforzandosi di non dar adito al suo orgoglio ferito portò l'attenzione su ciò che in quel momento era davvero importante: davanti a lei c'erano due file di panche sopraelevate; la prima occupata da tre alieni composti ed elegantissimi nelle loro tenute militari, mentre la seconda ospitava un solo ufficiale, nobile e dal portamento fiero.
    Quando incrociò il suo sguardo, l'uomo sciolse le labbra in un sorriso malizioso che la colse completamente impreparata, facendola arrossire.

    Immediatamente scostò lo sguardo, scegliendo di sfogare la sua frustrazione unicamente sull'allieno che la importunava: cercò di strattonare ancora la presa di Kish, senza tuttavia riuscirci. Al terzo tentativo, irritata, si avvicinò a lui sollevando il viso con rabbia.
- Non so se hai notato l'assurdità della situazione ma evidentemente no, quindi lascia che ti chiarisca le idee: non avrei modo di scappare nemmeno per miracolo quindi... Devi proprio mettermi le mani addosso in questo modo? -
    Quello per alcuni istanti la guardò come se fosse scema e soltanto quando lo vide incassare il colpo con un'espressione assolutamente compiaciuta capì di aver commesso un terribile errore nella scelta delle parole. Per tutta risposta, infatti, lui si avvicinò a sua volta, abbassandosi verso di lei stringendo la presa.
    La punta del naso sfiorò la sua guancia arrossata e la voce l'accarezzò con dolce lascivia.

- No. Ma sicuramenente è uno dei modi che preferisco -
    Strawberry si morse il labbro appena prima di rabbrividire, mascherando il desiderio con stizza. Era un'idiota, questa davvero se l'era cercata.
    Lui però non si lasciò intimidire, anzi: vedendola esitare e arrossire, sorrise, sfiorandole l'interno del braccio col polpastrello del pollice.
    La sentì fremere di piacere e gli piacque percepire la sua pelle incresparsi di sensibilità.
Reagiva al suo tocco come se fosse nata per farlo e lui non potè trattenersi dal pensare soddisfatto che l'aveva sempre saputo. Era solo questione di tempo prima che imparasse ad accorgersene anche lei; esattamente come stava facendo adesso.
    Istintivamente diminuì la stretta, continuando a tenerla con ferma sicurezza, ed espirò a pieni polmoni.
    Per un attimo chiuse gli occhi.
    Anche da quella distanza poteva percepire il cuore che le martellava furioso nel petto, il respiro trattenuto... l'odore inebriante del suo confuso desiderio, mischiato a quello seducente del suo corpo.
    Lei era nata per lui, era sua; era sua da sempre e sarebbe appartenuta a lui per sempre.
    E ora era arrivato finalmente il momento di reclamarla per sè.

    In un istante dimenticò dov'erano e immaginò di baciarla proprio lì, davanti a tutti.
    Quando poi riaprì gli occhi e la trovò basita e accaldata a guardarlo, come la più indifesa delle amanti, desiderò spogliarla e succhiarle il collo e i seni fino a farle ricordare solo il suo nome e nient'altro.
    Come sarebbe stato sentirle pronunciare il suo nome mentre l'accarezzava e leccava con dolcezza? Come sarebbe stato sentirla fargli le fusa tra un gemito di piacere e l'altro? L'avrebbe sfiorata con gentilezza e le avrebbe dato tutto ciò che voleva e molto di più; l'avrebbe devastata con il desiderio che aveva di lei, sussurrandole all'orecchio che non avrebbe mai smesso di farlo. Mai.
    Guardandola negli occhi si ritrovò a pensare a quanto avrebbe potuto farli illanguidire con la forza dei suoi baci e quando lei, a disagio, si morse il labbro inferiore, gli diede il colpo di grazia; perdendosi in quelle sensazioni, cercò il suo sguardo, mentre il desiderio e l'eccitazione gli scurirono gli occhi.

    Le parole gli sfuggirono dalle labbra in un soffio primitivo e roco, vibrante. La voce suadente era calda, priva di malizia o sarcasmo, quasi dolce. Sicuramente molto più veritiera e istintiva di quanto non volesse essere lui.
    E se ne rese conto solo troppo tardi.
- Tu invece come vorresti ti toccassi, piccola?
    ...Solo dopo che se ne rese conto anche lei.
    Con sgomento la vide sgranare gli occhi e trattenere il respiro, incredula, confusa e si odiò per essersi esposto così tanto, ma prima che lei potesse fare altro, la voce del Primo Ufficiale di Forze Aeree infranse in un istante il piccolo limbo in cui erano caduti, spezzando l'incantesimo.
    La magia che per un attimo aveva avvicinato i loro cuori si sgretolò sotto il peso del disappunto dell'orgoglio ferito di Kish, che gli ruggì dentro con ferocia, costringendolo a tornare in sè.

Cosa diavolo faceva?
Serrando la mascella con arroganza tornò in un istante il Kish di sempre e la dolcezza e il desiderio che per un attimo avevano confuso Strawverry sparirono in un sorriso di pigro sarcasmo.
    E a quella trasformazione, reagì naturalmente anche Strawberry; a
rrabbiata lo strattonò con forza, dimenticando ciò che gli era sembrato aver letto nel suo sguardo e nel suo corpo solo pochi attimi prima.
    Era irrilevante.
    Assolutamente irrilevante.
    L'arrogante bastardo non andava preso sul serio. Punto.
    Aveva ben altro a cui pensare.
    Alla sua vita, per esempio.


        L'uomo che stava parlando era giovane, composto, attraente e la cosa peggiore era che sapeva perfettamente come giocare le sue carte, si ritrovò a pensare Mina, ascoltandolo.
    Le aveva accolte con cortesia, mettendosi subito a disposizioni per qualsiasi loro richiesta, e se non fosse stato così sfacciatamente accogliente forse l'avrebbe data a bere anche a lei. La realtà però era che lei era stata così tanto abituata ad avere a che fare con discorsi scomodi che non era possibile non fosse in grado di non riconoscerne uno quando ce l'aveva davanti; e a giudicare dall'ostentata ospitale cortesia, quella doveva essere una situazione bella scomoda davvero.
    E lui - doveva riconoscere - la stava conducendo in un porto sicuro con una certa abilità.
- Ci scusiamo per la brutalità e il poco rispetto col quale siete state trattate fin'ora; non avremmo voluto certo iniziare così i nostri rapporti con le Salvatrici. Il nostro sarebbe dovuto essere un invito cortese alla diplomazia e al dialogo, non certo un rapimento di questa portata.
    Il problema era però, a suo modesto avviso, che il 'porto sicuro' era comunque dalla parte sbagliata dell'universo.
- Beh, con tutto il rispetto, Signore, non me la sento proprio di contraddirla - soffiò Strawberry, tesa - Non so esattamente quale sia il vostro naturale catalogo comportamentale, ma posso assicurarle che sulla Terra si seguono protocolli un tantino diversi quando si vuole proporre un invito cortese.
    Mina soffocò un sospiro, esasperata.
    Beh, se non altro l'amica era così nervosa da non cadere come suo solito tra le braccia tese del primo tizio pronto a offrirle aiuto; forse anzi, per una volta, la sua irrequietezza sarebbe servita a smuovere un po' le acque calme a cui sembrava tener tanto il Primo Ufficilale, che infatti non esitò a risponderle.
- Credo di parlare a nome anche dei miei colleghi quando le rinnovo ancora le miei scuse più sentite, signorina Momomyia. A lei come alle sue preziose colleghe. Probabilemnte la necessità e il bisogno che ci ha mossi nell'impartire ai nostri sottoposti gli ordini, li hanno portati a fraintendere la situazione e la portata enorme del vantaggio del vostro supporto. Vi prego, permetteteci di tentare dei chiarimenti.
- ...Beh, non mi sembra comunque di avere tante alternative, no? Qui siamo prigioniere in ogni caso.
    Gli occhi dell'alieno si addolcirono un poco e le sue belle labbra si stirarono in un sorriso pulito.
    Mina non perse una sola sfumatura delle sue espressioni, attenta.
- In realtà sareste dovute essere ospiti. E così sarete trattate da questo momento in poi. Ma purtroppo siete troppo importanti per noi da poterci permettere di riportarvi sul vostro mondo con le nostre scuse più sentite.
    Al suo fianco, Paddy fremette d'irritata impazienza.
- In poche parole, scusi se mi intrometto, ci sta dicendo che vi dispiace e tutto il resto... ma che comunque non avete intenzione di liberarci?
- Sono desolato. Si.
- Ahh... No, beh, fantastico. Tanto per esserne sicure, comuque.
    Mina scoccò a entrambe un'occhiata ammonitrice, nella speranza che non tirassero troppo la corda.
    Per quanto condivideva l'irritazione e lo sconcerto delle amiche, infatti, non poteva permettersi di lasciarsi andare come loro alla testardaggine cieca. Le persone che avevano di fronte sembravano importanti e a giudicare da tutti gli alieni che gremivano la stanza alle loro spalle, proprio non se la sentiva di tentare colpi di genio.
    Alzare troppo la cresta era pericoloso e fidarsi anche.
    Il suo buon senso le intimava calma e moderazione e le bastò uno sguardo corrucciato a Strawberry per farle capire che se lei intendeva battersi, questa volta non le avrebbe coperto le spalle.

    Quando la rossa annuì circospetta Mina si permise di tirare un respiro di sollievo.
    Strawberry non era stupida... ma aveva un carattere impulsivo, sfrenato e impavido e dopo tutti gli anni trascorsi a combattere con lei Mina non era ancora riuscita a toccare con mano i limiti suicidi dell'amica e a calibrare quindi la precisa portata entro cui era disposta a perdersi.
    Sinceramente, a volte credeva che semplicemente Strawberry non avesse proprio una precisa portata.
    Era pronta a tutto, imprevedibile come una mina o un'eruzione vulcanica. E il suo essere così fuori controllo era affascinante e tremendamente terribile insieme.     Avrebbe potuto perderla in un istante come averla al fianco per tutta la vita.

    Fortunatamente, in quel momento Strawberry sembrava propendere per il 'tutta la vita'.
    A Mina venne quasi da sorridere, non fosse per la situazione in cui erano, vedendo la rossa rilassarsi sul posto e perdere lentamente tutta l'aura di guerriera vichinga che in un istante le era gravata intorno come elettricità. Sembrava seriamente un gatto che rinfoderava gli artigli.
    Gli occhi persero d'intensità e calore, rimanendo però vigili e scrutatori, come in attesa di un invito alla lotta, di un passo falso. L'adrenalina che come fuoco le aveva scosso tutti gli istinti felini, facendole rizzare lievemente i peli delle braccia e le radici dei capelli si ridusse a un lieve tremolio rombante sotto pelle e il passo che inavvertitamente fece indietro fu la dichiarazione ufficiale di tregua che tutti si aspettavano. Quando anche le dita smisero di stringersi a pugno, era fatta: l
'apocalisse avrebbe tardato ancora un po' a manifestarsi perchè il demone che avrebbe segnato la differenza tra guerra e pace aveva smesso di digrignare i denti.     Naturalmente bleffava quando aveva fatto intendere a Strawberry che sarebbe stata sola se avesse voluto scatenare uno scontro violento; lei era la loro leader e se avesse voluto attaccare, tutte l'avrebbero seguita... anche solo per cercare di proteggerla da sè stessa e dal disastro che avrebbe potuto combinare. C'era una fiducia totale tra di loro e lei, come nessuna delle altre, l'avrebbe mai rotta.
    Una Strawberry docile comunque sarebbe stata la salvezza, una Strawberry versione valchiria, no.
    Perlomeno non in quel momento, temeva.
    Fortunatamente la rossa aveva deciso di fidarsi del suo buonsenso esattamente come lei si fidava della sua tatale e sbandata imprevedibilità. Intervenne nel discorso quindi, prima che Paddy potesse far cambiare idea all'amica con qualche altro commentino sagace dei suoi.
- Ascolteremo le vostre spiegazioni e le vostre richieste, ma non promettiamo nulla. Inoltre, per prima cosa: Perchè siamo qui? E, vi prego... niente giri di parole. Non sono una a cui piace danzare intorno alle cose e non amo la gente che mi fa perdere tempo.
    Dritta al punto. Esattamente il genere di atteggiamento in grado di far vacillare qualsiasi diplomatico, se non altro perchè non gli si dava modo di tessere intorno alle sue vittime la sua meravigliosa tela di argento e bugie.
    Quando l'alieno le sorrise calmo però, ebbe la certezza che certi trucchetti da principianti non avrebbero attaccato con lui.
- Ah... così a freddo, signorina Mina? - Sussurrò infatti quello, con finta aria addolorata, scuotendo il capo con divertito rammarico e lasciando poi andare il fiato in un sospiro leggero - Beh, tanto vale essere chiari e diretti fin da subito, allora, no?
    E a quel punto, per un solo istante, la maliziosa disponibilità che aveva nello sguardo si fece intensa preoccupazione. Durò un solo momento ma lei la vide chiaramente nei suoi occhi da volpe e quando lui si appoggiò al tavolo guardandole una a una, capì perchè.
- Per farla breve, per salvarci tutti.


- L'acqua Mew che ci avete donato ha fatto miracoli nel nostro mondo; i nostri scienziati l'hanno potenziata e sfruttata al massimo, traendone benefici insperati e portando a tutto il nostro pianeta la vita e la prosperità che non aveva mai avuto. Il clima si è fatto mite, l'acqua è andata aumentando e la vegetazione è cresciuta. In meno di due anni questa terra è fiorita come nessuno avrebbe mai creduto possibile e il nostro popolo è cresciuto spaventosamente. C'era pace. C'era abbondanza e prosperità.
- Poi cos'è successo?
    L'alieno abbassò lo sguardo un istante, probabilmente per non venire sopraffatto dalla penosità di ciò che stava per raccontare anche a loro. Quando riprese a parlare aveva la voce ferma e limpida, ma le mani unite erano la chiara prova di quanto fosse vivo lo sforzo di trattenere la rabbia.
    Lory si riscoprì con sorpresa a provare compassione per loro.
    Già il fatto di dover essere costretti a cercare l'aiuto di chi era stato un tempo considerato un nemico doveva essere abbastanza doloroso e umiliante di per sè, senza l'ulteriore aggiunta di dolorose spiegazioni.
    Cosa avrebbe provato lei se da perdente avesse fatto ritorno al suo pianeta con un solo piccolo premio di consolazione e per di più fosse poi costretta a richiedere aiuto ai vecchi nemici, raccontando i problemi del proprio popolo ad estranei contro cui per mesi ci si era fatti guerra? Di certo non le sarebbe stato facile. Sicuramente non le avrebbe fatto piacere.

    Incertà scambiò con Mina una rapida occhiata, ritrovandola attenta quanto lei.
    Con pazienza attese che l'ufficiale continuasse il racconto, avvertendo però sempre più dentro di sè la consapevolezza che ciò che avrebbe detto l'alieno non le sarebbe affatto piaciuto. Sentiva un'ombra nera farsi largo sempre più nel suo cuore, stringendolo in una morsa di oscura e fredda paura. Una sensazione lugubre e soffocante che non le piaceva per niente e che aveva nel cuore da mesi... senza riuscire a darle un volto o una connotazione precisa.
    Chissà perchè, ma la rivelazione che seguì non la colse affatto impreparata.
- Poi Profondo Blu è tornato.
    Si ritrovò a chiudere gli occhi, come nel tentativo di annebbiare la realtà nel nero totale delle sue palpebre e così cancellarla, mentre un vento gelido le stringeva il cuore con forza.
    Sapeva che era vivo, lo sapeva.
    Quante notti aveva passato insonni, a soffrire nei suoi incubi peggiori? Quante volte aveva sospettato e tremato?
    Lo sapeva.
    Per mesi e mesi si era fatta mille infinite domande; per giorni aveva contato le ore e le aveva trascorse nella paura e dentro di lei l'impatto della rivelazione cominciò a farsi meno duro ...perchè in fondo l'aveva smpre saputo.
    Ma Strawberry invece, al suo fianco, sembrava sotto shock.
- No. Non è possibile.
    Immobile, pallida... la rossa fece un passo indietro con un'istintività che la spaventò più di ciò che sentiva perchè per la prima volta da mesi la vedeva insicura e sbilanciata come non l'aveva mai vista.
- So che non è...
- Non è vero.
    Le mani strette a pugno, Strawberry digrignò i denti, mordendosi le labbra fino a farle sanguinare.
- Strawberry... calmati...
- Non è vero! Lory, l'ho ucciso io! - La voce le si incrinò in petto e lei scosse la testa, come a scacciare ogni pensiero - L'ho ucciso io con le mie mani, sacrificando anche Mark con lui... noi... io... non può essere vivo! Come potrebbe essere vivo?!
    Con uno strattone si liberò di Kish, accarezzandosi poi il collo con mani tremanti, i capelli. L'incredulità dipinta in quegli occhi così dolci e che in quei mesi di guerriglia si erano fatti così maturi e protettivi, così attenti ai bisogni degli altri.
    Strawberry non si era fermata dopo la guerra e non aveva fatto fermare neanche loro. Più ancora che durante i combattimenti aveva preso a dedicarsi delle persone, come un angelo custode pronto a dare tutto per loro senza tregua.
    Poteva quasi sentirla ora, mentre pensava con paura al loro pianeta e alla gente di cui non aveva mai smesso di prendersi cura.
    Era convinta di averli messi tutti in salvo... sicuramente la colpa aveva preso a rosicarla da dentro come un tarlo maligno e crudele.
    Fece per andarle vicino ma l'alieno riprese a parlare e Strawberry si riscosse con rabbia nel tentatativo di non farsi abbattere e di rimanere attenta, di capire... di seguire.
- Non lo sappiamo. Non lo sappiamo ma è tornato, umana, scatenando contro di noi i nostri stessi figli e spaccando il nostro popolo a metà facendoci vedere quanto di marcio lui era riuscito a disseminare in quello che noi eravamo sicuri fosse un muovo mondo perfetto! Aveva più seguaci di quanto avessimo immaginato e questi seguaci ora stanno facendo di tutto per prendere il potere, attaccandoci con le armi più crudeli a loro disposizione e sterminando ogni uomo, donna e bambino trovino sul loro percorso. E' iniziata una gerra su questo mondo e noi non abbiamo le armi per vincerla.
- No, un momento ma... stiamo seriamente parlando di una vera e propria guerra civile?
- Esatto. Ognuno di noi ha fratelli, amici, figli... padri... che proprio in questo istante stanno massacrando chiunque non condivida i loro valori.
    Senza parole, sconvolte, allibite.
    L'unica cosa che riuscirono a chiedere fu quella che faceva anche più paura:
- ...E adesso tutto questo cosa c'entra con noi?
    Una pausa di silenzio. Occhiate scambiate con timore e dita fredde che si stringevano di più sulle loro braccia e intorno alle loro vite. Quando l'alieno si decise a continuare fu come se scagliasse loro addosso una bomba.
- Perchè pensiamo che invece voi le abbiate.
- Ma l'Acqua Mew...
- No... no... non parliamo più solo di Acqua Mew, parliamo di vere e proprie armi! Di qualcosa che possa difenderci da un'infestazione di chimeri su vasta scala. Parliamo del vostro DNA e dei poteri che avete dentro di voi e che combinandosi all'Aqua Mew vi hanno salvate sempre!
- Cosa?!
    Questa volta toccò a lei fare un passo indietro, inorridita.


- Quando Kish, Pie e Tart sono stati mandati sulla Terra al seguito di Profondo Blu, abbiamo seguito i loro insuccessi con il fiato sospeso e l'orrore dipinto sul volto. Avevamo studiado armi così potenti che nessuna delle tecnologie terrestri sarebbe mai stata in grado di annientare, chimeri talmente feroci che non avrebbero guardato in faccia nessuno e avrebbero dovuto annientarvi in una notte... e che voi avete sconfitto senza difficoltà.
- Si ma... ma, un momento, era grazie all'Acqua Mew e a cambiamenti strutturali e artificilai del dna di.. di... ! Si parla di esperimenti scientifici illegali, di mutazioni che avrebbero annientato chiunque non fosse pronto a... !
- Lo sappiamo. Per mesi abbiamo tentato di riprodurre queste mutazioni nei nostri laboratori; per mesi i nostri scienziati hanno provato a combinare l'Aqua Mew, il DNA animale e umano sui nostri migliori combattenti e per mesi abbiamo fallito.
    Lory, sconvolta da quella rivelazione tremenda, sgranò gli occhi. La paura, l'incertezza, l'agitazione che la sconvolgevano tanto da farla fremere.
- Ma tutto questo e'... !
- Assurdo. Abominevole. Perverso. Lo sappiamo. Ma siamo disperati... e questa è l'unica speranza che abbiamo. Quei chimeri rispondono soltanto agli ordini dei loro creatori, non li possiamo uccidere se non a costo di innumerevoli perdite umane... neanche i nostri bastano più per fermarli! La nostra unica possibilità è provare a ucciderli alla vostra maniera!
    Mina incrociò il suo sguardo, impassibile.
- Quindi volete farci combattere questa guerra.
- No... no, non vi chiederemmo tanto. Voi avete già salvato il nostro mondo e non vi chiederemmo di sacrificarvi per noi. Quello che vi chiediamo però... è di lasciarci dei campioni da analizzare... di sangue, di tessuti. Qualsiasi cosa. Vi preghiamo di farci conoscere il segreto della vostra natura... per poterla riprodurre e salvarci.
- Questa è una cosa tremenda.
    La voce di Lory, glaciale, rispose prima ancora di lasciare alle altre il tempo di riflettere.
- Lory...
    Tremante di rabbia, gli occhi arrabbiati e più espressivi che mai e il corpo scosso dai fremiti la ragazza chiuse i pugni con forza cercando di controllarsi ma senza risultato. Nemmeno quando sentì le unghie bagnarsi di sangue riuscì a lasciare la presa e la sua voce risentì dell'agitazione e della paura come mai prima d'ora.
- E' abominevole e irrispettoso e io spero che voi stiate scherzando.
- Lory... aspetta.
- Aspetta? Aspetta?! Si parla di fare esperimenti su esseri umani, Strawberry! Esperimenti che potrebbero ucciderli! UCCIDERLI, capisci? CAPITE?!
- Ma... non sareste voi a dover subire ulteriori modifiche, noi...
- Appunto! Voi volete condannare altre persone a tutto questo! Non sapete nememno se sarebbe possibile! Fin'ora non vi ha portato risultati, no? Quanta gente è morta nel frattempo?! Quanti? Quanti avete sacrificato per questa follia?!
    Gli alieni di fronte a loro non poterono evitare di apparire a disagio sotto quell'accusa. 
- Noi...
- Tutto questo è irragionevole!
- Si. ma è la nostra unica possibilità. Siamo i primi a non voler condannare nessuno a questa tortura. Siamo i primi a voler evitare tutto questo. Ma le perdite che stiamo subendo sono troppo alte. Non abbiamo alternative. I nostri stessi soldati hanno implorato per questa soluzione.
    E stupendo tutte le sue compagne, per la prima volta da quando era nata, diede voce esattamente a quello a cui pensava senza filtri nè rispetto.
- Beh allora forse i vostri soldati non danno il giusto peso alla loro vita.
- Lory.
- Strawberry no, questa volta ascoltami tu. Ti prego.
    Ma fu un'altra la voce che le ginse in quell'istante in risposta, una voce ben più fredda e maschile di quella dell'amica, vibrante di rabbia trattenuta a stento, profonda..
- Ti posso assicurare, umana, che noi conosciamo perfettamente il valore delle nostre vite. Ed è appunto per questo vogliamo farlo.
    E lui fu l'ultima goccia.
    In un solo istante tutto perse significato nel cuore della bella mew dell'oceano e voltandosi a fronteggiarlo lo spinse via con forza, all'altezza del cuore.
    Pie, allibito e preso alla sprovvista, fu costretto a fare un passo indietro per non cadere ma prima ancora di riuscire a chiudere la bocca, aperta di stupore e ringhiarle addosso, lei lo colpì di nuovo, più forte di prima.

- Arrogante idiota, ma tu devi essere davvero ottuso se pensi che tutto questo possa risolversi con un semplice viaggetto di due minuti tra le braccia di Morfeo! Qui si tratta di cambiamenti così grandi da poter annientare in un solo istante se non si è adatti a contenerli e non sappiamo se ce nè anche UNO SOLO di voi in grado di farlo! Cosa succederebbe se semplicemente non foste fisicamente adeguati? Se nessuno di voi lo fosse?! Magari il vostro fisico non potrebbe reggere certe modificazioni e a quel punto cosa farete, eh? Andrete avanti a provare finchè non vi trasformerete tutti in morti viventi, se vi va bene?! E poi chi difenderà le vostre donne e i vostri bambini, mentre voi sarete in coma a farvi mangiare da dentro da un qualcosa che non siete voi?! 
- Neanche per voi era tutto conosciuto!
- Infatti non l'abbiamo voluto! E di certo non lo augureremmo a nessuno. - Lo guardò con freddezza e una preoccupazione cieca, consapevole del fatto che se avesse perso la loro battaglia avrebbe perso anche lui perchè sicuramente sarebbe stato il primo desideroso di farsi uccidere da quella pazzia. Gli voltò le spalle, sebbene col cuore pesante - Il discorso è chiuso.
    Ma la sua voce, di nuovo, la paralizzò dov'era.

- Umana... - il ringhio furioso con cui la richiamò la paralizzò, soprattutto per il dolore, la disperazione, l'impotenza, la frustrazione e la rabbia che cercava di nascondere e che invece lei sentiva perfettamente. Poi le sue parole le gelarono crudeli il cuore, tradendola - quello che non capisci è che noi non siamo in grado di difendere le nostre donne e i nostri bambini neanche ora.


   

La voce di Strawberry, incerta e combattuta, fu infine la sua rovina.
- Lory... io credo... credo... che dovremmo almeno pensarci.

- C-cosa?
    Quando la rossa la guardò, gli occhi scuri erano così colmi di compassione e colpa che Lory si ritrovò, col cuore pesante, a condividere quelle emozioni.
    Strawberry, distrutta da quella scoperta, si sentiva responsabile come mai e la fregatura di esserle amiche, si ritrovò a pensare con un sorriso mesto e sofferente in cuore, era che in quelche modo riusciva sempre a influenzare tutti con la forza incredibile dei suoi sentimenti, impossibili da trattenere.
    Quando parlò, ebbe la certezza che lei aveva già deciso, nonostante la voce insicura.
- Se quello che dicono è vero non hanno comunque scelta. O tentano questa soluzione suicida e disperata o continuano a morire in massa per difendere innocenti che saranno uccisi dal chimero successivo.
    Lory si morse le labbra sotto lo sguardo liquido dell'amica e si ritrovò, terrorizzata dall'imminente sconfitta, a sciogliersi anche lei.
- Strawberry.... ti prego.
    Tentò un'ultima volta, consapevole dell'inutilità del sussurro disperato.
    Le lacrime non versate di entrambe non fecero altro che accrescere la risolutezza nel cuore della rossa indomabile che aveva di fronte.
- Lory io... non posso semplicemente voltare le spalle, lo capisci? Se Profondo Blu fosse morto forse tutto questo non sarebbe nemmeno accaduto, io... io sono responsabile per questo.
- No, Strawberry non è vero
    Scosse il capo ma era inutile: Strawberry non avrebbe cambiato idea e quando le sorrise tra le lacrime ebbe la certezza che sarebbe stata lei a cambiarla.

- E' la cosa giusta da fare.



***



- Prendetevi del tempo per decidere. Rilassatevi, confrontatevi, parlate prima di cena... non vi possiamo assicurare che rispetteremo qualsiasi vostra scelta ma faremo di tutto per farlo. E' stata preparata una stanza per voi nel dormitorio femminile e questa sera vi offriremo una cena degna delle donne meravigliose che ci hanno salvati già una volta in passato e che comunque meritano tutto il nostro rispetto. Domattina ci darete la vostra risposta.



Immobili in quella loro stanza curata e pulita, non parlarono però; almeno, non fino a quando la luce del tramonto cominciò a inondare la camera ampia e confortevole, filtrando dall'enorme vetrata fine che occupava quasi tutta la parete del dormitorio  e che dava all'esterno dell'accademia.
    Mina, seduta al tavolino spartano esattamente al centro della stanza e appoggiata col capo al legno scuro, socchiuse gli occhi come rispondendo ad un richiamo invisibile del sole.
    La luce morbida le illuminò di una sfumatura sensuale le iridi scure e per un istante la ragazza si lasciò rapire da quel richiamo magico e dalla bellezza del panorama esterno, inondato di natura e colori.
    Era stanca e sentiva il cuore pesante.
    Si stirò con lentezza, sollevandosi dal tavolino e sciogliendo le membra intorpidite, nella speranza di sgranchirsi i pensieri e non solo il corpo, alla luce seducente di quel tramonto. Il sole sembrava enorme e vicinissimo in quel mondo, era davvero bello guardarlo.
    Istintivamente cercò con lo sguardo Strawberry e dovette trattenere l'iniziale spavento che provò nell'istante in cui la vide.
    Poi si limitò a sorridere, rassegnata.
    L'amica era rannicchiata sul cornicione resistente del mobile a ponte che abbracciava due lati della stanza, anche lei rivolta verso il sole, quasi a cercarvi sicurezza e risposte. I capelli rossi scivolavano nel vuoto e brillavano di mille riflessi, divorati dalla luce del sole.
- Questa tua nuova abitudine finirà con l'ammazzarti prima o poi, lo sai?
La sentì trattenere un sospiro e quando la sua voce la raggiunse era tranquilla, ma carica di silenziosi pensieri.
- Non finchè sei in zona, ne sono praticamente certa.
    Rimasero zitte finchè la luce non iniziò a scurirsi, pensose, incerte, spaventate.
- Ero convinta di aver sistemato la questione.
- Lo eravamo tutte. Non darti colpe che non hai.
- Sono stata io a colpirlo. Avrei dovuto accertarmi della sua morte.
- E come avresti potuto? Strawberry, Profondo Blu è sparito da sotto i tuoi occhi quando l'hai colpito. Non avresti comunque potuto avere alcuna certezza di nulla - Alzò lo sguardo e poi istintivamente lo fece scorrere per la stanza, alla ricerca delle amiche - Nessuna di noi poteva.
    Paddy dormiva rannicchiata sul suo letto, stranamente stretta in sè stessa.
    Di Lory invece non c'era traccia.
   
Sospirò e seguì attenta la discesa di Strawberry.
- Non posso abbandonarli ora, Mina.
- Lo so.
- Ma credi che sarebbe un errore, non è così?
    Scosse il capo, indecisa, incapace per una volta di essere sicura sulla risposta da dare.
- Io... non lo so. Lory ha ragione ad essere combattuta ma penso anch'io che non possiamo semplicemente voltare le spalle e andarcene.
    La rossa sospirò rassegnata e si lasciò cadere sulla sedia vicino a quella dell'amica.
- E' molto più facile quando si tratta di parlare per sè, non è così? Se fossimo state noi...
    Ma non finì la frase; Mina, come scottata si voltò a guardarla e lei stessa cercò con lo sguardo l'amica, mentre un'idea pericolosa e molto poco saggia cominciava a farsi largo nella sua testa e nel suo cuore, incurante delle implicazioni che potevano derivarne.
    Quando poi la vetrata si aprì di scatto e le raggiunse anche Lory, il fiato corto e la risoluzione più viva sul viso, la diga definitivamente cedette.
- Io rimango qui.
- Potremmo rimanere.
    Parlarono in sincrono e con tale sicurezza che sembrò quasi urlassero.
    Lory e Strawberry si persero l'una negli occhi dell'altra e in mezzo secondo l'increspatura involontaria che quella mattina era nata tra di loro si lisciò come se non aspettasse altro.
    Rimasero in silenzio per alcuni istanti, assaporando insieme quella complicità ritrovata, imbarazzate per il diverbio silenzioso che le aveva allontanate seppur per poco e poi semplicemente sorrisero, con dolcezza. Infine fu Lory a parlare per prima.
- Non sono d'accordo sugli esperimenti, nè credo lo sarò mai. - Le guardò negli occhi e istintivamente si strinse una mano al seno, sul cuore, dove la sua sensibilità e la compassione che sempre aveva avuto per gli altri galoppavano ormai senza freni, decise - Ma non possiamo abbandonarli e lasciarli morire così, semplicemente.
- Quindi... ? Dopo tutto questo baccano, almeno non fatemi stare così sulle spine, no?
    La voce di Paddy, ancora un po' impastata, fu l'ultimo elemento del puzzle, quello che definitivamente le unì senza ulteriori dubbi.
- Potremmo restare. Non dico per molto ma... se proprio proprio è necessaria questa pazzia io... io credo che dovrei supervisionarli. - Arrossì, mentre la modestia la rendeva insicura - Non perchè non mi fidi dei loro metodi, eh! Ma in questi ultimi anni ho affiancato Kyle in laboratorio, mi sono fatta spiegare la nostra storia; mi ha appassionata il lavoro suo e di Ryan e sapete tutte voi che ho cominciato a lavorare al progetto anch'io. L'ho studiato, l'ho compreso... ho letto tutti i test e supervisionato ormai tutti i processi e le fasi evolutive del procedimento. Conosco a memoria i valori medici di tutte noi e... e... insomma io... potrei aiutare.
- E noi potremmo dare i nostri campioni e seguire da vicino chi li riceve. Se dovessero poi combinarsi... potremmo aiutare le persone a controllarli.
- E se non dovessero farlo?
    Il silenzio che seguì la frase della biando per un momento fu carico di paure e insicurezze; poi però Lory le sorrise e le accarezzò piano i capelli scompigliati.
- E' un rischio che sono pronti a correre loro e una decisione che non abbiamo alcun diritto di prendere noi.
- Affronteremo una cosa alla volta.



E si resero conto della portata della loro promessa di lì a cinque minuti, quando un bussare secco alla loro porta le costrinse a tornare alla realtà e una consegna improvvisa di quattro pacchi enormi e pesanti contenenti quattro vestiti di alta sartoria le lasciò basite e incredule.
- E questo cosa diavolo significa?!
    Strawberry, confusa, non credeva ai suoi occhi mentre Lory, imbarazzata, arrossiva come mai di fronte al suo abito lungo di seta e chiffon.
    Mina le porse un biglietto con fare cospiratorio.
- Che siamo attese, mia cara.
- Attese?
- Hai presente la cena in nostro onore? - Gli occhi non poterono non accendersi di malizia al pensiero di aver perso una sfida con un avversario al suo livello - Bene, credo che sia un po' più in grande stile del previsto.
- Quindi?!
- Quindi ci hanno fregate, tesoro - Voltandosi verso di lei le dedicò un sorriso preoccupante e carico di vibrante desiderio di rivalsa - Fatti carina, mia cara, avrai dei politici da intrattenere.
- Politici?!
- Esattamente. Politici con mogli e figli al seguito -
e a quel punto guardò Lory, allusiva - tutti col cuore gonfio di speranza e gratitudine. Tutti che muoiono dalla voglia di conoscere e ringraziare personalmente le eroine che hanno loro salvato vita e futuro.
    La bella Mew dagli occhi del colore del mare sembrò arrossire ancora di più a quel punto e quando anche Strawberry iniziò a capire non potè far altro che guardare Mina negli occhi improvvisamente impanicata, a metà tra l'essere stizzita e terr.
- Che grandissimi... bastardi!
    Nonostante tutto Mina non potè fare a meno di sorridere e voltandosi verso il suo vestito accarezzò con le dita il biglietto rilegato che lo accompagnava.



Sono sicuro che questo vestito ti renderà la giustizia che meriti, angelo.
Non vedo l'ora di vedertelo addosso.

P.s: A questo proposito, sarò io il tuo cavaliere per questa sera, mia cara, spero non ti dispiaccia.
Aspettami, dolcezza

sinceramente tuo,
Yury



Inutile dire che il sorriso le sparì in un istante dalle labbra, a quel punto, sostituito da un rossore che le colorò guance e gola con un'intensità ridicola e accompagnato da un brivido che la lasciò completamente stordita.
    Stizzita si morsicò le labbra con forza, accartocciando il biglietto come se scottasse.
- Idiota.
    Sibilò tra i denti, infilandosi però il corpo del reato nella taschina interna del vestito rovinato che indossava e scartando il suo abito col cuore che le batteva forte nel petto.



***



Strawberry si guardò allo specchio e per un istante si perse a guardarsi, arrossendo di piacere e di un po' di vergogna.
    Raramente si piaceva in vestiti eleganti e le poche volte in cui li indossava comunque sceglieva qualcosa di corto e scuro, sicura che così gli abiti mitigassero un po' ciò che meno le piaceva del suo corpo e fossero più vicini al suo portamento e al suo spirito che non troppo sobri.
    A quel pensiero gettò un'occhiata contrita al tubino nero, irrimediabilmente rovinato, che giaceva piegato insieme alla tuta di Kish sul comodino al suo fianco. Quello, ad esempio, era uno dei suoi capi preferiti e le dispiaceva non poco averlo ridotto in quel terribile stato. Quando riportò l'attenzione alla sè stessa riflessa nello specchio però, con un sorriso un po' timido si ritrovò ad ammettere che non c'era paragone.
    L'abito che indossava era lungo fino ai piedi e le scivolava addosso alla perfezione, senza tirarle da nessuna parte e aderendo alle sue curve come se fosse stato cucito apposta sulla sua forma. I fianchi morbidi erano evidenziati a regola d'arte e non sembrava affatto che la carne formosa fosse di troppo, anzi... riempiva il vestito di sensualità e per un istante pensò che le dava un tocco quasi predatorio. Sensuale. Sicuro.
Chissà se a lui sarebbe piaciuto?
    E non ebbe il tempo di domandarsi sconvolta a cosa stava pensando, perchè istintivamente portò lo sguardo alla scollatura profonda e morbida che le si allungava giù fino all'ombelico e che tra i risvolti del tessuto lasciava intravedere con eleganza le forme piene dei seni e la pelle nuda, chiara e scoperta. Si voltò su un fianco, ammirando come dalle spalline quell'onda sensuale le scivolasse giù anche sulla schiena, più aperta, più morbida, più profonda ancora, fino a sfiorarle le fossette di venere alla base della schiena e evidenziandole la curva della colonna vertebrale, un po' più incavata del normale, ancora più flessuosa e sensuale. Il vestito le fasciava le gambe lunghe accarezzandogliele come un amante e lo spacco sulla destra, profondo, seducente dava quel tocco di decisione in più per farla sembrare ancora più accattivante... ancora più donna.
    Le avrebbe accarezzato le cosce, quando l'avrebbe scortata a cena, quella sera?
    Le avrebbe passato le dita sulla clavicola e sulla gola scoperta come aveva fatto quella mattina?
    Turbata si morse le labbra, mentre il calore e il desiderio le accendevano la pelle sensibile dei seni, delle braccia e guardandosi riflessa quasi gemette di stupore nel vedere i suoi occhi illanguidirsi, sciogliersi, farsi liquidi di desiderio.
    Oh Dio, ma cosa stava pensando?
    Grazie al cielo non fu lasciata sola a lungo; Mina la raggiunse, bellissima nel suo abito di raso lucente, stretto sul seno e via via sempre più morbido, man mano che la seguiva fino ai piedi.
    Per un istante la fissò incantata.
- Mina... sei splendida.
    Lei per tutta risposta alzò il viso quasi con stizza trattenuta ma il rossore stava a significare quanto perfino lei fosse deliziata dalla scelta del suo abito.
- Sono abituata a lavori più elaborati.
    La superò e si guardò allo specchio, ma Strawberry non potè evitare di pensare a quanto quel vestito la risaltasse proprio per la sua semplicità.
    Era così delicato, semplice e morbido da farla apparire quasi una fata, purissima e leggiadra; una ballerina deliziosa che incantava con la sua innata, perfetta eleganza.
    Il suo fisico minuto era valorizzato dalla morbidezza dell'abito stile impero, che la ingentiliva e la slanciava meravigliosamnete e le sue forme delicate, sinuose ma proporzionate erano fasciate con gentilezza. Elegante e bellissima.
  


Fecero appena in tempo a finire di sistemarsi,  poi un bussare calmo e secco le costrinse tutte sull'attenti.
    Fu Lory ad aprire la porta e quasi morì quando Pie le puntò addosso due occhi scuri imperscrutabili e profondi come il mare.
    Si sentì all'istante dolente per lui e quando lo vide farle scivolare addosso quelle pozze scure non riuscì a far altro che rimanere alcuni istanti immobile, intorpidita, incendiata nei punti che accarezzava il suo sguardo. Quando lui esitò per un istante sui suoi seni, evidenziati al massimo da una scollatura a cuore che li esponeva senza riserva alla sua vista, si sentì morire e la pelle le si increspò di piacere e desiderio.
    Quando lui tossì secco nel tentativo di riportare i suoi pensieri al giusto posto, lei credette di stare per svenire e fece di tutto per riuscire a non gettarglisi tra le braccia e a soffocare il desiderio che aveva di sentire le sue labbra su dì sè, su tutto il suo corpo. Gli guardò istintivamente le labbra e fu faticoso salire fino ad incontrare i suoi occhi intensi, così eccitanti e dannati.
- Sei... molto bella.
    E lo disse come se non potesse tollerarlo; come se limitarsi a parlarle fosse incredibilmente faticoso.
    Come se in realtà volesse solo prenderla, baciarla e fare con lei l'amore fino al mattino dopo.
    Guardandolo negli occhi Lory si ritrovò a sperare che lui lo facesse. Che, maledizione, buttasse all'aria quel muro di ottusa freddezza che si era rimesso addosso e che si lasciasse andare con lei come era stato pronto a lasciarsi andare al passato ma lui, immobile, strinse le labbra alzando il mento con fierezza, come a dirle di non aspettarsi nient'altro perchè se anche fosse riuscita a vedergli dentro e conoscesse ciò che voleva davvero... non si sarebbe piegato.
    E lei allora fece altrettando, col cuore a pezzi.
    Violentò tutto l'amore famelico e morboso che nutriva per lui e semplicemente affrontò il suo sguardo con fiera determinazione, limitandosi a un lieve, diplomatico e freddo 'grazie'.
    Quando lui le porse il braccio lo accettò ma non ricambiò il suo sguardo, troppo ferita e desiderosa per mettersi così tanto alla prova.



- Angelo. A quanto pare avevo ragione, dolcezza. Sei...
- Oh per favore, risparmiati i complimenti - quando gli giunse al fianco però fare la sostenuta divenne improvvisamente più difficile del previsto, soprattutto quando lui le posò addosso uno sguardo così divertito e carico di malizia da farla rabbrividire. Sforzandosi di distrarsi girò il viso e solo quando vide Strawberry uscire anche lei in corridoio... e rimanere da sola riuscì a farlo per davvero. Abbassando la voce, sospettosa, lo guardò senza perdere di vista l'amica - Ma... Kish dov'è?
    E quando vide Yury avere l'accortezza di trattenere un gemito, capì e il sospetto si fece rabbia.
- Ecco... - Incerto, per la prima volta in difficoltà e si, anche un po' scontento, il ragazzo fissò la rossa quasi con preoccupazione. Quando finalmente parlò, era chiaro che non condivideva le scelte dell'amico ma questo non bastò a tranquillizzare Mina - Lui... ha avuto un imprevisto.
    Bastardo.
    Bastardo infame e codardo.
    Tenendo bassa la voce lei non potè fare a meno di rivergeglisi arrabbiata, stringendo i pugni fino a segnarsi i palmi con le unghie.
- Farà entrare in sala da sola, davanti a tutto il suo popolo, la ragazza che ha salvato la vita a tutti voi?!
- Mina...
- Questa è veramente una cattiveria.
- Lo so.
- E glielo permettete!
- Nessuno di noi è in grado di fer...
- Sarà l'esperienza più umiliante della sua vita!
    E solo quando lui la guardò negli occhi davvero, lei capì.  
    Immobile, senza parole, arrabbiata e impotente come mai, non ebbe nemmeno il coraggio di guardare la sua migliore amica.
- ...Ed è esattamente quello che vuole lui.
    Sussurrò e quando lui ebbe l'accortezza di stringerla gentilmente e sè e sembrare davvero, davvero rammaricato dal comportamento del suo compagno, non potè più non guardarla. Cercando di soffocare rabbia e lacrime le tese la mano, sorridendole e quando lei, fiera e orgogliosa, la strinse nella sua ricambiando il sorriso, Mina ringraziò tutto il cielo per il coraggio della sua amica.
Poi Yury decise di far valere la sua reputazione e dolcemente si insinuò fra entrambe.
- Beh... sono onorato di scortare due fra le più belle donne della serata. Saranno tutti invidiosissimi, davvero.



Straberry aveva voglia di piangere, davvero; e più si avvicinavano ai festeggiamenti più sentiva di sgretolarsi dentro, lentamente. 
    Vedeva davanti a sè Paddy e Tart scambiarsi un po' indecisi e impacciati qualche parola e perfino Lory, per quanto turbata fosse, aveva Pie al suo fianco. Era tutto il tragitto poi che Yury punzecchiava Mina intrecciandosi i suoi capelli tra le dita e per quanto apprezzasse la presa solida del ragazzo sul suo fianco sapeva di essere di troppo. 
    E soprattutto sapeva di stare rovinando la serata a Mina che già un po' fredda di suo, preoccupata com'era per lei, non faceva altro che rinchiudersi ancor di più nel suo castello di solitudine e orgoglio.
    Cercando di non pensare al vuoto che sentiva dentro si sforzò di andare avanti per la sua strada ma arrivati davanti al portone d'ingresso il disagio di tutti era palpabile. 
    Perfino Pie per un istante sembrò esitare e ci mise un po' per trovare le giuste parole.
- La serata è stata organizzata nei minimi dettagli. Entreremo seguendo una scaletta precisa e... - si interruppe, a disagio, e arrabbiato nero con il fratellastro che aveva messo tutti in una situazione del genere - ...ci annunceranno di volta in volta.
    Pensò che l'umana non si meritava affatto quel trattamento.
    Aveva combattutto contro di lei e per quanto l'avesse odiata, per quanto avesse odiato tutte loro, aveva sempre rispettatto quelle ragazze che senza freni e limiti avevano combattuto e sofferto per difendere il loro mondo, la loro gente e i loro ideali.
    Lei aveva sacrificato tutto e meritava di essere onorata in tempi di pace come una regina, come la giusta e onorevole combattente che era.
    Di certo non meritava di essere l'unica a entrare senza scorta, come se lei fosse diversa, come se avesse fatto un po' meno... semplicemente come se non contasse.
    Kish poteva avere tutte le sue ragioni e poteva desiderare la sua vendetta quanto voleva ma aveva un'infinità di modi per realizzarla che la colpissero senza che fosse necessario levarle la dignità che le spettava, la gloria che meritava e che si era guadagnata col sangue, col sudore e con la forza d'animo che le batteva dentro e che animava un corpo infinitamente troppo fragile.
   Colpirla così era veramente da infimi codardi.
E quando la vide semplicemente sorridere e alzare il capo con disinvolta freschezza, non potè trattenersi dallo stringere di più a sè Lory e dal pensare che quelle umane avevano davvero qualcosa dentro di impossibile da spegnere.
Non le avrebbe mai, mai ringraziate abbastanza per aver salvato il suo mondo. Mai.
-
Che problema c'è? Si tratta solo di scendere delle scale, no? - Lanciò un occhiolino alle amiche, che per tutta risposta sembrarono ancora più a disagio. Allora lei si schiarì la voce e semplicemente abbracciò Paddy quasi a stritolarla - Avanti, posso farlo perfino io!



Fu proprio la bionda a entrare per prima e a rimanere completamente sconvolta dall'incredibile numero di persone che all'improvviso si zittirono e rimasero immobili, in attesa, a guardarla come se vedessero l'incarnazione di una divinità.
    A disagio, Paddy non potè trattenersi dal fare un passo indietro ma la presa salda di Tart, incredibilmente più forte di come se la ricordava la costrinse dov'era e il sorriso che le rivolse mentre qualcuno la presentava con voce tonante e carica d'emozione la fece tremare dentro.
- Non credi sia un po' tardi per scappare ora?
    Le sussurrò, accarezzandole la schiena come se stesse rassicurando un animale selvatico.
    E Paddy quasi non udì il clamore assordante che rispose al suo nome, troppo persa a guardare gli occhi scuri del suo cavaliere.
    Scuri, ridenti e infinitamente caldi.
    Quando lui alzò le loro mani unite nel tentativo di farle ringraziare i presenti lei quasi gli cadde addosso, turbata com'era ma poi, al suo fianco, stretta a lui tutto andò meglio e lei semplicemente scese le enormi scale un passo alla volta, stringendo fra le mani la gonna lunga del vestito e costringendosi a trattenere le lacrime di commozione che via via si facevano più forti.



Fu poi il turno di Lory e poi scese Mina, che prima di varcare la soglia diede un'ultimo, preoccupato sguardo alle sue spalle, incontrando però quello dolce e rassicurante della rossa. Strawberry le mandò un bacio... e la lasciò andare.
E solamente quando fu sola lasciò andare un respiro irregolare, frenetico e un singhiozzo soffocato.
Sforzandosi di sorridere cercò di sistemarsi il vestito morbido meglio che poteva ma ora quel capolavoro di sartoria aveva perso la sua magia: lei era tornata ad  essere l'impacciata, formosa Strawberry, brava solo a combattere e a divertirsi con le amiche.
    Perchè avevano lasciato da sola proprio lei? Così carente di portamento e contegno?
Sarebbe caduta, lo sapeva.
    O peggio, avrebbe sbagliato qualche formalità e si sarebbe resa ridicola.
    Maledizione, se avesse rotto il vestito o preso dentro qualcosa?
    Specchiandosi contro la vetrata del corridoio quasi fu tentata di scappare.
    Cosa ci faceva lei, così infantile e incapace, in un abito che la faceva sembrare la più vissuta delle donne?
    In un abito che la faceva sembrare così bella, sicura e fiera?
    E quando ripensò allo specchio e al desiderio che aveva provato per l'uomo che adesso l'aveva lasciata sola in un momento così importante e ufficila e difficile per lei, tutto sembrò andarle i pezzi dentro, di nuovo.
    Perchè?
    Perchè le aveva fatto questo?
    E allora lasciò che la rabbia la invadesse; la lasciò scorrere nel suo corpo e arrossarle la gola, le guance, la pelle esposta del solco dei seni. E quando la vide riflessa anche nei suoi occhi così spaventati ed incerti, decise che no, non si sarebbe fatta abbattere.
    Non da lui.
    Non così.
    E quando la porta si aprì per lei, semplicemente si asciugò le lacrime traditrici che le avevano rigato le guance, alzò la testa orgogliosa come una leonessa e toccò il legno cercando conforto nella sicurezza del suo calore prima di darsi in pasto alla folla e all'umiliazione pubblica.
    Non c'era stato un uomo a combattere al suo fianco quando davvero ne aveva bisogno.
    Mark l'aveva lasciata e anche Kish non le era al fianco quando più avrebbe dovuto esserci.
    Chiuse gli occhi, respirò con calma, strinse tra le dita il cornicione.
    Lei aveva sempre vinto le sue battaglie da sola e con le sue amiche.
    Se non aveva avuto bisogno di un uomo che combattesse le sue battaglie, di certo non l'aveva bisogno perchè la scortasse in trionfo.
    Lei il suo trionfo se lo sarebbe presa da sola, a testa alta e col sorriso sulle labbra.



***


Yury dovette agguantare Mina con forza per impedirle di fare gli ultimi scalini correndo e di chiudere le mani eleganti direttamente alla gola di un Kish Ikisatashi fiero e gongolante che dava bella mostra di sè in piedi, praticamente in prima fila e stretto a due voluttuose aliene tutte curve che gli si strusciavano addosso strette in abitini così corti e scollati da risultare volgari anche per lui.
    Stringendo con forza la vita sottile della piccola al suo fianco si riscoprì arrabbiato nero e deluso.
Adesso aveva davvero esagerato e a giudicare dagli sguardi che i suoi stessi generali gli stavano lanciando si capiva chiaramente che questa volta non l'avrebbe scontata con una semplice punizione.
    Ma che diamine aveva per la testa, quell'idiota?
    Si rendeva conto di come poteva venire considerato un gesto del genere?
    Sarebbe bastato per far iniziare una guerra se solo la rossa che tra poco sarebbe scesa - da sola, la sera del suo fottuto trionfo! - da quella scala avesse deciso di prendersela come se la sarebbe presa qualsiasi altro Alto Diplomatico del loro mondo!
    E quando lo guardò negli occhi e lui semplicemente si limitò ad alzare il capo, sicuro di sè anche di fronte all'accusa del suo migliore amico, la tentazione di andare lui stesso a spaccargli la faccia fu così forte da colpire forse anche la bella ragazza al suo fianco.
    Ma non fecero in tempo a fare nulla e forse fu un bene, vista la rabbia omicida che aveva la mew azzurra negli occhi... fu annunciata Strawberry e Mina perse tutto l'interesse che aveva in Kish. Semplicemente si girò verso di lei, in attesa.
Sperando che oltre a dover affrontare da sola un momento tanto coinvolgente... non vedesse quella scena che sicuramente le avrebbe incrinato il cuore.



Ma Strawberry la vide e ne morì, in diretta, sotto gli occhi famelici del lupo che in prima fila la aspettava e che senza preoccuparsi del silenzio che l'aveva accolta e della figura indegna che le aveva appena fatto fare, semplicemente la guardava, aspettandola.
    Era così bella da fare male.
    Sorridendole, non fece nemmeno finta di mascherare il suo desiderio, la voglia che aveva di raggiungerla, spogliarla e prenderla semplicemente così, davanti a tutti, solo perchè la voleva.
    Solo perchè era sua.
    Senza perdersi un solo istante del suo smarrimento e della sua paura, sentì il bisogno di lei crescergli dentro con forza e mentre la mangiava di fantasie e occhiate lascive, lasciò andare le mani a toccare il corpo tornito delle ragazze che aveva al fianco.
    Era così bello averla in suo potere, così meraviglioso vederla pendere dalle sue labbra e non riuscire a togliere lo sguardo così adorabilmente ferito dai suoi occhi predatori e vittoriosi... che quando lei alzò il mento con fierezza e gli dedicò uno sguardo di compassione così pietoso da risultare quasi divertito lui per un istante rimase interdetto e scioccato.
    Soprattutto quando lei si aprì invece subito dopo nel sorriso più perfetto, magico, dolce e felice che le avesse mai visto fare in tutta la sua vita e in tutti i suoi sogni più belli.
    Si sentì praticamente distruggere in mille pezzi mentre lei disperdeva al vento ciò che per mesi lui, nei suoi sogni e nei suoi desideri, si era così gelosamente preoccupato di custodirsi dentro, solo per lui.
    E tutto perse d'importanza, perchè semplicemente più niente contava ora che aveva escluso solo lui dall'abbraccio caloroso con cui da sola, su quella scala, stava stringendo i cuori di tutti quanti quelli che erano li per lei.
    Ad amarla.
    Semplicemente.
    Si ritrovò a guardarla immobile mentre lei allargava le braccia e rendeva gioiosa e festosa una serata che comunque doveva vertere su un certo contegno. Si ritrovò a ringhiare contro ogni uomo, al suo fianco, che fischiava per lei quando la bella rossa elargiva in aria baci e li soffiava via con quelle labbra carnose e che avrebbero dovuto baciare solo lui. Smise di accarezzare le sue compagne quando lei, tra le risate dei bambini e lo sbigottimento generale delle donne più importanti del loro mondo si tolse le scarpe col tacco e con quel suo vestito lungo, meraviglioso e rosso come il desiderio morboso che provava per lei scivolò giù dal corrimano delle scale, lasciando che i capelli le scivolassero davanti al viso e tra la scollatura generosa e sensuale, senza curarsi del tessuto che le volava intorno come una sensuale nuvola rossa.
    E infine, quando il suo vestito morbido si impigliò al metallo placcato d'oro del corrimano e lei tra le risate si ritrovò costretta a fermare i suoi saluti nel tentativo di liberarsi sotto gli occhi divertiti di tutti i presenti, lui ricevette il suo colpo di grazia: dalle sue spalle qualcuno spintonò senza cattiveria la ragazza che aveva sulla destra passandole davanti e mentre lei si lamentava raggiunse la sua Stawberry - la sua meravigliosa, bellissima e scarmigliata Strawberry - a quel corrimano.
    Sotto il suo sguardo le chiese sorridente il permesso di liberarla e lei, arrossendo gli annuì, ricambiando il suo sorriso, tra i fischi generali e gli applausi dei bambini che vedevano in lui il bel cavaliere accorso a salvare la damigella in difficoltà.
    Sentì gli occhi farsi torbidi di gelosia, mentre incapace di scostarli, beveva avido il rossore riconoscente che le colorava le guance, la dolcezza negli occhi e l'insicurezza con cui si portò i capelli folti e lunghi all'indietro e dietro le orecchie, gli occhi espressivi e riconoscenti di lei che rispondevano al sorriso del giovane che l'aveva liberata e che ora, su incitazione della folla, si era inginocchiato davanti a lei con teatralità e le stava tendendo la mano per aiutarla a scendere.
- No...
    Si ritrovò a sussurrare, la voce disperata e il cuore in mano, ma le due ragazze strette a lui non capirono e non lo lasciarono andare.
    E quando finalmente riuscì a liberarsi era troppo tardi.
    Le sue dita delicate sfiorarono quelle del ragazzo che la aspettava, ancora in ginocchio e quando si intrecciarono lui ringhiò e si lanciò in avanti ma fu Yury a bloccargli il passo questa volta e per quanto dentro avrebbe desiderato morderlo e pestarlo con tutto sè stesso, gli occhi che lui gli puntò addosso non fecero altro che metterlo di fronte all'ovvio.
- Non puoi farle anche questo, ora.
Ed era vero e per quanto anche Pie non sopportasse quel damerino viziato che conosceva fin troppo bene, non lo lasciarono passare ma anzi, sotto i suoi occhi disperati si limitarono a scuotere il capo, inondandolo di incredula delusione.
. Questa Kish te la sei davvero cercata, diamine.
    E lui strattonò un'ultima volta ma non tentò più di mettersi in mezzo, neanche quando il ragazzo alla fine aiutò Strawberry a scendere a la strinse un po' a sè per lasciarle trovare l'equilibrio.
    Neanche quando lei, per ringraziarlo gli baciò la guancia e la folla, impazzita, iniziò ad acclamare il suo nome e quello delle sue compagne, che all'istante la raggiunsero stringendola nel loro abbraccio.
    Fermo, immobile, si perse così, semplicemnte.
    Era tutto uguale a prima.
    era con lui ma non lo era e come nel passato, anche in quel momento, ancora doveva accontentarsi di guardarla standole a debita distanza.
    ma questa volta perfino il suo cuore gli si ribellò, impedendogli di trasformare tutto il suo rancore in rabbia contro di lei.
    Questa voglia, gli disse, hai scelto tu di non essere lì.
    Hai scelto tu di tenerla lontana da te.
    Lei non ha colpe.

-
Lei non ne ha mai avute.
    Sussurrò infine a sè stesso, mentre lei, per un istante, un infinito meraviglioso istante, si voltava a guardarlo ...e annegava nelle spalle che lui, semplicemente le rivolse dopo averle indirizzato il solito, divertito, irriverente ghigno soddisfatto.
    Così.
    Perchè era troppo presto.
    Era tutto troppo presto.
    Tornò quindi alle sue bambole di carne, perchè era infinitamente più facile tenere a bada le loro mani... che quelle scontente e pressanti della sua coscienza tradita.








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Oh, ed eccoci a noi, ora!!! ;P =D
Semplicemente volevo ringraziarvi tanto, tantissimo per le recensioni meravigliose che spero continuerete a scrivermi e più in generale per avere seguito questa fic ed essere arrivati fin a qui ;) Come potete vedere, stiamo cominciando a entrare nel vivo della storia ma... non credete: non è che l'inizio! c'è mooooolto moooolto altro in realtà da scoprire e se continuerete a seguirmi sarò lieta di scoprirlo con voi =D
    In ogni caso, spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto e che presto, in tanti, possiate farmi avere il vostro parere perchè seriamente, i vostri commenti sono davvero importanti per noi autori... ci aiutano a riprendere in mano i nostri lavori, a migliorarli... a continuarli =D
    Ci aiutano a farci credere in noi e nelle nostre possibilità... ci aiutano a continuare a scrivere anche se spesso non dovremmo farlo e dovremmo concentrarci su qualcosa di più importante XD
    Ci aiutano a ricordare che SCRIVERE è 'più importante' =)
    Quindi davvero.... se avete voglia... se avete tempo... dedicateceli <3 Buoni o cattivi che siano, i vostri commenti aiutano. MI aiutano ^^
E so che sono una ritardataria e non me li meriterei ma... daaaaaaaaaaaaaaaiiiii <3 <3 <3

Eheheh, scherzi a aprte: grazie!!! Davvero =)
E mi scuso se ancora una volta le amanti di Lory e Paddy sono rimaste deluse ma purtroppo non è ancora il momento delle nostre paladine =) arriverà, davvero! Abbiate solo un po' di pazienza, ok???
Nella speranza di sentirvi in tanti, presto e numerosi quindi... vi lascio, abbracciandovi tutti!!!

Baci
Glo
   
 
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