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Autore: Mandie    19/07/2013    0 recensioni
Un tenero micio dal pelo grigio viene adottato da una famiglia. Sfortuna vuole che una cornacchia alquanto dispettosa s'invaghisca di lui. Chi potrà salvarlo?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta un dolce micetto di otto mesi, con il pelo tutto grigio ed i baffi rigogliosi.

Costui portava il nome di Pepe, e poi tanto dolce non era.

Anzi, aveva una che di bizzarro.

Perché, direte voi?

Tanto per cominciare, si comportava come un cane di piccola taglia. Amava leccare le mani della sua padrona con quella sua linguetta ruvida. Senza bava.

E poi, era un tipetto a dir poco intraprendente: bunjee- jumping dalla poltrona del salotto, tuffarsi a razzo dentro il frigorifero, cercare di battersi a chi sputava più palle di pelo in un’avvincente sfida contro sé stesso, inseguire la coda…ah, no, quello lo fanno i cani.

Il piccolo gatto Pepe sembrava dunque avere una vita spensierata e felice, amato e coccolato com’era dai suoi due padroni.

Il micio, però, aveva un problema grosso, esistenziale addirittura. Un problema che lo lasciava confuso ed incerto sulla propria natura di micetto fuori di coda.

Una gigantesca cornacchia grigia e nera si era innamorata di lui.

Sul serio. Quel coso abnorme e fastidioso lo inseguiva dappertutto, tanto che i padroni ormai sapevano dov’era Pepe solo se la cornacchia emetteva i suoi versacci.

La cornacchia è sull’albero” “Oh, allora c’è anche Pepe”.

Oppure “La cornacchia è scesa dentro il camino” “Ehi, guarda, Pepe Natale ci ha portato dei doni! Ed ha anche una renna!”

Non era affatto una renna, ma la cornacchia con delle finte corna da alce ed un naso rosso sul becco. Dal canto suo, Pepe asseriva che il rosso gli donava moltissimo.

La barba, invece, no.

Ma, episodio-di-Natale-a-parte-in-cui-tutti-ma-proprio-tutti-e-quindi-anche-la-cornacchia-siamo-più-buoni, non esistevano motivi per cui Pepe avrebbe dovuto affezionarsi a quell’animale.

Dal canto suo, la cornacchia non era affatto innamorata di lui come pensavano tutti. Anzi, in mente aveva una solo chiodo fisso: prelibato spezzatino di Pepe.

Pepe andava dunque incontro ad un destino di cui era completamente ignaro.

Se non fosse che…

Dovete sapere, stimati lettori, che un giorno di inverno, in cui il freddo faceva svarionare Pepe ancora di più, la padrona del gatto (un’insegnate di francese delle scuole superiori) aveva salvato da morte sicura per ibernamento una cavalletta verde e rossa delle dimensioni di una molletta da bucato. La povera creatura si era sfracellata una zampa o qualcosa di simile.

Dunque, questa cavalletta era stata sistemata in una scatola da scarpe, e nonostante nessuno pensasse che potesse farcela, la cavalletta sopravvisse fino a primavera, dimostrandosi vigorosa nello spirito e pigra nel corpo come non so cosa. Stava tutto il giorno a fare la pennichella dentro la scatola da scarpe.

Fu in un soleggiato pomeriggio di primavera, dopo che tutti furono usciti, che la cornacchia sferrò il proprio attacco. E fu anche il giorno in cui la cavalletta ebbe il suo momento di gloria.

Il gatto Pepe era stato involontariamente lasciato in giardino e se la stava vedendo parecchio brutta: la cornacchia lo inseguiva, senza dargli tregua.

Presto, Pepe! Fuggi, fuggi! Ti mangerà!

La finestra era aperta, i miagolii terrorizzati del micio sufficienti e l’adrenalina al massimo: la cavalletta non ebbe bisogno di altri motivi.

Spiccò un balzo, atterrando maldestramente sulla finestra e facendo in modo e maniera che la cornacchia la vedesse. Si mise persino a suonare le maracas, anche se resta un mistero dove le avesse trovate.

La cornacchia smise di inseguire Pepe e con quei suoi occhietti malefici, puntò dritto la cavalletta.

Che smise di respirare.

Il tempo di un secondo, ed era finita tra le fauci (si fa per dire) della cornacchia.

Ma Pepe non era un ingrato. Spiccando un balzo, addentò la coda della cornacchia e la strapazzò così tanto che questa fu costretta a volare via.

Sputando la cavalletta, giusto un po’ masticata, ma illesa.

I due si ringraziarono e Pepe riaccompagnò la cavalletta alla sua scatola da scarpe, prima che i padroni tornassero.

La cornacchia non osò più tornare nel giardino. Pepe era soddisfatto e ricevette tante coccole.

Inseguito, la prof di francese di chiese perché la sua cavalletta avesse un antenna storta…

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Ho una particolare passione per le fiabe demenziali, se così si possono definire. Questa è stata scritta in onore dell'arrivo del gatto della mia ex insegnante di francese: lui e la cornacchia facevano dannare tutti quanti.
Spero vi piaccia!

  
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