Dopo mesi che l’ispirazione mi ha abbandonata,
dopo mesi in cui ho avuto seri e gravi problemi di salute, per miracolo l’ispirazione
stasera è arrivata. E su chi potevo scrivere, se non su Severus, il mio grande
amore?
Per aumentare la tristezza ascoltatevi questa mentre
leggete: http://www.youtube.com/watch?v=gg4zxY1vF1w
Tears of an Angel
Passo dopo
passo, si stava avvicinando a quella casa che ormai era andata distrutta.
La furia
dell’Oscuro Signore s’era abbattuta su casa Potter e
lui, nonostante tutti i suoi sacrifici, nonostante tutto il suo impegno e la
sua volontà, non era riuscito a impedirlo.
Deglutì a
fatica e si fermò davanti a quelle macerie con il cuore stretto in una morsa di
dolore che lo faceva divenire più piccolo persino di quello del protagonista della fiaba “Lo stregone dal cuore peloso”.
Com’era
potuto succedere?
In lui
ancora era viva una piccola e vana speranza che lei fosse viva, ma passo dopo passo, una volta che fu entrato in casa, la scintilla si spegneva
sempre più velocemente soprattutto dopo aver scavalcato il cadavere di Potter.
Entrò nella
stanza e la vide stesa a terra con gli occhi ancora aperti e pieni di paura. Si
lasciò cadere in ginocchio e si coprì gli occhi con
entrambe le mani, poi passò alle orecchie perché il corpo senza vita di Lily
Potter giaceva a terra e sembrava quasi stesse urlando nonostante la morte l’avesse
presa quando in realtà era il bimbo nella culla che piangeva.
Si strofinò gli occhi con le mani e gattonò fino a lei. La
prese in braccio e la cullò come se fosse viva baciandole la fronte.
“Scusami Lily. E’ tutta colpa mia.” Singhiozzò continuando a cullarla.
Scosse il
capo e le baciò tutto il viso, disperato mentre le sue lacrime rigavano le sue
guance e cadevano sul viso della donna.
Quelle
lacrime parevano quasi quelle di un angelo piangente.
Il dolore
era lancinante, avrebbe preferito di gran lunga morire
per mano dell’Oscuro Signore piuttosto che per “mano” di Nagini.
Si sentiva affogare per tutto il sangue che sgorgava dalle ferite dal suo collo
quando lo vide. E le lacrime, ancora una volta, rigavano le sue guance.
Gli fece
cenno d’avvicinarsi.
“Prendile.” Ordinò
a fatica, riferendosi a quelle gocce cristalline che colavano dalle sue iridi. “Prendile
e portale al Pensatoio.”
Subito il
ragazzo eseguì l’ordine.
“Guar…da…mi…” Lo supplicò.
E così gli
occhi neri di Severus Piton incontrarono quelli verdi di Harry Potter.
“Hai gli
occhi di tua madre.” Sussurrò prima di esalare l’ultimo respiro.
Così, il
cadavere di Severus Piton rimase nella vecchia rimessa delle barche, il viso
rigato dalle lacrime di un angelo.