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Autore: roro    31/01/2008    13 recensioni
«E quindi», disse per la centesima volta, carezzando il Goshinboku. «Quindi me ne vado. A-ah, e non cercare di farmi cambiare idea perché tanto non ci riuscirai».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Torno a casa», non era una cosa poi così difficile da dire. Doveva solo aprire la bocca, urlare e sì, perché no, magari anche fare una scenata.

«Torno a casa», aveva detto irritata. L’aveva distrattamente guardato in volto, per chiarire che no, non stava scherzando, e quindi si era alzata. «Me ne vado».

«Torni a casa?», aveva ripetuto lui. E poi: «Bene! Così non dovrò più vedere quella brutta faccia che ti ritrovi, scema». Non si era neppure degnato di guardarla in faccia, gettando la ciotola che stringeva tra le dita per terra e sbuffando, irato. «Vattene. Se hai così tanta paura, va’ via, forza. Vattene».

«Non sei la persona più giusta per giudicarmi», gli aveva risposto.

InuYasha aveva fatto spallucce. «E perché mai?».

«Perché chi vive di soli ricordi non può giudicare l’operato altrui».

InuYasha non aveva risposto.

 

A volte è meglio chiarirsi (?).

 

«E quindi», disse per la centesima volta, carezzando il Goshinboku. «Quindi me ne vado. A-ah, e non cercare di farmi cambiare idea perché tanto non ci riuscirai».

Non che si aspettasse una risposta. Insomma, il Goshinboku era un albero. Bello, certo, ma pur sempre un albero. E gli alberi non parlano – semmai, le loro foglie frusciano al vento, regalando un torpore che spesso ricorda una piacevole risposta.

«InuYasha pensa ancora a Kikyo», aggiunse distratta. «E qui non c’è posto per me. Quindi torno a casa».

 Non che pensasse davvero di non poter restare. C’erano Sango e Miroku, e Shippo. E anche la vecchia Kaede, volendo essere sinceri.

Forse anche Koga, va’.

«Mamma e il nonno mi aspettano, vogliono che prosegua la tradizione, che mi prenda quel dannato tempio scintoista». Ridacchiò, nervosa, cercando di trattenere il pianto. «Oh, Dio. Sono davvero patetica. Non voglio andarmene, non voglio, però restare qui significa stare male».

E soffrire le faceva paura.

«Chi mai si metterebbe in gioco se sa per certo di non poter ottenere quanto desidera?», biascicò. Si tolse una ciocca corvina dal volto, sistemandola con cura dietro l’orecchio, prima di proseguire: «Io ho sopportato, o almeno ci ho provato. Sono arrivata a un punto tale che…».

Qualche foglia frusciò appena, come se stesse cercando di consolarla. Come se le suggerisse di fuggire e non tornare più – o di restare, di dichiararsi, di baciare InuYasha e dirsi che sì, magari lui amava ancora Kikyo, ma che un giorno qualcosa sarebbe potuto cambiare.

«…mi fa male qui». Si posò la manca sul petto. «Fa male da morire».

Questa volta, il Goshinboku non rispose.

Non un ramo si mosse, non un uccellino cinguettò, non un soffio di vento sfiorò il viso di Kagome. Solo un rumore di passi, lontano, la fece trasalire.

«Ciao», biascicò la voce di InuYasha. «Ehm. Non hai ancora cambiato idea?».

Lo interruppe: «Cosa ci fai qui?».

«Beh». L’hanyou arrossì, imbarazzato, poi si portò una mano tra i capelli e si grattò la nuca – oh, Dio, era proprio adorabile quel bastardo! «Sango si è arrabbiata. E anche Miroku. E quel cretino di Shippo ha iniziato a piangere e…».

«E?», lo incitò.

«Non voglio che tu vada via», disse. «Non lo voglio io e non lo vuole nessuno, e tu devi essere davvero una sciocca, se hai deciso di andartene senza una ragione logica. Quindi, dato che abbiamo bisogno di te, gradirei che tu non te ne andassi».

A Kagome sfuggì una risatina divertita. Oh, Kami. Kami, Kami e ancora Kami, esiste un limite alla stupidità?

«Che c’è?», le chiese – nel frattempo le si era avvicinato, era a pochi centimetri da lei e la fissava. Kagome allungò una mano, decisa, e lui la strinse. «Oh», commentò. «Allora torni».

«Allora torno», confermò. Poi lo guardò, indecisa. Sorrise. «Allora torno».









[Noticine - 20/03/10]

Mi ero detta: questa storia non verrà mai - e dico mai - modificata. 

Me l'ero detta perché ero piccola, ingenua e, perché no, anche più spavalda. Credevo di aver scritto una cosa decente: a distanza di anni mi rendo conto di quanto effettivamente facesse schifo. XD

Ho tolto la dichiarazione, perché tremendamente OOC e oscenamente descritta, e ho mutato un po' la natura di questa What if?: forse non sarà più lovelove, ma credo si ben più piacevole da leggere. <3<3<3

Non ho revisionato chissà come. Non ho riscritto il tutto perché si confacesse ai miei standard odierni. Si tratta della mia prima storia, dannazione!, non potevo renderla un capolavoro (?)! XD Sarebbe stato come frodare voi poveri lettori, convincerli di essere un mito o chissà che! XDXDXD

Presto farò una nuova revisione a tutti i miei lavori, credo. Però prima aggiornerò BL e Fairytale. XD Beh, baci! <3

   
 
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