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Autore: Windofchange    20/07/2013    5 recensioni
Noel Gallagher odia il Natale. Soprattutto se pochi giorni prima sua figlia decide di sparire...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20.12.11


 
Siamo quasi a Natale e Sarah è uscita a comprare gli ultimi regali. A quanto dice lei, preferisce non avermi tra i piedi quando fa acquisti natalizi, dice che io con il mio malumore le rovino tutte le idee…sarà, ma io sta cosa del Natale l’ho sempre trovata un gran cazzata. Tutti in giro come pazzi affollati nei negozi alla ricerca di un ultimo regalo, come se si potessero comprare/ricevere regali solo a Natale…per carità, non fa proprio per me! Poi il Natale mi aveva sempre messo addosso una certa tristezza, non so neanch’io per quale motivo…forse perché non avevo mai passato delle feste natalizie molto felici, dopotutto.

Quindi, mentre Sarah è in giro insieme a tutta quella folla di assatanati, io me ne sto qui seduto sul mio divano, facendo zapping in tv e godendomi la tranquillità della casa, visto che anche i miei figli non ci sono. Appena finita la scuola, mia madre ha subito reclamato il suo ruolo di nonna e ha chiesto a me e a Sarah di lasciarle i bambini per qualche giorno…e così è stato. Staranno lì per 3-4 giorni, in fondo è giusto che anche lei se li goda un po’, durante l’anno tra la scuola e tutti gli impegni miei e di Sarah non riesce a vederli molto…e di questo un po’ mi dispiace. In più starcene tranquilli per qualche giorno non può che far del bene a me e a mia moglie.

Mi alzo dal divano per dirigermi in cucina, nonostante il freddo mi è venuta voglia di bermi una bella birra ghiacciata. La stappo e torno in salotto, stravaccandomi di nuovo sul divano per godermi un po’ di meritato riposo. Ma la pace non dura molto, il mio telefono suona e mi accorgo che è Meg.
Oh no, ti prego, non dirmi che mi chiama per farmi gli auguri di  Natale, non potrei sopportare una conversazione del genere in questo momento.
Controvoglia, rispondo.
-Ciao Meg-
-Noel, Anais è sparita-
Raddrizzo le orecchie un attimo, giusto per capire se ho sentito bene.
-Cosa?-
-Anais è sparita! Cazzo Noel, non sta da te?-
Mi alzo dal divano con ancora la birra in mano, confuso.
-No no, non è qui…ma come sparita?? Dove può essere andata? Perché non è con te?- cammino su e giù per il salotto, i pensieri cominciano ad offuscarmi la vista e non riesco a pensare a nulla di sensato.
-Non lo so, sono uscita due ore fa per fare una commissione e quando sono tornata non c’era più. Ho provato a chiamare tutti quelli che conosco ma non è da nessuno. Oh mio Dio Noel, e adesso?-
Posò la birra sul tavolo, portandomi la mano ghiacciata sulla fronte per riflettere.
-Senti, non allarmiamoci, in due ore non può essere andata molto lontana-
-Dici di chiamare la polizia?-
Non avevo un cazzo di voglia di chiamare la polizia, poiché già sapevo che questa notizia sarebbe finita su tutti i giornali, ma mia figlia era più importante di tutto il resto.
-Si Meg. Tu chiamala, io nel frattempo mi vesto e ti raggiungo ok?-
-Ok fai in fretta però-

Metto giù il telefono e corro in camera, mettendomi i primi jeans che mi capitano a tiro e un maglione preso a caso dall’armadio. Torno in salotto, mi metto il portafoglio in tasca, prendo il giubbotto dall’attaccapanni e uscendo chiamo mia madre.
-Pronto?-
-Mamma, sono io. Non ti voglio spaventare, ma non riusciamo più a trovare Anais, è da due ore che è sparita. Tu sai mica qualcosa??-
-Come non la trovate più???? Noel dovete cercarla!!! Oh mio Dio chissà dov’è quella povera bambina..-
-Mamma, per favore, tu non sai niente???-
-No se no ti avrei già chiamato no?? Oh Dio Noel, stai andando a cercarla?? Chiamate la polizia!!-
-Si mamma, l’abbiamo già fatto. Ora andiamo a cercarla, non può essere andata molto lontano-
-Ok fammi sapere appena sai qualcosa mi raccomando!!-
- Si mamma, tranquilla. I bambini stanno bene?-
-Si si loro stanno bene-
-Ok ti chiamo dopo, ciao-
Salgo sul taxi per raggiungere casa di Meg. Lei abita in pieno centro, quindi Anais potrebbe  andare ovunque. Il centro è pieno di negozi e vie che si intersecano una con l’altra, quindi trovarla non sarà per nulla così facile. Oh mio Dio, che cazzo di Natale di merda.

Scendo dal taxi e la trovo già sul marciapiede che mi aspetta, chiusa nel suo cappotto beige e una faccia preoccupatissima.
-Ah sei arrivato-
Mi viene incontro  e io inconsciamente la abbraccio, giusto per darle un po’ di sostegno morale. In fondo, anche se siamo separati, Anais è sempre nostra figlia. Lei si stacca e mi guarda dritto negli occhi.
-Ho chiamato la polizia, hanno già cominciato a cercarla. Gli ho dato i nostri numeri di telefono più quello di mia madre e tua madre. Appena hanno  qualche notizia ci chiamano-
Assorbo tutte le informazioni, ma con la testa mi sto già facendo un piano dei possibili posti in cui andare a  cercarla.
-Ok…andiamo ora e cerca di calmarti- Ci incamminiamo e io comincio a tampinarla di domande come uno di quei detective che si vedono nei telefim.
-Meg, non ti aveva detto se voleva qualcosa di preciso per Natale…che so, qualcosa che tu magari non volevi prenderle…-
-No Noel…-
-O magari avete litigato per qualcosa…ogni indizio può esserci utile, lo sai-
-No, anche la polizia me l’ha chiesto, ma non c’è niente che volesse e nessun motivo per il quale avesse voluto scappare di casa!!!- mi accorgo che ha alzato la voce in quella maniera stridula che odiavo tanto, allora cerco di calmarla.
-Ok, non fa niente, la cercheremo e la troveremo, tranquilla-
 


3 ore dopo

 
Di Anais nessuna traccia. L’abbiamo cercata in lungo e in largo, abbiamo chiamato le persone più disparate (ho scoperto che mia mamma ha pure chiamato Liam, il quale ovviamente non ne sapeva nulla) ma non c’è stato verso. La polizia sta continuando a cercarla, ma per il momento non hanno ancora scoperto nulla.
Possibile che nessuno abbia visto una ragazzina di undici anni?? Che cazzo di città di merda. Io sono affamato e ho il morale sotto terra. Sto cominciando a preoccuparmi davvero, ormai sono cinque ore che è andata via da casa…chissà dov’è in questo momento. Magari ha freddo, o è affamata, o qualcuno l’ha rapita. No, non devo pensare a queste cose. Devo cercare di essere positivo. C’è già Meg che ha pianto tutto il pomeriggio, quindi almeno io devo cercare di essere forte.
Abbiamo deciso di tornare ognuno a casa sua, ormai è buio ed è inutile continuare a cercare.
Appena apro la porta di casa sento la voce di Sarah che mi viene incontro.
-Amore, l’avete trovata?-
Mi abbraccia e io ricambio, perdendomi per un momento nel profumo dolce dei suoi capelli.
-No..-
-Ma non può essere andata chissà dove, ha solo undici anni!!-
-Lo so…ma l’abbiamo cercata ovunque e abbiamo chiesto a chiunque…nessuno l’ha vista…e io comincio a pensare al peggio…-
-No amore, vedrai che la troverete!! Anais è sveglia, sarà solo una ripicca tipica dei ragazzini della sua età…vieni in cucina che ti preparo qualcosa di caldo, sei tutto infreddolito-
La seguo e mi siedo su uno sgabello della cucina, aspettando che lei prepari il the per entrambi, ma la mia testa è da un’altra parte…dove può essere andata?? Dove???
-Tieni- Sarah mi mette una tazza fumante davanti, e io ero talmente assorto nei miei pensieri che non mi sono neanche accorto dei cinque minuti in cui lei ha preparato il the.
Mi prende una mano tra le sue, senza dire niente…il bello di lei è che ti sta vicino anche senza aver bisogno di parlare, e Dio solo sa quanto apprezzo questa sua dote.
-Vado a coricarmi di la, ho bisogno di rilassarmi un po’-

Non so quanto tempo passo coricato sul divano. Ho mandato un messaggio a Meg per avere novità ma nessuna notizia. Ho richiamato mia madre ma anche a lei la polizia non ha detto nulla. Mi stiro per sgranchirmi le gambe e guardo l’ora, le undici meno dieci. Mi alzo e vado a cecare Sarah: la trovo in camera che dorme, ancora vestita. Probabilmente deve essersi rilassata un attimo e si è addormentata. Prendo una coperta e la copro, dandole un leggero bacio sulla fronte.
DRIIN
Hanno suonato il campanello. Sarah dorme ancora, non ha sentito nulla. Con il cuore che mi martella nel petto vado a rispondere, pregando il cielo che sia mia figlia.
Afferro il citofono e dico quasi senza fiato –Si?-
-Sono Liam, esci-
Rimango lì fermo, incredulo e deluso.
-Liam? Cosa vuoi?-
-Esci un attimo-
Controvoglia, incazzato e amareggiato, prendo il giubbotto ed esco, attraversando il mio cortile. Perché non era lei?? Cazzo che giornata di merda!
Apro il portone e con mia grande sorpresa, oltre il mio cancello, vedo Liam con Anais in braccio che dorme sulla sua spalla.
-Anais!- Mi avvicino a lei, prendendole il viso tra le mani e riempiendola di baci, stando attento a non svegliarla. Manca poco che mi metto a piangere, ma non voglio farmi vedere da Liam.
Deglutisco, cercando di avere un tono di voce normale -Dove l’hai trovata??-
-E’ venuta da me. Mi ha citofonato a casa circa due ore fa-
-Perché non mi hai chiamato subito??- Siamo uno di fronte all’altro, e vedo la schiena di mia figlia che si alza e si abbassa ad ogni suo respiro.
-Volevo farlo ma lei non voleva. Allora le ho dato qualcosa da mangiare, poi ho aspettato che si addormentasse, sono salito su un taxi e te l’ho riportata.- Parlava come se quello che dicesse fosse la cosa più naturale del mondo. Sembrava quasi offeso.
-Devo avvertire Meg. Grazie al cielo sta bene..- Sospiro, chiudendo gli occhi un attimo per riprendermi dallo spavento di tutta la giornata. -Ti ha detto perché è scappata??-
-Si…dice che tu gli hai impedito di vedermi. E quindi lei voleva solo venire a trovarmi per farmi gli auguri di Natale, perché sua madre era d’accordo con te.-
Quella stronzetta di mia figlia. E’ andata a spiattellare tutto a suo zio. E’ molto sveglia, forse troppo per la sua età.
-Non gliel’ho impedito…- Non sapevo come dirglielo, e per di più mi sentivo un perfetto idiota, come se lui fosse un maniaco pervertito – gli ho solo detto che preferivo che non venisse a trovarti-
Liam annuì con la testa, come a dire che non c’era bisogno di andare avanti, che aveva capito.
Li guardo bene, e solo adesso capisco quanto Anais voglia bene a mio fratello. Lui è ancora lì, con lei in braccio come se fosse una cosa sua…e forse un po’ lo è davvero no? D’altronde, lui è lo zio, e non posso impedire a mia figlia di vedere suo zio solo per i nostri stupidi litigi…è da egoisti!
-Lo so che non te ne frega un cazzo dei miei consigli, ma non dovresti obbligare gli altri a fare le tue stesse scelte. Se tu hai deciso che non vuoi più vedermi, per  me va bene, ma non puoi imporre le tue decisioni a tutti-
Liam parla come se mi avesse letto nel pensiero, e cazzo, quanto mi costa ammettere che ha ragione.
Sminuisco il suo discorso con un flebile “si, forse hai ragione” e mi avvicino a lui per prendermi mia figlia.
-Dammela, la porto dentro..-
Ce la passiamo, mentre lei continua a dormire, ora appoggiandosi alla mia spalla.
-Io vado, buonanotte- dice Liam accarezzando i capelli ad Anais.
-Ok…ciao- vorrei dirgli grazie ma le parole non vogliono uscirmi.

Chiudo il portone dietro di me, percorro il cortile e poi, per fare più in fretta, appoggio Anais sul divano coprendola con una coperta.
Apro un cassetto della scrivania nella speranza di trovarla ancora li, sperando che Sarah non l’abbia spostata facendo le pulizie. La vedo, me la metto in tasca e torno indietro riaprendo la porta, poi mi metto a correre per tutto il cortile sperando che non sia troppo tardi.
Quando apro il portone lo vedo ancora, sta camminando in fondo alla mia via per dirigersi nella strada principale dove poter prendere una taxi.
-LIAM!- urlo, e lui per fortuna mi sente e si gira. Gli vado incontro, senza correre, cercando di riprendere un po’ di fiato. Cazzo, sono proprio fuori forma.
-Che c’è?- mi chiede Liam.
-Niente…volevo solo dirti grazie-
-Beh..prego-
Mi sento ufficialmente un cretino, sono corso fuori davvero solo per dirgli grazie?? Ci guardiamo, e lui sta li come ad aspettare che io dica qualcosa.
-Mi dispiace per quello che ti ha detto Anais, io non volevo impedirle di vederti…però…non so, forse avevo paura che rimanesse coinvolta nei nostri litigi…e lei deve restarne fuori-
-Si certo…sono d’accordo-
-E poi…volevo darti questo- Mi metto una mano in tasca, e tiro fuori la collanina di John Lennon che gli avevo regalato per i suoi 25 anni.
-Non me ne frega un cazzo se abbiamo litigato, questa è tua e te la tieni- gli prendo il palmo della mano e gliela appoggio sopra –prendila come regalo di Natale-
Liam è rimasto come pietrificato, ha un’espressione indecifrabile, come se non sapesse cosa dire. Poi fa un mezzo ghigno, guardando bene la collana tra le sue mani.
-Bei tempi questi eh, ancora ci facevamo i regali di Natale..- lui sorride, ma io noto lontano un miglio il suo sguardo malinconico…che poi forse è lo stesso che ho io.
-Già..-
-Non era il caso che me la ridassi indietro...però grazie lo stesso. Lo sai quanto mi è sempre piaciuta-
-Si, mi ricordo...comunque era un regalo, quindi appartiene a te-
Liam se la mette al collo, e io sono contento che sia tornata al legittimo propietario.
-Beh, allora io vado, dai un bacio ad Anais quando si sveglia da parte mia-
Ci stringiamo la mano per salutarci, ma io vorrei tanto trattenerlo e dirgli di non andarsene.

Rientro in casa, chiudendo la porta a chiave. Poi mi avvio in salotto, dove avevo lasciato mia figlia.
Dorme ancora beatamente, e io mi siedo accanto a lei, accarezzandole una guancia. Voglio restare qui a guardarla per tutta la notte.
Ancora non ci credo che è qui accanto a me. Ancora una volta, Liam ha reso il mio Natale più bello.
 


Lo so che non è proprio il momento di scrivere storie sul Natale, ma mi è venuta un'ispirazione improvvisa e ho deciso di non farmela scappare :)
Ringrazio già tutti coloro che recensiranno o che semplicemente la leggeranno...

Kiss kiss!!
  
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