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Autore: RumoreDiFavoleSpente    20/07/2013    1 recensioni
Bello vedere il mondo dall'alto, ottima cosa riuscire a mettersi nei panni dell'altro. Ma se gli altri non provano neanche a mettersi la tua sciarpa e tu inizi a odiare l'altezza?
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[...] "Perché la gente quando cammina guarda sempre per terra, non si ferma mai a guardare il cielo.
E quei pochi che lo fanno magari la notano e allora le possibilità sono due: un sorriso, uno sguardo trasognato e poi via, come se avessero visto una farfalla ma non avessero avuto il coraggio di prenderla per farle male o il cuore di provare a fermarla, casomai fosse stanca di sbattere le ali per farsi notare." [...]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non è mai troppo tardi se si chiede scusa con sincerità.
Non è mai troppo stupida una cosa detta se è detta credendoci.
Non c'è niente di sbagliato nel cercare di voler rimediare a un danno fatto.
Di sbagliato c'è spesso il modo in cui si tenta di farlo.
Mettersi nei panni dell'altro, questo è difficile.

Ma se ne vale la pena, io me li cucirei addosso, i panni dell'altro.”


Questo pensava Cheyanne, e lo pensava davvero.
Era la sua più grande forza ma anche un’enorme debolezza. Perché se lei faceva di tutto per mettersi nei panni dell’altro, non riceveva quasi mai lo stesso trattamento.
Non agiva mai senza pensare, non quando la cosa riguardava anche gli altri. Aveva sempre un pensiero per tutti, da un caffè dopo una notte travagliata a uno stupido giochino sul telefono per passare il pomeriggio sonnolento che non finiva mai.
E le rare volte che riceveva qualcosa, ringraziava come un viandante che trova un’oasi nel deserto. La prendevano per matta. Le dicevano “ma che sarà mai!”
Effettivamente il più delle volte non era niente, erano stupidaggini. Un lecca-lecca all’uscita di scuola, un giro diverso per vedere un negozio che tanto le piaceva. Piccole cose che sommate insieme per Cheyanne erano il respiro.

Viveva di dettagli. Di particolari e piccole cose.

Ma come faceva caso sempre alle piccole gioie della vita, aveva l’attenzione puntata anche sui piccoli dispiaceri. Una bugia maldetta, un rifiuto, una piccola promessa non mantenuta.

“Ci sentiamo presto e ci vediamo prima.” Le avevano detto. Per poi sparire senza motivazioni, tornando tempo dopo, come se niente fosse successo.

“Ti meriti solo la sincerità, e solo quella avrai da me” frase seguita da una fila infinita di bugie.

Cheyanne metteva sempre le mani avanti, era un libro aperto, faceva sempre capire com’era e cosa desiderava. Avvertiva per cercare di evitare ferite troppo profonde.

Non l’ascoltavano. Ogni persona faceva sempre l’eroe della situazione, giurava e prometteva per poi rendersi conto di non esserne all’altezza. L’eroe spariva e compariva il codardo fuggitivo. Tutte le persone scappavano quando capivano che in realtà Cheyanne non aveva e non avrebbe mai camminato alla loro altezza, sarebbe sempre stata oltre la loro testa, che l’unico motivo per cui l’avevano incontrata per strada era perché lei, lassù, si sentiva sola e allora scendeva a cercare un po’ di compagnia da poter portare in alto con lei.
Perché la gente quando cammina guarda sempre per terra, non si ferma mai a guardare il cielo.

E quei pochi che lo fanno magari la notano e allora le possibilità sono due: un sorriso, uno sguardo trasognato e poi via, come se avessero visto una farfalla ma non avessero avuto il coraggio di prenderla per farle male o il cuore di provare a fermarla, casomai fosse stanca di sbattere le ali per farsi notare. Oppure un attaccamento morboso a lei, così in alto da poter vedere le cose da un’altra prospettiva che a loro non era chiara o non capivano e allora veniva tirata giù, Cheyanne. Per cercare di farla camminare come i comuni mortali.
Ma non era per lei, un po’ accettava ma quando la gabbia era troppo stretta, apriva la porta e se ne andava, tornando in alto, sparendo per un po’.

Non era egoista, tutt’altro. Lei i panni degli altri, se li cuciva addosso davvero, tanto da scendere a compromessi con se stessa, da svendersi alla prima persona che sembrava interessarsi a lei.

Perché Cheyanne amava, Cheyanne credeva. Che ogni cosa potesse andare bene. Che ogni persona potesse avere un lato buono. Che se avesse fatto del bene agli altri, del bene sarebbe stato fatto a lei.

Ma non era ancora mai successo.

E adesso Cheyanne iniziava ad odiare l’altezza.








********

Ok, è un momento particolare per me questo, stanno cambiando delle cose nella mia vita e altre invece continuano a essere una dannata routine.
Spero di non avervi disgustato, non era mia intenzione.
Cercherò di diventare meno drammatica.
Intanto grazie per aver letto.

Shakalabumba°
  
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