Prologo
In
un’epoca
in cui il titolo di Re dei Pirati non era ancora stato coniato, il
miglior spadaccino
del mondo aveva un nome: Cyran Dagger, meglio conosciuto come Sir
Pugnale.
Cyran era quella che veniva considerata
un’autorità nel campo e ogni anno
decine di giovani aspiranti spadaccini si recavano presso la sua
abitazione,
situata su un’isola nel mare Meridionale, implorandolo
affinchè li prendesse
come allievi. Talvolta accoglieva le loro richieste, ma molto
più spesso li
rispediva a casa dicendo loro che mancavano delle qualità
essenziali per
divenire dei grandi spadaccini: la tempra morale, la volontà
di essere i
migliori e l’amore per ciò che rappresentava la
loro Arte.
In tanti
anni di visite non aveva mai incontrato un ragazzo come quello che gli
si
presentava davanti: viso glabro e dai tratti leggermente affilati,
capelli neri
come le ali di un corvo e occhi di un giallo innaturale e vagamente
inquietante. Non poteva avere più di diciannove anni, ma
aveva nello sguardo
quello che aveva cercato negli occhi di tutti i suoi allievi: una
specie di
fuoco, una determinazione bruciante.
- Come ti
chiami, ragazzo? –
- Mihawk,
Drakul Mihawk. –
Non lo
aveva chiamato maestro, come erano soliti fare coloro che speravano di
accattivarsene la simpatia, ed era una cosa che aveva apprezzato. Quel
ragazzo
veniva a chiedere il suo aiuto, ma non si sentiva inferiore a lui.
- Seguimi,
Mihawk dagli Occhi di Falco. –
Lesse lo
sconcerto in quelle iridi rapaci: se per il modo in cui lo aveva
chiamato o per
il fatto che gli avesse immediatamente accordato la sua benevolenza,
non
avrebbe saputo dirlo. S’incamminò facendo finta di
non aver notato il suo breve
momento d’incertezza.
Mihawk lo
seguì, osservando con pacato interesse il profilo del suo
maestro. Cyran aveva
all’incirca trentacinque anni, un fisico flessuoso che
tuttavia non nascondeva
i muscoli guizzanti, capelli color dell’oro zecchino e occhi
di un freddo color
ghiaccio; si muoveva con l’eleganza di un danzatore e quando
combatteva era
agile e imprevedibile come il vento.
- Ti sei
incantato, ragazzo? – domandò lo spadaccino con un
pizzico di sarcasmo.
Si riscosse
dalle sue considerazioni e lanciò un’occhiata al
luogo in cui l’aveva condotto:
era il giardino che si trovava sul retro della casa. Due giovani
adolescenti,
una ragazza dai capelli biondi e un ragazzo dai capelli rossi e
l’aria
divertita, stavano combattendo con entusiasmo. Cyran li interruppe con
un lieve
schiocco di dita.
- Erin,
Shanks, venite qui. –
I due
ubbidirono, una massaggiandosi la spalla con aria sofferente e
l’altro
scoccando occhiate incuriosite a Mihawk.
- Mihawk,
ti presento Erin la Sciabola e Shanks il Rosso. Ragazzi, da oggi avrete
un
nuovo compagno d’allenamenti. –
Shanks si
fece subito avanti, sorridendogli amichevolmente e porgendogli la mano.
Il moro
lo osservò con aria guardinga, come se non sapesse bene cosa
fare, poi ricambiò
la stretta. Erin si prese un paio di secondi per studiarlo,
ricordandogli il
modo in cui Cyran stesso lo aveva guardato. Solo in quel momento si
rese conto
della somiglianza che c’era tra la ragazza e il suo maestro.
-
Sei… -
- La figlia
di Cyran? Sì, ma non pensare che per questo io abbia un
trattamento di favore. –
precisò lei, continuando imperterrita a massaggiarsi la
spalla.
- Basta con
le chiacchiere, Erin, torna ad allenarti. –
La ragazza
alzò gli occhi al cielo, sbuffando e mormorando qualcosa che
assomigliava molto
ad un “Come avevo detto”.
- Shanks,
anche tu a lavoro. Mihawk, per oggi ti allenerai con me. –
ordinò Cyran,
portando la mano sull’elsa della sua spada e attendendo che
il suo nuovo
allievo prendesse posto e facesse lo stesso.
- La regola
è una sola: in allenamento si può ferire, ma i
colpi non devono essere mirati a
uccidere o menomare. –
Occhi di
falco annuì, facendo capire che aveva capito perfettamente e
che non aveva
nulla da ridire.
Cominciarono
l’incontro dopo un lieve cenno del capo, menando fendenti e
rispondendo con
parate decise. Mihawk sapeva muoversi bene, aveva una buona base su cui
lavorare, questo Cyran doveva riconoscerglielo, ma talvolta vibrava i
colpi con
troppa foga rischiando di sbilanciarsi. Fu proprio in una di queste
occasioni
che lo fece finire con il sedere per terra.
Bruciante
di umiliazione, si alzò in piedi e si scagliò
contro l’avversario; Cyran deviò
facilmente il colpo e, con un movimento rotatorio del polso, lo
disarmò. La
spada atterrò ad una decina di metri dai due combattenti.
- Va a
sbollire la rabbia, ragazzo. – gli ordinò,
porgendogli la lama e rinfoderando
la sua: l’allenamento era finito.
Mihawk
s’incamminò
a testa bassa in direzione della casa, deciso a trovare una stanza
libera in
cui sistemarsi e farsi una bella doccia gelata, che magari avrebbe
placato la
sua furia. Non era abituato ad essere battuto con quella
facilità, né ad essere
trattato con indifferenza dopo una sconfitta: l’umiliazione
era bruciante.
Spazio
autrice:
Eccomi con
la mia prima fanfic su One Piece, ovviamente non potevo non scrivere di
due dei
miei personaggi preferiti. Tanto per la cronaca, qui Shanks ha 15 anni,
Erin 17
e Mihawk 19. Erin è la figlia di Cyran mentre Shanks
è suo allievo da due anni.
Ho immaginato che i soprannomi dei tre ragazzi fossero stati dati loro
proprio
dal loro comune maestro. Bè, che dire, spero che la storia
vi piaccia e vi
incuriosisca, al prossimo capitolo.
Baci baci,
Eris Greengrass