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Autore: Wrong_And_Right    21/07/2013    3 recensioni
Mentre la Vecchia Capitale affronta la notte, popolata da redivivi, creature del presidio e idioti che non sono in grado di uscire di casa senza creare danni, i suoi eroi affrontano una missione che potrebbe lasciare alcuni di loro traumatizzati a vita.
Nei sotterranei della Cittadella, i cinque smandrappati affrontano il più grande terrore delle Nationes da cui provengono, testando il loro coraggio, raccontando storie che da piccoli li facevano nascondere sotto le coperte. Chi sarà il narratore migliore?
Genere: Comico, Generale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel Vandemberg, Bryce Vandemberg, Gil Morgan, Ross Granville, Stephen Eldrige
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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STORIE DI FANTASMI

 
Axel Vandemberg, o meglio, il capo della leggendaria Fratellanza delle Cinque Lune, camminava inquieto per le gallerie sotterranee della Vecchia Capitale. 
Compieta era passata da un pezzo quando Morton gli aveva consegnato un biglietto sigillato, informandolo che il Principe Bryce gli raccomandava di leggerlo e poi bruciarlo, per evitare che chiunque altro potesse venire a conoscenza del suo contenuto.
Il fratello lo invitava a raggiungere i restanti membri della Fratellanza, opportunamente mascherato, in una delle gallerie sottostanti la sede dei Frati Neri, ovvero la cattedrale di Black Friars. Gli comunicava inoltre che la missione da compiere era, testualmente, "un'operazione oscura che farebbe accapponare a molti la pelle e che affronto con il rischio di rovinare la piega perfetta con cui i capelli mi cadono sulle spalle, nonchè le mie unghie".
Axel, in parte incuriosito e in parte seccato per non poter passare a prendere la sua Eloise alla fine del suo turno all'ospedale della Misericordia, si era preparato di nascosto da tutti e aveva sfruttato uno dei passaggi segreti della Reggenza di Aldenor per raggiungere i sotterranei che si propagavano come una ragnatela sotto le fondamenta della Vecchia Capitale. 
Risaleva a anni prima il momento in cui aveva imparato a seguire quei percorsi senza perdersi e poteva solo rabbrividire al ricordo del tormento che provava in quei giorni, quando, seguendo un vecchio frate specializzato nell'uccidere vampiri o un redivivo dal comportamento alquanto ambiguo, si addestrava per uccidere... per ucciderla. 
Axel scosse la testa per scacciare quei pensieri molesti e concentrarsi piuttosto sulle voci fioche che sentiva ormai a poca distanza da lui e che era impossibile non riconoscere.
<< Secondo me si è perso >>, disse Gil Morgan, come fosse una semplice constatazione.
<< No, io dico che prima è andato a salutare Eloise e a prometterle che sarebbe tornato presto da lei >>, replicò Bryce, con l'aria annoiata.
Bryce, come prevedibile, stava osservando il suo riflesso nel piatto della lama; Gilbert Morgan era comodamente sdraiato sul freddo pavimento di pietra, probabilmente escogitando un nuovo modo di chiedere all'Onorabile Lara Degret di sposarlo; Ross Granville parlava sottovoce con Stephen Eldrige, che rispondeva a monosillabi e alzate di spalle. Tutti e quattro si trovavano in una larga nicchia scavata nella roccia.
<< Oppure è proprio qui e vi sta ascoltando >>.
Tutti si voltarono verso il punto da cui proveniva la sua voce, interrompendo ciò che stavano facendo.
<< No, mi sembra improbabile >>, scherzò Bryce, evidentemente molto allegro.
<< Allora, c'è un motivo preciso per cui mi avete fatto venire qui o posso tornarmene a casa? >>, domandò Axel, il cui umore era decisamente diverso quando si trovava lontano da Eloise.
<< Siediti, Van, ho avuto un'idea geniale >>, rispose Gilbert Morgan, indicando di sedersi accanto a lui.
<< Già questo mi preoccupa >>
<< Gilbert ha pensato che tu passi troppo tempo a preoccuparti per Eloise o per l'Ordine della Chiave >>, spiegò Bryce, << Quindi abbiamo deciso di passare una sera lontano da tutto, comprese ragazze, redivivi e idioti >>
<< Allora voi due dovreste andarvene >>, borbottò Axel rivolto al fratello e a Gil. << Apprezzo che vogliate aiutarmi, ma ho altro da fare >>, aggiunse poi, girando i tacchi per andarsene.
<< Non ti conviene >>, lo bloccò Stephen, con l'aria di chi non dava troppo peso alla faccenda. << Sto usando la strada che conduce all'esterno per testare uno dei miei nuovi esperimenti. Dovrebbe attivarsi più o meno adesso >>.
Axel ebbe la netta impressione che Eldrige stesse mentendo, ma decise di arrendersi, grato in fondo per il gesto degli amici.
<< Sentiamo >>, disse con un sospiro << Che idea hai avuto, Gil? >>
Gilbert Morgan mostrò un sorriso sornione e si sistemò meglio la maschera sul volto prima di parlare.
<< Storie dell'orrore, vecchio mio. Cosa c'è di meglio di rabbrividire per la paura in una serata tra amici? Tranne le ragazze, ovvio, ma ho pensato che Lady Eloise ci avrebbe uccisi tutti e tu saresti stato piuttosto contrario >>.
<< Ognuno di noi deve raccontare una storia che riguarda la Nazione da cui proviene, poi sceglieremo la migliore >>, terminò Ross.
<< Ross, amico, mi sembra una delle cose che potrebbero fare le tue cugine. Io e Bryce siamo entrambi Aldenorenses, come facciamo? >>, commentò Axel, appoggiandosi a una parete vicino al suo migliore amico.
<< Semplice, fratellino. Tu racconti una storia su Aldenor e io mi occupo della Vecchia Capitale. Morton mi ha parlato di avvenimenti piuttosto interessanti >>.
Era impossibile dimenticare che Morton, prima di venir nominato primo maggiordomo della Reggenza di Aldenor, lavorava presso una bottega di pompe funebri e ricordava meglio di chiunque altro tutti gli avvenimenti macabri della Vecchia Capitale. 
<< Questa è una delle idee più ridicole che abbia mai sentito... ma va bene, facciamolo >>, disse infine Axel, non troppo convinto. Lanciò anche uno sguardo sorpreso verso Stephen Eldrige, chiedendosi come avesse potuto accettare. 
<< Fantastico, comincio io >>, esclamò Gilbert Morgan, battendo le mani.
<< Sedetevi e preparatevi, perchè quella che sto per raccontarvi non è una semplice storia. Si tratta di un fatto realmente accaduto che si tramanda nella mia famiglia da generazioni >>, cominciò.
 
La mia è una famiglia di armatori e costruttori nel settore navale e tutti i Morgan imparano a costruire barche in tenera età. Era consuetudine, al tempo di cui parlo, che gare tra fratelli stabilissero chi aveva il diritto di avere la fetta maggiore dell'eredità del padre e tutti si impegnavano al massimo per ottenere il premio e la gloria. Si trattava di costruire una semplice barca a remi, ma di farlo nel modo migliore, con il legno più pregiato, le rifiniture più elaborate, lo scafo e la prua più solidi e resistenti. Per i partecipanti era un momento estremamente importante della propria vita e tutti prendevano la competizione con serietà assoluta. 
Un mio pro-prozio, Nathan Morgan, aveva la ferma intenzione di non permettere ai suoi fratelli minori di acquistare un prestigio più alto all'interno della famiglia, era disposto a utilizzare ogni mezzo per vincere. 
Nathan pensava che la sua abilità da sola non bastasse; era necessario utilizzare un legno pregiato e resistente allo stesso tempo. 
Cresceva allora, al limitare di un cimitero, una quercia il cui legno rispondeva a queste caratteristiche. Il mio antenato era immune alla superstizione e ignorò le leggende che raccontavano che le radici di questo albero affondassero nella tomba di una strega malvagia. La donna, accusata di omicidi e rapimenti, era stata condannato al rogo e, in punto di morte, aveva lanciato una maledizione, dicendo che, con quel gesto, avevano condannato decine di uomini a morire tra le fiamme. 
Nathan, aiutato da alcuni amici, abbattè la quercia e ne usò il legno per costruire la barca. Il rimanente lo depositò nella legnaia della sua casa.
Una sera, dopo essersi assicurato che la barca fosse pronta e perfetta, Nathan convocò i due fratelli minori e li convinse ad assistere all'inaugurazione, nonchè alla sua vittoria. Saltò su uno dei sedili imbottiti di cui aveva fornito la sua creatura e cominciò a remare. Prese il largo, allontanandosi dalla riva e godendosi le occhiate dei fratelli che percepiva ferme sulla propria schiena. Quando si voltò però vide volti terrorizzati e finalmente alle sue orecchie giunsero le grida che lo esortavano a fare attenzione. 
Cercò con lo sguardo la fonte della loro preoccupazione e infine notò una colonna di fumo, prima sottile, poi sempre più densa.
La barca stava andando a fuoco.
Nathan si sporse dal parapetto per tentare di spegnere con l'acqua del mare il principio di incendio che si era scatenato sulla fiancata del mezzo, ma il tentativo fu inutile.
L'acqua, invece che domare le fiamme, sembrava alimentarle e ben presto Nathan capì che era troppo tardi. Lanciò un ultimo sguardo ai suoi fratelli, poi il suo corpo cominciò a bruciare.
I due rimasti sul molo osservarono sconvolti la vampata che portò via Nathan, lasciando però la barca completamente intatta. Dopo qualche attimo le fiamme si spensero spontaneamente, proprio come si erano accese.
I due fratelli, increduli e spaventati, corsero a casa per dare la triste notizia.
Al posto della loro abitazione però trovarono un cumulo di macerie carbonizzate; ogni mobile, ogni abito, ogni persona era scomparsa senza lasciare altre tracce che non fossero cenere o schegge d'ossa umane. In quella che una volta era la legnaia, tra la cenere, spiccavano alcuni ceppi di legno completamente integri. 
I due fratelli, sconvolti e distrutti dal dolore, si affrettarono a seppellirli e a raccomandare le proprie vita agli dei. 
Si dice che la barca a remi invece solchi ancora le acque della Nationes, indomabile e indistruttitbile. Qualche volta, un ignaro sventurato sparisce nel nulla, inghiottito dalle fiamme mentre prova ad attraversare un fiume su una piccola imbarcazione trovata per caso. 
 
<< Allora, che ne pensate? >>, Gilbert Morgan squadrò i compagni e le loro reazioni.
Ross aveva ascoltato con attenzione per tutto il tempo, ma forse più per educazione che per autentico interesse; Stephen ripeteva mentalmente alcune parole della storia per trovare una spiegazione scientifica ai fatti o, più probabilmente, per catalogarla come semplice superstizione; Axel sembrava assorto in pensieri remoti, stava immaginando cosa avrebbe detto Eloise, impressionabile com'era, a sentir narrare un simile racconto; Bryce invece appariva realmente colpito.
<< Non salirò mai più su una barca a remi, promesso. Se il mio corpo scomparisse nel nulla, avrei sprecato tanto tempo a organizzare la mia sepoltura inutilmente >>, commentò.
<< Grazie, Bryce, almeno tu mi fai sentire ascoltato. Vediamo se voi sapete fare di meglio >>
 
 
N.d.A.
 
Salve a tutti, concittadini della Vecchia Capitale!
Questa è la mia seconda storia in questo fandom ed è, diciamo, un esperimento personale, visto che è leggermente diversa dalle altre ff che ho scritto. Premetto che non sono particolarmente soddisfatta del racconto di Gil, ma ho già pronto un secondo capitolo che mi piace molto di più e spero di pubblicare in fretta. Nel frattempo, vorrei le vostre opinioni, sulla storia in generale, sul capitolo, su quello che volete. 
Vorrei specificare che ho scritto questa ff prima dell'uscita dell'Ordine della Croce, quindi potrebbero esserci incongruenze con la trama generale. 
Alla prossima, amanti di Black Friars, spero di sentire i vostri commenti!
P.s. dopo innumerevoli tentativi, sono arrivata alla conclusione che descrivere il mio immenso amore per i cinque smandrappati (Axel, amore miooo!), Gabriel, l'intero mondo di Black Friars e, soprattutto, per la Lady Creatrice è praticamente impossibile!
   
 
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