Perché le punizioni dei padri devono ricadere sui figli? Questo era ciò che si chiedeva in quel momento Narfi, figlio di Loki. Era giovane, Narfi. Anzi, era decisamente piccolo.

Eppure gli dei avevano sentenziato una punizione enorme per loro.

Suo padre era stato punito, costretto a qualcosa che né Narfi né il gemello, Vali, conoscevano. Eppure anche loro erano stati puniti.

La loro famiglia si stava sfaldando. Come il suo corpo, si ritrovò a pensare Narfi, avvertendo il suo corpo distruggersi come se non fosse effettivamente il suo. Aveva la mente annebbiata.

Il suo corpo si ricompose, e allora la mente del piccolo si snebbiò. Narfi urlò per l'immenso dolore che stava provando. Udì a malapena il dolore nel pianto di sua madre. C'era qualcosa che sovrastava tutto. Era... un ringhio. No, non un ringhio. Il SUO ringhio.

Il suo corpo non era più il suo. Era quello di un lupo, esattamente come Fenrir, il suo fratellastro.

Le zampe di quel lupo si mossero senza che Narfi avesse fatto nulla. La bocca si aprì in un altro ringhio, ma stavolta... stavolta era diretto a qualcuno in particolare.

«Na...Narfi...»

La voce di Vali era pallida, cercava di non far trapelare il terrore che lo invadeva.

'Vali! Vali! Fratello! Vali!'

Narfi si agitò, incatenato contro l'anima dell'animale. Voleva correre da Vali e abbracciarlo, stringerlo come facevano sempre, e scappare per portarlo in salvo. Ma in salvo da cosa? Da se stesso.

Il ringhio del lupo che Narfi era diventato era diretto contro il gemello, contro il suo adorato Vali.

'No... No, no, no! Ti prego Odino, non farmi questo!'

L'urlo di Vali distrusse Narfi. Lo mandò in pezzi, come uno specchio che cade a terra e viene calpestato. Le lacrime sul volto di Vali mentre il lupo affondava i denti nella carne tenera, erano le stesse sul volto di Narfi, recluso nel profondo del corpo della belva, senza poter uscire, senza poter salvare il fratello.

Gli Dei sono crudeli. Non bastava punire il padre. Dovevano punire anche i figli.

«Guarda Loki! Tuo figlio uccide suo fratello, e con le sue viscere faremo le tue catene!»

La voce tonante di odino non fece che aumentare le lacrime del piccolo Narfi. Allora era questo.

'PERCHÈ? PERCHÈ PROPRIO VÀLI?'

Ma nessuno sentiva la sua voce terrorizzata, furiosa e colma di rancore. No... No, doveva riuscire a chiedere perdono al fratello!

Quando strappò le braccia dalle catene che lo legavano al lupo, il dolore fu inimmaginabile. Ma a Narfi non importava. Narfi voleva non solo quel dolore, voleva tutto il dolore che il sangue di Vàli che si spandeva nella sala esprimeva.

Non riuscì a prendere il controllo del lupo. Il controllo lo aveva Odino. Sapeva che se fosse stato in grado di muoversi da solo. Narfi non avrebbe mai toccato Vali, ma anzi, avrebbe attaccato Odino stesso.

Le catene lo imprigionarono di nuovo, come animate da volontà propria. E Narfi urlò, urlò disperato insieme a Vali, notando a malapena le grosse lacrime che scendevano dal muso del lupo e lavavano via il sangue che ricopriva Vàli, il padre che teneva il piccolo corpo morto tra le braccia, e la madre distrutta.

'Perdonami, fratello.'

'gli dei sono crudeli, fratello.'

'Ti amo tanto, fratello.'


N.d.A.
benvenuti! e questa è la mia seconda one shot sulla mitologia norrena e sulla famiglia di Loki! la prossima sarà meno drammatica delle prime due, ve lo giuro.
Ho sempre trovato la storia di Narfi e Vali molto tragica, e oggi (che sono depressa) mi sono detta "Dai, entriamo nella tristezza più nera scrivendo di quei due poveri disgraziati" ^^"
non sto bene *si picchietta la tempia*
spero vi sia piaciuta, se volete lasciarmi una recensione, mi farebbe molto piacere <3
-LSDS