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Autore: Ink_    21/07/2013    1 recensioni
[FirstRe-Meeting!AU | Pre-Pepperony | Pepper!centric]
#1. Normality -Si dice che si colga il valore di qualcosa solo dopo averlo perso e Pepper Potts aveva avuto l’occasione di provarlo sulla propria pelle. 
#2. Hurricane -«Ad essere sincero, signorina Potts, tutta questa confidenza non mi dispiace per niente»
#3. Sweet Dream -«Pepper io ti … ti-» così le aveva detto, ci aveva provato, davvero e lei l’aveva capito, sapeva che tipo era Tony e non voleva costringerlo «Anche io Tony»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Mi duole dirlo, ma i personaggi trattai non sono di mia proprietà, appartengono alla Marvel ed io non ne ricavo nulla, se non qualche recensione e un botto di feels
Avvertimenti: La storia era già stata pubblicata col vecchio account, in seguito alla cancellazione anche la ff era andata cancellata. Ma la sottoscritta si è resa conto che la storia non era poi così male e ha deciso di ripubblicarla, aggiornata e sistemata.
Io sono malvagia, è un avvertimento serio, tenetelo a mente ;)
Note: FirstRe-Meeting!AU; ambientato durante IM 1; pre-Pepperony. Pepper!centric
Il titolo della storia è tratto dalla fanart sottostante, non conosco l’autore, ma costui ne detiene tutti i diritti.
 
 

I would give my soul to have you back

 {but I didn’t sign nothing}

 

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Normality
 

 
Osservava il cielo in attesa di veder comparire il jet che avrebbe riportato in patria il celebre gentlemen Tony Stark. Se ne stava lì, nel bel mezzo della pista d’atterraggio, impeccabile nel suo completo scuro, Happy alle sue spalle, pronto con l’auto per riportare Tony ai suoi doveri e nel frattempo pensava. Ripensava a quei tre mesi che aveva dovuto affrontare in sua assenza, all’inferno che aveva passato, perché ormai doveva ammetterlo, le era mancato terribilmente, si dice che si colga il valore di qualcosa solo dopo averlo perso e Pepper Potts aveva avuto l’occasione di provarlo sulla propria pelle. Erano stati i tre mesi più lunghi della sua carriera, della sua vita. Inizialmente non ci aveva dato peso, Tony di certo non brillava per la sua puntualità e non si era sorpresa più tanto, poi la grande notizia: “Anthony Edward Stark, celebre ereditario delle rinomate Stark Industries è stato fatto prigioniero in Afghanistan dopo un’imboscata alla sua scorta. Il governo è sulle sue tracce,è stato comunque deciso di non rivelare ulteriori informazioni”. In quel momento, nella quiete di Villa Stark, Pepper aveva sentito la terra mancarle sotto i piedi, il cielo caderle sulla testa, ogni sua preoccupazione era crollata come un futile castello di carte, lasciando spazio solo alla preoccupazione e alla confusione più totale.

Fatto prigioniero. Era solo, in pericolo, Dio solo sa dove, ma la domanda che premeva maggiormente nella sua mente era: perché? Per chiedere un riscatto? A che scopo poi? Il miliardario era luie i soli erano suoi, nessuno poteva prelevarli se non lui. La spiegazione più plausibile secondo la donna, era lo scopo bellico, dopo tutto era andato in Afghanistan per una presentazione di armi e quella terra era devastata dalla guerra, questo la portò al pensiero successivo, il più terribile, quello che l’avrebbe ossessionata e angosciata in quel torrido periodo: non rivelare ulteriori informazioni. Avrebbero tenuto tutto all’oscuro, sinonimo che era successo qualcosa di davvero grosso, ma cosa più importante, lei non avrebbe potuto avere sue notizie. In un primo momento di panico suo e generale, non aveva nemmeno avuto modo di rendersi  davveroconto di quello che era successo, venne sommersa dal lavoro, dai giornalisti e da scomode domande a cui non sapeva come rispondere. In assenza del signor Stark le redini dell’azienda erano nelle sue mani. Ma come sempre passare dei giorni quella nuova ed appetitosa notizia venne messa da parte ma Pepper non seguì l’esempio dei suoi concittadini, alleggerita dai suoi impegni burocratici riuscì finalmente a prendere contatto con la realtà. Le era sembrato tutto così irreale, quasi impossibile, Tony non poteva davvero essere scomparso nel deserto,non poteva davvero aver lasciato l’azienda, non poteva davvero aver lasciato lei. Virginia Pepper Potts non era mai stata una persona egoista, ma questa volta l’unica cosa che le importava era lei stessa. Come avrebbe fatto senza di lui? Come avrebbe fatto luisenza di lei? Si sentiva terribilmente sola, sentiva un buco nel petto, un peso che non riusciva a scacciare e se era vero che Pepper sapeva ogni cosa,sapeva di cosa aveva bisogno: Tony. Per quanto  le costasse ammetterlo aveva bisogno di lui, almeno quanto lei aveva avuto bisogno di lei in tutti quegli anni, non se n’era resa conto subito, presa com’era dal lavoro, ma quando tornava alla Villa e si trovava a vagare nel silenzio che l’avvolgeva, le sembrava assurdo non sentire il suono martellante delle casse giù in laboratorio o l’occasionale esplosione di qualche prototipo o i rimproveri dell’uomo al povero Ferro Vecchio. Tanti piccoli particolari che erano entrati a far parte della sua routine; le sembrava quasi di trovarsi in un’altra casa a volte e alla fine aveva davvero cambiato casa, era tornata dai suoi genitori, al sicuro tra le quattro mura della sua camera, protetta dai suoni famigliari  che animavano la casa di campagna. A volte si trovava a singhiozzare, svegliandosi nel cuore della notte con le guance umide di lacrime e un grido bloccato in gola. Ora sarebbe tornato tutto alla normalità,normalità alla Stark, s’intende.

Trattenne a stento un grido di gioia quando notò gli addetti organizzare l’atterraggio, cercò di darsi un contegno e riprese il suo ruolo di perfetta segretaria di un imperfetto miliardario. Sorrise gioviale quando il jet comparve nel cielo, scacciando velocemente le lacrime che le rigavano il viso, era meraviglioso dopo tutto quello che aveva passato poter piangere lacrime di gioia. Il jet atterrò sulla pista,spalancando la porta e lo vide, aveva il braccio appeso ad un tutore blu, diversi graffi e lividi sul viso  e il cuore le si strinse in una morsa nel vederlo in quello stato, rifiutò di salire sulla barella e Pepper si appuntò mentalmente di costringerlo ad andare all’ospedale, camminava elegantemente verso di lei,lentamente, troppolentamente, tanto che Pepper si ritrovò a pensare poco cordialmente “Ti vuoi muovere?!” tant’era impaziente. La distanza che li separava  sembrava insormontabile e Tony continuava a camminare come se avesse tutto il tempo del mondo mentre lei fremeva per riabbracciarlo e allora lo fece,lasciò cadere in terra la cartellina e si precipitò fra le braccia dell’uomo. Tony, come Rhodey e tutti i presenti, rimase alquanto stupito dall’insolito comportamento dell’assistente, non era insolito che una donna cadesse fra le sue braccia, ma Pepper? Non che gli dispiacesse, ovviamente. Superato lo stupore iniziale si decise a cingere la vita dell’assistente con il braccio sano, accarezzandole la schiena  per calmare i singhiozzi che la scuotevano, perché per quante lacrime Pepper Potts avesse versato,gliene rimanevano ancora molte che non aveva avuto il coraggio di piangere 
«Pepper … » mormorò piano Tony, la sua voce, la sua bellissima voce che le sussurrava il suo nome all’orecchio, strinse maggiormente la presa sul busto dell’uomo, nascondendo  il viso nella sua spalla, respirando a pieni polmoni quel profumo che lo caratterizzava, ma c’era qualcosa di diverso: sangue, sabbia, ferro e lui.Si era portato dietro l’odore dell’Afghanistan, delle torture e della prigionia, certamente non se lo sarebbe tolto per molto tempo, ma questo non le importava ora, avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, anche cacciare di casa una squadra di escort tutte le mattine se fosse stato necessario, beh magari non cosìtanto. Mentre Pepper rifletteva su come avrebbe gestito la situazione se si fosse trovata di fronte  una squadra di conigliette, anche Tony aveva affondato il viso nei capelli ramati della donna, inebriandosi di quel profumo paradisiaco che gli era mancato così tanto in quel periodo d’isolamento. Gli era mancata terribilmente, tutto di lei gli era mancato a cominciare dal suo profumo inconfondibile alle sue sfuriate

«Le sono mancato signorina Potts?» mormorò. La diretta interessata s’irrigidì e lasciò la presa sul collo della coniglietta per metterla su quello di una persona ben più reale.

«Mancato?» chiese quella ironicamente, sciolse l’abbraccio distanziandosi di quel tanto che bastava a guardare Tony negli occhi e lui ricordò perfettamente quello sguardo assassino. Tutto intorno a loro era immobile nessuno osava muovere un muscolo, attendendo la prossima mossa di Pepper.

La quiete prima della tempesta.

Beh, forse no, le sue sfuriate non gli erano mancate poi così tanto.

 

 

Hurricane

 
«Mancato?!»  ripeté mentre chiazze rosse le dipingevano le guance «Pensavo che leifosse mancato!» abbaiò

«Ma Peps … »

«Ha la più pallida idea di quello che ho passato?! Eh?!»

«Pepper … »

«Mi sono ritrovata in mano un’intera azienda! Sono stata attaccata da media e giornalisti!»

«Signorina Potts …»

«E sono stata bersaglio di critiche fino al suo prodigioso ritorno “Perché la signorina Potts non ha le qualifiche necessarie per mandare avanti le Stark Industries!»

«Virginia!»

«Che c’è?!»

«Si rende conto che mi sta accusando per colpe che non ho?»

«Colpe che non ha?!»

«Sono stato fatto prigioniero!»

«Tre mesi! Tre mesi dannazione, senza uno straccio di notizia! Non sapevo nemmeno se era vivo o morto!»

«Ero rinchiuso in una grotta!»

«Non mi importa! Se tu non avessi fatto di testa tua come al solito, e fossi salito sulla “Depresso Mobile”, magari tutto questo non sarebbe successo!» urlò allo stremo, tralasciando persino le buone maniere che le imponevano di dare del “lei” a quello sciagurato del suo capo.

«E lei come … » sussurrò lanciando un’occhiata omicida a Rhodes,che sembrò più imbarazzato di quanto già fosse e appuntandosi mentalmente di farlo retrocedere di grado, come non lo sapeva ancora,ma l’avrebbe fatto eccome «Lo so e basta!» urlò Pepper che non aveva ancora consumato tutta la sua rabbia repressa, era sciocco da parte sua prendersela con Tony che di tutta quella faccenda era l’indiscussa vittima «E allora saprà che non è stata colpa mia se sono stato rapito e torturato!» urlò l’uomo perdendo la pazienza e pentendosi subito di ciò che aveva detto

«Torturato?» mormorò Pepper in un sussurrò con gli occhi offuscati dalle lacrime «Dannazione! Avrebbero potuto ucciderla!» urlò la donna attingendo alla furia scatenata da quell’ultima rivelazione

 «Se ne rende conto?!»

Anche Tony fumava di rabbia, certo che se ne rendeva conto! Aveva convissuto tre mesi con la consapevolezza che sarebbe potuto morire da un  momento all’altro e la sua paura non era stata la morte, ma il pensiero di non poterla più rivedere, di non poterle dire addio, non se lo sarebbe mai potuto perdonare. Lei era stata l’unica ragione per cui aveva combattuto, per cui era scappato, per cui aveva mentito, perché qualcuno da cui tornare lui ce l’aveva eccome, solo per rivederla ed ora che era tornato da lei, per lei, veniva aggredito a quel modo? Non se lo meritava di certo.

«Si me ne rendo conto!»

«No! Non che non se ne rende conto! Perché se l’avesse capito saprebbe quanto la sua assenza sia stata dolorosa!»

«E per chi?!»

«Per me!» urlò a pieni polmoni, scoppiando definitivamente in lacrime. Tony rimase immobile, spiazzato da quella risposta e fu allora che la vide, la devastazionenegli occhi di Pepper, il sollievo nel vederlo sano e salvo, finalmente al sicuro. E si sentì un mostro, si sentì terribilmente in colpa -sciocco da parte sua visto che aveva  affermato lui stesso di non averne- per averla fatta soffrire, per averla lasciata sola; le si avvicinò di mezzo passo colmando lo spazio che li separava, stringendola forte tra le braccia.
«Mi dispiace,ti chiedo scusa Pepper io … » Scusa? Tony Stark le stava chiedendo “scusa”? doveva piangere più spesso se serviva a tirar fuori il suo lato umile! 
«Perché si sta scusando?» domandò la donna, la voce ancora leggermente incrinata «Non è nemmeno colpa sua»

«Allora lo ammette!» esclamò Tony trionfante; Pepper scosse la testa divertita, lasciandosi però cullare dal suo semi abbraccio, finalmente al sicuro. Rimasero lì, abbracciati nel bel mezzo della pista d’atterraggio, incuranti di tutto e di tutti, fu Pepper a spezzare il silenzio «E comunque sì, mi sei mancato» disse causando uno scoppio d’ilarità da parte dell’eccentrico miliardario

«Anche tu mi sei mancata» sussurrò Tony

«Davvero?» chiese sorpresa Pepper scostandosi per guardarlo negli occhi

«Certo!» disse quello punto sul vivo dall’incredulità della donna «Non hai idea di quanto tu sia importante per me e non solo come assistente. Sono stati i mesi peggiori della mia vita quelli che ho passato senza di lei, il pensiero di non poterti più rivedere o di non poter più sentire il suono della tua voce … mi spezzava il cuore» disse guardandola negli occhi

«Allora anche il signor Stark ha un cuore, da qualche parte» mormorò divertita, cercando di nascondere con l’ironia l’emozione che quelle parole le avevano suscitato.

Anche Tony rise


«Il “signor Stark”? Che fine ha fatto il caro vecchio “Tony”?» domandò avvicinandosi ulteriormente a lei

«Non le sembra troppo confidenziale, signor Stark

«Ad essere sincero, signorina Potts, tutta questa confidenza non mi dispiace per niente» mormorò negli occhi azzurri, alternando le sue iridi alle sue labbra sempre più vicine

«Alt!» esclamò Pepper mettendo una mano davanti alla bocca di Tony, che si ritrovò a baciare le sue dita. Pepper si voltò verso il colonnello che se ne stava a qualche metro da loro, particolarmente interessato alla forma delle nuvole «Il signor Stark sarà anche abituato ai riflettori, ma io pretendo una certa privacy, perciò sciò! Via! Aria! Sparite!» ordinò e chiunque si trovasse nel raggio di un chilometro si apprestò a seguire gli ordini. Pepper sorrise soddisfatta e così Tony che staccò finalmente le labbra dalle sue dita per poggiarle sulla fronte della donna

«Meglio?» chiese Tony divertito

«Molto meglio» concordò Pepper unendo la sua bocca con quella dell’uomo in un bacio tanto agognato

«Decisamentemeglio» precisò quando si divisero

«Scusami se ti ho fatto aspettare tanto» sussurrò Tony poggiando la fronte su quella di Pepper

 «Sono certa che saprai come farti perdonare» mormorò prima di riunire le loro labbra in un bacio.

 

 

 
Sweet Dream

 
Eccome se si era fatto perdonare! Considerò Pepper sistemando meglio le lenzuola tra le quali aveva appena vissuto la più bella notte della sua vita. Era strano, per una volta era lei quella che si rotolava tra le lenzuola di Tony Stark e non quella che cacciava l’ennesima conquista del suo capo dopo una  maratona di sesso durata fino all’alba. Ecco qual’era la principale differenza: lei e Tony non avevano fatto sesso, loro avevano fatto l’amore. Sì, l’amore, come quello che si erano scambiati tutta la notte, come quello che si erano confessati l’uno nelle braccia dell’altro.

Amore vero, dolce e sincero, amore rosso, fatto di baci e ansimi nell’oscurità.

Si amavano, non era stato così difficile ammetterlo, l’avevano fatto a modo loro, alla fine. E adesso Pepper se ne stava lì nel letto, a fissare il soffitto con un sorrisino sulle labbra, mentre ripensava alla notte che ancora non si era conclusa; Tony dormiva beatamente col capo appoggiato al suo seno, cullato dal respiro regolare di Pepper, respirò piano il suo odore, l’odore della sabbia, del sangue e del metallo, l’odore di lui. Aveva finito per amare quella fragranza che le si era impressa addosso e dentro, ma soprattutto sulle labbra, dove aleggiava un vago sentore di sabbia. Gli accarezzò piano i capelli scompigliandoli e il suo sorriso si ampliò, ora capiva perché quel branco di oche, quali le amichettedi Tony facevano a gara per andare a letto con lui, insomma ne valeva davvero la pena! Sapeva essere il più dolce degli amanti, almeno secondo Pepper che di pietre di paragone non ne aveva così tante, strinse più forte il corpo dell’uomo al ricordo delle sue carezze, delicate come la seta, delle sue mani e delle sue labbra, ovunque su di lei e quel bacio, quel bacio che le aveva regalato quando l’aveva fatta sua.

«Pepper io ti … ti-» così le aveva detto, ci aveva provato, davvero e lei l’aveva capito, sapeva che tipo era Tony e non voleva costringerlo

«Anche io Tony» gli aveva sussurrato e lui le aveva sorriso, ringraziandola per l’aiuto, perché l’aveva capito, ma non senza un lampo di rabbia per non essere riuscito a dichiararsi, ma a Pepper non importava, sapeva cosa provava Tony e sapeva cosa provava lei e le andava bene così, tante donne potevano vantarsi di essere andate a letto con Tony Stark, ma quante potevano affermare di essere state amateda lui?

E questa piccola vittoria Pepper poteva anche concedersela.
 
 

 

«Uhm. Ha gli occhi rossi, lacrime per il suo capo scomparso?» Tony era di fronte a lei, lo sguardo indagatore, un tutore per la spalla e qualche graffio sul volto, Pepper sbatté le palpebre riprendendosi da quel sogno ad occhi aperti, tanto bello quanto impossibile e sorrise

«Lacrime di gioia» disse istintivamente «odio cercare altri lavori»

«La vacanza è finita» le rispose Tony, scosse la testa e lo seguì.

Si passò la lingua sulle labbra e poté giurare che sapessero di sabbia.

 

THE END

 
________

Che aveva letto la storia alla prima pubblicazione sapeva cosa aspettarsi, per chi l’avesse scoperta ora, beh *patpatta and feed with pie*

E’ crudele da parte mia costruirvi una bella scenetta, abbracci, baci e battibecchi … E SBAAAAAAM! E’ tutto frutto dell’immaginazione di Pepper, ma non ho potuto farne a meno, alla fine il mio vero obbiettivo non era raccontarvi cosa sarebbe potuto succedere al ritorno di Tony, bensì cosa secondo Pepper sarebbe potuto succedere.

Odiatemi pure xD

Questo comunque spiega il perché della mancanza del reattore arc, non se qualcuno di voi se l’è chiesto, ma mentre facevano l’amore (*^*) Virginia avrebbe dovuto accorgersi del fatto che Tony avesse una lampadina piantata nel bel mezzo del torace! Mi sono posta anche io il problema, poi mi sono ricordata che Pepper non sapeva del reattore, quindi, no problem!

Riguardo a quel piccolo passaggio “amore-sesso” ci tenevo particolarmente a svilupparlo, perché la loro differenza è una cosa di cui sono fortemente convinta. Parlando in specifico dell’amore, beh, davvero avrei voluto far dire a Tony le sacrosante parole “Pepper io ti amo”, ma no. Sì, certo, perché no? Perché no! xD dopotutto è di Tony che stiamo parlando e così su due piedi non mi sembrava ancora il momento. Anche se ha capito da un po’ quanto la sua assistente sia importante per lui, a proposito, vi siete accorti che nel film, dopo che il nostro Iron Man si rifiuta di costruire il missile Gerico,viene torturato –per così dire- e viene immerso nell’acqua, beh se ci fate caso si sente la voce di Pepper che urla “Tony!”! Io non lo sapevo *O* quando me ne sono ressa conto mi sono data al fangirlin  più estremo ^^

‘key :D

 

Hope you liked,
hope you review,
remember how much Ink loves you!
 

   
 
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