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Autore: LADY ROSIEL    22/07/2013    3 recensioni
{ WonHae ~ Focused ~ LIEVI ACCENNI: EunHae ed EunSiHae. }
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Quel triangolo che le fans chiamavano: “EunSiHae” non era altro che l’ennesima prova di Siwon, per conquistarsi le attenzioni del coetaneo. Monopolizzando l’attenzione su di sé, offuscando per qualche secondo la luce brillante che avvolgeva HyukJae, uno dei suoi più cari amici.
Più si perdeva a scorgere la bellezza unica di quelle due iridi scure, più la verità – quella che aveva confinato lontano dal cuore – gli sopraggiungeva contro.
Lo strinse a sé, cercando in qualche modo di consolarlo, sebbene consapevole che la sua sola vicinanza non faceva altro che ferirlo maggiormente.
Un pungente richiamo alle loro spalle li fece brevemente trasalire. Le nocche di Leeteuk-hyung rintoccando sulla porta, risuonarono aspramente nell’aria, con la stessa forza che avrebbe potuto avere una finestra scossa dal vento.
Era stato così sincero da trafiggerlo con la sola forza dell’amore.
Si può morire per amore? - Si domandò silenziosamente nei viluppi della sua mente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Choi Siwon, Donghae
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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NOTE D'AUTRICE:
Questa volta i due protagonisti saranno Pastore Choi e e il mio (nostro) bias DongHae. Sì, una WONHAE!
Immagino che Pastore Choi probabilmente passerà intere notti insonni, sapendo che l'ho  incastonato in un contesto Slash, lui che è allergico a certe questioni... salvo poi vendersi e per fare fan-service. Siwon ormai è questione complicata per me, e ammetto che un paio di sue uscite sull'argomento le ho trovate piuttosto discutibili... ma siamo in una fan-fict, dunque ipotizziamo che tutto, ma proprio tutto sia possibile.

Ci saranno accenni alla EUNHAE  e all'EUNSIHAE - su cui effettivamente, si basa l'intera vicenda narrata.

PAROLE: 3.538
CARATTERI (Spazi Inclusi) 22.630


Primavera d'autunno

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La primavera era arrivata da poco e nell’aria si riusciva già a percepire il profumo dei fiori e della natura che lentamente s’apprestava a rinascere. Tuttavia, agli occhi di Siwon, quella sarebbe stata la primavera più fredda di tutta la sua vita. E per quanto non volesse darsi per vinto, tentando di lasciarsi andare a quel leggero abbraccio intiepidito che la natura gli offriva, più il suo cuore indifeso non riusciva davvero a percepire nessun tipo di calore. Nemmeno il più piccolo. 
Sulla sua pelle soffiava un vento freddo e tagliente che continuava ad opprimergli il cuore, in un rigido inverno dal quale ancora faticava a risvegliarsi. 
Forse, quella sua imminente partenza per Taipei – dove si sarebbero tenute le riprese di un nuovo drama cinese, nel quale figurava nel cast principale, in quanto indiscusso protagonista maschile – sarebbe servita anche ad alleviare le ferite del suo cuore. E quasi a voler scacciare ogni dubbio dalla sua mente, scosse vigorosamente la testa per poi chiudere la valigia ormai piena. 
La verità era troppo dolorosa. 
Quel segreto era scivolato via dalle sue labbra un poco alla volta e con il passare dei giorni non aveva saputo tenere a freno le parole che traboccavano con forza dal suo cuore. Ed ora, ora che aveva confessato quel terribile peccato si sentiva alla pari di un folle criminale. Un miserabile delinquenziale asservito da un amore impossibile. 

Era stato stupido. E pure meschino. 
Si era alleggerito la coscienza sfidando il fato e mettendo a repentaglio uno dei legami più forti di tutta la sua vita. Era stato imprudente ed egoista.
Aveva pensato solo a sé stesso. 
E per quanto faticasse a credere d’aver agito unicamente per alleggerire i suoi sensi di colpa, piuttosto che agire per il bene altrui, come invece faceva sempre, ora quegli stessi macigni ritornavano con più vigore di prima nel suo petto. Soffocandolo quasi.

«Allora, domattina parti…» ammise debolmente una voce alle sue spalle, facendolo sussultare leggermente. La melodia di quelle labbra era unica, così come lo era quella bocca dai lineamenti sottili e il caldo sorriso che troppo spesso faceva capolinea sul suo adorabile volto. 
«Eh, già! Il tempo passa in fretta. Ed io da domani sarò a Taipei per le riprese del drama.»
«Non potremo più vederci…» ammise soggiogato dalla tristezza, increspando occhi e bocca in un’espressione di profondo rammarico, quasi cercando di dissuadere Siwon da quel lungo viaggio.
«Possiamo sempre sentirci per telefono o su internet.» 
«Non è la stessa cosa, dovresti saperlo!» sbuffò contrariato, incrociando le braccia al petto.
«Suvvia, DongHae! Starò via solo per due mesi!» rispose rincuorando l’amico, che mai come in quegli attimi gli sembrava la copia esatta di un tenero cucciolo peloso, bisognoso d’affetto. E colto dalla sua genuina spontaneità, si lasciò trasportare da un dolce sorriso, piuttosto raro in quel periodo, ad essere sinceri. 
«Due mesi e dieci giorni, vorrai dire!» lo corresse il maggiore, continuando ad osservarlo con i suoi occhioni imploranti e attenti.
«Non ti starai mica preoccupando, vero? Dai, passeranno in fretta.»
«Siwon-ah, mi mancherai.» ammise con semplicità, poggiandosi contro il muro freddo alle sue spalle. 
«Cretino. Vuoi farmi piangere?! – domandò di rimando Siwon, accarezzandogli la nuca, come se desiderasse fargli comprendere quanto quelle sue inaspettate attenzioni lo rendessero felice. – Anche tu mi mancherai.» aggiunse poi, abbracciandolo dolcemente, proprio come farebbe una mamma o un papà con il proprio bambino.

Il calore del corpo di DongHae era davvero accogliente, e se fosse stato per Siwon, sarebbe restato incollato fra le sue braccia per l’intera serata senza mai desiderare altro.
Quando però, rinvenne nuovamente i suoi occhi castani osservarlo carichi di sentimento, non capì più nulla e si sentì schiacciato ancora una volta, da quel suo sguardo così maledettamente profondo e tenero. 
Quel sentimento contorto e probabilmente pure malsano che stringeva nel petto cominciò, allora, a farsi strada in ogni fibra del suo essere, stritolandogli la gola e il cuore in una morsa d’acciaio dalla quale non c’era scampo. 

«Devi essere il migliore.» asserì DongHae, cercando di strappare una promessa all’amico. 
«Cercherò di fare del mio meglio, come sempre. Ma devo ammettere che l’intero cast scritturato è davvero fenomenale!»
«No. Tu, devi essere il migliore di tutti. – ribadì il maggiore, scorgendo l’altro con serietà – Quando esce voglio guardarlo. E voglio poter dire: Siwon è il migliore attore di tutta la serie!» Sorrise poi, al solo pensiero d’immaginarsi seduto sul divano trascorrendo le ore a guardare l’ennesimo drama in cui recitava l’amico. Perché se c’era qualcosa che proprio non poteva sopprimere, era quella profonda ammirazione che lui custodiva per Siwon e per le sue spiccati doti fra cui, ovviamente, quella per la recitazione. 
«Tu sei matto, lo sai? Ma come ben sai, io sono una persona sin troppo buona, e dato che ci tieni davvero tanto, allora cercherò di dare il massimo, sempre. – sorrise di rimando. – Guarda che poi voglio una tua opinione dettagliata su tutto il drama!»
«Ovviamente!»

Forse i sorrisi che DongHae gentilmente gli donava erano davvero troppo luminescenti per quella particolare serata, forse la serietà che traspariva dai suoi occhi limpidi era troppo acuminata, per evitare di venir feriti nuovamente da quelle sue labbra impertinenti e seducenti. O forse erano quelle grandi spalle ben delineate, dalle quali non riusciva a staccar gli occhi di dosso, che continuavano imperterrite a provocarlo silenziosamente, facendogli ripercorrere ogni centimetro di quel maledetto corpo scultoreo che gli stava accanto.
Ormai a poco servivano tutti i suoi discorsi sull’etica e la morale ai quali avrebbe dovuto ottemperare in presenza di DongHae, la sua testa si rifiutava di ubbidirgli e il suo cuore, ferito e illuso, divenne ben presto schiavo di quello di DongHae. 
Non c’era nulla che potesse fare. 
Si sentiva già completamente perso e drasticamente fragile, ma anche in quelle pessime condizioni si sentiva felice. E senza ulteriori indugi – dettati dai suoi sensi di colpa –  si avventò fra le braccia dell’amico una volta ancora. 

Dalla finestra semiaperta, un vento freddo lo colpì alle spalle, trafiggendolo con la stessa forza di una lama affilata, lacerandogli la pelle dal dolore. 
Probabilmente era un segno del destino.
Probabilmente era stato generato dalla collera di un Dio celeste. 
Stava commettendo l’ennesimo errore.
Ogni piccola pedina che man mano perdeva, stava sciaguratamente facendogli perdere quell’importante partita a scacchi contro l’amore
Lo sapeva. 
Lo aveva sempre saputo, malgrado ciò continuava a volerci provare disperatamente, aggrappandosi a quel piccolo filo indaco acquerellato di rosso.

Il suo cuore scoppiettava allegro, riecheggiando nelle sue orecchie e innamorato di quel particolare calore che solo il corpo di DongHae riusciva ad emanare, si strinse ancora di più su di lui. Abbandonandosi completamente. 
Respirò profondamente, cullandosi nel profumo che accarezzava la pelle dell’incavo del suo collo.
Dio, avrebbe desiderato assaggiare quella pelle così saporita per il resto dei suoi giorni!  
Per quanto avesse potuto continuare a desiderare, a sperare e a sognare, sapeva che quei suoi sogni mai e poi mai di sarebbero avverati. Ciononostante, allontanò quel lume di ragione in un luogo sperduto e remoto della sua anima, facendo predominare le ragioni del suo cuore. 
Quell’attimo sospeso fra presente e futuro doveva essere suo. 
Suo soltanto. 

«Uhm, hai un buon profumo, DongHae.» ammise inebriando la stessa aria che inspirava il compagno, in un sussurro totalmente afono. 
Spietato.
 
«S-Siwonnie… Non l’ho mai cambiato. E’ sempre lo stesso.» rispose in netto imbarazzo il bruno, cercando di trattenere quanta più aria potesse nei polmoni per non rimanerne senza, sovrastato dal corpo altrettanto caldo e perfetto di Siwon. 
«Ho semplicemente detto che è buono.» aggiunse poi, cercando quasi di giustificare l’affermazione precedente, ma con scarsi risultati poiché in preda a quella che per lui era ormai la sua più grande ossessione, non riuscì a trattenersi dall’accarezzare con le gote, la morbida pelle del compagno, facendolo inevitabilmente sussultare per quel contatto repentino. 

Fra le sue mani stava reggendo un ordigno pronto a scoppiare.
Il suono di quello scoppio già lo percepiva vividamente nelle sue orecchie, sarebbe stato devastante. Come centinaia e centinai di bicchieri che si frantumano l’uno con l’altro, in una catena sconfortante di boati e frammenti impazziti. 

Quel profumo indimenticabile lo stava mandando in visibilio, annullando completamente ogni suo volere. Era forse un veleno al sapore di rose?
Un nettare terribilmente audace e dolce che solo lui poteva possedere. 
Un veleno incolore che con una dolcezza straziante t’annientava l’anima, facendola sua. 
Un veleno chiamato: DongHae.

Lo cingeva con amore. 
Con tutto quell’amore che faticosamente aveva represso per mesi, ne non anni nel suo cuore. E per quanto l’imbarazzo mostrato da DongHae fosse palpabile, Siwon preferì non dargli sufficientemente peso, fingendo di non vederlo. Dopotutto, quello non era il primo e probabilmente non sarebbe stato nemmeno l’ultimo loro abbraccio. 
DongHae era un ragazzo che faceva di tutto per ricercare un contatto fisico con le persone che gli stavano accanto e Siwon, era quel tipo di persona che invece donava se stesso per gli altri, cercando sempre e comunque di dar conforto e protezione alle persone che amava. E DongHae era sempre stato fra queste.
Quel loro abbraccio, però, era diverso da quelli che solitamente si scambiavano in sala prove, sul palcoscenico o in salotto. Quell’abbraccio racchiudeva un sentimento che andava ben oltre il normale significato che avevano affidato alla parola: “amore” e DongHae lo aveva compreso, specialmente dopo quell’inaspettata dichiarazione di qualche giorno prima. 
Siwon desiderava di più dai suoi abbracci.
Oltre al calore di quel corpo stretto al suo, voleva anche il suo cuore.

Un cuore che però, era già saldamente aggrappato a quello di un’altra persona. 
Una persona che DongHae amava da tempo e dalla quale era ormai pienamente contraccambiato. Una persona che purtroppo non era Siwon. 

Quella stretta aveva il profumo dell’autunno, di un amore sbocciato ancor prima di poter maturare e crescere rigoglioso. Il freddo invadente che vi soffiava contro sin dall’inizio, lo stava inesorabilmente congelando, sequestrandogli quell’unico barlume di speranza che gli permetteva d’assaporare la vita. Ancor prima che potesse dipingere quella sua felicità sui suoi petali colmi di passione, la vita lo stava abbandonando, facendo appassire. 
Annientandolo interamente. 
Quell’amore non aveva alcun futuro. 
«S-Siwonnie, non dovremo separarci? La cena fra poco sarà pronta e Wookie ci starà già aspettando… » ammise in un soffio, sfidando con apparente calma la corrente del vento. 

Avrebbe dovuto ascoltarlo?
Probabilmente.
Avrebbe dovuto lasciarlo andare?
Certamente.

La sua anima, però, non era così propensa verso quell’unica e atroce scelta.
Se avesse smesso di allacciare le sue braccia su quel diabolico corpo che segretamente bramava da tempo, non avrebbe più trovato il coraggio per avventarsi ancora una volta su di lui. Se avesse allentato la stretta sul suo bacino, lo avrebbe fatto sicuramente fuggire. 
Si sarebbe sentito smarrito e immensamente solo. 
Se le sue mani avessero sciolto quel loro intreccio, lo avrebbe perso per sempre. E arricciando un labbro, amaramente realizzò di essere già stato rifiutato tre giorni prima.
«Siwonnie…»
«Ti prego DongHae, restiamo così ancora qualche istante.»
«Ma…» non riuscì neppure a replicare che venne interrotto dalla voce spezzata del compagno.
«Solo qualche istante, per favore
A quella richiesta gridata in sordina con voce addolorata, DongHae non poté che acconsentire senza saper aggiungere altro. Si sentì paralizzato da una furiosa scossa e quasi si detestò, per essere la sola causa di quella nefasta sofferenza che attorcigliava il cuore dell’amico come filo spinato
«Siwonnie, mi dispiace. Mi dispiace per tutto il dolore che ti ho inferto e che devi sopportare.  HyukJae…» cercò di consolarlo, cingendogli con più foga il petto, cercando al contempo una via di fuga per emarginare i danni che quel secondo rifiuto poteva generare. E ricercando le parole più adeguate trovò la forza per parlare, salvo poi maledirsi mentalmente quando s’accorse di aver frapposto il nome del suo amante – dell’unica persona che poteva amare – a voce alta. Ferendo di rimando, per una seconda volta, Siwon.

«I-Io… Mi dispiace. Non volevo metterlo in mezzo. Non stavolta.» tentò di giustificarsi una volta combinato il guaio. 
«No, non scusarti. Non serve. E’ normale che il suo nome salti fuori. Lui è la persona della quale sei innamorato.» ammise facendo perno su tutta la sua razionalità rimastagli, inghiottendo l’amarezza e con essa tutto il dolore. Allentò poi, la presa sul bacino di DongHae, quel tanto da permettergli di guardarlo negli occhi per poi affogarvi dentro per l’ennesima.

Erano state tantetroppe, le volte in cui aveva visto quel sorriso luccicante prender vita solo dopo aver guardato HyukJae. Solo dopo aver potuto sfiorare le sue mani o la sua pelle. Solo dopo aver potuto saltargli addosso, travolgendolo con un abbraccio che racchiudeva l’essenza di quel magico e travolgente amore.

Erano state troppe le volte in cui aveva cercato di farsi spazio nel cuore offuscato dall’amore di DongHae, allontanando HyukJae. Ci aveva provato persino sul palcoscenico più di una volta. Quel triangolo che le fans chiamavano: “EunSiHae non era altro che l’ennesima prova di Siwon, per conquistarsi le attenzioni del coetaneo. Monopolizzando l’attenzione su di sé, offuscando per qualche secondo la luce brillante che avvolgeva HyukJae, uno dei suoi più cari amici. 
Per quel fantastico ballerino non aveva mai provato odio, mai una volta. Eppure era sicuro di esserci andato vicino un paio di volte. 
Analizzando, però, la situazione da un diverso punto di vista, non era colpa di HyukJae se DongHae preferiva le attenzioni di quest’ultimo, piuttosto che le sue. Forse, la colpa era soltanto sua per essersi messo in mezzo o aver solo provato a farlo, sfidando il loro amore. 

Più si perdeva a scorgere la bellezza unica di quelle due iridi scure, più la verità – quella che aveva confinato lontano dal cuore – gli sopraggiungeva contro. 
Per quanto non volesse ferire HyukJae, si ritrovava a pensare: “perché non sono io? Perché non posso essere io la tua persona speciale?” – E quei vili pensieri, tormentandolo, lo fecero sprofondare ancora in una spirare di peccati. 

«DongHae, io… Non posso nemmeno sperare in questo dissennato sentimento, non è così?»
«No, Siwon. Il mio cuore appartiene ad un altro. Da sempre.» si sforzò di asserire, cercando di essere quanto più chiaro possibile, tentando in tutti i modi di non ferirlo più del necessario.
«Noi… Non possiamo nemmeno provarci?»
«No, non possiamo. L’amore che provo per te è diverso da quello che provano l’uno per l’altra due amanti. Io non posso occupare il tuo cuore, non nel modo in cui tu desidereresti.»

Doveva darsi pace, non poteva far nulla. 
Non poteva combattere una battaglia già perduta in partenza. 

«Se c’è qualcuno che può renderti felice, quella persona non sono io. E’ HyukJae, non è così?»
Stupido. Cosa si sarebbe atteso da una domanda tanto sconsiderata?
«Hyukkie è il mio tutto. Io non posso farne a meno.» rispose DongHae, tranciando l’aria come se sguainasse una spada. 
Era stato tremendamente sincero. 
Così sincero da spezzargli ogni arcana fantasia. Così sincero da trafiggerlo con la sola forza dell’amore. 

"Si può morire per amore?"
 – si domandò silenziosamente nei viluppi della sua mente.

Aveva provato ad ingannare se stesso, facendosi scudo con quell’amore impossibile per giorni interi e notti infinite, aveva collezionato un castello di frottole vanescenti, nell’assurda speranza che almeno una piccola chimera s’avverasse. Ora però doveva smetterla. 
Ora che i pezzi del suo cuore annichilivano la sua stessa anima, umiliandolo, e vagando come schegge impazzite pronte a conficcarsi nella sua stessa carne già sfregiata, si sentiva uno sciagurato prevaricatore. Aveva cercato di guadagnarsi l’affetto e l’amore di DongHae pur sapendo dei suoi sentimenti per HyukJae. 
Doveva pagare. 
Se DongHae non fosse stato così serio e lucido, probabilmente l’avrebbe corrotto, seducendolo verso un peccato ben più grande. 
Doveva pagare. 
«Per quanto possa far male, sappi che sarò sempre pronto a venire in tuo soccorso ogni volta che vorrai. Sei importante per me.»
«Lo so, DongHae. Mi spiace solo non poter essere importante quanto può esserlo un’amante.»
«Siwonnie…» lo strinse a sé, cercando in qualche modo di consolarlo, sebbene consapevole che la sua sola vicinanza non faceva altro che ferirlo maggiormente.  

Un pungente richiamo alle loro spalle li fece brevemente trasalire. Le nocche di Leeteuk rintoccando sulla porta, risuonarono aspramente nell’aria, con la stessa forza che avrebbe potuto avere una finestra scossa dal vento. 
Il loro hyung era lì, di fronte a loro, completamente immobile. Poggiato contro lo stipite della porta li osservava con cura e attenzione, e il suo sguardo, stranamente freddo e distante, quasi lì mise in soggezione. Quello era il vero carisma del loro leader; non vi erano dubbi. 

«Siwon, DongHae è pronto in tavola. – ammise scandendo le parole, continuando ad apparire apatico e distante – DongHae, Wookie ti sta aspettando assieme a tutti gli altri. Io devo parlare un attimo con Siwon. Vi raggiungiamo subito.» aggiunse poi, con tono autoritario, non accettando nessuna controreplica. DongHae senza aggiungere nulla obbedì, conscio che mai avrebbe potuto obbiettare alle sue parole.
Solo quando ebbe la conferma che la porta alle loro spalle si chiuse, LeeTeuk prese parola, avvicinandosi a Siwon. 
«Non era certo mia intenzione interrompervi, ma non potevo nemmeno farvi continuare
«Non ti sembra di essere un po’ troppo apprensivo, hyung?» domandò Siwon celando il dolore e sostituendolo con un sorriso. 
«Se io non mi preoccupassi per tutti voi, finireste sicuramente nei guai!»
«Sembra che tu abbia a che fare con dei mocciosi tutti i giorni.»
«Non è forse così? Kyuhyun si diverte a provocare Shindong tutto il tempo. Yesung si rifiuta di alzarsi presto la mattina e di aiutarmi a rassettare le stanze. Heechul è un disagiato perenne! Zhou Mi confonde l’ammoniaca con la candeggina, e finisce ogni volta per intossicarci tutti! E potrei continuare all’infinito!» ammise con una ritrovata serenità il leader, continuando a rimirare l’immagine sostenuta di Siwon.
«Hai ragione! Siamo davvero come i bambini dell’asilo!»
«Sì, ma i bambini dell’asilo non si assumono colpe più grandi di quanto i loro cuori possano sopportare.» ammise, sporgendosi verso l’amico e asciugandogli le lacrime con i pollici. 
«Non puoi continuare a tenerti tutto dentro Siwon.»
«Posso farcela hyung. In questi giorni ho commesso così tanti errori che devo pur imparare a convivere con questo dolore soffocante e pentirmi per il mio cieco egoismo
«Sei pentito di aver confessato il tuo amore a DongHae?» chiese con dolcezza, aspettandosi una risposta sincera. 
«N-no. Non credo. Io gli ho aperto il mio cuore. In un certo senso è stato liberatorio, ma…»
«Niente ma, Siwon. Se è stato liberatorio allora non c’è nulla di cui devi pentirti. Amare qualcuno vuol dire anche saper essere egoisti.»

«Non avrei mai creduto di poter diventarlo veramente. Mi sento così inetto. Ho desiderato averlo tutto per me. Se HyukJae lo scoprisse non me lo perdonerebbe mai. Stavo per tradire la sua fiducia e la sua amicizia. Se DongHae… » tentò di continuare, ma LeeTeuk prontamente lo fermò e prese parola.
«DongHae ha seguito il suo cuore come hai fatto tu. Ti ha rifiutato perché l’amore che prova per HyukJae è l’unico legame di cui non può privarsi. E in quanto alla tua amicizia con HyukJae, dubito fortemente che lui potrebbe infuriarsi a tal punto da rinnegare la tua amicizia. HyukJae non è stupido. Ammetto che alle volte può pure farlo credere, ma sono sicuro che se glielo avessi confessato non ti avrebbe mai odiato. I sentimenti d’amore non si possono comandare.»
«Lo so. Ed è per questo che mi sento così vuoto e ferito.»
«Vieni qui, fatti abbracciare.» affermò, avvicinandosi quel tanto da permettere a Siwon d’avventarsi su di lui, ricercando conforto e protezione. 
«Mi pare di avertelo già detto: non tenerti tutto dentro. Sono qui per te, Siwon.»
«Hyung… Hyung, posso piangere un po'
«Puoi farlo, Siwon. Puoi anche strepitare come un bambino, se preferisci. Se sfoghi i tuoi sentimenti, probabilmente ti sentirai un pochino meglio.» lo strinse contro il proprio corpo, dandogli la forza per poter piangere lontano dagli occhi dei loro più cari amici. 
Se LeeTeuk era al suo fianco, Siwon non doveva ricercare stupide scuse per celare il suo cuore ferito. Se LeeTeuk era al suo fianco, Siwon poteva piangere senza alcun ritegno. 
Era così da sempre. 

«Hyung, domani prometto di stare bene. Domani farò finta che non sia accaduto nulla. Getterò via tutto il dolore. – Proferì con la voce tremante, squassata da lucciconi che faticava a reprimere – Ma per stasera, posso smettere di fingere di star bene?»
«Certamente, Siwon.»
«Ho solamente voglia di piangere.» aggiunse prima di scoppiare in un pianto tanto liberatorio quanto amaro. Le sue grida, soffocate dalla camicia di LeeTeuk alla quale si reggeva con tenacia, s’espansero per l’intera stanza, giungendo alle orecchie del suo hyung come singhiozzi funesti carichi d’angoscia che gli ricordarono il suono grave e sgraziato di un violino scordato
Quelle grida, unite ad un profondo dispiacere e a un desiderio frantumatosi fra le proprie mani, perforarono l’udito di DongHae senza alcun indugio. Tremante, immobile e dilaniato da quel canto desolante, si poggiò sul muro per non cadere a terra moribondo. Permeato da quel piccolo grammo di dolore che il suo cuore poteva percepire, e s’immaginò al contempo, quanta devastazione dovesse provare Siwon. E una volta giunto al suo limite, non riuscì ad origliare oltre, e correndo giunse fra le braccia accoglienti di HyukJae, mortificandosi per le cicatrici che aveva lasciato sul cuore dell’amico.

«HyukJae, è tutta colpa mia. E’ solamente colpa mia.»


P.S. Sì, lo so. Avrei dovuto consigliarvi una scatola di fazzoletti a portata di mano... Fa nulla se me ne sono dimenticata?!

 

© LADY ROSIEL/ Luna Azzurra

 

   
 
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