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Autore: Ezrebet    22/07/2013    9 recensioni
...Hermione Granger, la sanguesporco, la Grifondoro che aveva attraversato la sua strada mille volte, l’essere che aveva costituito un affronto per lui per il solo fatto di esistere.
Anche adesso, la sua presenza lo sgomentava, ma per tutt’altre ragioni che non riusciva a chiarire nemmeno a sé stesso...
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Quando varcò la soglia del palazzo del governo, Hermione si sentì addosso gi occhi di tutti i presenti. Sguardi d’affetto, di sorpresa, di sollievo. Era una scena che in parte aveva già vissuto, e, come allora, il cuore le batteva forte, era emozionata e grata di esserci per raccontare, per testimoniare, per costruire qualcosa. Come la fenice rinasce dalle sue ceneri, così tutto il valore, l’eroismo, la giustizia di quelle vicende e di quei sacrifici stava lentamente rinascendo, permeando di sé il nuovo ordine, proprio come Silente aveva voluto.
Camminava a passo svelto verso la sala delle riunioni, avvolta nel mantello nero, uniforme obbligatoria per i funzionari del mondo della magia, nella mente immagini e parole di quegli ultimi giorni, in cui tutto il suo mondo aveva cambiato direzione, grazie a poche gocce di una pozione incolore, inodore, all’apparenza innocua. Entrò in sala, e subito venne salutata dal gruppetto di persone che stavano chiacchierando. Le venne subito incontro Weasley, che la abbracciò e baciò sulle guance con fare paterno.
“Sei pronta, Hermione?” le domandò fissandola, con un’espressione quasi comica, tra l’ansioso e l’orgoglioso, e al suo cenno d’assenso sicuro e accigliato, così uguale a quello dell’Hermione di tempo prima, si voltò e la condusse a capotavola. Attese che tutti prendessero posto e poi esordì, col sorriso sulle labbra “Hermione Jane Granger è pronta a prendere il suo posto qui, a dare il suo contributo affinché i progetti di pace e rinnovamento abbiano il loro corso senza indugi e noi dobbiamo ringraziare Dio o chi per lui per questa opportunità. Era morta, ed è tornata, contro ogni probabilità, pronta ad aiutarci in questo difficile compito che mi onoro di guidare” le pose una mano sulla spalla “E’ il momento, mia cara”.
Ed Hermione raccontò, lo sguardo fermo, deciso, la voce sicura, raccontò dell’ultima battaglia, dei morti, degli atti di eroismo, del dolore e del coraggio, senza dimenticare un nome, senza dimenticare un gesto né un’espressione. Raccontò di Hogwarts come se quei fatti sanguinosi fossero accaduti pochi minuti prima, nel modo in cui nessuno, eccetto lei, poteva fare, che aveva visto e vissuto. Non sfuggì gli sguardi e le occhiate dei presenti, rivolse a tutti i suoi occhi marroni senza cedere alla commozione del ricordo nemmeno quando narrò della morte di Ron e di Harry, né quando sentì la mano di Arthur tremarle sulla spalla e il suo respiro farsi più pesante. Non cedette alle lacrime nemmeno quando ricordò il momento in cui il nemico l’aveva salvata. Pronunciò il nome di Lucius Malfoy  e le sue parole, dure e così giuste in quel momento, come se non si trattasse della cosa più stupefacente che si sentisse da un po’ di tempo a quella parte. Mentre gli occhi dei ministri si dilatavano per lo stupore, Hermione raccontò tutto, di come fosse salva per opera del nemico.
Alla fine, l’applaudirono quasi timidamente, forse sopraffatti da quelle verità troppo a lungo attese. Lei si lasciò andare a un sorriso accennato, accolse le congratulazioni, le strette di mano, gli incoraggiamenti, e poi, dopo un’ultima occhiata a Weasley e ai suoi occhi lucidi, uscì in fretta dalla sala. Discese rapida le scale, raggiunse l’atrio e uscì all’aperto.

Draco la aspettava nell’automobile di Arthur, seduto sul sedile posteriore. La lasciò entrare, mettersi comoda e poi finalmente disse “Non arrivavi più” con quel broncio che aveva imparato a tollerare; anzi, che aveva imparato ad amare.
“Be’, c’è voluto il tempo necessario” rispose sorridendo “Ma ora possiamo andare”.
Il ragazzo non cambiò espressione, mentre l’automobile partiva. Rimasero qualche momento in silenzio, poi fu lei a sussurrare “E comunque, la risposta è si”.
Lui si voltò di scatto, gli occhi sgranati “Si?”.
Hermione annuì tranquilla “Ma dovrai permettermi di mettere mano all’arredamento di casa tua”.
Draco sollevò le sopracciglia, lo sguardo luminoso, la voce quasi tremante, in quell’inutile tentativo di trattenere il sollievo e la gioia.
“Mi stai dicendo che non ti piace come l’ho rimodernata. Dobby ne sarà offeso a morte” ma ormai sorrideva apertamente, mentre le trovava la mano e la stringeva tra le proprie.
“A Dobby penserò io” lo rassicurò, accoccolandosi tra le sue braccia.


Ed eccoci alla fine. Dopo un lungo periodo di silenzio, di cui mi scuso, l'ultimo capitolo di questa storia, una fine naturale e giusta, io credo.
Un saluto affettuoso a tutti, che mi avete letto con costanza e partecipazione.
Ezrebet

   
 
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