Dedicata a tutti i fumatori. Buona lettura. ^_^

Sigaretta.

Oh no, non vincerai ancora su di me, maledetta striscia di tabacco ricoperta di carta.

Ho deciso di non seguire più i tuoi maliziosi sussuri all'insegna dei segnali di fumo, no. Ho deciso che le tue adulazioni non mi toccano, né il tuo filtro di quel color senape (molto simile al diarrea, a dire il vero) né la piccola scritta alla sommità, dorata, nera o argentata.

Però ahimè, i produttori di sigarette fanno le cose per bene: il pacchetto, leggero e bello al tatto, la scritta della marca che è quasi un'opera d'arte, l'apertura con quel rumorino di cartone che adoriamo, la carta da strappare, sa di tabacco. In quel momento, quando abbiamo appena sganciato i nostri 3,60 per un pacchetto di Lucky Strike l’avviso perentorio (IL FUMO UCCIDE) nero su sfondo bianco (banale, no?) nemmeno per un momento attira la nostra attenzione, anzi, direi che proviamo un piacere quasi indicibile a fumare sapendo di star facendo quello che quella scritta vorrebbe convincerci a non fare più.

Sono strane, le menti dei fumatori.

E' un spreco di soldi, di salute, e di tempo! Come faccio a non rendermene conto, mh?

Forse perchè io adoro fumare.

Forse perchè l'ormai deciso gesto di prendere la sigaretta, aprire lo Zippo e accenderla mi serve per distrarmi dai miei pensieri.

O mi serve semplicemente a goderne, un godimento piccolo ma allo stesso tempo intenso. Un godimento temporaneo, insignificante e costoso.

Appoggiare le labbra al filtro, racchiuderlo, senza stringerlo troppo. Aspirare il tanto amato fumo, e farne uscire l'eccesso dalle narici.

Ricordo ancora la prima volta che lo feci: mi bruciarono da matti. Ora penso che il piacere più grande mi derivi proprio da quel gesto. Sento il sapore scendermi in gola e arrivare al naso, mentre apro la bocca per chiacchierare con il mio compagno di fumata.

Tengo la sigaretta in mano per qualche secondo, alzando il braccio, rigirandola tra le dita, e aspiro un'altra volta. Nota dopo nota, si arriva alla fine.

Quando sento che il sapore si sta facendo pungente, si acutizza fino a diventare insopportabile, la butto per terra, la pigio contro il muro, la pesto con il piede, o con uno scatto dell'indice sul pollice la faccio volare sull'asfalto lucido. Anche spegnerla fa parte dell'intero rito “fumare una sigaretta”.

***

“Ma non ho mai fumato!”

“Bè, tu prova. Se non ti piace non continui”

“Acuta osservazione. Vabè, fammi provare”

“Tieni”

Aspiro la mia prima sigaretta, una Diana Blu, con espressione corrucciata.

“Cazzo Ale, mi piace”

***

“Ele! Hai già finito il pacchetto! L'hai comprato oggi!”

“Eh, che ti devo dire?”

“Vacci più piano, o a chi le scrocco?”

“A nessuno! Poi mi compri un pacchetto da dieci, sanguisuga”

“Però di Chesterfield”

“Ma no, scusa! Mi ha scroccato una Lucky, compri le Lucky”

“O Chesterfield o niente!”

"E sia. Ma il prossimo sarà di Lucky”

***

Un'abitudine, un rito, un passatempo.

Mentre si è al cinema o in birreria, mentre si gioca a bowling o si guarda un film a casa. Il pacchetto è lì, rassicurante. In attesa di essere svuotato.

Pieno di piccole striscioline di tabacco, pronte per svuotarti la mente dai tuoi opprimenti e tristi pensieri, o a darti una valida scusa per prendere una boccata d'aria fresca (e ingerirne di tossica. Buffo.)

E una volta che cominci, provare tante diverse cose da una strana soddisfazione. Quasi orgoglio.

Dire che hai provato sigari, sigarelli, tabacco sciolto, trinciato, cilone, senza filtro, col bocchino, pipa, sigarette spagnole e fortissime. Ti fa sentire come se avessi “cultura”.

Peccato che ci siano i lati negativi, o fumare sarebbe la cosa che mi piace di più fare. Non scherzo.

Gente, non cominciate. Perchè poi finirete a scrivere queste cose. Che non servono a nessuno, se non a voi stessi.

Non fumate.