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Autore: NanaK    22/07/2013    8 recensioni
Mi chiamo Penelope e ora vi racconterò la mia storia. Preparatevi ad ascoltare qualcosa di tanto surreale che spesso mi chiedo se non sia stato tutto un sogno. Il Titanic era appunto chiamata la nave dei sogni, ma di certo mai avrei creduto che potessi salirci. Tutto cominciò una sera di aprile, il dieci aprile 2012..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Dawson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rosalinda Dewitt Bukater
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

Sono passati un anno, tre mesi e 12 giorni da quando la mia vita cambiò radicalmente. Oggi è il 22 luglio 2013 e sono molto felice. All’inizio non è stato facile, dovunque Jack andasse si faceva notare, veniva osservato con stupore e chi ci parlava rimaneva sempre più sbalordito. Ovviamente nessuno potè lontanamente pensare che lui fosse proprio quel Jack, però l’incredibile somiglianza fisica e mentale era alquanto strana. Dovette anche cambiare cognome, non poteva certo presentarsi come Jack Dawson, Jack Miller andava abbastanza bene. Mia madre non fece molti problemi quando le chiesi se poteva stare da noi, solo che continuava a guardarmi di sottecchi e ancora non si spiegava come avessi fatto a bagnare il tappeto e il pavimento e il letto della mia stanza in quel modo in quella famosa notte. Quando la mattina dopo me lo chiese ero troppo felice di vederla per risponderle e le gettai le braccia al collo, dicendole quanto le volessi bene. Un po’ ruffiana come reazione, ma comunque efficace e poi ero davvero emozionata. Andare a scuola servì comunque a scuotermi da quello stato di inebetimento, dato che ancora nulla mi sembrava vero. Come biasimarmi?

Per molti giorni il mio più grande problema fu decidere se dire o non dire ad Elody la verità. Nonostante fosse la mia migliore amica non sapevo se mi avrebbe mai creduto. Alla fine però volli rischiare e mentre le raccontavo tutto sul divano del mio salotto, Jack era in camera mia ad aspettare di fare la sua conoscenza. Quando finii, non senza qualche brivido durante la descrizione delle ultime scene, mi guardò seria prima di pronunciare queste parole:

< Tesoro, la situazione sta degenerando. La prossima settimana andiamo insieme da uno psicologo ok? > e mi strinse la mano comprensiva. Io alzai gli occhi al cielo e le dissi di salire in camera mia.

Quando vide il mio ragazzo, (il mio ragazzo, suona maledettamente bene vero?), cadde in stato di shock. Lo fissava a bocca aperta ed emetteva solo strani versi. Ci vollero due giorni prima che si abituasse alla faccenda e la accettasse. Continuava solo a dire < E’ assurdo > ogni tanto scuotendo la testa.

Oh, quasi dimenticavo. Circa un paio di settimane dopo dovetti spiegare a Jack perché la sua faccia fosse così .. Famosa. Così gli feci vedere il film. Fu l’unico periodo buio della nostra relazione, perlomeno fino ad ora. Ma non gliene ho mai fatto una colpa, deve essere stato terribile per lui scoprire che veniva da un film. Che era un personaggio fittizio, interpretato da un uomo che da giovane aveva le sue fattezze. Non si sentì più lui e per giorni rimase chiuso in un ostinato mutismo. Con il tempo però ricominciò a vivere, anzi cominciò a vivere. Con il tempo imparò presto ad abituarsi al mio mondo ed era bellissimo vedere la sorpresa nei suoi occhi ogni qualvolta scorgeva qualcosa di nuovo per lui. Passavamo dei pomeriggi meravigliosi facendo passeggiate interminabili, fermandoci in un bar o  in qualsiasi altro posto. Veniva a prendermi da scuola e mi accompagnava e presto le mie compagne di classe mi chiesero scherzando se fosse proprio Jack Dawson. Ah, se avessero saputo! Ogni tanto il pensiero che possa cambiare tutto di nuovo getta delle ombre sulla mia felicità, ma cerco di non pensarci e vivere il presente.

Per il futuro non abbiamo ancora deciso cosa fare esattamente, ma ci piacerebbe frequentare l’università a Milano, la Puglia ci sta un po’ stretta. E lui è così ansioso di muoversi, il suo spirito d’avventura non si smentisce mai.

< Pen, tua madre ha chiamato e ha detto che stasera non torna a cena, perciò cucini tu >

< Ok >

< Che fai? >

< Scrivo >

< Questo lo vedo. Posso leggere? >

< Ancora un attimo e ho finito. E’ la nostra storia >

< Ah davvero? >

Si avvicina incuriosito, ma volto il portatile in modo che non possa leggere.

< Potrai solo quando avrò concluso >. La decisione di mettere nero su bianco è stata quasi una necessità, per ricordare, per percepire tutto più lucidamente. L’avrei pubblicata su internet e avrei atteso i commenti della gente, sapendo che nessuno, probabilmente, mi crederà mai, ma si sa, la speranza è l’ultima a morire. Sarebbe stato bello parlare con qualcuno di me e Jack in tutta libertà.

Mi alzo chiudendo il pc e lo bacio, perdendomi in quel piccolo squarcio della mia nuova normalità.

Quello che ho passato, che abbiamo passato, non lo dimenticherò mai e rimarrà sempre una parte fondamentale della nostra vita.

 

Una volta escluso l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, non può che essere la verità.

Arthur Conan Doyle

 

Fine

 

 

Eccomi qui. Mi sembra così strano concludere questa storia, dopo più di un anno. Scusate per tutte le attese, per ciò che non vi è piaciuto molto, se qualche volta sono stata distratta. Spero che comunque i miei sforzi siano stati apprezzati e che qualcosa di questa mia fanfiction vi sia piaciuta e vi ringrazio moltissimo per tutti i commenti, le letture e il tempo speso qui! Mi avete fatto una gran forza, sempre.

Per ultimo vorrei dire che dedico ogni singola parola ed emozione al mio Prof. di italiano, che mi manca moltissimo.

Per sempre vostra,

Orihime02

   
 
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