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Autore: Fateless    22/07/2013    2 recensioni
Ho deciso di scrivere un seguito alla mia precedente fan fiction "Life in Flames", spero vi piaccia.
Genere: Erotico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Always.
Prologo.


Questa fanfiction è il seguito della precedente: “Life in flames”, se non l’avete letta prima, vi pregherei di leggerla prima di dedicarvi alla lettura di questa. 
Ho deciso di scrivere un piccolo prologo, spero vi piaccia. 

 
 
-Oh si, vai così- sento un tonfo abbastanza forte, ma è buio e non capisco.
-no, non va bene così.. Ahia cazzo che testata- ecco appunto, svelato il mistero. 
-Danny devi…- 
-ci sto provando cazzo ma tu dovresti..-
-dovrei cosa…-
-alzati leggermente e allargati-
-ma c’è il muro, più di così non riesco ad aprire- 
-ok, aspetta che provo..- un rumore di coperte, le sue mani che mi sfiorano i fianchi.
-s-si, ce l’abbiamo fatta- dopo numerosi tentativi finalmente lo sento dentro.
-oh Ben… oh Ben-  geme. 
-più veloce ti prego- ansimo. 
-cristo santo Ben ti pare il momento? Non è così facile- dice a denti stretti. 
-ecco così- 
-si…si..-
Sento la tendina della cuccetta spostarsi e in una frazione di secondi io e Danny ci ritroviamo a terra. E subito dopo cade giù anche la coperta che ci copre interamente. 
-meno male che ci è caduta questa cosa in testa- sussurra- non voglio che qualcuno ci veda mentre tu sei con il mio cazzo tra le tue chiappe- continua ridendo.
-spera che non passi nessuno per il corridoio- rido.
-ormai vi ho visti- Sam si avvicina e alza un lembo di lenzuolo e ci sorride- e sentiti- prosegue- non è facile trombare nelle cuccette del tour bus vero?- ride.
-assolutamente no, troppo piccole- risponde Danny alzandosi e coprendosi. 
-vi lascio ai vostri sporchi lavori- dice afferrando la sua giacca sopra il suo letto e se ne va.
-gli altri sono fuori?- chiede Danny a Sam ormai in lontananza.
-si, tornano stasera, mentre io torno domani mattina- esce da tour bus senza nemmeno voltarsi e salutarci e se ne va. Mi sento osservato e mi volto verso il vocalist.
-siamo soli- mormora facendo un sorrisino malizioso.
-come mai quella faccia da stupratore assassino?- 
-indovina- sento le sue mani prendermi con forza i fianchi e portarmi sul divanetto. 
 
 
 
 
 
Mi alzo dolorante dal divano scomodo e di un colore indefinito e mi stiracchio, vado verso la mia cuccetta e mi metto un paio di boxer. Danny è diventato un assatanato di sesso e, non è che la cosa mi dispiaccia, ma d’altronde sono io che vengo "torturato" tutte le volte. 
-Ben torna qui!- urla con la sua voce che col tempo  è cambiata, è diventata roca. 
-scordatelo- rispondo urlando e ridendo.
Sento i suoi passi farsi sempre più vicini finchè si siede sul letto e mi guarda mentre mi rivesto. Gli sorrido e lui ricambia, ma la sua presenza mi inquieta assai, mi fissa e mi mette ansia.
-che cazzo fai- chiedo ridendo.
-niente, ti osservo- sorride e vedo apparire delle bellissime fossette sulle sue guance.
-ecco appunto, smettila- 
-va bene- si sdraia e chiude gli occhi.
-stasera usciamo?- chiede mantenendo gli occhi serrati.
Poi ripenso alle serate precedenti e il mio sorriso svanisce. Danny quando beve non la smette più, e non sopporto più questa situazione. Si ubriaca a tal punto di cadere per terra e vomitare. Non mi vuole nemmeno dire il motivo per cui si sta rovinando, non parla più con me, non dialoghiamo come prima. Prima era diverso.  Eravamo una cosa sola, in sintonia, in simbiosi. Io gli dicevo cosa non andava e lui faceva lo stesso. Un rapporto di fiducia reciproca, ecco cos'era. 
Mi intrufolo nella cuccetta insieme a lui e gli do un bacio sulla guancia. 
-solo se mi prometti che non ti ubriacherai come le altre innumerevoli volte- mormoro.
Lo sento sospirare e vedo il suo petto fare su e giù.
-questo non te lo posso promettere- ride amaramente e abbassa lo sguardo facendosi serio.
-perchè?- ora voglio una spiegazione, devo. 
Mi scansa un po' ed esce dalla cuccetta. 
-self-distruction is such a pretty little thing- mi sorride ed esce dal tour bus lasciandomi solo, seduto su un sudicio materasso con i miei dubbi e le mie mille cose da dire, domande da fare. Con le mie parole non dette ancora una volta. 
  
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