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Autore: _Atlas_    22/07/2013    2 recensioni
Sapeva che tutto sarebbe passato prima o poi, era normale essere provati appena quarantotto ore dopo aver rischiato di morire. Era normale voler assicurarsi che le persone intorno a lui non corressero alcun pericolo quando invece lui aveva guardato la morte dritto in faccia.
Posò un bacio sul dorso della mano che ancora teneva tra le sue e decise di alzarsi e di andare in laboratorio.

[Post-The Avengers / Iron Man 3]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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48 ore





Immagini caotiche e indistinte attraversavano rapide la sua mente togliendogli il respiro e facendolo ansimare.
Esplosioni, minacce, morti e feriti apparivano come flash in quel suo sonno tormentato e percepiva dentro di sé una confusione assordante nella quale ogni grido di disperazione, di rabbia e di forza consisteva in un unico e penetrante rumore che si insinuava ostinato nei timpani e andava a martellargli la testa.
Il respiro adesso era più affannato e il rumore si mescolava con il battito accelerato del cuore.
Ancora urla, esplosioni e chiamate d’emergenza.

Poi il vuoto. E il silenzio.

La confusione era di colpo cessata e una cappa lo stava risucchiando con apparente lentezza verso il basso e verso la terra, mentre una massa  nera e rosso fuoco  si liberava in un’esplosione, allontanandosi sempre di più.
Nessun pensiero. Nessuna preoccupazione. Nessun fastidio.
Quella sensazione di vuoto lo faceva stare sorprendentemente bene, tanto da poter chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
Adesso il corpo stava aumentando di velocità e il panorama all’ inizio indistinto e confuso era tornato nitido e reale, con le sue case e con i suoi grattacieli. Con il suo rumore.
Nell’istante in cui un bestione verde lo afferrava dalla vita frenando la caduta, aprì gli occhi con un sussulto e strinse il lenzuolo in un pugno.
 
"Tony?"
La sentì muoversi accanto a sé, ma lui rimase fermo nella sua posizione, con gli occhi sbarrati e il cuore impazzito.
Un braccio leggero e delicato gli avvolse le spalle sudate e un brivido gli percorse l’intera spina dorsale. Sapeva che lei aveva capito e una sensazione strana, quasi di sollievo, lo pervase interamente quando non gli vennero chieste spiegazioni.
Pepper aveva capito tutto, come sempre, e l’unica cosa che si sentì in grado di fare fu afferrare la sua mano, adesso ferma accanto al reattore, e di stringerla forte.
Quando si rese conto che lei riusciva chiaramente a sentire il battito frenetico del suo cuore, allentò la presa.
Non voleva dare ulteriori preoccupazioni, stava già soffrendo lui e soprattutto non voleva spiegare.
Sapeva che tutto sarebbe passato prima o poi, era normale essere provati appena quarantotto ore dopo aver rischiato di morire. Era normale voler assicurarsi che le persone intorno a lui non corressero alcun pericolo quando invece lui aveva guardato la morte dritto in faccia.
Posò un bacio sul dorso della mano che ancora teneva nella sua e decise di alzarsi e di andare in laboratorio.
“Solo per questa notte”.

   
 
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