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Autore: Vitriolic Sheol    22/07/2013    1 recensioni
Un’anima imprigionata, indotta alla follia.
Un corpo che impiegò quattro anni per morire. Quattro anni in cui fu, forse, sostentato dalla maledizione che ancora ne infiammava il cuore.
“Io ritornerò."
Oltre Kingdom Hearts, oltre la spasmodica ricerca di cuori, attorno ai Nobody corrono un sacco di altre vite. Vite a volte semplici, a volte più complesse, felici o tormentate.
E poi, ci sono vite un pò più particolari di altre. Con una verità che forse, sarebbe stato meglio tenere nascosta.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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(lettura consigliata con: “The Baudelaire Orphans”, A Series of unfortunate Events OST)
 

Capitolo 4
Volver.

 

 
Avevano concluso tutto ciò che era stato necessario fare per riportare la casa al suo antico splendore; tutto era stato pulito, lavato e spolverato, ogni finestra era stata riaperta, ogni stanza riarredata e rinfrescata, rendendo ogni ambiente di nuovo fresco, abitabile ed umano. Stanze assegnate, affetti e ninnoli ricollocati, tutto quanto  sembrava essere ritornato all’infanzia delle maggiori delle sorelle, in un salto indietro nel tempo assieme malinconico e dolce.
Si resero conto che solo alcune cose mancavano, ma non avrebbero impiegato molto a recuperarle.
 
***
Alaia, Locanda del Sole Nascente.

Benchè fosse una cittadina piuttosto tranquilla, gli abitati di Alaia non disdegnavano di frequentare le locande del luogo; essi infatti si riunivano e ritrovavano in questi luoghi per rilassarsi dopo la giornata di lavoro e divertirsi, o semplicemente per bere qualcosa, fare due chiacchiere e passare il tempo.  Ad Alaia tutti conoscevano tutti, vi erano amicizie che duravano da un’intera esistenza, conoscenze, matrimoni più o meno scontati, nuove passioni e fiamme mai sopite; tutto quello che sembrava  “la vita”, si poteva trovare in questo luogo. Ed anche quella sera, alla “Locanda del Sole Nascente”, nulla sembrava fare eccezione: i tavoli erano quasi tutti occupati, il chiacchiericcio consistente ma comunque non disturbante ed una leggera musica di sottofondo.  Chiunque si trovasse là dentro, pareva non annoiarsi…. Chiunque, tranne qualcuno.
 
“Uno che legge e l’altro che gioca a carte… Se mi fossi portato il mio amico immaginario probabilmente mi sarei divertito di più.”
 
Senza nemmeno alzare la testa dal libro, il più giovane del terzetto rispose con voce piatta.
“Spiacente di non esssere di tuo gradimento, ma oggi ho interagito fin troppo con il mondo esterno.”
 
“Perché, hai un tetto massimo di parole da spendere durante la giornata?” Ribatté il primo.

“Anche se fosse  tu me le stai facendo sforare, e non di poco.”

Al sonoro sbuffo del primo , il terzo componente si intromise con ghigno e voce beffarda.

“Avanti Axel, lo sappiamo tutti che Zexion non fa della loquacità il suo miglior dono. E se ti annoi, beh… puoi sempre esercitarti dando fuoco ai tovagliolini di carta del tavolo vicino.”

Il giovane uomo chiamato Axel lo guardò storto, per poi sibilare:

“Sempre molto esaustivo Luxord, sono le carte che ti suggeriscono queste perle di consigli?”

Con una sonora risata, il biondo rispose divertito.

LU= Non te la prendere, cercavo solo di essere d’aiuto! Perché non ti sei portato dietro Roxas?

AX= Lo avrei fatto, ma pare abbia assunto la pessima abitudine di addormentarsi non appena tocca il letto della propria stanza.

ZE= Decisamente molto più produttivo che stare qui a mettere radici su una sedia.
 
Questa battuta, pronunciata con il tono tagliente, zittì definitivamente il terzetto… fino a che qualcosa, di decisamente molto più interessante, attirò la loro attenzione; si accorsero che qualcosa stava accadendo dietro di loro, quando sentirono la musica interrompersi, il vociare della clientela scemare e l’attenzione della stessa focalizzarsi tutta verso un unico punto. Incuriositi si voltarono e ciò che videro, fece sì che lo stomaco di Axel si annodasse per un attimo, mentre la sua mente veniva accecata dal ricordo di un flash.
Tre figure attendevano, immobili e silenziose all’ingresso della locanda; erano avvolte in lunghi mantelli blu notte, il cui ampio cappuccio nascondeva completamente il loro volto.
 
LU= (BISBIGLIANDO) Chissà chi saranno….

Ad un tratto, quasi fossero state controllate, le tre figure abbassarono contemporaneamente i cappucci dei loro manti, svelando le loro sembianze.

AX= Non ci posso credere… quelle sono…

LU= Donne?!

ZE= Come se non aveste mai vista una….

LU= Donne così, no di certo!
 
Insospettito dall’anormale silenzio, il locandiere  emerse dal retrobottega per controllare quale fosse il motivo di tanto stupore… gli bastò un attimo per focalizzare chi avesse davanti, e repentinamente si aprì in caldo sorriso di accoglienza.

“Signorine Bathòry! Siete tornare, finalmente!”

A quelle parole, la musica ricominciò a suonare ed il chiacchiericcio a brulicare, inframezzato a qualche espressione di saluto per le nuove arrivate; era come se il loro arrivo avesse gelato per qualche istante l’ambiente e poi avesse “riavviato” il tutto, come un carillon che si spegne ed a cui si deve dare nuova carica. Ancora leggermente disorientati, i tre Nobodies seguirono con attenzione tutto ciò che seguì: videro il locandiere avvicinarsi alle tre donne ed esibirsi in un, sebbene eseguito con il solo movimento del capo, reverenziale inchino.

“Signorine.. quale lieto evento rivedervi ad Alaia.”

“E’ un piacere anche per noi ritornare qui, Leòn.. questo posto ci è mancato molto.”

A parlare fu una giovane donna  sui trent’anni, probabilmente la maggiore tra le tre,  dai capelli castano chiari, raccolti in una morbida coda che le lambiva le spalle, ed occhi di un caldo color nocciola.

LEON= Alaia è sempre pronta ad accogliervi Lady Mirjam, lo sapete bene… (SPOSTANDO LO SGUARDO) ma guardate la signorina Dalma quanto è cresciuta.. siete diventata uno splendore.

A quelle parole, una ragazza (che doveva avere pressappoco l’età di Zexion) arrossì leggermente, scuotendo gli ondulati capelli biondo cenere, tagliati all’altezza del collo, ed illuminando lo sguardo verde giada con un genuino sorriso.

DA= Siete molto gentile Leòn, vi ringrazio.

Rivolgendosi nuovamente a Mirjam, il locandiere aggiunse :

LEON= Spero che anche le vostre sorelle stiano bene, così come vostra madre..

MI= Stiamo tutte benissimo, Leòn, grazie per l’interessamento.

D’un tratto, si intromise anche la terza donna, leggermente più giovane di Mirjam, rimasta silente fino a quel momento. Ella portava i capelli biondo scuro tagliati in un corto caschetto asimmetrico, che incorniciava gli occhi verde bosco; si rivolse al locandiere con voce tranquilla, gentile ma decisa.

“Leòn gli oggetti…”

Assumendo un’espressione seria, intuendo ciò che la donna stava per chiedergli , l’uomo concluse la frase al posto suo.

LEON= Non si preoccupi Lady Reka, sono esattamente come me li avete lasciati.. seguitemi, ve li restituisco.

E si allontanarono, sparendo nel retrobottega.

Tutta questa conversazione fu seguita con attenzione dai tre Nobodies, che ora stavano lasciando libero sfogo alle supposizioni.

AX= Le trattano tutte con molta deferenza…

LU= Che abbiano nobili origini? In più il locandiere ha menzionato “altre sorelle”, quindi la famiglia è molto più ampia…

ZE= (TRA SE E SE) Allora è vero… le Bathòry sono tornate.

A quelle parole, Axel si voltò di scatto verso di lui.

AX= Scusa, come hai detto? Le Bathòry?

Zexion parve rinsavire dal suo monologo e lo guardò con occhi sorpresi, come se stesse per ribadire l’ovvio.

ZE= Si, le Bathòry. Non credevo di aver detto qualcosa di strano.

AX=  Non lo sarebbe se io e Luxord sapessimo di cosa stai parlando.

ZE= (SBUFFANDO)  Allora ascoltatemi molto bene…

E cominciò a raccontare gli occhi di Axel e di Luxord, entrambi uditori, passarono dall’interessato, al sorpreso, fino allo stupore più assoluto.

LU= Quindi mi stai dicendo che queste donne sono….

Lo sguardo di Zexion fu sufficiente a dargli la risposta che cercava… e nello stesso istante in cui essa veniva realizzata, le Bathòry lasciarono la locanda, portando via con loro alcuni oggetti, occultati alla vista altrui da dei drappi di velluto porpora, silenziosamente come erano arrivate.

 
 
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*Angolino dell’autrice*

Eccoci qua, quarto capitolo sfornato! Finalmente gli ingranaggi dell’azione cominciano a funzionare, e mi scuso se i primi tre capitoli sono stati un po’ “immobili”… ma con questo capitolo, sono abbastanza certa di poter dire che  l’azione verrà sbloccata.
Un ringraziamento a coloro che stanno seguendo la storia, a chi l’ha messa nelle preferite/seguite/ricordate…  un grazie a chi ha recensito, recensisce e recensirà e soprattutto un sentito grazie a Reno Dedè Turks (che ancora non so se è diventata Auros) che, benchè sia sparita da mesi, ha ancora la voglia di seguirmi J

Un saluto,
Dead Rose Gardener
 

 
  
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