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Autore: Shichan    22/07/2013    11 recensioni
Rivaille nella sua vita pensava che avrebbe fatto molte cose, ma tra queste di sicuro non era mai stato contemplato pulire il moccio di un branco di marmocchi.
[Rivaille, child!Eren; a Lucifer (L)]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren Jaeger, Rivaille, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono (la demenza della fan fiction sì).
Note: poiché questa fanfic è un regalo di compleanno, volevo fare una cosa felice, cosa che in SnK è molto difficile XD Sottolineo quindi che si tratta di una AU, what if le cui età e mansioni dei pg sono diverse per scelta.
Vuole essere una cosina dall’atmosfera leggera, insomma; per una volta, niente morte e distruzione u_ù
Dedica: a Lucifer, nonché mio amato e unico Caporale che mi sposerà perché non sa resistere al mio erenesco (?) fascino v_v auguri <3

 

 

Rivaille nella sua vita pensava che avrebbe fatto molte cose, ma tra queste di sicuro non era mai stato contemplato pulire il moccio di un branco di marmocchi, e non gli interessava che Irwin gli rifilasse cagate come “il destino opera in modi imperscrutabili”: sempre piagnistei doveva sorbirsi, sempre al caos completo doveva assistere e sempre di moccio da pulire si trattava.
Poteva essersi abituato rispetto ai primi tempi, certo, ma quel branco di mocciosi era così male assortito che, dopo i primi giorni all’inizio dell’anno scolastico, Rivaille si era chiesto cosa avesse fatto di male nella sua esistenza per avere una classe del genere: Sasha che mangiava anche le costruzioni, Annie che stava in un angolo preda della sua sociopatia precoce, Ackerman che lo fissava male – perché doveva essere un reato darle uno scappellotto, perché? – ogni volta che Jaeger si attaccava al suo grembiule.
E magari fosse finita; i maschi non erano messi meglio, ad eccezione forse di Reiner e Bertholdt che almeno giocavano fra di loro in un angolo o tentavano di coinvolgere Annie: per il resto era un continuo di strepiti e pianti tra bambini troppo vivaci.
E lui avrebbe legato alla sedia Jaeger e Kirstchein, lo aveva giurato a se stesso.
«Jean si è addormentato.» comunicò Irwin, passando davanti alla stanza dove Rivaille aveva portato Eren quando li avevano divisi dall’ennesimo litigio in cui erano finiti a tirarsi i blocchi delle costruzioni.
«Beato te.» sputò fuori sarcastico, visto che Jaeger continuava a tenersi il bordo del grembiule con le manine e a piangere – almeno lo faceva in silenzio, ma ciò non aiutava granché al di là dei suoi timpani.
Irwin si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito, limitandosi ad un cenno e proseguendo e Rivaille tornò con lo sguardo sul piccoletto.
«Smetti di piangere.» ordinò «Non ti fa male da nessuna parte, no?»
«Mngh…»
Perché i bambini dovevano esprimersi con versi da primate impossibili da comprendere?
Sospirò seccato, alzandosi – Jaeger allungò la mano e prese tra le piccole dita il grembiule dell’insegnante, tirandolo appena per attirarne l’attenzione. Lo guardò, in un tacito “che c’è”, dimentico che aveva a che fare un bambino di cinque anni e non si poteva pretendere fosse intuitivo come un adulto.
Ma Eren tirò sul con il naso e strinse con più forza la stoffa: «M-Ma Jean ha detto che il maestro Rivaille è antipatico!» si lagnò in un borbottio e – parola sua – Rivaille avrebbe voluto schiaffarsi una mano sul viso e basta.
Invece sospirò di nuovo, arrendendosi e prendendosi quel moccioso in braccio e non riuscì a stupirsi davvero del fatto che Eren parve calmarsi nell’immediato, né che gli ci volle poco – una volta rilassato ed esausto per il pianto – a crollare addormentato. Sicuramente lo avrebbe apprezzato di meno una volta che avesse notato che il frugoletto gli stava sbavando sulla spalla ma, sul momento, si disse che poteva fargliela passare liscia per questa volta.
Alla fine aveva litigato per una “buona causa”.
«Eren…»
«Mghn…»
Seriamente, lui non era portato per fare l’insegnante d’asilo.
«La prossima volta tiragli più costruzioni.»

   
 
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