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Autore: beeEnene    22/07/2013    0 recensioni
Si è preso due giorni per organizzare al meglio uno spettacolo che li avrebbe fatti scappare via tutti a gambe levate quando, la terza sera, dal pesante portone d'ingresso, è entrato un ragazzino. Sul momento non ci ha fatto tanto caso, ma poi lui si è avvicinato ad uno dei senzatetto che hanno infestato la sua casa e si è lasciato scivolare giù il cappuccio della felpa, chiedendo un po' da mangiare. L'uomo l'ha squadrato dalla testa ai piedi, un sopracciglio alzato, poi gli ha detto di cercarsi il cibo da solo e si è allontanato. Prima che il ragazzo potesse sbuffare sconsolato, il suo stomaco si è esibito in un non invidiabile concerto.
Harry, seduto sul lampadario con le gambe penzolanti, ha assistito alla scena cercando di scorgere il viso del nuovo arrivato, di cui vede solo i capelli biondi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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OS scritta per l'iniziativa AU!Zouis/Narry Fest del gruppo Wanki!Fic.
I’m blood and flesh if you sing.

Harry è titubante, anche se sa che ormai nella casa non c'è più nessuno sveglio, lo sente dal ritmo regolare dei respiri. Ha anche un po' di paura, anche se tecnicamente l'essere pauroso in quella casa è lui.
È lui il fantasma.
Sono anni che si diverte a mischiare l'acqua nei catini con il concentrato di pomodoro diluito per farlo assomigliare al sangue, oppure che apre il più lentamente possibile le vecchie porte e le finestre, che cigolano che è una meraviglia.
Gli è bastato mancare per qualche mese, andare a trovare un vecchio amico, che al suo ritorno ha trovato la casa infestata. Sì, infesta. Infestata di esseri umani maleodoranti e con la discutibile abitudine di accendere fuochi in mezzo al salotto.
Si è preso due giorni per organizzare al meglio uno spettacolo che li avrebbe fatti scappare via tutti a gambe levate quando, la terza sera, dal pesante portone d'ingresso, è entrato un ragazzino. Sul momento non ci ha fatto tanto caso, ma poi lui si è avvicinato ad uno dei senzatetto che hanno infestato la sua casa e si è lasciato scivolare giù il cappuccio della felpa, chiedendo un po' da mangiare. L'uomo l'ha squadrato dalla testa ai piedi, un sopracciglio alzato, poi gli ha detto di cercarsi il cibo da solo e si è allontanato. Prima che il ragazzo potesse sbuffare sconsolato, il suo stomaco si è esibito in un non invidiabile concerto.
Harry, seduto sul lampadario con le gambe penzolanti, ha assistito alla scena cercando di scorgere il viso del nuovo arrivato, di cui vede solo i capelli biondi. Ha lasciato casualmente cadere un cero in testa a quell'uomo così perfido da lasciare un ragazzino bisognoso senza cena e lo segue, notando che porta una chitarra sulla spalla e gli abiti così logori da intravederne ormai la trama.
Ha camminato un passo dietro a lui nel lungo corridoio sul quale si affacciano le camere da letto ed è stato con un misto di orrore e sorpresa che ha visto il ragazzino abbassare la maniglia dell'unica stanza in cui nessuno avrebbe dovuto azzardarsi a mettere piede.
La sua stanza.
L'ha seguito senza problemi nonostante questi si fosse chiuso la porta alle spalle e si è accovacciato di nuovo sul lampadario, seguendo ogni suo movimento mentre deposita accuratamente la chitarra sulla poltroncina nell'angolo, cerca delle coperte nei cassetti e le sbatte con forza fuori dalla finestra, sollevando tanta polvere da farlo starnutire. Non è riuscito a credere ai suoi stessi occhi quando l'ha visto avvolgersi nelle coperte e addormentarsi sul suo letto.
Da quel giorno Harry segue il ragazzino biondo come un'ombra. O un angelo custode. Gli procura da mangiare, rubacchiando qui e lì dagli altri senzatetto, e dei vestiti più caldi per quell'inverno e lui, ogni volta che li trova, si guarda intorno confuso. Harry prova una strana soddisfazione nel vedere il sorriso grato che lui rivolge al vuoto. E poi, cosa che ancora non riesce a spiegarsi, non ha messo in atto nessuno dei suoi mille e uno espedienti per farlo sfuggire ma gli permette persino di dormire nella sua stanza.
Ha scoperto che i suoi capelli biondi devono essere finti, perché c'è una antipatica ricrescita mora sulla nuca e che ha gli occhi da bambino più azzurri che Harry abbia mai visto: sembrano un cielo d'estate a mezzogiorno, quando c'è così caldo che nessuno pensa di guardare il cielo, perché tutti vorrebbero solo che il sole sì spegnesse per pochi minuti, per poter avere un po' di respiro.
Ha un documento in tasca su cui c'è scritto che si chiama Niall Horan.
Non parla mai Niall, forse perché nessuno vuole parlare con lui. Harry vorrebbe, ma sa che Niall avrebbe ribrezzo e paura di lui. Però, dalle volte, Niall suona la chitarra e Harry prova la strana sensazione di sentirsi vivo. Non aria condensata nelle sembianze del suo corpo, ma carne e sangue. Sente i muscoli stendersi sulle ossa e il cuore pompare forte il sangue denso mentre il respiro accelera e diventa quasi doloroso quando Niall, seguendola melodia della chitarra, canta. Improvvisa, a volte è solo un ”nanana” ma Harry aspetta quei momenti come se potessero riportarlo al mondo.
È successo durante uno di questi momenti: Niall stava suonando e Harry si era avvicinato a lui, senza pensarci, con gli occhi chiusi, la mente rapita dalla sua voce calda e dal suo accento un po' troppo marcato. Le note si sono interrotte di colpo e Harry lo ha sentito trattenere Il fiato. È stato come sentire lo schiocco sordo della corda che ti tiene in bilico nel vuoto che si spezza.
Harry è scappato via prima che potesse rilasciare il respiro.
Da quel notte Niall lo cerca. Parla da solo, così pensano gli altri, ma in realtà parla a lui. Gli chiede chi è, se è stato lui a portargli da mangiare, come si chiama, arriva persino a chiedergli se la sua presenza in quella stanza lo disturbi.
La verità è che Harry non si è neanche chiesto perché Niall riesca a vederlo, perché si sente vivo solo quando Niall è lì e canta, accompagnandosi con la chitarra.
Ecco perché quella notte è così titubante e spaventato. Si chiede chi glielo faccia fare, e quando una vocina gli risponde che sta facendo tutto di sua spontanea volontà sbuffa ancora più spazientito. Si avvicina piano al grande letto a baldacchino, dove Niall sta dormendo, esattamente al centro.
Non ce la fa più. Ha aspettato troppo. Ha voglia di toccarlo, di sentirlo sotto i polpastrelli.
Il materasso non si piega sotto il suo peso inconsistente e Harry tende una mano, intenzionato a spostare una ciocca di capelli dalla sua fronte. Niall sbuffa nel sonno, probabilmente infastidito dal contatto con la sua pelle fredda e Harry sente il magone chiudergli la gola: non può neanche toccarlo.
Si alza, deciso a scappare via, quando qualcuno lo trattiene, stringendogli forte un polso. Harry guarda incredulo le dita bianche di Niall strette attorno alla sua carne fatta d'aria. Come è possibile?
«Ciao» dice Niall, tirandolo verso di lui per farlo voltare e Harry asseconda i suoi movimenti.
«Tu mi vedi» constata Harry e lui si limita ad annuire.
«Non dovrei? » Chiede dopo un po' Niall, tornando a caricarsi, ma tenendo sempre il suo polso.
«Non lo so» ammette Harry.
«Neanche io» aggiunge Niall, l’espressione solo un po’ curiosa, ma senza l’ombra del disgusto a deturpargli i lineamenti angelici.
«Niall canta» chiede Harry improvvisamente, avvicinandosi a lui e sentendo di nuovo il cuore battere. Niall non gli chiede perché, si sporge a prendere la chitarra e lo fa accomodare accanto a lui, sotto la sua coperta, poi inizia a pizzicare le corde della chitarra e Harry chiude gli occhi, permettendosi addirittura di posare la testa sulla sua spalla.

NdA:
Taadaa! Niente di che vero? In realtà l'idea mi piace molto, ci ho lavorato tutta la notte, non massacratela troppo.
Bee.
  
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