Vertigini
Louis si chiede sempre più spesso se da lassù le cose si
vedano più chiaramente. Si chiede se da lassù si possano avere le vertigini, e
si chiede per quale motivo le vertigini le ha anche lui, che è così basso.
Si sveglia sudato ancora una volta, e si rizza a sedere a causa del conato di
vomito che sente chiaramente spingere per venir fuori dalla gola. Quando si
alza dal letto, avverte la testa girare come una trottola, probabilmente per i
movimenti bruschi, probabilmente per lo sguardo sempre rivolto verso l’alto,
probabilmente perché anche lui, da quell’altezza, è destinato ad essere
tempestato di vertigini.
Quando finalmente smette di vedere doppio, si piega e fruga nella federa del
cuscino, e una volta trovato quello che cercava, si chiude in bagno e dà
un’occhiata all’orologio digitale incastrato nello specchio: segna le 3.25.
Mentre si riempie la grossa cartina di materiale a lui sconosciuto, si chiede
se qualcuno dei suoi si sia mai accorto che è da un bel pezzo che Louis non
riempie la cartina di solo tabacco o di erba. Forse lo fa apposta a farsi
venire le vertigini, perché pensa che da lassù la testa giri sempre un po’, e
vuole anche lui provare quella sensazione, vuole sapere se da quell’altezza le
cose appaiano migliori, peggiori, di natura diversa. Sta arrotolando la
sigaretta adesso, come gli ha mostrato Zayn, e
ultimamente è diventato piuttosto bravo anche lui. Spegne la luce del bagno con
gli occhi incollati dal sonno che continua ad avere perché non riesce mai a
dormire, a passare nottate tranquille. Spalanca la finestra e si mette seduto
sul davanzale nella posizione più comoda prima di far scattare l’accendino.
Pensava di esserci passato sopra. Ma poi pensa al fatto che per passarci sopra
per bene, devi essere abbastanza alto, e lui non lo è, lui rimarrà quello più
propenso a tenere i piedi ancorati per terra. Gli altri lo sanno bene che il
Louis che conoscono loro non è lo stesso che le telecamere catturano. Lo sanno
che Louis non fa che pensare a quello che non ha, piuttosto che a quello che
possiede, e che quando poi riesce ad ottenerlo, lo lascia andare per paura di
rovinarlo o di non dargli le dovute attenzioni, perché lui lo sa, non è in
grado di dare troppe attenzioni a qualcuno che non sia se stesso.
Domani si ritroverà nuovamente accanto ad Harry, e gli sembrerà più alto di
ieri, il suo sorriso gli sembrerà più ampio, le pieghe degli occhi più
accentuate, le fossette sulle guance più marcate. Penserà ancora di esserci
passato sopra, si metterà a ridere con la sua faccia tosta, e poi farà i soliti
incubi, si sveglierà alla solita ora della notte e fumerà il solito spinello
pieno di roba che compra la notte e che nasconde nel cuscino e che neanche sa
da dove viene. Per avere le vertigini e sentirsi più vicino a lui. Perché lui
ogni giorno s’allontana, e a Louis non dispiacerebbe la vista da lassù. Harry
non è più suo da un po’, e lo rivuole indietro tanto da mettersi a piangere.
Detesta dover piangere, gli si deforma la faccia, prende a respirare male e le
tempie pulsano fino a dargli la sensazione che la testa stia per esplodere.
Vuole essere alto come Harry. Sicuramente lassù la testa è più leggera,
sicuramente non fa così male se ti permetti di piangere. Ricorda bene tutte le
lacrime versate da Harry, ma la testa non gli pesava, lui urlava, urlava finché
non riusciva a diventare sordo per la sua stessa voce, urlava e piangeva, rosso
in volto, le vene del collo in rilievo, poi vedeva che non c’era reazione da
parte di Louis, e smetteva gradualmente, fino a pulirsi le guance con i polsi e
dire “Ti amo,” e poi andarsene, sperando che bastasse quel loro amore a tenerli
insieme. Sperando che il mondo all’esterno la smettesse di intromettersi,
sperando che i brutti episodi potessero essere dimenticati come quando ci si
sveglia dopo una sbronza, sperando che i sentimenti negativi non diventassero
tanto forti da schiacciare quelli positivi.
Poi Harry ha deciso di crescere. La mattina di un giorno come un altro ha preso
il caffè con Louis e, “Non ti amo più. Mi dispiace, ma l’amore per me è
qualcosa di positivo, e questo non lo è per niente. Non penso che per te faccia
differenza.”, e ha proseguito dicendo che è stato uno stupido a illudersi per
tutto quel tempo e che ha ancora diciannove anni, e alla sua età non si
dovrebbe desiderare di morire.
Sta bene adesso, si vede, gli piace riempirsi il corpo di tatuaggi, e anche
Louis lo fa, quasi a volerlo emulare.
Dà l’ultimo tiro allo spinello e già sente arrivare le vertigini. Vorrebbe
essere alto come Harry e vedere tutto dalla sua prospettiva. Vorrebbe crescere
anche lui, a dispetto di quello che è sempre andato a dire in giro.
E avrebbe tanta voglia di andare da Harry e dirgli che è lui quello che ha
voglia di morire, adesso.
---
Mirokia