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Autore: JKEdogawa    24/07/2013    1 recensioni
La Raimon ha perso la partita contro la Mare Lunare del Cammino Imperiale e il Quinto Settore ha preso definitivamente il controllo sul Giappone. I giocatori dell'Istituto sono stati perseguitati come "traditori", mentre il calcio è diventato come l'esercito a leva obbligatoria.
Solo in pochi si sottraggono ancora a questa situazione, benché siano passati venticinque anni. Tra questi ci sono Celia Hills e Jude Sharp a cui è stata affidata una bambina di nome Isa. Lei non sa niente del suo passato o dei suoi genitori, ma l'incontro con Dino Blaze e David Evans dipanerà la matassa di domande che la attanagliano.
Cos'è successo veramente alla Raimon?
Cosa trama il Quinto Settore?
Ma sopratutto: perché non può giocare a calcio?
Collegata a Medusa Revolution(mia) ed Incontri prima della fine(GiulizTheBat).
Basato sulla versione Ombra del videogioco IEGo.
Genere: Azione, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutta un'altra Inazuma'
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Capitolo I

Come la vita di una tredicenne cambiò radicalmente


Silenzio.
L'unico rumore era la televisione che trasmetteva una partita di calcio. Ogni singolo movimento era studiato dai suoi giovani occhi con perizia maniacale e cercavano di capire come sarebbe andata a finire. Era la semifinale del Cammino Imperiale e giocavano l'Istituto Superiore per Prodigi e il Collegio Via Lattea. La prima stava vincendo per tre a due, ma era ancora tutto da vedere negli ultimi minuti di gioco. Il fischio dell'arbitro e la fine della partita la costrinsero a svegliarsi dalla sua catalessi.
<< Isa, devo andare a fare la spesa, mi accompagni?>> domandò una voce femminile dall'altra stanza.
<< Arrivo Zia Celia, tanto la partita è finita.>> rispose la ragazza spegnendo la televisione e alzandosi dalla poltrona<< Ha vinto la Scuola Superiore per Prodigi, ma non ho capito bene il loro gioco. Comunque era prevedibile, le ultime partite sono state epiche!>>.
<< Non hai capito il loro gioco?>>.
<< Già. Non sembrava che si muovessero su schemi definiti, ma magari mi sbaglio io.>> arrivò nell'altra stanza dove una signora dai capelli blu sporco la stava aspettando. Portava un paio di pantaloni bianchi intonati alla giacca, ma teneva in mano due cappe di iuta marrone che sicuramente avrebbero coperto il suo vestito elegante e gli abiti di Isa. Non che la ragazza fosse elegante, anzi: portava una maglietta a maniche corte azzurra e un paio di calzoncini neri con delle scarpe da ginnastica turchesi e calzini gialli. Celia aveva tanti insistito che non si mettesse le scarpe da calcio.
La donna le lanciò una cappa e lei la prese al volo. Senza chiedere niente la indossò mentre sua “zia” faceva altrettanto. Si alzarono i cappucci sulla testa all'unisono ed uscirono nella strada deserta. Tokio era veramente cambiata in quegli anni: anche abitando in centro ben poche persone uscivano di casa. Ogni tanto c'era qualcuno che faceva la spesa, ma era raro incontrare qualcuno che faceva una semplice passeggiata. Isa era stata abituata fin da quando aveva dieci anni ad uscire con la cappa di iuta addosso, ma nemmeno lei sapeva il perché. Senza contare quella strana richiesta di sua “zia” di imparare il parcour. Non capiva a cosa le sarebbe servito, ma l'aveva imparato anche per trovare qualche sport da fare che non fosse il calcio, il suo sogno di attività all'aperto. Celia era stata chiara: “Niente calcio! Potrai guardare le partite ed imparare gli schemi, ma non potrai mai(e sottolineo mai) giocare a quello sport!”. Quando gliel'aveva detto sembrava dispiaciuta anche lei per quel divieto.
Dei rapidi passi pesanti si fecero sentire nella strada e Celia s'irrigidì.
<< Copriti il viso.>> ordinò in un bisbiglio. Ubbidì riluttante come capitava sempre. Una pattuglia del Quinto settore passò e le superò come se fossero invisibili. Fecero per andarsene, ma una delle guardie gli tirò giù i cappucci.
<< Perché non mi sorprende vederla, Celia Hills.>> disse una delle guardie con un ghigno poco rassicurante. Senza perdere tempo la donna prese il braccio di Isa e si mise a correre nella direzione opposta, o almeno ci provò. Una seconda guardia le sbarrava la strada e prese Isa per il colletto della cappa.
<< Ehi!>> si lamentò la tredicenne.
<< Victor, direi che lei è in età da Cammino Imperiale.>> disse la guardia senza badare alla ragazzina che si dimenava.
<< Davvero? Siamo a due cose che non mi sorprendono. Eppure lei ha qualcosa di familiare...>> si mise a scrutare Isa<< Ma certo! Dovevo immaginarlo che una dei due fosse con lei, signora Hills! Richard, vengono tutte e due con noi.>>.
<< Non credo proprio!>> esclamò una voce dall'alto. Un uomo dai capelli castani rasta e degli occhialetti da aviatore svettava sul tetto di fianco a loro. Fece una salto e piombò addosso a quello che teneva Isa. La ragazzina rotolò a terra e si alzò il più velocemente possibile.
<< Zio Jude!>> esclamò sorpresa.
<< Ma certo, anche Jude Sharp! Ottimo! Il Grande Imperatore sarà contento del nostro operato.>> ghignò Victor.
<< Victor Blade, immagino. Mi hanno sempre parlato male di te, ora ne comprendo i motivi!>> Jude corse e lo bloccò a terra, poi si rivolse a Celia e Isa<< Scappate, presto!>>.
<< Ma...>> disse Isa.
<< Scappate e basta!>> Victor gli dette un calcio a piedi unti nello stomaco e lo fece cadere sulla schiena. Fece per seguire le ragazze, ma Jude lo fermò<< Tu sei contro di me!>>.
Celia tenne stretta Isa e la tirò in una via isolata. Altre guardie si misero ad inseguirle e in breve gli furono alle calcagna.
<< Oh oh!>> esclamò la signora Hills. Davanti a loro si stagliava una parete di assi di legno che solo qualcuno allenato sarebbe riuscito a superare<< Io non posso andare avanti, ma tu sì. Li distraggo e tu scappa.>>.
<< Ma...>> tentò di replicare la ragazzina.
<< Niente ma! Corri più che puoi e non tornare a casa per alcuna ragione, capito!>>.
<< Ma...>>.
<< Vai!>> le dette una spinta verso l'alto e Isa s'inerpicò sull'ostacolo fino a superarlo. Rotolò dall'altra parte e si mise a correre verso la periferia più velocemente che poté. Una mano la trascinò in un vicolo e le tappò la bocca.
   
 
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