Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: alberodellefarfalle    24/07/2013    4 recensioni
Lui un modello famoso, la sua immagine tappezza la città; lei una fotografa alle prime armi, ma molto brava. Ma non si incontreranno nelle loro vesti ufficiali, il loro primo incontro non svelerà le loro identità. Cosa accadrà dopo, quando Margherita scoprirà chi è in realtà lo Straniero entrato in una notte fredda nel pub dove lavora? Nicolas rimarrà abbagliato dalla bella e forte Margherita e lei dovrà ricredersi sui modelli belli e stra-pagati?
Buona lettura
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Ragazza e lo Staniero


Questa volta Gregorio mi licenzia, ne sono sicura. Ma la mia vespa doveva abbandonarmi proprio oggi che ero in ritardo già di mio? A dire il vero io sono sempre in ritardo ma con la mia vespa riesco a recuperare il tempo e arrivare puntuale al pub, ma oggi no, la mia vespa ha deciso che era arrivato il momento di prendersi una vacanza. Ed eccomi qui a sfrecciare dalla fermata dell’autobus al pub di Gregorio. Arriverò trafelata e sudata per beccarmi una bella ramanzina e forse un licenziamento per il mio ritardo. Povera la mia vespa! Ora, quanti soldi vorrà il meccanico per aggiustarla? Altri sacrifici, ma quel mezzo mi serve per spostarmi in città e poi ormai non è più un mezzo di trasporto. Io alla mia vespa ci sono affezionata. L’ho comprata dopo aver raccolto i soldi per un sacco di tempo ed è diventata una buona compagna delle mie corse per recuperare i miei ritardi cronici. Ma cos’è tutta questa confusione? La gente ha deciso di invadere lo stretto viale che porta fino al pub dove lavoro per pagare i miei studi. Si, perché io studio per passione e lavoro per esigenza. Studio fotografia all’accademia: è la mia passione sin da quando ero bambina. La fotografia è la mia vita. Ma per mantenere questa vita devo lavorare. Lavoro al pub di Gregorio da più di un anno. Prima avevo fatto di tutto: baby sitter, fioraia, barista e non so che altro. Trovare il lavoro al pub è stata una fortuna: la paga è buona, anche se gli orari un po’ impossibili, ma Gregorio non è un cattivo capo, ne ho visti peggiori, e il mio collega, Esteban, è un amore. Poi quando capita faccio foto a matrimoni, battesimi e altro. Mi serve per racimolare un po’ di soldi in più che non fanno mai male.
Ed eccomi qui a fare lo slalom tra la folla. Non solo sono in ritardo, devo pure scansare queste oche assatanate alla vista di qualche modello o attore che esce dalla casa di moda, che, per mia disgrazia, si trova a pochi metri dal pub. Certo che la gente è fuori di testa! Queste vanno in brodo di giuggiole per uno stallone stra-figo, senza cervello, che nemmeno le vede, troppo occupato a fissare le tette rifatte e le gambe-stecchino di qualche collega. “Ai, che dolore!” credo di aver sbattuto contro un palo o qualcos’altro di molto solido “Tutto bene, signorina?” Il qualcosa di solido è un uomo, ma non mi sono fermata nemmeno a guardare chi è: sono in ritardo e scappo via urlando un si, che credo non abbia nemmeno sentito, coperto dagli urletti striduli delle oche-assatanate. Ultimo scatto e supero la folla, pochi metri e arrivo al pub.
“Gregorio, perdonami, perdonami.” Sono disposta pure a mettermi in ginocchio pur di mantenere questo impiego. Mi mancano gli ultimi mesi all’accademia prima di laurearmi e per il momento non posso concedermi distrazioni come quella di cercare un nuovo lavoro. “Sono disposta a tutto pur di farmi perdonare. Non è colpa mia: la mia vespa oggi ha deciso di abbandonarmi. Non lo so, posso chiudere io oggi, fare un piccolo extra …” lascio la frase in sospeso aspettando che Gregorio mi dica qualcosa. “Ti perdono solo perché oggi devi effettivamente chiudere tu perché io devo andare via prima. Poi dovrai fare veramente degli extra perché Esteban non c’è. Si è preso la febbre.” Come Esteban con la febbre? E io che speravo in un suo passaggio stasera. Questo significa che dovrò provare a chiamare Betty e farmi venire a prendere alla chiusura. Comunque, l’importante è aver mantenuto il lavoro. Per questa volta l’ho scampata. “Non preoccuparti, Gregorio, penso a tutto io.” e metto in atto quanto detto. Inizio a lavorare: preparo i tavoli, gli stuzzichini che serviamo ai clienti e metto in ordine il bancone. Poi inizia ad arrivare la gente e io corro tra i tavoli per prendere le ordinazioni, per portare bibite, cocktail e cibi di ogni genere, mentre Gregorio si occupa del bancone. Quando, verso l’una, il locale comincia a svuotarsi lui va via e rimango solo io ad occuparmi di tutto. Quanto mi manca in questo momento Esteban!

Dopo altre due ore di duro lavoro posso dire che la  giornata sta per terminare. Mi manca solo di finire le pulizie prima di chiudere e di godermi la mia cenetta. Provo a chiamare Betty, ma non risponde “Su Betty, non puoi lasciarmi qui!” impreco ad alta voce. Voltandomi mi trovo un uomo di fronte. “Guardi, stiamo per chiudere.” Sono sola nel locale e non è piacevole trovarsi uno sconosciuto di fronte. Di solito c’è sempre Esteban con me. Devo ammettere di non essere molto tranquilla, potrebbe essere un maniaco, un assassino … con le cose che si sentono in giro non c’è da stare sereni. In realtà di solito sono molto più coraggiosa, ma la stanchezza e l’aggressione subita in pieno giorno dalla commessa del negozio che si trova a pochi metri da qui mi hanno reso più insicura. Maledetta febbre di Esteban e maledetto Gregorio! “Signorina, mi farebbe un grande favore se mi concedesse di mangiare un boccone qui. Sono appena uscito da lavoro e questo è l’unico posto ancora aperto che ho trovato in zona. Sono disposto a pagarle un extra e accetto qualsiasi cosa commestibile. Muoio di fame!” Però è gentile, non sembra un maniaco o cose simili. Poi si fa avanti e io automaticamente faccio un passo indietro. “Non abbia paura di me. Non ho nessuna intenzione di farle del male. Se la cosa la rende più tranquilla si metta dietro il bancone e io resterò da questa parte così saremo abbastanza lontani.” faccio come dice. Mi sento una stupida in realtà. Arrivata alla mia postazione lo osservo meglio. È un uomo alto, possente, la maglia aderente fascia i muscoli delle braccia. Devo ammetterlo: ha un bel corpo. Del viso non posso dire molto. Indossa un cappello che nasconde i capelli e ombreggia la fronte; gli occhi sono coperti da grandi occhiali da sole e una pesante sciarpa gli avvolge il collo fino a sfiorargli la bocca. Il suo strano abbigliamento lascia scoperte solo le labbra, delle belle labbra invitanti e carnose. Margherita, ma che strane considerazioni fai? Certo non si può negare che sia un bel uomo, ma non si può negare che sia un tipo strano: occhiali da sole alle 3 di notte e sciarpa, quando nel locale ci sono almeno 25 gradi per combattere il freddo di fuori, sono alquanto fuori luogo. Ma l’aura di mistero che gli donano lo rende ancora più affascinante e intrigante. “Ragazza, adesso sei più tranquilla?” mi chiede mostrandomi un sorriso un po’ provocatorio. Io decido di rispondere a tono “Si Straniero, va molto meglio. Allora cosa posso offrirle?” il suo sorriso si fa più gentile e io involontariamente rispondo incurvando le labbra.

Angolo Autrice: Benvenuti nella mia nuova avventura, spero questo primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia convinti a leggere la storia. Vi prometto che non vi farò aspettare molto prima del prossimo capitolo, la storia è tutta in testa devo solo scriverla in un italiano comprensibile e fluido. A presto.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: alberodellefarfalle