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Autore: HeavenMayBurn    24/07/2013    2 recensioni
Derek ringrazia il fatto che per una volta Stiles abbia deciso di non dire nulla durante il tragitto; qualsiasi parola sarebbe stata troppo e non sarebbe bastata allo stesso tempo.
[Pre slash Derek/Stiles; missing moment 3x07. Scritta per la nottebianca#10 @ maridichallenge]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia (scritta senza scopo di lucro) sono stati creati ed appartengono ai loro rispettivi autori, booyah o/ Non possiedo e non guadagno nulla 8D

Timeline:  subito dopo la 3x07

Warning: Missing moment; pre slash; canon character death.

Conteggio parole: 814

Note: Scritta per la Nottebianca #10 @ maridichallenge con il prompt: Teen Wolf, Derek/Stiles, dopo la 3x07.

Titolo da Missing degli xx because idk odio titolare >:(

 

My heart is beating in a different way.

 

Derek ha sentito il tintinnio delle chiavi di Stiles solo per un istante prima di rendersi conto di essere nella sua jeep. Non ha idea di come fosse successo e nemmeno gli importa.

Ringrazia il fatto che per una volta Stiles abbia deciso di non dire nulla durante il tragitto; qualsiasi parola sarebbe stata troppo e non sarebbe bastata allo stesso tempo.

 

Prima di infilare la chiave nella toppa, Stiles si ferma un attimo, prendendo un respiro.

“Penso che, uh,” si passa una mano tra i capelli corti indicando con un gesto della testa la finestra di camera sua. “Non so se mio padre sia a casa, ma… Non ho idea di come potrebbe prendere il fatto che tu sia qui a quest’ora.”

Derek annuisce e quando Stiles si volta di nuovo non è più dietro di lui.

 

Il soggiorno è silenzioso e le chiavi di casa di suo padre non sono sul tavolino. Almeno qualcosa che va per il verso giusto c’è, pensa amaramente mentre accende le luci.

Sale le scale velocemente e quando apre la porta, Derek è appoggiato accanto alla finestra, al buio; il suo sguardo è fisso sul pavimento ma in realtà probabilmente è da tutt’altra parte  -Stiles immagina  fin troppo bene dove sia.

 

“Andiamo” comincia parlando piano “mio padre non è in casa, ti preparo una cioccolata calda.” E sa che Derek non ha fame ma non può fregargliene di meno perché Stiles è ancora sull’uscio e la sua camera gli sembra già troppo piccola e claustrofobica.

 

Quando erano ancora nel loft, dopo quelle che erano sembrate ore, Lydia aveva fatto segno di seguirla verso l’angolo più lontano della stanza. Il trucco del suo viso era rovinato e aveva infilato le mani in fondo alle sue tasche, cercando di fermare il tremore.

“Non puo’ restare qui sta notte” aveva sussurrato, indicando Derek con un gesto del viso.

Isaac aveva annuito nonostante sentisse il suo stomaco rivoltarsi al solo pensiero. “Qui ci pensiamo io e Cora.”

Cora si era passata una mano sul viso, cercando di asciugarsi le lacrime che le avevano bagnato le guancie. “Chiamo anche Peter.”

Stiles aveva alzato lo sguardo verso il corpo di Boyd, ancora in mezzo alla stanza, ed aveva abbassato subito gli occhi. Era come se fosse tornato indietro nel tempo di dieci anni e tutti si stessero sforzando a rimanere forti nonostante il dolore sia così pesante da essere quasi una presenza fisica nella stanza.

“Vieni a casa mia quando hai finito.” Le aveva detto alla fine perché non aveva più sei anni e anche lui doveva fare la sua parte. “Lascio la finestra di camera mia aperta. Lydia e Isaac sanno dov’è.”

L’espressione negli occhi di Cora si era addolcita ed aveva annuito, sussurrando un “Grazie” a mezza voce.

Stiles aveva riportato lo sguardo di nuovo sul pavimento ancora bagnato, il solo pensiero che qualcuno passasse la notte in quel loft bastava da solo a fargli venire la nausea.

 

Stiles, non dovresti…” comincia Derek, la tazza che stringeva tra le mani era ormai fredda. “Questa non è la tua guerra. Non sono affari che ti riguardano.”

Stiles sente la rabbia scorrergli nelle vene veloce e ha voglia di lanciargli la cioccolata addosso e sperare che sia abbastanza calda da ustionarlo. “Mi stai prendendo per il culo, vero? Questa è la mia guerra! Boyd era un mio compagno di classe, un mio amico! Tu… tu sei mio amico! Dio, non era questo che volevi quando chiedevi a Scott di unirsi al tuo branco? Beh, ora ci siamo dentro.” Abbassa la voce e smette di parlare per un istante; dopo tutto quello che è successo nelle ultime ore non anche ha la forza per litigare con Derek. “Questo è esattamente il posto in cui dovrei essere.” Conclude mordendosi l’interno della guancia mentre sente le guancie arrossarsi appena.

 

Derek rimane in silenzio e Stiles prende un piccolo sorso dalla tazza, nonostante la cioccolata sia così fredda da essere a malapena bevibile.

“Grazie” risponde infine, appoggiando la schiena contro il muro della cucina.

Stiles vorrebbe scuoterlo per le spalle. “Non mi devi ringraziare, questo non è un favore che ti sto facendo. E’ una cosa normale, sai? Ormai siamo una squadra.”

 

E forse è il fatto che è tardi e non pensa lucidamente, o forse è perché nonostante tutti i suoi discorsi Derek non ha davvero idea di che cosa significhi davvero branco, ma dopo un attimo Stiles appoggia la tazza sul mobile della cucina, avvicinandosi a lui.

 

Trattiene il respiro e si irrigidisce aspettandosi un pugno o come minimo una spinta quando gli cinge le spalle in un abbraccio leggero. Derek non lo ricambia ma con sua sorpresa non lo allontana nemmeno, e Stiles è così vicino a lui che non ha bisogno di essere un licantropo per sentire il battito del suo cuore accelerare.

“Gliela faremo pagare” dice fissando il muro davanti a se. Derek continua a rimanere in silenzio ma almeno questa volta non ha intenzione di replicare.

 

   
 
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