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Autore: f9v5    24/07/2013    2 recensioni
Un potente artefatto creato agli inizi dell'universo, l'Elacubo, è stato trafugato dal luogo in cui era custodito. Ma il misterioso ladro, Nox, non ha mai fatto avere sue notizie dopo quell'evento. Sono passati ormai duecento anni e tre ragazzi, così diversi, ma anche così simili, partiranno per l'ignoto al solo scopo di provare il brivido dell'avventura. Mai avrebbero immaginato di incrociare i loro cammini e di restare coinvolti in un'avventura che avrebbe deciso le sorti di tutto il mondo in una grande lotta contro il tempo.
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Storia su Digimon Tamers ma con grandi spunti presi dalla serie francese di proprietà della Ankama "Wakfu".
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Takato Matsuda, Un po' tutti | Coppie: Jianlinag Wong/Henry, Ruki Makino/Rika
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buio.
Buio immenso.
Non vi era nulla, solo il silenzio, quel classico silenzio che lascia presagire che presto accadrà qualcosa di sconvolgente, qualcosa destinato a scatenare un irrefrenabile corso di eventi.
Peccato che non ci fosse nessuno lì dentro a poterlo notare, ma non sarebbe cambiato molto, niente e nessuno erano mai riusciti ad entrare lì.
Quella caverna godeva della protezione di una grande creatura, una creatura che faceva la guardia all’ingresso di quella grotta probabilmente dall’alba dei tempi, senza mai permettere a nessuno di entrarvici.
Il perché di tutto ciò? Perché ciò che stava custodito in quel luogo misterioso e oscuro non doveva essere trovato, non doveva venire alla luce, gli effetti che la sua scoperta avrebbe comportato sarebbero stati catastrofici, se fosse finito in mani sbagliate.
D’un tratto avvenne qualcosa, dall’esterno della caverna giunse un botto, ci fu un’esplosione, il muro crollò all’improvviso, inondando la stanza di luce solare.
Si poteva intravedere all’esterno un’immensa sagoma stesa al suolo, tuttavia i suoi tratti non erano ben chiari perché in controluce; non un solo respiro, non un solo alito di vita proveniva da essa, chiaro segno di cosa gli fosse accaduto.
Un’altra figura, notevolmente più piccola, passò oltre il corpo che si stava riverso per terra, era stato più facile di quanto avesse creduto.
-Tsk, e si raccontava in giro che Megidramon era uno dei demoni più potenti in circolazione; mi sa che chi l’ha detto era solo un povero idiota.- decretò la misteriosa figura, continuando ad avanzare dentro la grotta, ora illuminata.
Eccolo lì, l’oggetto che tanto stava cercando.
Sopra una piccola colonna circolare vi era poggiato un oggetto interamente grigio, a forma di cubo, con degli strani disegni sulla superficie  a motivo di onde.
-Finalmente, l’ho trovato finalmente. L’elacubo, il potente artefatto creato dai draghi migliaia di anni or sono.-
L’oggetto di colpo cominciò ad agitarsi, come animato di volontà propria, si illuminò di una luce azzurra e si sollevò in aria, procedendo lentamente verso il misterioso individuo, come a lanciargli l’invito ad accoglierlo fra le sue mani, invito che questi colse al volo, prendendolo fra le sue mani metalliche.
Quell’oggetto non era normale, aveva percepito che l’essere di fronte a lui lo bramava, aveva capito che nel suo cuore albergava la pazzia, che l’avrebbe usato per scopi folli… e la cosa già gli piaceva.
Quando il misterioso essere si apprestò ad uscire dalla grotta ebbe una brutta sorpresa: il possente demone, con grandi componenti draconiche, era nuovamente in piedi e ruggiva ferocemente al suo indirizzo.
Credeva fosse morto, non respirava più, com’era possibile?
Bé, poco importava, adesso aveva anche un’arma in più tra le sue grinfie, non aveva motivo di preoccuparsi.
“Elacubo, ti chiedo di prestarmi un po’ del tuo potere, te lo restituirò con gli interessi.”
Il misterioso artefatto risplendette tra le sue mani, facendo scorrere sul suo corpo una potente scarica elettrica che ebbe l’effetto di galvanizzarlo.
-Sì, SI… E’QUESTO CIO’ CHE VOLEVO!-
Il demone-drago si scagliò all’attacco, lui attese paziente, sul suo volto vi era un ghigno maligno.
Tempi bui avevano appena avuto inizio.
 
 
-… O almeno così si credeva. Dopo il furto dell’elacubo, non si ebbe più nessuna notizia del suo ladro, Nox, si era come volatilizzato. Dopo duecento anni, l’unica ipotesi che si riuscì a formulare fu che avesse perso il controllo dell’elacubo, finendo distrutto dal suo potere e che l’artefatto sia ora smarrito chissà dove.-
Un ragazzo, sdraiato all’ombra di un grande albero, finì di recitare la storia che più volte il suo maestro gli raccontava, prima di morire in circostanze sconosciute.
Il ragazzo in questione aveva all’incirca sedici anni,  capelli castani e occhi di un colore che sembrava una via di mezzo tra castano e rosso.
Indossava un paio di pantaloni marroni, scarpe del medesimo colore e una maglietta senza maniche bianca, tenuta fuori dai pantaloni, con il disegno di una spada stilizzata rossa al centro di essa.
Accanto a lui vi era una particolarissima lancia, regalatagli dal suo maestro: si allargava a cerchio andando verso l’impugnatura e alla fine era ornata di rosso con delle sfere bianche.
Il ragazzo intanto si poneva domande riguardo la storia che si era ripetuto, chiedendosi se fosse successa davvero o se fosse stata tutta un’invenzione di quel leone del suo maestro per prenderlo in giro.
-Se fosse vero, però, sarebbe stata una bella avventura cercare di fermare quel tipo. Non mi sarebbe dispiaciuto.-
A quel punto, il ragazzo decise che era il caso di rimettersi in viaggio.
Non aveva una meta precisa, ne un vero obbiettivo, semplicemente il suo bisogno d’avventura e il desiderio di aiutare chi era in difficoltà lo avevano spinto ad intraprendere quel viaggio.
Sin da piccolo aveva trovato uno scopo di vita nel combattere, non si riconosceva in nient’altro, forse perché suo padre era un guerriero come lui aveva deciso di intraprendere quella strada, stava di fatto che era quello che lui voleva. Il suo maestro non si risparmiava di certo negli allenamenti, ci andava sicuramente pesante, anche se il più delle volte risultava stravagante.
Preferì non pensarci, per il momento, gli dispiaceva rievocare alla mente i ricordi di persone care che non c’erano più.
L’unica cosa su cui voleva concentrarsi era il suo viaggio.
 
 
Non era stata una decisione difficile la sua; ci aveva riflettuto su solo qualche istante, prima di convincersi che era la cosa giusta da fare.
Una ragazza di circa sedici anni, capelli rossi legati in una coda alta, occhi viola ametista, stava in quel momento uscendo di nascosto dalla sua camera per evitare di essere scoperta.
In teoria non sarebbe dovuto essere difficile sgattaiolare via da quel posto, aveva sempre vissuto in quel castello, lo conosceva praticamente come le sue tasche.
Indossava dei pantaloncini neri, lunghi stivali marroni e una maglietta nera che lasciava scoperte braccia e spalle.
Portava con sé un lungo bastone dorato, che terminava con un grande anello nel quale ve ne erano attaccati altri più piccoli.
In quel momento avrebbe preferito avere un altro tipo di arma: ad ogni passo gli anelli del suo bastone tintinnavano emettendo un lieve rumore e, se l’avessero scoperta, l’avrebbero costretta a rientrare nelle sue stanze.
Oh, col cavolo che ci tornava.
Una volta arrivata all’esterno, raggiunse di corsa il recinto degli Unimon, i Digimon che venivano usati come cavalcature.
-Immaginavo che un giorno sarebbe successo.- sospirò al sentire il suono di quella voce.
-Nonna, se sei qui per fermarmi…-
-Non è mia intenzione.-
La ragazza si voltò con un’espressione leggermente scettica e col un sopracciglio alzato.
-Sentivo che, prima o poi, lo avresti fatto. Sarai anche una principessa, ma è giusto che tu veda il mondo ed è giusto che tu abbia l’opportunità di apprendere sempre più, così sarai in grado di sostituire degnamente tua madre.- proseguì la donna.
-Quindi, lei non saprà niente?!-
La nonna della ragazza le rivolse un sorriso incoraggiante.
-Diciamo che farò in modo che lo venga a sapere il più tardi possibile, ma sono sicura che capirà; sai che ti ama e vuole solo il tuo bene, quando si renderà conto che è stata la cosa giusta non smetterà di mandarti il suo sostegno.-
La principessa scosse sconsolata la testa: era d’accordo sul fatto che sua madre le volesse bene, per lei era lo stesso, ma non sembravano avere punti d’incontro.
Mettendo da parte questi pensieri, la ragazza montò in groppa ad uno dei destrieri alati.
Prima di partire rivolse un lieve sorriso, che per lei significava tanto, alla persona che più di tutte le aveva voluto bene e a cui si sentiva più legata.
-A proposito…- la donna la fermò un’ultima volta, porgendole un mantello -…così eviterai di attirare l’attenzione. Anche se uscirai dal regno, qualcuno potrebbe sempre riconoscerti.-
Con un cenno d’assenso, la ragazza partì in groppa al Digimon equino, pronta per cominciare una nuova vita.
 
 
Diede un’ultima controllata alla sua sacca da viaggio, per accertarsi di aver messo tutto lo stretto necessario.
Controllato che non gli mancasse niente, il ragazzo si mise la sacca in spalla e si apprestò ad uscire di casa.
Prima, però, c’era un’ultima cosa che doveva fare.
Il ragazzo in questione aveva diciassette anni, capelli corti blu-neri e occhi grigi che esprimevano grande maturità e saggezza, nonostante la sua giovane età. Indossava dei pantaloni marroni e una canottiera nera che lasciava intravedere un giusto tono muscolare, frutto di anni di allenamento.
Raggiunse il salotto di casa, dove c’era una persona ad attenderlo.
-Padre, è il momento, dobbiamo salutarci.- proclamò il ragazzo all’uomo più anziano.
Questi in un primo momento non disse nulla, si limitò ad alzarsi e ad andare verso il ragazzo, per poi coinvolgerlo in un commovente abbraccio a cui non si sottrasse.
Avevano discusso a lungo a riguardo della decisione del ragazzo di mettersi in viaggio, in un primo momento l’uomo non aveva approvato la volontà del figlio.
Quello che il figlio voleva era conoscere il mondo, sapere il più possibile, ma malgrado i libri della biblioteca di casa sua fossero numerosi e ben forniti di dati, lui sentiva che non gli bastava.
Non era sufficiente per lui leggere di grandi storie e leggende del passato, tali cose lui sentiva il bisogno di viverle, provarle sulla pelle e non avrebbe mai potuto se fosse rimasto lì.
L’uomo alla fine aveva compreso il volere del figlio e accettò la sua decisione, seppur con un po’ di tristezza.
-Abbi cura di te figlio mio, sta attento… ah, che ti faccio a fare queste raccomandazioni, sai cavartela benissimo da solo.-
Era vero, nella sua vita, fino a quel momento, se l’era sempre cavata, anche quando si era ritrovato da solo, ma sentire la voce di suo padre che lo incoraggiava era ciò che gli permetteva di andare avanti, il sapere che avrebbe avuto fiducia in lui.
Quindi, aveva bisogno eccome di quelle raccomandazioni.
-Ciao papà, ti spedirò qualche lettera magari, così ti farò sapere.-
I due si salutarono con un cenno d’intesa.
Il giovane sospirò e, una volta fuori, si incamminò, pronto per iniziare il suo viaggio.
 
 
-Sono passati duecento anni. Incredibile come vola il tempo vero? Voglio dire, passa così in fretta che quasi uno non se ne rende conto. Ormai manca poco, ad ogni modo, presto otterrò quello che tanto bramo, nessuno sarà in grado di ostacolarmi. Miei cari, ci rivedremo… molto presto. AHAHAHAHAH!-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora, che vi è sembrato? Uno schifo? Buono ma si può migliorare? Eccellente? (di quest’ultimo dubito fortemente, anche del secondo un pochino)
Ovviamente avrete già capito chi sono i tre ragazzi, pur non avendo ancora detto i loro nomi, ma tanto i nomi verranno detti in seguito.
Vi avviso già da ora, la storia non procederà a chissà quali ritmi, quindi l’aggiornamento potrebbe essere in qualunque momento, io, per evitare danni o denunce, lo dico già adesso.
Si, se ve lo siete chiesti, ad inizio capitolo era proprio quel Megidramon, dovevo pur mettere un guardiano pericoloso, tanto per far capire la potenza del nemico in questione.
Ma penso che, per il momento, possa bastare così, vi saluto.
 
Ps: l’avvertimento OOC è solo per precauzione, visto che non sono sicuro di riuscire a rappresentare perfettamente il carattere dei personaggi, ma ci proverò, questo ve lo assicuro.
  
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