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Autore: Pi_esse    24/07/2013    5 recensioni
"Cioccolato bianco" bisbigliò Jon e si avvicinò per imboccarmi. Esitai un secondo, poi aprii la bocca. Quel piccolo pezzo bianco di dolcezza si sciolse all'istante, lasciando un sapore leggero sulla lingua.
"Cioccolato al latte" continuò poi, prendendo fra il pollice e l'indice della mano un cubetto più scuro per imboccarmi di nuovo.
"Cioccolato fondente" concluse ripetendo per l'ultima volta quel gesto. Stavolta non era un cubetto, bensì aveva la forma di una farfalla che svolazzò fino al mio palato.
"Profondo proprio come i tuoi occhi" aggiunse Jon, gelandomi il sangue.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non sono molto convinta nemmeno di questa fanfiction xD Spero vi piaccia comunque, accetto qualsiasi critica purchè non sia offensiva e che possa migliorare la mia scrittura ^___^

Nonostante la gonna lunga e stretta ostacolava la mia corsa -permettendomi solo passi brevi- cercai in fretta di rifugiarmi sotto il tetto, davanti all'ingresso di casa mia. Con una mano ressi l'ombrello, mentre con l'altra cercavo il mazzo di chiavi nella mia borsa, sempre piena di cose. I fulmini intanto si scagliavano nel cielo minacciosi ed il vento mi spingeva verso la porta. Quando riuscii finalmente ad entrare in casa gettai la borsa sulla poltrona e mi disfeci delle scarpe col tacco. Passai davanti allo specchio del corridoio: la mia immagine si riflettè sfuggevole e fortunatamente i capelli erano ancora raccolti e asciutti.
In quel momento dall'altra stanza apparve Johnny, il mio fidanzato. Avanzò verso di me fiero del suo portamento e della sua eleganza. Era vestito di tutto punto, con giacca e cravatta. I capelli quasi dorati ricadevano quasi fino alle spalle. I suoi occhi scuri mi scrutavano, il suo sorriso dannatamente bello mi trasmetteva un rasserenante "casa dolce casa".
"Com'è andata oggi a lavoro amore?" mi chiese una volta che mi ebbe raggiunta.
"Bene, grazie" risposi io, senza riuscire a nascondere la stanchezza.
"Sei stanca?" chiese poi, poggiando le mani sulle mie spalle. Quella sembrava più un'affermazione che una domanda. In effetti ogni volta che rientro da lavoro sono spesso stanca e mi getto sul divano per dormire, ma stavolta lo sorpresi: "Si lo sono, ma non per te" e così dicendo, mi lasciai cadere fra le sue braccia. Johnny sorrise e mi accompagnò nell'altra stanza: le luci erano soffuse e sopra il tavolo basso al centro della stanza c'era una graziosa scatolina rivestita di carta rossa.
"Accomodati," mi accompagnò lui "ho preparato qualcosa di speciale solo per te" disse poi sedendosi di fronte a me. Le sorprese mi sono sempre piaciute, soprattutto le SUE. A quel punto tolse la carta dalla scatola e sollevò il coperchio: vidi dei cioccolatini chiari e scuri e con varie forme. I miei occhi erano carichi di stupore, mentre lui sembrava proprio soddisfatto.
"Cioccolato bianco" bisbigliò Johnny e si avvicinò per imboccarmi. Esitai un secondo, poi aprii la bocca. Quel piccolo pezzo bianco di dolcezza si sciolse in bocca all'istante, lasciando un sapore leggero sulla lingua.
"Cioccolato al latte" continuò poi, prendendo fra il pollice e l'indice della mano un cubetto più scuro e mi imboccò di nuovo.
"Cioccolato fondente" concluse ripetendo per l'ultima volta quel gesto. Stavolta non era un cubetto, bensì aveva la forma di una farfalla che svolazzò fino al mio palato.
"Profondo proprio come i tuoi occhi" aggiunse Johnny, gelandomi il sangue. Di colpo sentii le gance divampare e colorarsi di rosso.
Allora si alzò, mi raggiunse e mi si posizionò dietro. Sfilò i fermacapelli, lasciando cadere la mia coda. Rimasi al mio posto. Dopodichè cominciò a baciarmi sul collo, leggero come una piuma. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare alle sue coccole. Quasi non mi accorsi che si era spostato, posizionandosi davanti a me. Presto la voglia di coccole passò, trasformandosi in una voglia pazzesca avere Johnny tutto per me, DENTRO di me. Dopo avergli levato la giacca, mi abbassai sul suo petto e con i denti afferrai la sua cravatta per scioglierla. Quindi gli sbottonai la camicia e gli sfilai i pantaloni. Proprio quando mancava poco al completamento dell'"opera", non vidi più niente: la luce se n'era andata. Lo cercai nell'oscurità, ma le mie mani non trovarono contatto.
"Amore dove sei?" chiesi in preda all'ansia.
"Sono qui" rispose al mio richiamo Johnny senza alcuna agitazione: era dietro di me. Mi levò la camicia; le sue mani nonostante il buio erano veloci e capaci. Mi prese per i fianchi e mi attirò a se', i peli del suo petto mi solleticarono la schiena. Si abbassò e mi sfilò la gonna lunga e la camicia bianca da lavoro.
Quando rimasi nella mia intimità, Johnny mi prese fra le braccia e ci avviammo in camera da letto. Una volta arrivati, mi posò sopra il letto e si mise sopra di me. Con le gambe gli circondai il bacino, intrappolandolo. Le nostre bocche non si erano mai divise, nemmeno per un respiro. Ci sollevammo entrambi fino a metterci sulla ginocchia. Ci guardammo per un istante, ansimanti e accaldati. Posai le mani sulle sue spalle e lo spinsi verso il basso...

Quando mi risvegliai stava ancora piovendo e per qualche attimo mi confusi con il ticchetìo della pioggia contro la finestra. Allora mi girai per incontrare il viso di Johnny: sarei stata per ore ed ore ad ammirare i suoi lineamenti perfetti, ma non trovai nessuno vicino a me. Lo vidi infatti varcare la porta della stanza, un lampo scagliandosi nel cielo aveva infatto fatto luce in camera. Era coperto dal suo accappatoio blu scuro. Si potevano intravedere le gocce d'acqua che scivolavano sulla pelle abbronzata. Ma tutto questo non bastò a tranquillizzarmi:
"Che ore sono?" gli chiesi ansiosa
"Sono le 8.00" rispose lui guardando il suo orologio.
"Oh mio Dio! E' tardi!" gridai io e feci per alzarmi, ma Jen accorse subito per tranquillizzarmi.
"Amore ma cosa stai dicendo?" sorrise accarezzandomi i capelli "Oggi è domenica, rilassati".
Sospirai sollevata, intanto lui si era seduto accanto a me. Poggiai la testa sulla sua spalla e cominciai a fare dei cerchietti con le dita sul suo petto, mentre lui giocava con i miei capelli.
"Preferisco quando i tuoi capelli sono selvaggi e riccioluti" disse poi Johnny sorridendo. Scoppiammo a ridere entrambi e la dolce atmosfera venne incorniciata da un bacio a fior di labbra.
  
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