Nothing
Si era lavata
i capelli tardi, era notte, poi li aveva
frizzati forte con l’asciugamano e li aveva raccolti in uno
scignion con due
elastici ed era andata a letto. Quello era stato sabato.
Domenica si
stava per togliere gli elastici. Ma no, pensò,
lasciamoli, me li tolgo domani mattina.
Lunedì
mattina si svegliò tardi ed ebbe appena il tempo di
prepararsi, afferrò la cartella e la cartellina dei disegni
e si precipitò giù
per le scale.
Arrivata
davanti scuola, venne buttata giù dalla macchina.
-E’
tardi- gli gracchiò il padre
-Capito, ma un
po’ di delicatezza!- pigolò lei mentre
attraversava la strada.
Passò
davanti un gruppetto di ragazzi
-Ciao- la
salutò un suo compagno, assieme a un altro
-Buongiorno-
rispose lei tra un sorriso e uno sbadiglio,
poi notò che Lui era poggiato al cancello aperto, si
avvicinò e lo oltrepassò
-‘Gio..
rno…- balbettò arrossendo.
-Mh…-
rispose lui senza neanche guardarla, ma lei non ci
fece caso, dopotutto ci era abituata!
In classe
poggiò la sua roba sul banco e solo quando si
tolse il giubbotto notò che aveva ancor ai capelli raccolti,
ridacchiò e
iniziò, tra un ahia e l’altro a togliere gli
elastici che si erano quasi fusi
con la sua testa.
Quando
finalmente ne era uscita fuori, si tolse gli
occhiali e si mise una mano tra i capelli per incasinarli ancora di
più, come
era suo solito fare.
Quando lui
entrò, trovò davanti alla porta una cascata di
capelli luminosi e mossi ad attenderlo; la ragazza si girò
verso di lui; e i
propri occhi penetranti si trovarono ad annegare in due pozze
d’alabastro,
splendenti. I capelli le coprivano per metà il volto candido
ed era bellissima
come solo un angelo lo poteva essere-
-Buongiorno..-
disse.
-Buo…
giorno- arrossì lei, chiedendosi perché la stesse
risalutando, in più guardandola.
-Chi sei?-
domandò lui incuriosito.
Nel cuore di
lei si ruppe qualcosa, lo si poteva leggere
nei suoi occhi. Altri della classe arrivarono. Lei scosse la testa
sorridendo
–Non importa- lo oltrepassò, andando dalle sue
amiche vicino al termosifone.
Lui rimase in
classe, non si spiegava il comportamento di
quella ragazza, come non sapeva chi fosse. Poi notò degli
occhiali colorati sul
banco vicino a lui. La cartellina blu, lo zaino rosso con le scritte,
gli
occhiali viola fini… li prese
Non sapeva chi
era… spostò lo sguardo sulla ragazza e poi
di nuovo sugli occhiali… o forse si.
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ANGOLINO
Mi
è venuta in mente ora e ora l’ho scritta. Un amore
impossibile e il perché non si sa. Lo so che non ha senso,
ma me lo lasciate un
commentino?
xla