Molto, molto, molto, molto, molto, molto, molto,
molto,
molto, lontanissimo, dal paradiso terrestre, un giovane si svegliava.
Quello non era il mondo degli esseri immortali,
bensì quello
degli umani, dove i ragazzi regalano cioccolatini e biglietti trovati
in
penosissimi biscotti della fortuna alle proprie ragazze.
Taemin aveva degli strani incubi, la notte.
Sognava di guru a cui sparivano i capelli, dei di
vulcani
che spaccavano oggetti sulla testa dei loro alleati e dee
dell’amore dalla
personalità ambigua. Per la storia delle dee dell’amore,
ci arriveremo con
calma. Più tardi avrebbe anche capito di essere sotto
l’effetto di una
maledizione. Comunque..
Avrebbe fatto colazione quella mattina, ma non ne
aveva
voglia. Doveva fare qualcosa di ben più importante di spalmare
della marmellata
di more su una fetta biscottata.
Così si vestì in modo strano e
casuale, uscì di casa e corse
a baciare chiunque gli capitasse a tiro, urlando ai quattro venti che
quella
era la sua frustrazione, e che voleva “baciare, baciare, baciare,
chiaro?”
Il fattaccio capitò al parco divertimenti,
quando vi andò
senza motivo.
Dopo aver pestato le mani di numerosissimi bambini
in cerca
dei loro boomerang a terra, arrivò alla ruota panoramica,
controllata da un
ragaz-..da una ragaz-…da un essere dalla sessualità
ambigua.
Questo/a, lo salutò con
un’espressione ammaliatrice e Taemin
si sentì gelare.
“Benvenuto alla ruota panoramica
Mucchinc’è, caro!”
Codesto individuo aveva capelli biondi chiari, un
viso
alquanto angelico e un’espressione affabile. Se proprio doveva
essere sincero,
Taemin avrebbe detto che emanava perfezione da tutti i pori.
“Io sono la dea dell’amore, al tuo
servizio” Sorrise ancora
–finalmente aveva capito il sesso- era una lei (Comunque aveva
ancora qualche
dubbio al riguardo).
Senza avere il tempo di rispondere, Taemin fu
spinto dentro
una celletta e la porta si chiuse a chiave.
La sensazione era molto simile a quella che
provano i
personaggi di storie horror il quale destino è morire
assassinato da un maniaco
omicida che si nasconde nei luna park, ma Taemin non ci pensò
più di tanto,
perché alla fine era soddisfatto della propria vita e quello
sarebbe stato un
bel modo di morire.
Volse lo sguardo alla finestrella da cui poteva
guardare
fuori, e un corvo appollaiato sul bordo lo fissava con occhi di fuoco.
Aprì il
becco in modo innaturale e iniziò a fargli delle smorfie di
scherno, tanto che
Taemin si stufò e tirò una scarpa alla persona che
–all’improvviso- era
comparsa nei sedili di fronte a lui.
“Ahi!! Ma che ti prende?” Questo si
grattò la testa pelata e
tolse la mano dall’apertura posteriore del corvo.
Entrambi guardarono il volatile afflosciarsi poi a
terra,
come svuotato internamente.
Taemin lo afferrò e lo osservò bene,
capendo la natura di
quell’oggetto: era una marionetta di quelle dei ventriloqui.
Non capiva proprio cosa gli stesse succedendo.
Si grattò il collo, pensando alla strana
giornata che aveva
passato; in pochi istanti si rese conto di non essere in sé, si
fece prendere
dal panico e iniziò a urlare spaventato sporgendosi dalla
finestrella della
ruota, che era arrivata nel frattempo in cima.
-Aiuto! Qualcuno mi aiuti! C’è un
tizio che infila la mano
nel sedere di un corvo!-
Il calvo lo tirò dentro e gli legò
mani e piedi, le
ginocchia ai gomiti e anche le dita delle mani tra loro.
-Tranquillo, figliolo, capirai a tempo debito-
Taemin lo guardò spaventato, poi
continuò ad urlare in
direzione della finestra.
-Io sono divertito. E tu?-
Si guardarono, uno in pace, l’altro con
istinti omicidi
molto crudeli.
-Io sono incazzato invece!-
-Che strano nome e quanto astio nel dire il tuo
nome!
Comunque, Namastè incazzato- E Minho si inchinò
brevemente.
-Mi prendi in giro?- Il castano cercò di
tirargli un calcio,
ma Divertito iniziò a fare movimenti di Tai
chi, schizzando come una trottola per tutta la cabina in modo da
evitare
ogni colpo del ragazzo.
Alla fine, quando Taemin si fermò con il
fiatone, Divertito
sembrò soddisfatto e prese dalla tasca una sasso della grandezza
di un pugno
chiuso.
-Bene Incazzato! Sei pronto-
-Pronto per cos-
Purtroppo la frase gli morì in gola,
perché il pelatone gli
tirò in piena fronte quel sasso, facendolo svenire, o peggio.
Taemin si svegliò solo qualche giorno dopo,
in un luogo
sconosciuto.
La natura regnava incontrastata, in quel luogo.
L’aria era
pulita e le piante parlavano tra loro tranquillamente, in conversazioni
che
spaziavano dalla partita di cocco al torneo delle lattughe carnivore.
Appena aprì gli occhi, la prima cosa che
vide fu la testa
pelata di quel tizio che forse l’aveva ammazzato.
Numerosi uccellini multicolore gli stavano
addosso, ma
quelli erano veri, perché le mani di quel tizio erano al loro
posto e non in
luoghi ambigui.
Alla fine aveva ragione, era morto davvero in
quella cabina.
-Mi dispiace, ma non sei morto- Rise divertito,
Divertito.
Taemin si tirò su a sedere, constatando che
la sua testa
stava bene, ed era vestito come i monaci tibetani. Al contrario
dell’altro,
però, aveva ancora tutti i capelli.
-Stiamo trasgredendo la sacra legge dei pelati,
spero che tu
ne sia consapevole- lo guardò duramente Divertito.
-Legge?-
-La legge creata da sacro Dio dei capelli, in base
alla
quale solo lui può avere capelli che ondeggiano al vento come
fili d’erba in
primavera-
-…quale Dio dei capelli. Cosa stai dicendo?
Sei idiota per
caso?-
-Mi sembra di essermi già presentato. No,
sono divertito.-
Sorrise. –E tu sei Incazzato, dico bene?-
-Eccome se lo sono!- Sbottò Taemin.
-Non essere così astioso, dopotutto me lo
sono ricordato-
Il castano prese un respiro profondo, pensando che
in pochi
minuti si sarebbe svegliato da quel sogno privo di senso, ma la
realtà rimase
tale e quale, anche dopo un’attesa di svariati minuti.
-Abbiamo una missione importante.-
Taemin decise di restare al gioco.
-Dobbiamo resuscitare il nostro Dio dei capelli,
Wenoiknij-
-Che diavolo di nome è. Cosa dici. Il Dio
dei capelli non
esiste!-
-QUESTO LO DICI TU! POVERO ESSERE MORTALE
INCAZZATO!- Non
era affatto divertito, ora.
-Ok, ok, perdono! Continua- Se si trovava in quel
gioco,
tanto valeva giocare.
-Tu non capisci, non puoi capire finché non
vedi ciò che io
ho visto. Anch’io ero come te, prima, poi ho visto Lei: La dea
dell’Amore e
della bellezza, che riesce a farti cambiare idea su tutto!- I suoi
occhi si
illuminarono, grazie a ricordi che gli passarono in mente. Taemin
riuscì
persino a vederne alcuni, come quando si vede il film della propria
vita alla
fine dei giorni, poichp il film di Minho gli stava letteralmente
passando di fronte
agli occhi, così che entrambi potevano guardarlo, peccato non
avessero un po’
di pop corn.
-Tra poco arriverà, ma tu non puoi
parlarle, poiché Lei è Santa
e non può essere toccata. Solo il Dio del vulcano può
bramare il suo amore, ma
è troppo stupido per capire che lui può averla- Scosse la
testa desolato.
-Diventa tu il Dio del vulcano se la ami tanto,
no?- Parlò
svogliatamente il ragazzo, mentre mangiava alcuni pop corn comparsi dal
nulla.
-CI HO PROVATO, INCAZZATO! Ma…non è
servito-
-Ah davvero? Magari è proprio per quello
che hai fallito.
Serve calma per certe cose- E soffocò una risatina, compiaciuto
della propria
ironia.
-Dici? Dici davvero?- Il pelato gli prese le mani
e si
avvicinò a lui speranzoso.
-Allora potremmo andarci insieme! Tu sei calmo,
Incazzato!-
-O sono calmo…o sono incazzato, decidi tu-
Divertito (alias Minho), lo guardò confuso.
-Sei Calmo? Ma…non ti chiami Inc-
-NO. Ora ricordo. Sono Calmo- Ad essere sincero
era anche
Stufo, ma meglio lasciar perdere le discussioni.
-Bene! Allora….partiremo subito! E dopo
aver ucciso il Dio
del vulcano, evocheremo il mio Dio Wenoiknij!-
Taemin non badò più alla rabbia che
provava per quel tizio e
si fece trasportare dal suo entusiasmo, era curioso di conoscere quegli
dei e non
vedeva l’ora di spaccare la faccia di tutti, uno ad uno, partendo
da Divertito,
fino a quando non l’avrebbero riportato nel suo mondo.