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Autore: OnlyHope    25/07/2013    16 recensioni
“Scappiamo al The Peninsula...”
“Sì…”
E senza esitazioni ho afferrato di nuovo la sua mano e di nuovo ancora, l’ho trascinata lontano, verso un’altra meta.
[Missing moment relativo al cap.14 di Fly Away (Butterfly reprise)-Luci di Tokyo]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Songs in the Key of Life'
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The Peninsula*













“Scappiamo al The Peninsula...”
“Sì…”
E senza esitazioni ho afferrato di nuovo la sua mano e di nuovo ancora, l’ho trascinata lontano, verso un’altra meta. 
Sanae ha preso il controllo una volta fuori dalla villa, lontani dalla festa e con una chiamata rapida al cellulare ha contattato il suo autista, che ci ha raggiunti in meno di un minuto.
L'uomo è poi sceso dall'auto e senza aprire bocca ha aperto una delle portiere posteriori, in maniera totalmente professionale. 
Per tutto il tragitto non ho mai lasciato la mano di Sanae, né ho badato ad altro che non fosse il mio desiderio di arrivare a destinazione, il prima possibile e senza interruzioni.
Per evitarne di qualsiasi genere, ho frugato nella giacca e senza soffermarmi un secondo sullo schermo, ho spento il mio telefonino che morto è tornato tra le pieghe della stoffa della tasca interna.
Non abbiamo pronunciato una parola nemmeno una volta giunti all’hotel ma ci siamo sempre tenuti per mano camminando per la hall, in ascensore e fino alla porta della sua camera.
Nel silenzio del piano deserto, gli unici suoni ammessi sono stati il bip della chiave elettronica e il click della serratura che scatta.
In questo strano limbo che stasera non accenna ad abbandonarmi, sopratutto ora che sto varcando la soglia di questa lussuosa camera d'albergo.

Appena entrati Sanae ha poggiato la piccola borsa sul tavolinetto all’ingresso e io mi sono liberato della giacca lasciandola sulla poltroncina accanto, prima di raggiungere entrambi l'enorme vetrata che delinea il perimetro esterno della suite.
Rimanendo al buio, tanto era magnificente lo spettacolo di colori all’esterno. 

Luci elettriche che brillano nella notte e che continuo a fissare, mentre cingo le sue spalle e la vita, poggiando il viso nell’incavo del suo collo.
Sempre nel silenzio più totale. 
Come se non ci riuscissi più a parlare, posseduto come sono dalle sensazioni deliranti che mi hanno coinvolto in questa notte particolare.
Nella notte dove l’ho vista cantare dal vivo per la prima volta.
In questa notte dove l’insicurezza si è mischiata con l’amore, alla passione e al desiderio.

Quest’ultimo mi pervade in un modo indescrivibile anche in questo momento… 
Sembra Inarginabile.
“Tempo fa mi avevano suggerito di comprare una casa qui a Tokyo…”
Sanae rompe il silenzio continuando a fissare la città oltre la vetrata mentre stringe la mia mano posata sul suo fianco. 
“Ma non me la sono sentita. Comprare un appartamento ha un che di definitivo e io... non sono sicura che Tokyo sia…”
Istintivamente la stringo più forte, sfiorando con le labbra il suo collo.
“Preferisco quindi continuare a fermarmi in albergo quando sono qui per lavoro…”
Annuisco prima di scendere a baciarle una spalla nuda, risalendo poi fino al lobo dell'orecchio.
La sua chioma insolitamente mossa è un piacevole ostacolo tra me e la sua pelle.
“Questi stupidi capelli!” la sento esclamare mentre sposta le ciocche sulla spalla opposta.
I miei occhi tornano così a posarsi sulla vetrata e mi concentro di nuovo sul nostro riflesso sul vetro.
Il mio sguardo si sofferma però subito su di lei e sulla curva del suo seno, che stretta nel miniabito dorato, si alza e si abbassa a causa del respiro irregolare.
Quando mi sorride posso solo pensare che sia bellissima.
“Io non vedo proprio niente di stupido…” esclamo prima di tornare a baciarla sul collo.
“Aiutami…” sussurra Sanae, costringendomi a guardarla ancora.  
“Con il vestito…” aggiunge indicando alle sue spalle.
Non me lo faccio ripetere due volte e scostandomi da lei, cerco subito d'individuare con le dita l’invisibile zip che tiene ferma la stoffa intorno alle forme di Sanae.
Quando la trovo, faccio scivolare il cursore verso il basso.
Man mano che i piccoli ganci metallici si aprono, si fa strada in me un formicolio piacevolmente teso ma prima che il vestito cada inanimato ai suoi piedi, faccio in modo 
di allontanarci un po’ dal vetro, in un moto dettato da un'assurda gelosia.
Deglutisco, mordendo le labbra, quando Sanae si volta verso di me.
Il mio respiro si fa corto alla vista del suo corpo seminudo.

Chiudo gli occhi quando prende il mio viso tra le mani, lasciando poi che la sua bocca trovi la mia. 
E mi sembra sia passata un’eternità dal nostro ultimo bacio quando in realtà è trascorsa solo un'ora, dall'ultima volta che ho assaporato la sue labbra, piene e morbide contro le mie.
La mia camicia finisce ben presto a fare compagnia al vestito dorato sul pavimento.
Le mie mani di nuovo libere, tornano a stringere Sanae con prepotenza, nonostante stia cercando di arginare l'impeto che mi pervade costantemente in questa notte speciale.
E senza rendermene davvero conto, ci ritroviamo all'improvviso sdraiati a letto, avvinghiati.

Spostando poi il peso del mio corpo di lato, mi soffermo a guardarla, perché sento sinceramente il bisogno di farlo. 
E quello che vedo mi toglie completamente il fiato, non che stasera non abbia mai avuto seri problemi di respirazione a causa sua…
Sanae mi fissa, lo sguardo languido quasi liquido.
Le mani rilassate sul cuscino vicino alla testa.
Il corpo seminudo vicinissimo al mio, non posso evitare di toccarlo.
Lo sfioro con i polpastrelli, seguendo quella danza nella mia testa, tra lento e veloce, che non riesce a darmi tregua.
Sulla sua pelle lievemente dorata compare un accenno di pelle d’oca.
“Senti freddo?” le chiedo, fermando le mie dita all’altezza del suo ombelico.
Sanae arrossisce leggermente poi sorride, scuotendo la testa.
“No. Sei tu…”
Scopro così che anche questo era un mio desiderio, tra i tanti di questa notte.
Nella smania di possesso volevo sentirmi dire proprio questo genere di cose.
Una semplice affermazione come questa ha infatti il potere di far salire ancora di più la mia eccitazione.
Quelle che erano carezze appena accennate diventano così tocchi decisi, privi di esitazioni.
Quando torno a baciarla, la mia lingua richiede una risposta con insistenza mentre ruoto il corpo, che torna così a fare pressione sul suo.
Ci baciamo ancora e ancora, per minuti che sembrano lunghissimi.
I miei sensi, ricettivi al massimo, mi ricordano però che non so quanto potrò trattenere ancora tanto desiderio, tanta brama.

All’improvviso il suono di un cellulare irrompe nel silenzio della stanza.
Netto, distinto.
Avevo detto che non volevo scocciature!
Sanae allora abbandona la mia bocca.
E no!
“Mendo!” esclama trafelata, sbarrando gli occhi.
La guardo perplesso mentre quell’odiosissimo affare non contento riprende a suonare, dopo aver fatto già girare un'intera suoneria.
Se non dovessi separarmi da Sanae, mi alzerei volentieri per spaccarlo contro al muro.

“Devo rispondere! Me ne sono andata via senza dire nulla! Insisterà finché non avrà parlato con me di persona, diventa così paranoico a volte!”
Con uno sbuffo mi scosto da lei, mosso dall'esigenza impellente di riprendere il prima possibile tutto quello che stavamo facendo.
Sanae si divincola, scende veloce dal letto e sparisce dietro l'angolo, per raggiungere la sua borsa all'ingresso. 
Qualche secondo e la sento 
rispondere al telefono.
Le sue rassicurazioni al suo assistente arrivano chiare alle mie orecchie mentre mi alzo e finisco di spogliarmi, sempre per recuperare tempo prezioso.  
Una volta nudo, torno a sedermi sul letto, poggiando un lembo di lenzuolo sopra i fianchi e il basso ventre.
Spalle e busto contro la testata, le gambe piegate verso il torace e le braccia poggiate molli all’altezza dei gomiti, sulle ginocchia.
Con questa postura attendo Sanae, che si riaffaccia in camera sfoderando un sorriso un po' imbarazzato.

Si ferma poi a pochi passi dal fondo del letto, tenendo un braccio teso lungo il fianco e l’altro piegato, in modo che la mano possa aggrapparsi al gomito.  
E non so che mi prende...
Dopo tutta l’irritazione dovuta all’interruzione, dopo che pensavo di essere arrivato al limite, di non poter più aspettare.
All'improvviso desidero rallentare tutto e invece di muovermi verso di lei, le tendo la mano, 
facendole cenno di raggiungermi.
Perché nella stranezza di questa notte, nel vortice di emozioni che continuo a provare, ora prevale il desiderio che sia lei a cercarmi.
Che sia Sanae a venire da me.
Perché vorrebbe dire che proviamo le stesse cose stanotte. 
La osservo così in silenzio mentre porta i capelli oltre un orecchio, prima di piegare una gamba e posare il ginocchio sull'estremità del materasso.
Le sue mani poggiano poi sul letto appena sfatto e mentre la vedo gattonare verso di me, il mio cuore perde un battito...
E scopro che posso sentirmi ancora più eccitato di quanto credessi possibile…

Sanae si avvicina piano, la seguo ipnotizzato dai suoi capelli, che dondolano sopra il seno ancora più tondo in quella posizione.
Sto iperventilando.
Lei mi sorride inconsapevole, perché non può immaginare quanto questa sua visione possa essere sensuale per me.
Provocante... da perdere la ragione, da non capirci più niente.

Dopo esseresi fatta spazio tra le mie gambe piegate, si siede nella classica postura giapponese, rimanendo ferma però solo per un istante.
Le sue mani raggiungono infatti il mio torace e iniziano a muoversi in delicate, ma terribilmente eccitanti, carezze.
Chiudo di nuovo gli occhi quando sento i suoi capelli sul petto, ora che le sue labbra stanno sfiorando il mio mento e la mandibola… 
Fino a raggiungere la mia bocca, che accoglie il suo slancio senza riserve.
E so che sto portando all’estremo le mie forze...
Ma è troppo forte il desiderio di sentire cos’altro può fare per me, senza che io mi muova.  

Voglio un contatto maggiore però, non resisto.
Poggio così una mano sulla sua schiena e l’attiro di più a me.
Sanae smette per un secondo di baciarmi il collo e mi guarda negli occhi, arrossendo, p
osso vederlo chiaramente nonostante la penombra.
Assecondando ancora i miei desideri, stendo le gambe per agevolare i suoi movimenti e permetterle di sedersi facilmente sul mio bacino.

Mi mordo ancora le labbra, sentendola così vicina.
Sanae riprende a torturarmi il collo poi torna dolcemente a prendersi cura della mia bocca.
Un bacio lento e sensuale ci unisce, le mie mani finiscono d'istinto aperte
 sulle sue cosce nude.
Il respiro si fa di nuovo estremamente corto, in proporzione al contatto incredibile che sto vivendo.
L'autocontrollo inizia seriamente a vacillare mentre le mie mani risalgono le sue gambe e si posano sul sedere, sui fianchi fino a raggiungere la sua schiena.
Non voglio sentire alcuna barriera mentre si stringe a me, armeggio così deciso con il gancio tra le sue scapole, senza allontanarmi dalle sue labbra. 
Sanae si sposta con il busto, quel tanto da permettermi di sfilarle il reggiseno senza spalline, che finisce in fondo al letto o forse per terra.
In un ultimo moto di pudore
 poggia poi le mani sui seni, celandomeli.
E non immagina nemmeno questa volta, quanto questa sua posa innocente riesca invece a provocarmi.
La fisso a bocca aperta, respirando a piene narici in modo da gonfiare bene i polmoni.
Per riprendere fiato o molto più probabilmente, per prepararmi ad andare in apnea con lei nel mare dei sensi.

Sanae allora mi sorride, piegando leggermente la testa.
Un rossore caldissimo le imporpora le gote prima che si allacci al mio collo, cingendolo con le braccia e mi baci ancora.

Ho ottenuto quello che volevo…
Ora posso chiaramente sentire il suo seno sodo e morbido premuto contro il petto, il suo bacino contro il mio e il calore unico del suo corpo, che profuma ed è come velluto sotto le mie dita.
La stringo ancora di più perdendo quasi totalmente il controllo, fino a spingere sui reni per invertire la nostra posizione. 
Quando Sanae torna a essere sdraiata sotto di me, mi stupisco per un attimo di me stesso e dei miei gesti ma subito dopo, mi concentro di nuovo su di lei.
La testa ora ai piedi del letto, 
i capelli meno mossi sparsi sulle lenzuola.
I suoi occhi e il viso illuminati dalle luci di Tokyo oltre la vetrata. 
La guardo rimamendo immobile mentre avverto di nuovo quella sensazione indefinita,  che mi porta a pensare che ci sia qualcosa di diverso in questa notte.
Sanae sembra diversa in realtà... ma anch'io lo sono. 
Mi guardo intorno confuso.
Lei ed io nudi in una lussuosa stanza d’albergo.
Non in camera mia, che sia in Giappone o dall’altro capo del mondo.
I miei occhi si posano ancora su Sanae, stretta al mio petto.
I ricordi che la riguardano iniziano così ad attraversare la mia mente, in uno scorrere continuo.

Dal primo timido bacio alla sua magnificenza su quel palco, questa sera.
Ma quando il baciamano di Seii torna a riaffacciarsi nella mia memoria, qualcosa si riscuote in me e torno a sentire nitide e distinte le stesse sensazioni, che mi hanno portato a baciare Sanae con impeto nel giardino della villa.
Malignamente, una voce dentro la mia testa mi ricorda che Seii non si è limitato con lei in passato…
Vacillo per un attimo.
Il mio petto si colma di ansia poi di smania di possesso, di amore a tratti disperato. 
Di eccitazione sì, anche di quella.
Non lo decido, lo faccio e basta.
Mi lascio andare completamente, senza controllare più niente.
Bacio Sanae con passione.
Estrema.
Disperata.
Viscerale.
Mi sposto, il mio bacino preme ora tra le sue gambe, contro il suo.
E non sento più imbarazzo all’idea che in questa posizione lei possa chiaramente avvertire quanto la voglio.
Mi scopro in realtà voglioso proprio di questo, desidero che lei senta.
Mi rendo conto che i miei freni inibitori sono completamente andati, quando le mie mani scivolano su tutto il suo corpo, soffermandosi in parti di lei che non avevo mai osato nemmeno sfiorare almeno fino a stanotte.
La mia bocca esige lo stesso trattamento, pretendendo anche lei di esplorare nuovi mondi e conoscere altri sapori.
L’aria nella stanza è densa dei nostri respiri.
E allora sorrido tra un bacio e l'altro, perché stavolta non ci sono solo buio, silenzio e qualche rosa in una camera d'albergo.
Ascolto inebriato i rumori che ci fanno da sottofondo.
Delle labbra, dei sospiri.
Delle lenzuola che frusciano per i nostri movimenti.
Ma quando un gemito ben distinto esce dalla bocca di Sanae, il tempo si blocca.
Poi riparte di corsa mentre perdo irrimediabilmente… tutto.
Il respiro, il controllo, la testa.
Ogni cosa è andata, persa appunto.
Esiste solo lei.
E la voglia dolorosa che sia al più presto mia, ancora di più.
Mia…
Mentre la spoglio dell’ultimo ostacolo che ci divide.
Mia..
Quando mi unisco a lei e chiudo gli occhi… 
Finalmente…
Mia…
Quando mi muovo dimenticando qualsiasi cosa, condividendo questo calore infinito.
Perdendo la ragione per colpa dell’amore…








Continua a essere una notte irrequieta per me.
Sanae si è addormentata quasi subito, dopo.
La osservo mentre riposa serena, il sorriso dipinto sulle labbra e i capelli tornati quasi lisci sparsi morbidamente sul cuscino.
Il corpo coperto quel tanto che basta, le gambe nude leggermente piegate, una mano abbandonata vicino al viso e l’altra sul ventre.
Nonostante non mi voglia allontanare, mi alzo dal letto perché sono alla ricerca irrequieta di altro di lei, in questa nuova dimensione che appartiene solo a Sanae. 
Gironzolando nudo, cerco tracce della mia ragazza in questo mondo neutro, in questa suite tanto lussureggiante quanto estranea.
Mi affaccio nel bagno.
Sul marmo brillante, oltre ai cosmetici con il logo della catena di alberghi che ci ospita, ci sono i suoi effetti personali.

Creme, trucchi e una boccetta di profumo.
Sorrido all’idea che l'Anego di un tempo sia diventata così vanitosa.
E così sexy…
In salotto scorgo dei vestiti in disordine, abbandonati sul divano.
Forse sono stati scartati in favore del miniabito dorato... un parte molto presuntuosa di me mi fa credere che l'abbia scelto proprio per far colpo su di me, per piacere a me. 

Eri perfetta, Sanae…
Sul tavolinetto basso accanto alle poltrone noto un classico della letteratura inglese.
Perché era davvero brava in quella materia a scuola…
Una strana sensazione mi pervade ancora... 
In fondo siamo sempre noi anche se diversi allo tempo stesso. 

Mi volto a guardare verso il letto, il profilo del suo corpo si staglia deciso nella mia visuale.
No, forse non siamo più noi.
Ma quasi degli adulti con delle carriere da portare avanti.
Con gl'impegni, le stanze d’albergo e i voli che attendono all'aeroporto.
Siamo sempre due persone che si amano ma in maniera matura ora. 
Due persone che fanno l’amore, compreso il sesso.
Una buona parte di sesso.
Avverto di nuovo quello smarrimento, come alla villa.
Faccio così per tornare a letto per abbracciarla e arginare l'ansia... quando qualcosa attira la mia attenzione.
Sulla poltrona è posata un’agenda.
Forse la sua agenda personale.
E non dovrei farlo, lo so.
Mi sento già in colpa ma proprio non posso evitarlo.

La prendo e mi siedo al suo posto, iniziando a sfogliarne le pagine senza un filo logico.
Mi rendo subito conto che questa è 
effettivamente la sua agenda privata.
Ci sono appuntamenti tracciati in rosso, brevi commenti su fatti accaduti e banalità di tutti i giorni, del suo quotidiano che in fondo io non conosco, a cui non appartengo.
Sfogliando ancora però, scorgo un particolare tra le varie annotazioni, che tanto banale poi non è.
Una giornata di campionato brasiliano campeggia per un'intera pagina.
L'elenco delle squadre è stato tracciato dalla sua grafia ordinata, insieme ai risultati di ogni incontro. 
La mia società, il Sao Paulo, è evidenziata in giallo e accanto ai goal c'è il mio nome, perché sono stato io a segnare.
Sorrido sorpreso ma anche estemamente compiaciuto, prima che la curiosità prenda il sopravvento e mi spinga a sfogliare ancora l'agenda.
Il mio cuore accelera in battiti quando trovo annotata puntalmente ogni giornata, con il suo breve resoconto.
Accanto al mio nome spesso compare un cuore o qualche punto esclamativo.
A ogni goal che ho segnato corrisponde un'esclamazione di gioia e a volte un mi manchi tanto, come se potessi sentirla anche solo scrivendolo.
E allora la tenerezza si fa largo prepotentemente nel mio cuore…
Sanae...
Sto per poggiare l’agenda per tornare veloce da lei, quando un foglio cade scivolando tra le pagine.
Lo raccolgo e un nodo si stringe in gola quando scopro che è una foto tagliata da una rivista sportiva.
Nell'istantanea sono ritratto io durante un'azione di gioco. 
Sanae sarà sempre la mia più grande sostenitrice...
E mi sento in colpa per aver anche solo pensato che potesse essere diversa e che tutto quello che sta succedendo nelle nostre vite possa avere il potere di cambiarci.
Con un altro tipo di smania torno a letto e mi stendo di nuovo accanto a lei.
Voglio abbracciarla mentre i miei pensieri non fanno che girare in tondo questa notte.
Sanae si volta verso di me e si stringe al mio petto, la cingo con le braccia.
“Tsubasa…” la sento chiamare ma quando faccio per risponderle, mi rendo conto che ha pronunciato il mio nome nel sonno, involontariamente.
Osservo il suo viso, che ha perso il sorriso rilassato di qualche minuto fa.
“Non andare via…” mormora piano, le labbra socchiuse.
“Resta con me…” aggiunge mentre i bei lineamenti si contraggono in una lieve espressione sofferta.
Spalanco le palpebre quando noto qualcosa di umido brillare distintamente tra le sue lunghe ciglia scure.
La stringo di più a me senza trattenere l'impeto, dovuto però non alla passione né all'eccitazione.
L’amore che provo per lei m’investe fino alla commozione.
Le sue lacrime torturano la mia coscienza in un moto perpetuo e ogni mia debolezza, legata a questa notte, prende le sembianze di Sanae che stringo ancora più forte al mio petto.
Rimango poi così, immobile... a fissare le luci oltre la vetrata, che pian piano si stanno spengendo.
Tra un po’ sarà l’alba, arriverà un nuovo giorno.
Domani allora tornerò a essere lo Tsubasa di sempre, sopratutto quando i miei compagni mi sfotteranno, chiedendomi dove ho trascorso la notte nonostante conoscano già la risposta.  
Domani mi concentrerò di nuovo sul Wold Youth, sugli avversari e sulla mia smania... ma quella di vittoria.
Domani aspetterò di vederla ancora, per darle un bacio e ridere di nuovo con lei.
Ma il peso che porto sul petto so che sarà sempre lì ormai, che mi accompagnerà sempre.
Con le sembienze di Takeshi Seii o bagnato dalle lacrime di Sanae.
Quel peso carico di desiderio, di passione e amore.
Il peso di questa notte.
Perché nulla sarà più come prima…
E qualcosa dovrà necessariamente cambiare.








*The Peninsula: lussuosa catena di alberghi, quello citato nella FF si trova a Giza-Tokyo.


Questo Missing moment è una promessa fatta tanto tempo fa, sembra quasi un’altra vita, semplicemente lo è.
Non so come sia stato possibile, credevo proprio che non sarei mai più riuscita a mantenerla e invece eccomi qua, a scrivere queste righe da autrice.
Sara questo è merito tuo, spero che almeno ti piaccia… 
Torno da Tsubasa e Sanae prima o poi, sembra quasi inevitabile, perché ci sono affezionata, perché sono terapeutici o semplicemente perché non riesco a separarmene del tutto.
Ringrazio chi è arrivato a leggere fino a qua, mi auguro di essere riuscita a rendere questo ragazzo che per me è sempre così speciale, nel momento in cui l’ho messo più sotto pressione nelle mie FF.
Ringrazio poi le amiche che come sempre sono un grande stimolo e fonte d’ispirazione costante, nonostante tutto, nonostante la vita.
OnlyHope
   
 
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