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Autore: doubble    25/07/2013    1 recensioni
'Quegli occhi sono leggenda, una leggenda vissuta da normali ragazzi che in fondo non erano nessuno, ma che sono stati tutto, per quanto potessero aver vissuto poco.'
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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apparentemente nulla.
-Apparentemente nulla.
 
 
 
 
Una sera di giugno, due ragazze entrarono in una
via buia, erano soltanto curiose, non si aspettavano nulla, ma il nulla
apparentemente non esiste.
Fecero qualche passo e la luce cominciò a
sbiadirsi, e una casa abbandonata apparse davanti a loro.
La quindicenne ticchettò contro una tenda di legno,
sentì un rumore, non capendo cos’era continuò.
Ssh, stai
zitta.’ Ordinò alla più piccola, che non smetteva di parlare, ma quella
zittì ubbidendo.
‘Che c’è?’ Chiese sussurrando, seguendo con lo
sguardo il punto in cui fissava l’amica.
‘Senti.’ Ordinò ancora, mosse quella tenta
attraverso le sbarre della finestra.
Si sentirono dei passi, e dopo un ringhio,
sembravano degli zoccoli di cavallo.
‘Oh,cazzo.’ Esclamò la minore spaventata, era
sicura che non fosse un fantasma, altrimenti non avrebbe avuto paura.
‘Cos’era quella roba? Oddio, non ci voglio
tornare.’ Disse cominciando ad uscire dal vicolo, ma entrambe sapevano che non
era così, ci sarebbero tornare.
Infatti, la settimana dopo, erano di nuovo lì,
volevano entrare, ma non ci riuscivano, le finestre erano blindate, e il
portone principale era chiuso, ma nessuno riuscì a capire da cosa.
Pensarono di scavalcare, ma era troppo alto, ed
entrambe non erano il massimo in altezza, gli serviva una scala, ma cos’avrebbe
pensato la gente che le vedeva arrivare con una scala? No, non potevano.
Forse avrebbero potuto sfondare il cancello, ma
non ci riuscirono, non erano il massimo nemmeno con la forza fisica, okay,
ammettiamolo, non erano il massimo in nulla di fisico, ma ogni ricordo di
quella serata tra amici fu perfetta, a modo suo, grazie a loro.
Comunque sia, non riuscirono ad entrare e
tornarono a casa, volevano entrare, lo volevano davvero, e lo avrebbero fatto.
 
 
Inizio luglio.
Erano in tre quella sera, avevano lasciato gli
amici in dietro, volevano entrare, e gli serviva il silenzio, che non ci
sarebbe stato con il resto del gruppo.
Si avvicinarono alla finestra, sentirono i soliti
rumori, passi, qualche ringhio e tirando riuscirono a staccare la tenta.
‘Oddio, una scimmia.’ Urlò la maggiore tra le tre,
indicando un punto, ma le altre due non videro nulla. ‘Vi giuro, c’era una
scimmia, si muoveva.’ Continuava, ma non vedevano nulla.
‘Magari è un pipistrello.’ Ipotizzò la più piccola.
‘No, non fa quel rumore, e i pipistrelli non
ringhiano.’ Ribatté un’altra, rimasero parecchio a discutere su cosa potesse
essere stato.
Intanto, arrivarono gli altri, e anche loro, in
silenzio, cercarono di capire cos’era, ma nessuno riuscì a capirlo.
Mentre le ragazze continuarono a discutere su cosa
potesse essere, un amico sfondò il cancello, e tutti entrarono.
C’era un grande giardino e accanto c’era la casa,
o almeno, lo sembrava, era conciata davvero male, c’erano due piani, sotto
c’era un corridoio principale, o almeno gli assomigliava, e un’altra stanza,
apparentemente vuota.
Il secondo piano era diviso in due parti, non
c’erano scale vere per salirvi; e se ve lo state chiedendo il corridoio sotto
divideva il secondo piano. 
Guardarono un po’ da fuori, non c’era un muro, la
casa era scoperta di lato, e si vedeva tutto dal giardino. I ragazzi
continuarono a guardare, puntando una pila verso ogni angolo, lanciando pietre
ovunque, ma il risultato furono solo pipistrelli o piccioni che volavano fuori.
Un ragazzo mise la scaletta in modo di poter
salire sulla parte destra del secondo piano, e salirono tutti, controllarono,
ma non c’era nulla, nessuno.
Andarono per scendere, ma la scala era sparita, ed
erano tutti sopra, nessuno poteva riprenderla, ma comunque non avrebbero
potuto, la scala non era da nessuna parte, era sparita.
Entrarono in panico, e beh, chi non avrebbe
reagito in quel modo? Ma comunque cercarono di ragionare, mentre il rumore di
passi e i ringhi aumentavano, sentivano qualsiasi cosa avvicinarsi, tutto,
anche se non era nulla, apparentemente.
Si sentì un primo urlo, il ragazzo più piccolo,
quello che era venuto in vacanza da Roma, ma probabilmente non ci sarebbe
tornato. Era un urlo strizzato dal dolore, non era finto, e nemmeno spaventato,
un urlo evidentemente provocato da qualcosa di esageratamente doloroso, ma che
comunque finì in pochissimo tempo, anche se ai ragazzi sembravano ore, giorni,
anni, secoli, avanti cristo, il big bang.
Un secondo urlo, e dopo un terzo, altri ringhi, urli solo di paura, altri di dolori, ancora ringhi, passi, restavano le prime
due ragazze, avevano paura, i loro amici erano morti a causa loro, per le loro
idee, ma in fondo, non se ne pentirono mai, neanche dopo che la bestia sbranò
anche loro.
 
Ma di quella bestia non si scoprì mai l’identità, solo occhi rossi come piume di
una fenice, nessuno l’aveva mai vista davvero, o almeno nessuno che fosse
vissuto fino a raccontarlo, ma quegli occhi sono leggenda, una leggenda vissuta
da normali ragazzi che in fondo non erano nessuno, ma che sono stati tutto, per
quanto potessero aver vissuto poco.











Gentaglia,
è la prima 'storia' che potesse avvicinarsi ad un avventura o cose del genere,
quindi in partenza mi scuso, e ho capito che questo genere non fa per me..
Vi volevo solo avvisare che questa 'storia' non è del tutto inventata,
prima dell'arrivo della 'bestia' è esattamente quel che è successo a me ed hai miei amici, e se lo volete sapere, non c'era nulla, o almeno..
non siamo riusciti a trovare nulla prima che una vecchia ci disturbasse e minacciasse di chiamare i carabinieri, non vi immaginate le risate ahahaha

Okay, bene, ciau.
-withloveme.<3
  
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