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Autore: Shiki Ryougi    25/07/2013    1 recensioni
[Sfida n 58 del forum Writer's Dream]
Le stelle sembravano lucciole impazzite; volavano da tutte le parti. Mescolandosi formavano le galassie, poi si disperdevano verso ogni dove, lasciando il palcoscenico al buio.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sfida n. 58
Sfidante: Ray
Sfidato 1: Lyssa
Sfidato 2: BK201
Genere: sovrannaturale
Tema: Raccontare dell'incontro del protagonista con una persona cara morta. Tale incontro può avvenire in vari modi (morte, premorte, sogno, viaggio nel passato, viaggio nell'aldilà), cioè, sul come ci si può sbizzarrire. Tale incontro e/o dialogo deve essere significativo per il protagonista.
Boa obbligatoria: Deve esserci del fumo
Limite caratteri: 4000
Arbitro: Jaqen H'ghar

LINK AL CONTEST (post numero 70).
LINK AL RACCONTO DI RAY.

Autrice: Non ho molto da dire. Il limite di caratteri mi è stato un po' stretto e questo credo che si senta nel racconto. Per il resto mi sono lasciata ispirare dall'omonima canzone dei Nightwish.








Taikatalvi - Magia d'Inverno





Le stelle sembravano lucciole impazzite; volavano da tutte le parti. Mescolandosi formavano le galassie, poi si disperdevano verso ogni dove, lasciando il palcoscenico al buio. La scena la dominava per un po', dopodiché le lucciole tornavano, formando gruppi sempre più grandi, con forme diverse e maestose. Poi era daccapo.
Buio, bagliori insopportabili a occhio umano, stelle e di nuovo buio.
Davide non sapeva bene cosa provare; spavento, eccitazione, desiderio, euforia, curiosità. Tantissime emozioni coesistevano dentro di lui. Dopo tutto era solo un povero vecchio, prossimo alla morte.
Sapeva bene di essere una cavia. Si era offerto volontario per quel viaggio che precedenti non ne aveva.
Era malato da tempo, la fine sarebbe sopraggiunta comunque, ma di certo ciò non sarebbe avvenuto in un letto di ospedale, circondato dai parenti piangenti. Non amava essere compatito. Paura ne aveva avuta in passato, per anni era vissuto nel terrore della famosa dipartita. La parola fine rimbombava allora come i colpi di un martello; la diagnosi, il buco nero della disperazione, il dolore, gli anni passati a combattere.
Ma finalmente era giunto ad accettare tutto ciò, bastava solo che un suo desiderio si avverasse.
Tutti parlavano del progetto da mesi e l'idea di farsi volontario l'aveva salvato.
Lottò per ottenere l'opportunità e Dio gli diede una mano. Il destino s'era fatto avanti; prima di morire avrebbe rivisto Anna, dopo oltre sessantanni.

Non ricordava di essersi addormentato, ma quando aprì gli occhi capì subito che c'era qualcosa di strano.
L'abitacolo in cui aveva viaggiato era svanito. Disteso a terra, puntava lo guardo verso un cielo oscurato da una spessa coltre di fumo. Alzandosi in piedi e osservando, scoprì che era ovunque e si muoveva, come spinto da un vento impercepibile.
Sotto lo sguardo ammaliato di Davide il mondo cominciò a prendere forma. Il fumo venne modellato da una mano invisibile e un paesaggio invernale prese il suo posto.
Adesso affondava le gambe nella neve soffice, che copriva tutta la campagna intorno. Dal cielo cadeva qualche fiocco candido e dei raggi di sole filtravano dalle nuvole spesse.
Chiuse gli occhi e si riempì i polmoni con quell'aria gelata. Aveva dimenticato quanto amasse l'inverno.
Ma ancora di più amava il suono della voce di sua sorella.
«Dai, Davide, perché ti sei fermato?» urlò Anna, distante diversi metri da lui, appoggiata al tronco bianco di un albero. Aveva il fiatone.
Il bambino sorrise. Quel calore, quella voce, aveva dimenticato tutto.
La morte prematura di Anna aveva distrutto ogni cosa.
Ma adesso era lì, molti anni prima della disgrazia. C'era la neve, era quasi Natale, e lei lo guardava sorridendo. Le guance arrossate, gli occhi splendenti e i lunghi capelli neri arruffati sotto il pesante cappello di lana.
Non c'era malattia, morte e il peso di un corpo stanco.
Sentendo di poter spiccare il volo, cominciò a correre verso Anna. La bambina fuggì, scendendo lungo una discesa, e scivolò, immergendosi nella neve. Iniziò a ridere e Davide le fu subito addosso, tempestandola di abbracci.
In quel preciso momento il vecchio Davide si spense e il bambino continuò ad esistere in quei ricordi che mai avrebbero conosciuto un mondo triste, pieno di disgrazie.

Il progetto di poter rivivere i propri ricordi era al momento fallito.
Un obbiettivo ambizioso, frutto di enormi guadagni se collaudato. Chissà quante persone avrebbero pagato per poter rivivere dei ricordi splendidi d'infanzia e gioventù.
Ma Davide non si svegliò più dal coma indotto e tutti i sogni di lucro si spensero.
Rimase però il sorriso sulle labbra dell'anziano, che fu di conforto ai parenti che vennero a trovarlo in ospedale, mesi prima della morte ufficiale.

   
 
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