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Autore: Alexander Scarlet Carson    26/07/2013    3 recensioni
Questa storia è un tentativo di spiegare le azioni di Garland e le complesse macchinazioni che mette in opera, oltre alla sua scelta di utilizzare proprio il meccanismo di Iifa. Inoltre, è un tentativo di rendere merito a un personaggio di mia invenzione che non rappresenta assolutamente me, ma è un personaggio ideale con cui non mi identifico, bensì che mi piace particolarmente. Spero vi piacerà, spero che qualche jenoma mi apprezzerà...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una nuvola passò nel cielo oscuro come l'anima del Demonio. I dorati capelli ondeggiavano, rilucendo dei riflessi color Sole accanto a fulgidi bagliori opalescenti, argentei come una falce di Luna.
"È finalmente giunta l'ora. La grande macchina del Destino non si è ancora fermata. Anzi, in verità si è appena messa in moto. Chissà quando scoprirai le tue carte, Garland..."

 

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Innanzitutto, piccola presentazione dei personaggi. Da sinistra:

- Eiko Carol, sciamana di Madain Sari, marzo 1793, 6 anni.

- Freija Crescent, Draghiera di Burmesia, luglio 1778, 21 anni.

- Garnet Til Alexandros XVII, Principessa di Alexandria, gennaio 1784, 16 anni.

- Gidan Tribal, Jenoma di Tera, Settembre 1783, 16 anni.

- Adalberto Steiner, Comandante dei Cavalieri Plutò, marzo 1766, 33 anni.

- Vivi Orunitia, Mago Nero, luglio 1799, 6 mesi (apparente, 9 anni).


- Quina Quen, Qu della Palude, 1710, 89 anni.

- Amarant Coral, Uomo Salamandra, Novembre 1773, 26 anni.



 

 





"No no no e no!" la voce di Garnet risuonò per tutta la valle.
"Non ho NESSUNA intenzione di tornare in quel castello. Devo insistere, signor Gidan. Mia madre non è più la stessa, devo trovare il modo di salvarla."
"Ma ti ascolti quando parli?! Quella megera ha già tentato di ammazzarti, possibile che tu non capisca!" esclamò esasperato il giovane brigante.
"Come osi rivolgerti in questi termini a Sua Altezza la Regina, mascalzone! Dovrei arrestarti in situ, hic et nunc, ladruncolo!"
"Taci, cavaliere di latta!"
"ORA BAAAAAAASTA!".
Questa volta era proprio furiosa. Non avrebbe permesso loro di decidere per lei. Non più. Avrebbe preso in mano la propria vita una volta per tutte. Con o senza l'approvazione di messer Steiner."M-ma signorina, non p-pensi che s-sarebbe più prudente se lei t-tornasse da sua madre? Inoltre potrebbe convincerla m-molto più facilmente parlandole di p-persona!" suggerì Vivi, cercando di addolcire l'atmosfera. Ma la principessa era inamovibile.
"No, signor Vivi. Ormai mia madre è sorda alle mie parole. Se tornassi al castello adesso, mi farebbe rinchiudere quasi certamente. Dobbiamo bloccare i suoi piani e cercare di farla ragionare senza scendere a compromessi. Perfino Beatrix è cieca alla sua malvagità, non riesce a vederla. Eppure è lì, davanti agli occhi di tutti."
'Garnet...' pensava malinconicamente Gidan. 'Io capisco quello che vuoi dire. Ma sono preoccupato per te, come puoi non capire...?'
"Beh, non resta che accettare la scelta di Garnet. Non ce ne sono di storie, quando una donna decide, ha una determinazione dura come la roccia. Non è così Gidan-tesoro (<3)?"
La cristallina voce di Eiko rasserenò la discussione, facendo ridere Garnet e arrossire Gidan.
"Eh-ecco io... cioè..." balbettò confusamente Gidan.
"Sono d'accordo con la piccola. So bene quanto è pericolosa una donna armata della propria disperazione." intervenne Freija.
"Ma...! È una congiura!" mormorò sconsolato Gidan, accasciandosi a terra a gambe larghe.

Restò così, con lo sguardo fisso a terra per parecchi minuti. Garnet fece qualche passo verso Gidan, ma una bianca mano la fermò.
"Ahò, lascia der tempo a Gidan. Sò sicura che pijerà la scerta giusta."
La principessa fissò stupita il candido viso della anziana Qu. Nonostante parlasse quasi sempre di cibo e rane, a volte l'innocenza e la saggezza delle sue parole avevano la capacità di illuminare l'animo. Inoltre, gli occhi brillanti e la lunga lingua riuscivano sempre a far sorridere la principessa, sorriso sempre ricambiato dalla dolce apprendista cuoca. La cosa più strana era che raramente si sbagliava. Infatti, dopo un'altra manciata di minuti, Gidan si alzò, scuro in volto.
"Garnet."
Non c'era dubbio, né scherno nella sua voce.
"Va bene. Ho deciso che puoi venire con noi a Iifa. Se, dopo essere stati all'Albero e aver fermato Kuja, non riusciremo comunque a far desistere la Regina, tornerai dritta di filato al castello. Siamo intesi?"
Non una esitazione, non c'era spazio per le repliche nel suo tono di voce.
"Va bene. Ti dò la mia parola."
Ora che i due avevano finalmente trovato un accordo, Steiner e Eiko si guardarono e annuirono soddisfatti, mentre Freija sorrideva fra sè. Vivi si sistemò il cappello imbarazzato e si girò di spalle.
*TUNF SBRANG*
"Ma cosa...??!" esclamarono Gidan e la Draghiera assieme, sguainando l'uno le mortali daghe e l'altra la lucente lancia.
"Oi oi, che botta regà... nun c'è niente da magnà qui intorno! Ce stanno solo piante e erbacce... ma seranno commestibbili?" borbottò Quina.

  
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