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Autore: AmazingFreedom    26/07/2013    5 recensioni
Andarsene, correre via, scappare non è sempre la soluzione giusta.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'A woman and a man Lucius&Hermione'
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Run away

Non posso crederci. Dopo dieci lunghi, lunghissimi mesi di prigionia, di paura, di odio e di sensazioni che… che… Oddio! Non devo pensarci. Questa potrebbe essere la mia unica possibilità per uscire viva da qui e devo essere fredda, calcolatrice, senz’anima.

Proprio come lui.

Lui il mio tormento più grande, il mio rapitore, il mio torturatore e seviziatore.

Lui il mio unico compagno, il centro dei miei giorni, dei miei pensieri, dei miei incubi… dei miei sogni.
No! Non può essere definito come sogno se i suoi occhi grigi e quel ghigno malefico vi compaiono! Non ho avuto altro che incubi in questi dieci mesi…

“Signorina Granger.”

Oddio! Da quanto sono rimasta così, con la lama del tagliacarte premuta contro la sua carotide?
Non ho un piano, è stato tutto così avventato: mi sono svegliata e lui non era a letto. Mi sono resa conto di essere di nuovo nella sua stanza, tra le sue lenzuola. Ho abbassato la testa, umiliata,e l’ho visto: sul comodino, accanto alla sua maschera da Mangiamorte, un tagliacarte. Ho recuperato i miei vestiti in tutta fretta poi l’ho stretto tra le mani, come se fosse l’oggetto più prezioso al mondo e allo stesso tempo la mia condanna.

Ora eccomi qui, nel suo studio, a fissarlo negli occhi senza muovermi, spaesata.

“Signorina Granger.” ripete e dal tono della sua voce capisco che sta tentando di nascondere quanto tutto ciò lo diverta.

Il mio sguardo si indurisce e dico l’unica cosa che sia in grado di catturare la sua attenzione e lasciarlo senza fiato, anche solo per un secondo. “Hermione.”

La solita smorfia di sufficienza e di disgusto sparisce dal suo volto e le labbra si stringono in una linea sottile. Si sta arrabbiando; aveva quell’espressione quando mi torturava e… la prima volta che… non voglio ricordare!

“Come hai detto?”

“Hermione.” Questa volta pronuncio il mio nome con convinzione, determinazione e rinnovato orgoglio. Mi ero quasi scordata quanto suonasse armonioso e speciale il mio nome. Da quanto tempo non mi sentivo più degna di proferirlo? Non sono più l’Hermione che tutti conoscevano: non leggo più, non lotto più, non provo più alcuna emozione positiva… tranne quando di notte lui arriva per me. Solo per me.

Mi ha distrutta con lo scopo di punirmi e l’ha fatto nel modo più crudele: rubandomi l’esistenza, obbligandomi a tradire i miei ideali e le persone che amo davvero.  Perché quello tra me e lui non può essere definito amore! Mi rifiuto di crederlo. Sentire il vuoto nello stomaco quando è lontano non significa nulla. Quando mi guarda e sento il mio viso andare in fiamme, non significa nulla. Quando mi stringe, il battito accelerato del mio cuore non significa nulla. Quando mi tocca e riesco a stento a trattenere un gemito non significa nulla.

Da oggi in poi non dovrò più preoccuparmi. Tutto sta per cambiare.

“No.” sussurra muovendo a malapena le labbra. “Sei una Sangue Sporco, una prigioniera dell’Oscuro Signore, non sei degna di essere considerata un essere umano. Quindi non vedo perché tu debba avere…”

“Un nome?” concludo io, decidendomi a premere di più la lama contro la sua gola. “Tu sei un assassino. Sei un Mangiamorte. Sei senza scrupoli eppure hai un nome, Lucius. Se non fossi un essere umano, oltre a non possedere un nome, non avrei nemmeno quel corpo che ti piace tanto tormentare.”

A quel punto, il ghigno sul volto di Malfoy fa nuovamente la sua comparsa. “Povera, povera signorina Granger.”
Sbarro gli occhi e la mia mano trema. Sta facendo dell’ironia?!

“Tu godi dell’uso che faccio del tuo corpo. Menti pure a te stessa, ma non a me.” continua e le sue parole sono come una stilettata e… e devo, voglio fargli del male.

Un piccolo ma profondo taglio si apre sotto il suo zigomo sinistro e lo sento sibilare per il dolore.

“Godo?!” La mia voce tentenna, non riesco a mantenere il controllo. “Ho goduto, Lucius, quando mi hai torturato per ore, giorni perché ero una fonte di informazioni importanti per la vostra vittoria? Ho goduto, Lucius, quando… quando mi hai strappato l’innocenza senza pensarci due volte? Mi fai ribrezzo.”

Il suo sguardo si oscura per una frazione di secondo, come quando una nuvola passa davanti al sole, e una sua mano afferra con forza il mio polso destro. “Come puoi…”

“Ancora?” chiede. “Ancora, quando ti parlo, ti guardo, ti tocco. Ancora ti ribrezzo?”

Il mio corpo trema: cosa… cosa potrei rispondere? Non mi lascia nemmeno il tempo di pensare. “A me non sembra. Non sei una brava bugiarda, signorina Granger. Cerchi di negare l’evidenza.”

“Sarebbe?”

“Tu non puoi, non riesci ad accettare…” Lentamente, con due dita, allontana la lama dal collo.

“Che tu mi appartieni…” Fa scorrere la mano dal mio polso fino ad accarezzarmi la guancia.

“Anima…” Il suo viso si avvicina al mio.

“E corpo.” Le sue labbra sono sulle mie, le mie sulle sue e si muovono, si cercano.

Lucius non… non mi aveva mai baciata. Diceva che ero solo la sua schiava, la sua prigioniera di guerra, buona, e nemmeno molto, a soddisfare i suo bisogni. Sosteneva che un bacio era qualcosa di intimo, che solo due amanti potevano condividere.

All’inizio lo faceva per offendermi e umiliarmi… quindi cosa significa?

Non è un bacio delicato eppure non posso fare a meno di sospirare, chiudere gli occhi e stringere le braccia attorno al suo collo.

Cosa sto facendo? Io… io devo smettere. Devo ritrovare la ragione.

Sono nel suo studio. Ho un tagliacarte in mano. Tutto si è complicato. Non siamo più carceriere e prigioniera… quando è cambiato? La prima volta che l’ho chiamato per nome? La prima volta che non ho urlato? La prima volta che l’ho aiutato a spogliarmi? Quando?

Tutto ciò di cui sono certa è che devo andarmene da qui. Subito o sarà troppo tardi.

Mi allontano da lui e lo guardo per l’ultima volta. Con un colpo secco infilzo il tagliacarte nella sua schiena.

Urlo io, urla lui.

Oddio non posso crederci!

Poi, una risata forzata e sommessa. “Te ne andrai? Tornerai dai pochi rimasti dell’Ordine?”

Riesco solo ad annuire.

“Sai, potrai allontanarti quanto vuoi. Potrai scappare fino all’altra parte del mondo, ma io sarò sempre con te, in posti che non erano miei e che mi sono preso con la forza.”  
Un altro ghigno cattivo, l’ultimo che vedrò. “Per quanto ti sforzerai, non riuscirai a scacciarmi dalla tua mente e dal tuo cuore. Sei condannata proprio come me, Hermione.”

Il mio cuore accelera, come il mio respiro. “No, non è vero. Questa è l’ultima menzogna.”

Mi volto e corro. Corro fuori dallo studio, per l’entrata e lungo il giardino. Ai cancelli mi giro e, da una finestra, vedo il suo viso: sembra più pallido e sofferente di prima. Per la ferita? Sono sicura che non è così grave.
Istintivamente muovo un passo verso il maniero ma, con grande sforzo di volontà, mi fermo.

Devo andarmene, ce l’ho quasi fatta.

Esco dalla proprietà di Lucius Malfoy e mi materializzo alla Tana. Proprio come ha insinuato lui.

Sono libera!

Subito alcune teste rosse escono e mi puntano contro le loro bacchette.
Quando mi riconoscono e rivedo il volto di Ron, Ginny e, nascosto, Harry, le lacrime scorrono lente lungo le mie guance.

Non sono lacrime di gioia, ma di dolore perché mi rendo conto che Lucius aveva ragione.

Ovunque vada, ovunque scappi, lui sarà sempre lì.

Sono condannata e non c’è alcuna via di fuga.
 
Angolo dell’autrice:
Salve. Allora, questa storia l’ho scritta questa notte, sapete il caldo qui è insopportabile, quindi potete trovare errori e passaggi senza alcun senso logico. Vi chiedo scusa.
Si tratta di una Lucius/Hermione come avete capito e so che non è una coppia gettonata ma io la adoro.
Per puntualizzare, la battaglia del 2 maggio non è stata quella conclusiva e Hermione è stata presa come prigioniera, Lord Voldemort l’ha assegnata a Lucius come prova e ultima punizione.
Prima ha ucciso Draco per Silente e Narcissa per avergli mentito su Harry.
  

  
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