THE WOODEN HOUSE
Mi svegliai con una voglia matta di fare qualcosa. Era
strano, perché ultimamente la pigrizia regnava sovrana. Una volta vestito e
lavato, mi precipitai in giardino e decisi di tirare fuori il falegname che
c’era in me. Dovevo tirare l’orario in cui Chase mi avrebbe riportato a casa Michael,
l’avevo chiamato la sera prima chiedendo conferma che lui fosse lì, e dopo
aver tentato di farmi una ramanzina (ma
bloccata in tempo) mi disse che me l’avrebbe riportato lui a casa proprio
questa mattina. Cercai un punto con la terra un po’ più morbida, e ci piantai
un asse, dopodiché appoggiai in vita le mani e guardai con soddisfazione il
buon inizio del mio progetto. Mi guardai attorno con aria circospetta, mi
sentivo osservato. Infatti, nella villa vicina, una signora di mezza età se ne restava
appoggiata alla ringhiera del balcone e mi osservava interdetta. “Buongiorno
signora! Sono il nuovo vicino!”, urlai portandomi una mano in fronte per non
venire accecato dal sole. “Buongiorno a lei!”, rispose e continuò ad osservarmi
da lontano. Presi il grande foglio con
il disegno che avevo fatto durante la notte e osservai il tutto. Bene, era più complicato di quel che pensassi. Raccolsi
il martello nella valigetta e cominciai a martellare su di un chiodo, che
sfortunatamente al primo tentativo mancai e mi calpestai il dito:”Porca
puttana!” urlai. La signora mi guardò disgustata e rientrò in casa per evitare
di dover andare a confessarsi una volta di più del previsto. Alla finestra
della camera di Matt, vidi mio figlio osservare tutta la scena, che sparì poco
dopo scuotendo la testa. Accidenti, mi ero messo in testa di fare quella cosa e
dovevo concluderla. Non amavo lasciare le cose a metà.
Nel frattempo arrivò Chase che entrò in casa seguito da Mike,
il quale non aveva l’aria di essere molto felice. “Zio Chase!”, urlò Matt
andandogli incontro e facendo il loro saluto rapper.
“Cosa sta facendo vostro
padre?!” chiese sorpreso guardando fuori dalla finestra.
“Si sta rendendo
ridicolo di fronte al vicinato…” rispose il più piccolo dei fratelli.
“Torno
subito..” aggiunse poi lo zio.
“Hey è mia, l’avevo già presa io!”, urlò Matt a Michael.
“Non rompere!”.
Chase risbucò da
dietro la porta:”Hey! Hey! Sto quasi pentendomi del discorso che abbiamo fatto
ieri sera…mi stai dimostrando di non avere l’età adatta!”, gli lanciò una
frecciatina al maggiore dei nipoti che in men che non si dica si zittì e
ridiede l’ultima mela rimasta al fratello.
“Così va meglio!”, ribattè poi lo
zio.
Avevo già assemblato
diverse assi assieme, e sfoggiavo il petto nudo ricoperto da gocce di
sudore:”Hey!” urlò Chase distraendomi.
“Hey bro!” mi avvicinai ed abbracciai
mio fratello.
“Che cazzo stai facendo?”.
Mi asciugai la fronte
con il braccio e mi tolsi i guanti gettandoli a terra.
“Sto costruendo una casetta in legno…”, Chase mi guardò
perplesso:”A che pro?”
“Michael a volte preferisce starsene solo, e piuttosto che
vederlo fuggire e rifugiarsi da te, ho pensato che questa potrebbe essere la
soluzione a molti dei suoi problemi…”.
Mio fratello mi fissò in silenzio, probabilmente non si
aspettava un tocco d’arte così ad alto livello, ero solito scrivere testi degni
di successo, ma con il legno non avevo mai avuto a che fare.
“Ma sei scemo?”
“Cosa?! Perché?!”,
non capii per quale motivo se ne saltò fuori con una esclamazione del genere.
“Joel, tuo figlio, di 16 anni, è scappato di casa. Ha preso
due treni, due metropolitane e 4 bus per arrivare da me incazzato come una
bestia urlando quanto fosse stanco di questa situazione…e tu pensi a costruire
una cazzo di casetta in legno che nemmeno uno scoiattolo di merda ci andrebbe a
vivere?!”.
Rimasi di stucco di fronte a quelle parole. Cosa stava
dicendo mio fratello? Che forse non ero degno di fare il padre?
“Ieri sera tuo figlio mi ha fatto un sacco di domande sul
sesso. Cazzo, sei suo padre Joel, dovresti essere tu quello a consigliare, non
io!”
“Mio figlio fa sesso?!”.
Chase prese a calci i guanti gettati a terra poco prima.
“Ascoltami, capisco quello che stai provando. Dopo quello
che vi è successo è normale che tu reagisca così. E’ vero, per colpa dei tour
non ti sei goduto abbastanza la famiglia, ma ricordati che fare un errore non
vuol dire non poter ricominciare…”
“Sto facendo del mio meglio…ma ho bisogno anche della
collaborazione di Mike per migliorare….”.
Chase mi appoggiò una mano sulla spalla:”Ci vuole tempo,
lascialo fare. Vedrai che incontrerà degli amici, comincerà ad uscire e il
rapporto tra di voi cambierà”. Mio fratello riusciva ad essere sempre positivo,
nonostante l’avessi lasciato nella merda con Gale, il chitarrista della nostra
band, mi era sempre stato vicino. Fin da piccoli ci eravamo promessi che ci
saremmo stati l’un per l’altro, nel bene
e nel male. “Grazie - dissi
abbracciandolo - Fa proprio schifo come progetto?” chiesi poi.
“Beh, non ho mai fatto sesso in una casetta di legno,
potrebbe essere una nuova esperienza!” mi disse facendomi l’occhiolino.
“Non hai più l’età bro!”
“Non c’è mai fine al sesso!” ribattè ritornandosene in casa.
Lui non aveva una famiglia, non l’aveva mai desiderata. SI definiva
come ‘Un uccello viaggiatore’, in effetti il suo apparato genitale ne aveva
‘visitati’ di posti stranieri.
Continuai a picchiettare sulle assi, sperando che questo
‘regalo’ potesse aprire un pochino il cuore di Michael verso me.
***
Ciaoooo :D ecco il secondo capitolo, spero di avere più lettori in futuro :)
Alla prossima!
Mony