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Autore: Clover    05/02/2008    4 recensioni
"Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno..."[cit.C.B.] Lei, piccola Serpe innamorata, in cerca della sua guida in quell'abisso. Lui, Angelo di marmo con la sua non-luce. Amore, Passione, Tradimento, Morte e nuovamente Vita in un Gioco dalle Mille Sfumature. "Voi, non sapete quel che dite...". Lui si limitò a guardarla, lasciando che la sua delicata mano si posasse all'altezza del suo cuore "Esattamente, ascoltate invece il Mio battito... cosa Vi sussurra?" Lei, alternò lo sguardo dal punto in cui la sua mano era poggiata, stretta nella sua, al suo volto, forse era la prima volta che riusciva a guardarlo negli occhi per tutto quel tempo, ma ciò non toglieva che si sentesse vulnerabile, come Sempre, "Ho paura a dirlo..."
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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fffffff E rieccomi dopo diverso tempo ad aggiungere una nuova storia, cogliendo l'occasione per dirvi che "convivenza forzata" è stata aggiornata e finita... per ora. Spero che questa vi piaccia come le precedenti, perchè il vostro sostegno è indispensabile per andare avanti e migliorare la storia, ed anche Me "scrittrice".
Premetto gia, che più in la ci saranno scene dal raiting rosso, tra cui erotiche e/o cruente.
Questo è un link che porterà direttamente, chi interessato, ad ascoltare la canzone che ho "usato" per questo primo capitolo:  http://www.deadwinter.net/upload/files/Enigma%20-%20Gravity%20of%20love.mp3
Non mi resta che dire: Buona Lettura.

§§§§§§§


Una bandiera dai colori del sole sventola frenetica, giocando contro il vento di quella mattina inoltrata. Più distante, in risposta ve n'è un'altra, del colore del cielo, dove un enorme aquila si muove su quel drappo, sembrando quasi reale.
Possenti zampe si muovono a ritmo, affondando, scavando, sollevando la terra che al loro passaggio sembra voler esaltare quei possenti e fieri destrieri. La lunga distesa verde quindi, lascia il libero accesso ai Cavalieri diretti al castello di Seldor, mentre i raggi solari danno del loro meglio infrangendosi contro le armature di quest ultimi, lasciando che esse brillino in risposta ad ogni singolo frammento di luce.
Una lieve brezza accompagna quella scena, spostandosi dal drappo colorato, alle criniere dei cavalli, ai fini fili d'erba, fin al soldato che sulla torretta da il comando di abbassare il ponte levatoio.
Uno scricchiolio del legno, fa si che chi all'interno delle mura possa prender parte all'arrivo delle Guardie Reali di Dom.
Queste dal canto loro, si limitano a diminuire l'andatura dei loro destrieri, entrando con assoluta calma nel cortile del castello.
Il brusio di voci, le grida gioiose dei bambini, i saluti dei vari soldati e cavalieri rivolti ai nuovi giunti, fanno si che un ometto basso e tarchiato vestito di tutto punto, si faccia largo dalla folla che ormai accerchia le Guardie, senza farsi vedere.
Quindi, tra una gomitata, una spinta ed una leggera imprecazione, Tullio De Borgo si fa spazio avvicinandosi a breve distanza alla Guardia a cavallo precedente le altre tre.
Piegandosi quasi in due, sia per dovuto saluto e quindi inchino di rispetto, sia per il fiatone che blocca ogni sua parola, cerca di parlare con voce sommessa "Che il cielo mi fulmini! Vi aspettavamo non prima di domani!" strabuzza un istante gli occhi, come se qualcuno gli avesse dato una gomitata in pieno stomaco, prima di lasciare che un profonfo respiro preceda le sue parole "Lieto però di rivederVi De Gaulle" un sorriso si fa largo, mostrando la dentatura malaticcia dell'uomo.
La Guardia a cavallo del nero destriero, che nel frattempo ha osservato dall'alto in basso quell'ometto, senza proferire parola, si limita a lasciare le redini sul collo dell'animale, portando poi ambo le mani all'altezza del capo. Subito viene sfilato l'elmo, che ne rivela il volto pallido e la chiara espressione sicura del Comandante delle Guardie Reali, mentre una lieve brezza ne scompiglia i corti capelli corvini.
Il sorriso sprezzante che il Comandante porta, si annulla quando muove le chiare labbra per parlare, chinando lievemente il capo verso il basso "Ius, ser De Borgo..." una pausa, mentre lascia che la lingua passi una volta sola sulle fine labbra, umettandole "Vedo che crescete sempre più..." sarcastico, mentre le chiare iridi squadrano da capo a piedi l'ometto, soffermandosi su ogni minimo particolare.
Questo, si limita a sorridere, abbassando un istante lo sguardo, prima di riportarlo sul Comandante, o più precisamente sul suo mento, data l'incapacità di sostenere il suo sguardo freddo, "Che Volete farci, mi concedo i pochi piaceri che la vita mi ha concesso..."
"Oh, immagino... ma dalle Vostre vesti devo dedurre che la vita Vi ha fatto dono di qualcos altro rispetto all'ultima volta che ci siamo incontrati..."
"Esattamente" risponde pronto ser Tullio, gonfiando d'orgoglio il petto "Sono divenuto il Segretario del Re da diversi mesi ormai." Attende una qualche risposta, se non complimento da parte del Comandante per quell'incarico, ma, deve accontentarsi di un'altra squadrata d'occhi, "Ehm... coff coff..." si porta la mano destra chiusa a pugno all'altezza della bocca, cercando di mascherare un finto tossire, "lasciate che chiami lo stalliere per condurre i Vostri destrieri alle scuderie..." volta il capo a destra e manca, cercando qualcuno fra la folla, "Santi numi Alice! Dove sei finita?"
L'attesa dura diversi minuti, attendendo che la persona da lui chiamata si faccia avanti, sotto lo sguardo freddo del Comandante, e dal ridacchiare delle tre Guardie dietro di lui.
Questo provoca l'inevitabile rossore sul viso dell'ometto, che si affretta a rispondere "Dovete perdonarmi, ma questi ragazzi d'oggi sono degli scanzafatiche! ...Alice! Aliceee?!" riprende quindi ad urlare quel nome, portando entrambe le tozze mani all'altezza della bocca, con l'intento d'ampliare la sua voce.
Sospira esasperato, quando una voce si fa largo tra la folla, attirando l'attenzione dell'uomo e delle quattro Guardie, "Eccomi! Eccomi!" una ragazza vestita con abiti maschili avanza tra la gente, spintonando qualcuno da una parte e qualcun'altro dall'altra, "Sto arrivan--" non riesce a proseguire la frase, che un'uomo abbastanza robusto le da una spinta di rimando, facendola finire contro una coscia di uno dei cavalli delle Guardie. Questo per sua fortuna non si mette a scalciare colto di sorpresa, si cimenta invece nell'impennarsi diverse volte, nitrendo seccato mentre la Guardia in sella cerca di calmarlo.
"Io... mi dispiace ser..." si scusa la ragazza, inchinandosi diverse volte, in modo esagerato, tanto da portare i neri capelli sciolti sulle sue spalle, a toccare terra quasi con le punte.
"Tranquilla, non l'avete fatto apposta..." risponde la Guardia, mentre un sorriso divertito si fa largo sul suo giovane volto "Suvvia, potete tranquillizzarvi, davvero." prova a rassicurarla, mentre la ragazza ancora resta china verso loro.
"Alice!" interviene a quel punto l'ometto, afferrandole malamente un braccio. La strattona un poco, cercando di attirare la sua attenzione su di lui, "Hai fatto fin troppi danni oggi! Vedi di darti una mossa e portare i cavalli delle Guardie in scuderia!" quasi un ringhio gli usce fuori, facendo si che il rossore sul volto assuma quasi  una gradazione violacea.
"Subito!"
"Alt." una voce fredda raggiunge i due, portandoli ad alzare entrambi lo sguardo sul Comandante, ancora seduto in sella, "E' sola, non può condurre quattro cavalli da guerra in scuderia, sapete bene che temperamento hanno."
Il Segretario muove le labbra per parlare, ma viene preceduto da Alice "State forse dubitando delle mie qualità Messere?" un tono stizzito esce dalle rosse labbra, in contrasto con il candido volto che le accoglie.
Uno scalpellotto sulla nuca la raggiunge, da parte del Segretario, che, davvero viola in volto, la riprende subito "Modera il tono ragazzina!"
La ragazza non gli risponde, si limita a borbottare qualcosa di incomprensibile ad orecchie estranee, rivolgendosi poi al Comandante "Perdonate la mia mancanza d'educazione..." cerca di usare tutta la finzione necessaria per dar l'idea che sia davvero mortificata, ma il silenzio del Comandante le fa venire l'enorme dubbio di non esserci riuscita.
Rimangono tutti in attesa quindi, quando questo si decide a parlare, "Non scusatevi di qualcosa che non pensate sia giusto..." una pausa, mentre la scruta attentamente dall'alto "Fate bene a difendere il Vostro lavoro, Io stesso risponderei a tono se Venisse a Me rivolta cosa non gradita."
Di rimando, la ragazza si limita a donargli un sorriso, stavolta sincero, ma che non viene ricambiato.
"Tuttavia...Van, aiutate la Lady a portare i cavalli in scuderia..." guarda una delle tre Guardie, quella protagonista del precedente incidente, per l'esattezza "AssicurateVi  che vengano trattati egregiamente." usa il solito tono pacato ma autoritario, che lo distingue, come sempre.
"Mpf!" una smorfia di disappunto altera i delicati leneamenti della stalliera, portandola a volger capo in tutt'altra direzione.
Il Comandante la fissa un istante, con un'espressione indecifrabile, seguito a sua volta da Tullio, che ha ben poco di indecifrabile vista l'espressione sconcertata "Dopo facciamo i conti!" bofonchia, agitando il tozzo indice della mano destra in direzione d'Alice.
Da parte della stalliera nessuna risposta, si concentra invece nel seguire i movimenti nelle Guardie nello scendere da cavallo. Sul Comandante porta particolarmente la sua attenzione, inclinando lievemente il capo verso la sua destra, costringendo cosi i capelli a seguire quel movimento, lasciandoli ricadere lungo la spalla.
Se ne accorge, ma non ve ne bada altamente, troppo abituato ormai ad avere lo sguardo delle persone puntato addosso, delle donne poi. Riprende a stringere le redini nella mano sinistra, quando libera ambo i piedi dalle staffe, facendo si che la gamba destra possa passare sopra il dorso dell'animale, e raggiungere sul fianco sinistro la gemella.
Scende da cavallo elegantemente, come la sua figura ispira nel solo vederlo. Attende quindi che la ragazza si avvicini, lasciandole poi le redini, "Mi raccomando, trattatelo a dovere."
"Sarà fatto..." mormora lei, afferrando le redini nella mano destra, mentre subito dopo le vengono poste le redini di un altro destriero nella sinistra. Aspetta che l'altra Guardia la raggiunga, donando un secondo l'attenzione al Comandante, "Lieta giornata." cosi si congeda, iniziando a muover passo.
"Lieta giornata a Voi..." è la sua risposta, mentre i loro sguardi si incrociano per una frazione di secondo. Ciò, porta le delicate e morbide gote della ragazza a colorarsi di un rosa pallido, che viene quasi subito esiliato dallo sguardo dell'uomo, quando lei volta velocemente il capo, dritto davanti a se.
Inizia quindi a dirigersi verso le stalle, tenendo strette le redini dei due destrieri che la seguono, seguiti a loro volta dalla Guardia Reale rimasta ad aiutarla.
   
 
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